Articoli 15 maggio e seguire
Contratti, la Cgil fa la sua proposta. Ecco i contenuti
12/05/2011 16:53 | LAVORO - ITALIA ( DA rassegna.it )
Il direttivo di Corso d'Italia vara il suo progetto per le relazioni industriali: accordi unitari ma in grado di articolarsi, che contengano regole universali e diritti per tutti. No alla derogabilità e attenzione ai precari. "Servono regole condivise"
di rassegna.it
Un modello unitario e omogeneo negli obiettivi ma non identico nelle sue articolazioni, regole universali e diritti certi per tutti, strumenti di articolazione solo a fronte di accordi di secondo livello, no alla derogabilità dei contratti e applicazione anche ai precari. Sono questi alcuni dei principi contenuti nella proposta formulata dalla Cgil per nuove regole della contrattazione.
Il sindacato di Corso d'Italia ha varato il suo progetto ieri sera (11 maggio) nel corso del direttivo nazionale. Il parlamentino ha dunque votato, con 77 sì, 19 no e 3 astenuti, un documento definitivo diffuso solo oggi, anche se i suoi contenuti arrivano da lontano. Se n'è cominciato a discutere, infatti, già nel settembre 2010, durante un seminario di approfondimento sulla contrattazione a Todi.
Ma veniamo ai contenuti. Innanzitutto, il sindacato pensa che vada "superato il rischio di un’ulteriore frammentazione del sistema produttivo e del mondo del lavoro" determinato dalla "pratica della derogabilità dei Contratto collettivo". I contratti colettivi, dunque, devono fissare "regole universali e diritti certi per tutti i lavoratori che fanno riferimento al loro perimetro".
Però, per assicurare "la capacità di aderire alle diverse situazioni", le categorie possono prevedere, nei rispettivi contratti, "temi e strumenti di articolazione resi esigibili solo a fronte di accordi di secondo livello". Un modello, quindi, unitario e omogeneo negli obiettivi ma non identico nelle sue articolazioni di settore.
I nuovi contratti collettivi nazionali, secondo la proposta, dovranno poi essere "meno prescrittivi e più propositivi di una contrattazione di secondo livello". Una contrattazione che però si basi sulle "reali condizioni di lavoro", fermo restando, ovviamente, il ruolo di "regolazione generale normativa ed economica del contratto nazionale".
Nei settori pubblici, inoltre, i contratti nazionali dovranno definire le materie e le risorse per la contrattazione di secondo livello, mentre, in generale dovranno essere più inclusivi. L'obiettivo è quello di "favorire la progressiva riduzione del loro numero, essere in grado di accogliere e regolare anche le forme precarie e atipiche di lavoro, tendere alla riunificazione contrattuale delle filiere produttive".
Occorre inoltre allargare, sempre a detta del sindacato guidato da Susanna Camusso, "l’esigibilità del secondo livello di contrattazione sia nel pubblico che nel privato, confermando ed estendendo i diversi livelli di azienda, di sito, di territorio o di filiera, garantendo l’estensione delle coperture contrattuali a tutto il lavoro disperso e frammentato". Per far ciò, è necessario utilizzare "tutti gli strumenti disponibili", a partire da quelli già definiti nelle esperienze contrattuali delle categorie. Bisogna inoltre "prevedere un ampliamento delle materie delegate dai Ccnl al secondo livello anche per consolidare, valorizzare e rilanciare al massimo il ruolo negoziale delle rsu", che non può essere "compresso esclusivamente sulla contrattazione del premio di risultato".
In considerazione della attuale elevata frammentazione delle imprese, infine, "occorrerà prevedere attraverso il ccnl, dove non si potesse svolgere efficacemente la contrattazione di secondo livello, un’apposita indennità sostitutiva". Quella che la Cgil vuole aprire, con questa proposta, è un stagione nuova in grado di superare "l’attuale indeterminatezza sulla rappresentatività sindacale". Il sindacato, dunque, "riconferma la propria piena disponibilità a definire una misurazione basata su un mix tra certificazione degli iscritti e voto delle rsu, che conseguentemente devono essere confermate e generalizzate quali strutture di base, unitarie ed elettive, del sindacato".
Per quanto riguarda la democrazia sindacale, invece, secondo la Cgil, "resta infine da affrontare il tema dell’esigibilità delle intese sottoscritte oltre alla loro legittimazione anche al fine della necessaria estensione erga omnes", la cui fragilità giuridica è oggi "resa ancora più evidente dopo la stipula delle intese separate". In questo contesto "ovviamente non rientrano ipotesi di forme sanzionatorie o di limitazione del diritto di sciopero così come sancito dalla Costituzione".
