giovedì 20 giugno 2013

Un ampio fronte contro il "tubone"



Un ampio fronte contro il Tubone. Venerdì 21 giugno, dalle 19 a mezzanotte, sulla rinnovata terrazza panoramica del Circolo Arci a La Catena, il popolo No Tub si ritroverà per assistere ad un atteso concerto organizzato da Rifondazione Comunista di San Miniato e contrastare il megaprogetto di ristrutturazione denominato Tubone. Suoneranno gli Steak Cats, Marzio Matteoli e gli Acrobati senza Fune. Interverranno esponenti di varie forze politiche e sociali, tra cui Fabio Corsi (Rifondazione Comunista), Laura Cavallini (SEL), Luca Scarselli (Unione Inquilini), e un esponente del Movimento Cinque Stelle. Si potrà cenare col Menù Antinciucio a soli 5 euro.

Il Tubone è un’opera discutibile, che servirà in buona parte agli industriali per ridurre i costi della depurazione ma che verrà pagato per oltre il 90% dai cittadini. Gli industriali, che ne beneficeranno notevolmente, si sono impegnati a contribuire solo per 14 milioni di euro su 204, neppure il 7%. Il resto dei soldi invece, ben 187 milioni di euro, uscirà dalle nostre tasche. Lo stiamo già pagando con la bolletta dell’acqua e lo pagheremo con le nostre tasse.

E’ un’opera composta da un insieme di grosse condutture che trasporteranno forzatamente gli scarichi civili da varie zone della Toscana alla Zona del Cuoio, ai depuratori di Santa Croce e San Miniato, i quali dovranno essere ampliati in modo consistente per ricevere gli oltre venti milioni di metri cubi di liquami melmosi all’anno che andranno a mescolarsi anche con gli scarichi delle concerie.

Numerosi sono i rischi potenziali di quest’opera: il pericolo delle maleodoranze, le incognite in caso di blocco o di guasti agli impianti, l’impatto sul Padule di Fucecchio, il destino dei fanghi di resulta e la possibilità o meno di riutilizzare l’acqua depurata. C’è chi si spinge fino ad ipotizzare uno sconvolgimento idrogeologico di una parte importante del territorio, data l’entità dei lavori e le grandi masse di acqua trasportate a grandi distanze.

Ma in realtà i rischi non sono quantizzabili con esattezza, dato che il progetto del Tubone non è ancora stato reso pubblico. E una Valutazione Ambientale Strategica non è mai stata eseguita.

I sindaci della zona, che invece non hanno mai avuto dubbi, hanno firmato e accettato un Accordo di Programma, e proceduto a rastrellare le risorse, quasi tutte a carico del contribuente.

Recentemente Fabio Corsi, consigliere comunale a San Miniato, ha presentato una interrogazione al sindaco di quella città per sapere se egli è a conoscenza dell’esistenza del progetto del Tubone e se tale progetto non presenti alcun rischio per la salute della cittadinanza. La risposta si avrà nel prossimo Consiglio Comunale, ma le perplessità sono tante.

Un progetto così imponente e impattante, ad esempio, avrà bisogno di essere monitorato costantemente fin dall’inizio. Ma oggi che l’Arpat della Zona del Cuoio è stata pesantemente ridimensionata, per volontà dell’assessore regionale Bramerini e nel silenzio accondiscendente dei sindaci, chi e come svolgerà questo compito importantissimo di tutela della nostra salute? Sono dubbi più che legittimi.

Per questo invitiamo la cittadinanza a partecipare venerdì al Concerto Antitubone e ad informarsi su questa importante vicenda. Prima che i giochi siano fatti per sempre e che nella Zona del Cuoio si aggiunga un ulteriore elemento di pressione ambientale.

Rifondazione Comunista – San Miniato

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