mercoledì 24 luglio 2013

Un royal baby renziano per Firenze?


Segreteria provinciale PRC Firenze
"Del Royal Baby non se ne pole più". Questa frase ricorre spesso nei bar di Firenze e non ci stupisce che sia parte di una recente dichiarazione di Enrico Rossi riportata oggi dalla stampa. Eppure questo riscoperto interesse mediatico per la monarchia ci spinge a chiederci se non sarebbe moderno essere governati da un re, magari eletto in un primo momento e poi acclamato per diritto divino. Assurdo? Non troppo, ci pare. Già ci stupiva l'entusiasmo e il consenso attorno alla proposta dell'abolizione delle province, che verranno non cancellate ma sostituite da un numero di enti nominati, con un risparmio tutto da verificare (in questo senso ci pare che il modello siciliano vada nella direzione dell'aumento dei soggetti intermedi e dei costi).
Stamani invece leggiamo la soddisfazione di Giani per le modifiche dello Statuto del Comune "per adeguarsi ai tempi", che prevede un taglio dei consiglieri di quartiere da 36 a 19. Mentre in America Latina si dimostra che è possibile aumentare la partecipazione favorendo la crescita economica, attraverso forme di organizzazione dei livelli territoriali (anche con il bilancio partecipativo), nel vecchio continente la giunta dell'astro nascente Renzi teorizza la modernità della minore rappresentanza. La burocrazia è un peso, si sa. Quindi invece di rilanciare il ruolo dei Consigli di quartiere (sulla cui utilità si interroga la maggioranza dei cittadini), attraverso proposte innovative, si tenta di rendere del tutto inutile l'esistenza di questi organismi territoriali.
Visti i doppi incarichi di Giani (che è anche consigliere regionale, oltre che presidente del consiglio comunale), e di Sara Biagiotti (assessore comunale e consigliere provinciale), occorre comprendere che per alcuni è meglio limitare a pochi eletti di maggioranza la discussione effettiva.
Anche su questo ci sarà da fare battaglia politica di qui alle prossime amministrative. Il concetto stesso di partecipazione alla vita della città è in discussione, a tutti i livelli.

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