Sulla democrazia e la rappresentanza il parlamentino di Corso d'Italia ha recentemente avanzato una proposta, che conferma: "E’ necessario e urgente avviare un confronto rispettoso dell’opinione di tutti, ma appare ancora a noi ineludibile la necessità di prevedere forme di verifica del consenso dei lavoratori che comprendano un voto certificato, pur con le opportune articolazioni in rapporto alle diverse caratteristiche dei vari settori produttivi e dei servizi".
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CONCLUSO CON SUCCESSO IL PRIMO TEMPO DELLA PARTITA CONTRO LA SCUOLA-QUIZ
A GIUGNO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI CONTRO LA SCUOLA-MISERIA E LA SCUOLA-QUIZ
Si è concluso oggi con grande successo il primo tempo della partita contro gli ignobili quiz Invalsi e la scuola ad indovinelli. L’indignazione contro questa degenerazione dell’insegnamento si è espressa in mille forme da parte dei docenti, degli studenti, dei genitori: alle superiori almeno il 20% della categoria e degli studenti si è sottratto a ricatti e minacce (il dato fornito da Gelmini è ridicolo: si riferisce solo alle 2000 classi-campione, con circa 50 mila studenti, dove i quiz sono stati gestiti dagli ispettori ministeriali; ma è tra gli altri 2 milioni e 150 mila che si è svolta la protesta); alle medie e alle elementari le cifre sono state minori perché molti Collegi avevano deliberato ad inizio anno o perché i quiz Invalsi sono stati imposti come obbligatori alla prova di Terza Media, ma comunque il malcontento è stato diffusissimo. Un ruolo assai negativo lo hanno giocato in tante scuole i presidi-padroni, convinti oramai dal MIUR di essere i proprietari degli istituti e di poter cancellare gli organi collegiali. Questi DS (dittatori scolastici) ne hanno fatte di tutti i colori per costringere docenti e studenti a svolgere i grotteschi e distruttivi quiz, che insultano la scuola pubblica e ogni didattica di qualità e che vorrebbero annullare ogni serio insegnamento per addestrare gli studenti a indovinelli da Settimana Enigmistica. A tanti docenti è stato impedito fisicamente di entrare nelle proprie classi, alcuni hanno addirittura dovuto chiamare i carabinieri per poter fare lezione, altri sono stati sostituiti da bidelli ed addetti di segreteria.
COBAS SCUOLA
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Padova 14 Maggio 2011
Oggi a Padova decine di tunisini in possesso del permesso di soggiorno
umanitario, sostenuti dalle Brigate di Solidarietà Attiva, hanno
occupato il Centro di prima accoglienza Gabelli a San Lazzaro.
Centro mai aperto nonostante la presenza in città di decine di ragazzi
tunisini provenienti da Lampedusa aventi diritto al vitto e
all’alloggio, costretti invece a dormire per strada, nelle periferie
della città.
Chiediamo la riapertura del centro affinché diventi un punto di
riferimento per l’inserimento di questi giovani e non lasciarli invece
allo sbando, prede della criminalità.
Chiediamo solidarietà attiva alla comunità, un aiuto concreto nella
preparazione dei pasti e di raccolta di materiali, soprattutto
coperte.
Avanti Briganti
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I partigiani jugoslavi nella Resistenza Italiana
presentazione del libro
Domenica 22 maggio, ore 17.00, Casa del Popolo Il Progresso
Via Vittorio Emanuele II, 135 - Firenze (linea ATAF 4)
Con gli autori
* Andrea Martocchia
* Susanna Angeleri
Intervengono
* Vania Bagni, ANPI Provinciale di Firenze
* Ilicia Di Ienno, Responsabile Antifascismo PRC Toscana
Per info rispetto all'iniziativa: www.gctoscana.eu
Per maggiori info rispetto al libro: www.partigianijugoslavi.it
Organizzano i Giovani Comunisti della Toscana -
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UCCIDI LA TUA RELIGIONE PRIMA CHE LA RELIGIONE UCCIDA TE
“Uccidi la tua religione prima che la religione uccida te.”
