Legge su riordino province. Sgherri (PRC in Regione):”viste le premesse nefaste provenienti dal quadro nazionale, non si poteva a livello regionale arrivare ad un grande risultato”
Discussione oggi nell'aula del Consiglio Regionale.Firenze, 25 febbraio. Legge su riordino province. “Le contro riforme istituzionali portate avanti dal governo nazionale stanno producendo effetti nefasti, con queste premesse – al di la degli sforzi – non si poteva produrre a livello regionale una buona legge. Partendo dalla scelta di Renzi di cancellare la possibilità (per i consigli provinciali) del voto, e con esso quella di scegliere da chi essere rappresentati, nei mesi successivi è cresciuto il timore delle conseguenze della perdita , sempre per le province, dell’esercizio di funzioni e servizi essenziali per la collettività, di perdere la gestione di settori importanti come formazione, turismo, aree protette, forestazione che non sono, e non possono essere, a scala comunale. A questo si è affiancata da alcuni mesi ed è andata crescendo la mobilitazione dei dipendenti provinciali, a causa della pesante insicurezza sulla permanenza del posto di lavoro, e con esso anche del patrimonio di saperi da loro accumulato. Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e Capogruppo in Consiglio Regionale in merito alla legge regionale di riordino degli ambiti provinciali. Tale legge – prosegue Sgherri – in primis per i limiti imposti dalla finanziaria nazionale non ha potuto far riassumere alla Regione importanti funzioni (come forestazione, aree protette ecc), affidate invece ai Comuni (seppur con l’obbligo della forma associata) funzioni che travalicano la dimensione comunale, e affidate a enti questi ultimi con sempre meno risorse e personale! Insomma il passo indietro temuto, in parte è arrivato.
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