lunedì 7 aprile 2014

Impianti a biomasse, ma il PD che ha in testa?



Apprendiamo che la Geofor, l’azienda di gestione dei rifiuti di Pisa e provincia, ha appena approvato l’adozione di un impianto per il trattamento anaerobio della frazione organica del porta a porta ( http://www.geofor.it/index.php?id=136&tx_ttnews%5Btt_news%5D=96&cHash=5731baf7fb7fee7352bc5dfbfa6fd74f ). Sostanzialmente, si tratta di quanto avevamo proposto circa un mese fa come unico progetto decente per Castelfiorentino. La Geofor sottolinea infatti che questo tipo di trattamento accorcia di molto la “filiera dei rifiuti”, portando la lavorazione dell’organico più vicina ai luoghi in cui viene prodotta in maggiore quantità. Ovviamente, nel caso qualcuno la volesse proporre per piccoli paesi, come Castelfiorentino, ci sono tutti dei fattori di scala da dover valutare.
Di che impianto si tratta? Cosa viene fatto al suo interno?
In un impianto di digestione anaerobia, il materiale organico è mantenuto, come frazione umida, in ambiente chiuso e in quasi assenza di ossigeno. Questo permette un tipo di fermentazione del materiale che produce biogas, ossia sostanzialmente gas metano. Il gas può essere bruciato per produrre energia, o trasportato. L’ambiente chiuso permette di non far uscire odori né fumi. La materia organica rimasta dopo la fermentazione è utilizzabile come compost, con caratteristiche migliori di quelle del normale compost. In sostanza, con questo metodo non si brucia del materiale ma del gas naturalmente prodotto, e si ricicla parte del materiale organico.

A questo punto, visto come è stato approvato il progetto all’interno di Geofor, ci chiediamo come mai, circa un mese fa, il candidato alle primarie del PD Falorni non abbia accolto la nostra proposta e le nostre critiche costruttive rispetto ad un progetto “senza paletti” (e quindi passibile di proposte progressiste ma anche fortemente inquinanti). Forse aveva paura di un confronto tecnico? Forse non è informato di quanto fa il suo stesso partito fuori dai confini comunali? 

Ci rimane difficile pensare che questo modo di fare, non costruttivo e molto, molto settario, possa essere di aiuto alla ripresa e allo sviluppo di Castelfiorentino.

Castello a Sinistra

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