Ennio Montesi
Giovanni Caporaso intervista Ennio Montesi, scrittore ateo dichiaratamente contro la Chiesa cattolica e contro il Vaticano, i cui libri, scritti e conferenze sono spesso fonte di accese polemiche.
Ennio, ci vuoi raccontare l’ultimo tuo libro “Racconti per non impazzire” edito da Mursia?
Se la letteratura è la complessità della vita rappresentata sotto forma di scrittura, le storie narrate vogliono essere l’implacabile testimonianza di una umanità in bilico tra dolcezza e ferocia, tra il concepibile e l’irrealizzabile. La società si auto alimenta come il catoblepa, l’animale impossibile che divora se stesso a cominciare dai piedi. Così i personaggi dei “Racconti per non impazzire”vengono inghiottiti all’interno delle proprie esistenze. Le storie fluiscono su diversi registri narrativi e offrono livelli differenti di interpretazioni in base alla percezione del lettore. La montagna aspetta di essere arrampicata ma le energie messe in campo per arrivare in cima sono differenti tra scalatori. In queste storie uso la scrittura per frugare all’interno delle coscienze, per smuovere stati intorpiditi di emotività. Dissemino senza lesinare chiavi di lettura, faccio balenare porte interiori da aprire, getto corde metafisiche da afferrare, a volte lasciandole in bella mostra sin dalle prime righe. Spesso le tracce sono talmente vicine agli occhi del lettore che appaiono invisibili. Altre volte le camuffo, le deformo, le dilato, le restringo come in un giuoco nel quale vince chi sa aguzzare l’intelligenza, chi ha la capacità e il coraggio di strappare via i diversi strati narrativi che si accavallano e per chi ha il coraggio di calarcisi dentro. La sfida lanciata non si ferma alla narrazione, ma va ben oltre la parola scritta. La ricompensa vuole essere la conquista della cima più alta, più aspra e più difficile da raggiungere. Tutti noi dobbiamo scalare la nostra cima... prima o poi.
Tu hai dichiarato che l’Italia è una colonia del Vaticano, cosa ha comportato a livello economico per il Paese?
Ho anche dichiarato in una lunga intervista pubblicata nel libro “Come fare a meno di Dio e vivere liberi – Saggi e interviste sulla libertà di pensiero” Coniglio Editore, che lo Stato italiano è servo alacre e genuflesso del Vaticano. I parlamentari italiani sono lo zerbino degli stregoni cattolici. Cose risapute delle quali tuttavia siamo in pochissimi ad avere il coraggio di affermarlo, di scriverlo e di spiegarlo con chiarezza alla gente. Durante le mie conferenze non è raro che le persone adepte della terrorizzante setta fondamentalista della Chiesa cattolica, organizzazione parallela riconducibile allo Stato integralista e dittatoriale del Vaticano, escano stizzite ed infuriate dalla sala bofonchiando contrariate alle mie affermazioni, tra l’altro affermazioni facilmente dimostrabili. Immagino che se potessero mi brucerebbero in piazza come fecero per Giordano Bruno e come usavano fare i criminali preti del Tribunale dell’Inquisizione perpetrando crimini efferati contro l’umanità, contro chiunque non la pensasse come loro. È emblematico ed allarmante che poco tempo fa il partito politico Lega Nord abbia organizzato una manifestazione pubblica ateofoba contro di me, contro i miei scritti, contro i miei libri, essendo io uno scrittore orgogliosamente ateo. Una specie di fatwa cattolica lanciata ad personam che fa riflettere con angoscia e terrore. Il fatto che l’Italia sia una colonia del Vaticano ha trasformato i cittadini italiani in miserevoli sudditi sottomessi agli arroganti gerarchi cattolici-fascisti dello Stato extracomunitario e dittatoriale del Vaticano. Ciò ha rallentato in maniera considerevole il cammino della cultura, lo sviluppo politico, economico, sociale e scientifico dell’Italia, ma soprattutto il Popolo italiano è stato privato e depredato, dal Vaticano, della propria sovranità, dell’uguaglianza, della democrazia e della libertà riducendolo in un popolo disgraziato e infelice.
Sei d’accordo a definire la religione come “l’oppio dei poveri”?
