Comunicato stampa
Inchiesta per appropriazione indebita su Publiacqua, De Zordo e Grassi: "I sindaci decidano se stare con i cittadini o con le spa"
Publiacqua è finita sotto inchiesta a Pistoia per il reato di "appropriazione indebita". Tra gli indagati l'amministratore delegato dell'azienda Alberto Irace, considerato il fatto che il gestore continuava a far pagare in bolletta la «remunerazione del capitale» cancellata dal Referendum del 2011 e da diverse sentenze successive. Non è escluso che la Procura stia facendo chiarezza sugli investimenti di Publiacqua nel 2012. Si tratta dell'ennesima società - dell'ennesima grande opera, quale è la gestione dell'acqua nell'ex Ato 3 - che troppo vicina agli interessi della politica finisce sotto la lente della magistratura. Ci chiediamo allora quando terminerà la cattiva gestione del bene pubblico in Toscana e quando si finirà di allontanare quei funzionari o quegli amministratori che oltre ad essere onesti vogliono capire fino in fondo se gli atti che sottoscrivono rispettano la legge o meno.
Come non dimenticare il recente "allontamento" (parola chiave della politica toscana a quanto pare) da parte del Sindaco di Pistoia dell'assessore all'ambiente Ginevra Lombardi, colpevole di aver chiesto chiarimenti al direttore dell'Autorità idrica toscana (Ait) Alessandro Mazzei, sul perché, sebbene fosse previsto dalla delibera di Ato 3 che Publiacqua investisse 78 milioni nel 2012, ne risultavano invece rendicontati in bilancio solo circa 63. Nessuna risposta è arrivata e anche su questo la Procura dovrà fare chiarezza.
La domanda vera però è perché - come nel caso della Tav per Renzi - i Sindaci sembrano non essere protagonisti di quanto accade con la gestione di terzi, privati, dei beni pubblici. Continuano ad ignorare sia il referendum del 2011 che prevedeva la ripubblicizzazione del servizio idrico e la cancellazione della remunerazione del capitale per i soci. Ignorano che:
- il Tar della Toscana ha accolto il ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua: le tariffe praticate dai gestori dopo il referendum sono illegittime, in quanto comprendono ancora la “remunerazione del capitale investito” abolita dal referendum del 12 e 13 giugno 2011;
- il Tar della Toscana dà ragione alle tesi del Forum, che ha sempre sostenuto l’illegittimità delle bollette post referendarie. Scrive il Tribunale Amministrativo in un passaggio della sentenza n° 436 emessa ieri: “il criterio della remunerazione del capitale [...] essendo strettamente connesso all’oggetto del quesito referendario, viene inevitabilmente TRAVOLTO dalla volontà popolare abrogatrice”;
- il 13 settembre scorso l'assemblea dei sindaci della provincia di Genova, ha deliberato la restituzione delle somme indebitamente pretese dai gestori del servizio idrico dal 21 luglio al 31 dicembre 2011;
- il giudice di pace di Chiavari, in Liguria ha disposto la restituzione del 22% della bolletta di una cittadina, pari alla quota di profitto che i cittadini pagano sulle bollette dell’acqua, come “remunerazione del capitale”.
Atti e sentenza molto importanti come può ben capire chiunque non abbia interessi perversi da celare, perché oltre a ribadire il valore legislativo dell’istituto referendario riconoscono che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha un limitato potere amministrativo, comunque subordinato all’esito referendario.
Perché allora i sindaci dell'ex Ato 3 continuano a far finta di niente di quanto accade a Publiacqua? Perché a Firenze si paga l'acqua più cara d'Italia e i ricavi non sono destinati, se non in minima parte, agli investimenti ma se ne vanno in utili per i soci della Spa? Perché Renzi e i suoi colleghi non diventano parte attiva nell'applicazione dell’esito referendario? Da che parte stanno? A noi pare chiaro. La Procura di Pistoia forse aprirà gli occhi anche a chi oggi si ostina a non vedere lo scandalo.
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