SI TAGLIANO GLI APPALTI DI PULIZIA NELLE SCUOLE PER LE UNIVERSITA'
La ministra dell'istruzione Carrozza, per coprire le assunzioni nelle università, taglierebbe 25 milioni di euro nel 2014 e 49,8 milioni a partire dal 2015, dai fondi destinati alle pulizie degli istituti scolastici e ai servizi ausiliari esternalizzati: rischiano 21mila lavoratori. I sindacati: "Incontro urgente"
La nuova ministra dell'istruzione, Maria Chiara Carrrozza, ha proposto di ridurre e tagliare i fondi destinati alle pulizie degli istituti scolastici e ai servizi ausiliari esternalizzati, non tenendo
conto che in questi ultimi 5 anni i 21mila lavoratori Ex LSU e dei c.d. "Appalti Storici"
hanno già pagato pesantemente tale dazio. E quanto si apprende da una nota. Per
garantire le assunzioni all'università e agli enti di ricerca, elevando dal 20 a 50% il
turnover, ovvero il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell'anno
precedente in modo da assumere 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori" di tipo B, per una
spesa prevista di 25 milioni nel 2014 e 49,8 nel 2015, si andrebbe a ridurre i fondi per gli
appalti delle pulizie e che comunque le scuole dovranno rinnovare a un costo inferire
anche per realizzare le economie previste dal decreto e fare in modo che i maggiori
risparmi rimangano alle scuole: sbrigatevela da voi, insomma, sembra dire la ministra.
In ogni caso 25 milioni per il prossimo anno e quasi 50 dal successivo devono andare alle
università, smentendo per certi versi le dichiarazione fatte dalla ministra che aveva chiesto
maggiori finanziamenti per la scuola minacciando perfino le dimissioni. Il comma 5
dell'articolo 54, dice infatti che a decorrere dal prossimo anno scolastico le scuole
"acquistano, ai sensi dell'articolo 1, comma 449, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i
servizi esternalizzati per le funzioni corrispondenti a quelle assicurate dai collaboratori
scolastici loro occorrenti nel limite di spesa che si sosterrebbe per coprire i posti di
collaboratore scolastico accantonati ai sensi dell'articolo 4 del decreto del presidente della
repubblica 22 giugno 2009" Quasi 11 mila posti subiscono quindi un impoverimento o una
riduzione. Fra l'altro nell'audizione al Parlamento del 6 giugno scorso, dove sono state
presentate dalla ministra le linee guida programmatiche per la gestione del proprio
dicastero, è stato dichiarato che sul piano di sostegno finanziario per la realizzazione
dell'autonomia scolastica sarà innalzato il budget per il funzionamento ordinario delle
scuole, aumentando la quota procapite per alunno, utilizzando, però "le economie
derivanti dai nuovi appalti per i servizi di pulizia nelle scuole". E infatti i sindacati
dicono che "le risorse per l'acquisto dei servizi di pulizia rientrano nel fondo per il
funzionamento ordinario delle scuole e di conseguenza se si vuole aumentare la quota
procapite per alunno vuol dire che anche per i servizi di pulizia va speso di più e non
meno." Pensare di scaricare ancora i risparmi dell'amministrazione scolastica su questi
lavoratori rigettandoli nella precarietà, rimettendoli in capo alla spesa sociale generale, a
fronte di scuole più sporche e meno sicure non è una soluzione per dare risposta ai bisogni
della Scuola stessa e nemmeno per migliorare le economie ministeriali. Per questi
motivi Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil hanno inviato una richiesta di incontro
urgente al ministro dell'Istruzione e procederanno ad assumere tutte le iniziative politiche
utili per tutelare i lavoratori coinvolti.
conto che in questi ultimi 5 anni i 21mila lavoratori Ex LSU e dei c.d. "Appalti Storici"
hanno già pagato pesantemente tale dazio. E quanto si apprende da una nota. Per
garantire le assunzioni all'università e agli enti di ricerca, elevando dal 20 a 50% il
turnover, ovvero il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell'anno
precedente in modo da assumere 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori" di tipo B, per una
spesa prevista di 25 milioni nel 2014 e 49,8 nel 2015, si andrebbe a ridurre i fondi per gli
appalti delle pulizie e che comunque le scuole dovranno rinnovare a un costo inferire
anche per realizzare le economie previste dal decreto e fare in modo che i maggiori
risparmi rimangano alle scuole: sbrigatevela da voi, insomma, sembra dire la ministra.
In ogni caso 25 milioni per il prossimo anno e quasi 50 dal successivo devono andare alle
università, smentendo per certi versi le dichiarazione fatte dalla ministra che aveva chiesto
maggiori finanziamenti per la scuola minacciando perfino le dimissioni. Il comma 5
dell'articolo 54, dice infatti che a decorrere dal prossimo anno scolastico le scuole
"acquistano, ai sensi dell'articolo 1, comma 449, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i
servizi esternalizzati per le funzioni corrispondenti a quelle assicurate dai collaboratori
scolastici loro occorrenti nel limite di spesa che si sosterrebbe per coprire i posti di
collaboratore scolastico accantonati ai sensi dell'articolo 4 del decreto del presidente della
repubblica 22 giugno 2009" Quasi 11 mila posti subiscono quindi un impoverimento o una
riduzione. Fra l'altro nell'audizione al Parlamento del 6 giugno scorso, dove sono state
presentate dalla ministra le linee guida programmatiche per la gestione del proprio
dicastero, è stato dichiarato che sul piano di sostegno finanziario per la realizzazione
dell'autonomia scolastica sarà innalzato il budget per il funzionamento ordinario delle
scuole, aumentando la quota procapite per alunno, utilizzando, però "le economie
derivanti dai nuovi appalti per i servizi di pulizia nelle scuole". E infatti i sindacati
dicono che "le risorse per l'acquisto dei servizi di pulizia rientrano nel fondo per il
funzionamento ordinario delle scuole e di conseguenza se si vuole aumentare la quota
procapite per alunno vuol dire che anche per i servizi di pulizia va speso di più e non
meno." Pensare di scaricare ancora i risparmi dell'amministrazione scolastica su questi
lavoratori rigettandoli nella precarietà, rimettendoli in capo alla spesa sociale generale, a
fronte di scuole più sporche e meno sicure non è una soluzione per dare risposta ai bisogni
della Scuola stessa e nemmeno per migliorare le economie ministeriali. Per questi
motivi Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil hanno inviato una richiesta di incontro
urgente al ministro dell'Istruzione e procederanno ad assumere tutte le iniziative politiche
utili per tutelare i lavoratori coinvolti.
Sergio Tarchi
3487840991
starchi@firenze.tosc.cgil.it
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