La trovo una definizione superficiale ed ingenua e spiego le ragioni. La religione non ha nulla a che vedere con la meravigliosa pianta dell’oppio essendo l’oppio usato con efficacia in campo medico per curare malattie e patologie gravi. Ciò non si può dire della religione. L’oppio non viene somministrato e non viene imposto con arroganza e violenza sociale dagli adulti ai propri bambini obbligandoli a fumare l’oppio sino da quando nascono, mentre la religione sì, viene imposta con la consueta arroganza sino dalla nascita. La pianta dell’oppio non fa male a nessuno crescendo liberamente nei campi come tutte le altre piante del pianeta. L’uomo con la propria follia accusa, condanna e mette al bando le piante come fossero criminali, vorrebbe estirparle piuttosto che prodigarsi ad estirpare la propria pazzia religiosa che alberga nella propria testa. Se una persona amasse mangiare il cocomero fino a farsi scoppiare la pancia, l’uomo metterebbe forse al bando i cocomeri? La religione è il cancro sociale dell’umanità, su questo non c’è dubbio. La religione colpisce e affligge tutti, poveri e ricchi, bianchi e neri, analfabeti e plurilaureati. Attraverso la religione si sono perpetrati – e continuano a perpetrarsi – crimini atroci e genocidi contro l’umanità, milioni e milioni di uomini, donne e bambini uccisi trucidati, di cui la Storia dovrebbe averci messo ampiamente in guardia già da tempo dalle pericolosissime metastasi tumorali che nascono dalla religione. Non bisogna avere paura nel dire un no energico alla idiozie criminali e deliranti propagandate dalle religioni e non bisogna dialogare con le menti disturbate dei ciarlatani, menti inebriate di stupidaggini fuori misura alle quali si vorrebbe che tutti credessero senza fiatare. È tempo perso e non è dignitoso mettersi a discutere di idiozie farneticanti con i malati mentali. Chiunque discuta e scriva di “Teologia” cioè sulla scienza del nulla meglio conosciuta come la scienza dei truffatori per gli imbecilli, è un truffatore di menzogne e spacciatore di idiozie oppure è un disturbato mentale al pari di chiunque discuta e scriva di “Pinocchiologia”, di “Biancanevelogia” o di “Uomoragnologia”. Da non confondersi con la “Proctologia” l’importante scienza che studia le malattie dell’ano. Tra un teologo, studioso del nulla, e un proctologo, studioso dell’ano che potrebbe salvare la vita alle persone, nessuno dovrebbe avere dubbi su chi sia il buffone. L’umanità è costantemente dinanzi a un bivio di due strade. Una è quella di scegliere di vivere nella religione con tutte le proprie follie criminali. L’altra strada è vivere non permettendo alla religione di entrare ed impossessarsi della propria vita, vivendo liberi, senza sottostare all’odio e alla violenza dei fondamentalismi. “Uccidi la tua religione prima che la religione uccida te.” Questa mia frase andrebbe scritta dinanzi alle chiese, alle moschee, alle sinagoghe, alle scuole, alle università, al parlamento, andrebbe scritta sugli autobus, affissa in gigantografie in tutte le città, stampata sulle magliette tshirt e portata in striscione durante le manifestazioni popolari.
Rifacendoci al titolo del tuo libro, direi che stiamo tutti impazzendo, siamo in troppi e le economie contano su una crescita senza fine. Questo ci porterà all’autodistruzione?
Il pianeta ha un livello di inquinamento che ha oltrepassato il punto di non ritorno, come ci hanno allertato varie volte gli scienziati ai quali non diamo ascolto. Poi abbiamo il fallimento del capitalismo da un lato e del comunismo dall’altro. La democrazia proprio in buona salute non è. La terza via dell’umanità non è stata trovata benché i politologi si stiano spaccando il cervello. Questi fallimenti stanno inducendo l’umanità a cercare nelle religioni i propri riferimenti economici ed etici. A sostenere questa mia considerazione sociale e politica, basta osservare in maniera critica i vari scenari internazionali. Nel terzo millennio si sono accentuate le guerre di religione che vengono camuffate dagli ipocriti mass media come guerre etniche, guerre per esportare democrazie, guerre di antiterrorismo, guerre di antifondamentalismo, guerre per liberare popoli, guerre di razza. Non lasciamoci ingannare dalle menzogne. La solfa è sempre la stessa di un tempo, cioè le solite criminali crociate di una religione contro un’altra religione. L’umanità sta ancora uccidendo se stessa in nome del solito personaggio di fantasia denominato Dio. Il mio Dio è meglio del tuo e quindi ti uccido. Ti uccido perché me lo ha detto il mio Dio. Pazzie a livelli talmente elevati che i governi in qualche modo assecondano per vigliaccheria divenendo essi stessi complici criminali. Le guerre di religione sono dettate e motivate principalmente dai soliti insulsi libri denominati Bibbia, Corano, Talmud. Cristianesimo, nella fattispecie il cattolicesimo, islamismo ed ebraismo, che nascono tutte dallo stesso ceppo, sono sempre lì a combattersi generando, ieri come oggi, odio, razzismo, violenza, torture, morte e montagne di cadaveri da annebbiare l’olocausto nazista. Ritengo che solo quelle nazioni di intelligente e spiccata cultura sociale e quei popoli a democrazia evoluta che avranno il coraggio e la determinazione politica di lasciare le religioni completamente ben relegate al di fuori dall’orbita sociale della civiltà, impedendo loro di mettere bocca nelle cose dello Stato, potranno sperare in futuro di non lasciarsi coinvolgere in conflitti di odio religioso, discriminazione e razzismo. In concreto, è indispensabile e vitale che lo Stato sia ateo restando inesorabilmente super partes, senza tuttavia imporre l’ateismo di Stato. Imporre l’ateismo sarebbe anch’esso un crimine contro l’umanità. Che ci siano pure mille religioni a cianciare sulle loro stupidaggini da barzellette, piuttosto che una sola religione privilegiata e predominante sulle altre che si imponga con violenza sulle altre e sul popolo. La ricetta è semplice, basta avere solo il coraggio e la serietà politica per applicarla come dovrebbe essere già di fatto e da molto tempo.
Come mai le religioni hanno in mano le redini del mondo?
La maggior parte dei parlamenti e dei governanti, per incompetenza politica e per cialtroneria criminale, di solito barattano i diritti civili dei propri cittadini cedendoli e svendendoli alle gerarchie religiose. Una specie di scambio mafioso di favori tra la politica e le idiozie religiose. Tu gerarca religioso disturbato mi fai votare dai tuoi “Teopitechi”, alias dai tuoi credenti nelle fanfaluche, ed io fingo che le tue idiozie deliranti che propagandi come “miracoli”, “beatificazioni”, “santificazioni” e “apparizioni” non sono idiozie per persone dal cervello spappolato e ti proteggo e ti do i soldi per mantenere sia te che la tua costosissima organizzazione fanatica. Io governo, proteggo te gerarca religioso e la tua setta farneticante, e in cambio tu gerarca religioso e la tua setta delirante proteggete me governo. Dopo millenni di criminali genocidi, anche la politica attuale percepisce un senso di paura e di terrore verso i gerarchi religiosi, in particolare modo verso i vendicativi ed arroganti gerarchi cattolici-fascisti vaticani, a cominciare dal raìs fondamentalista Joseph Ratzinger, come dai suoi predecessori, il quale Ratzinger risulta essere di fatto il dittatore dello Stato del Vaticano che governa in regime di inaudito totalitarismo ledendo i principi e i diritti inviolabili della Carta Internazionale per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Come vedi l’economia italiana?
Male, malissimo. L’ignoranza oscurantista di matrice cattolica-fascista che da secoli è penetrata nel tessuto sociale italiano ha permeato tutti gli strati. Questo è il principale dei problemi da risolvere. Esiste un grande ed insormontabile problema di comunicazione, interazione e di sviluppo con gli altri popoli, verso le altre culture. L’Italia è un paese che ancora non è uscito dal medioevo e non uscirà dal medioevo fino a quando seguirà gli ordini e i dettami degli stregoni vaticani e delle idiozie criminali da essi propagandate. L’Italia fino a quando non cancellerà l’aberrante e scellerato articolo 7 dalla Costituzione ed i criminali Patti Lateranensi, sarà sempre un paese di poveracci attaccato alle nauseanti superstizioni medievali di stampo cattolico-fascista. In Italia c’è bisogno di una grande e profonda rivoluzione culturale, sociale e civile, c’è bisogno che il Popolo italiano, dopo essersi indignato, si incazzi sul serio, che si dia una bella svegliata smettendola di lamentarsi e cominciando piuttosto ad agire in maniera colta, equilibrata e concreta. Il Popolo italiano deve essere filo italiano e non filo cattolico o filo vaticano. I regimi di stampo cattolici-fascisti vivono e si ripresentano puntualmente nella società con andamento ciclico, direi seguendo un percorso sinusoidale. La subdola ideologia cattolica-fascista si impone nei governi sostituendosi periodicamente alla democrazia. Il terribile catto-fascismo, dopo aver preso il posto della democrazia, avvelenerà per un certo periodo la società lavorando in maniera sotterranea per distruggere diritti civili, diritti sociali e diritti umani. Il Popolo italiano deve avere il coraggio e l’orgoglio patriottico di riprendersi i propri diritti civili, umani, culturali, politici ed economici, facendo spurgare dal pus prodotto dal cancro della Chiesa cattolica e del Vaticano, cancro che ha imputridito e appestato la società. Il Popolo italiano deve sapere prendere le distanze da tutto quello che ha relazione con la più grande banda di falsari e dalla più grande associazione criminale della Storia.
Tu dici: «La vita è un continuo, incalzante, straordinario, infinito racconto.» Cosa c´é di straordinario se la maggior parte di noi lavora il 50% del tempo per pagare le tasse, il 33% del tempo dorme e solo usufruisce di un 12% del tempo per vivere come la maggioranza ci detta?
È vero. Ci sono tuttavia anche i lati molto positivi e piacevoli della vita che tutti conosciamo senza che faccia il lungo elenco. Ci sono anche i lavori a misura d’uomo. Non è detto che non riusciremo un giorno a costruirci una società mediante la quale il lavoro possa diventare un piacere irrinunciabile e non un obbligo fastidioso per la sopravvivenza, nel quale una persona sfrutta un’altra persona. Per esempio, quando io scrivo posso arrivare a non mangiare poiché non sento la fame, a non bere poiché non percepisco la sete, così tanto mi trovo a mio agio nel mio elemento naturale e vitale nuotando nel mare immenso della scrittura. Sta a noi costruire una società migliore per tutti e non possiamo aspettare che un corriere espresso ce la porti a casa. Sappiamo che la democrazia non è la perfezione della società, andiamo avanti quindi, identifichiamo altri modelli eccellenti di società nei quali si possa vivere in maniera pacifica, modelli senza dittature contro le quali ci abbiamo già sbattuto molte volte il muso, una società senza le criminali stupidaggini religiose, una società senza violenza. Sta a noi costruirci la società a misura d’uomo. La storia ci viene in aiuto certamente dicendoci cosa non dobbiamo fare. L’intelligenza per riuscirci ce l’abbiamo.
Su cosa stai lavorando?
Ho finito di scrivere un saggio breve di politica nazionale ed internazionale dal contenuto unico che non è etichettabile in nessuno dei generi letterari attualmente conosciuti. Un libro denuncia o, meglio, una denuncia che diventerà libro. In contemporanea sto lavorando a un grande romanzo del quale preferisco non fare anticipazioni per evitare che mi auto influenzi da solo. Staremo a vedere se altri partiti politici organizzeranno altre manifestazioni pubbliche contro questi miei libri e contro di me dimostrando ancora una volta che la caccia alle streghe e agli eretici non è affatto finita e che l’Italia è ancora immersa nell’oscurantismo del medioevo tenuto in vita e alimentato dalla setta fondamentalista della Chiesa cattolica e dallo Stato dittatoriale del Vaticano.
Riferimento:
http://raccontipernonimpazzire.blogspot.com/
“Uccidi la tua religione
prima che la religione uccida te.”
Ennio Montesi
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Considerato l’attuale gravissimo stato di censura e di manipolazione delle informazioni
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REFERENDUM 12 e 13 GIUGNO 2011
IN CAMPO IL MONDO DELL’ARTE E DELLA CULTURA
ADRIANO CELENTANO - BEATRICE LUZZI - CLAUDIO BISIO - CARLO VERDONE - LEO GULLOTTA - SABRINA FERILLI - PIETRO SERMONTI - FRANCO BATTIATO - GIOBBE COVATTA - PIF - FIORELLA MANNOIA - PAOLO RUMIZ - MONICA GUERRITORE - DACIA MARAINI - FRANKIE/HI/N:
LINK DIRETTO: http://www.acquabenecomunetoscana.it/spip.php?article14110
Le news by: Comitato Toscano Referendum " 2 SI' PER L'ACQUA BENE COMUNE"
Gli Spot Video Ufficiali della Campagna
L'Acqua è Festa - Festa Regionale in Toscana - Quarrata / Olmi (PT) dal 26 maggio al 6 Giugno 2011
Con l'Acqua a Terra Futura (Firenze 20-22 Maggio 2011)
Il web ufficiale del Comitato Toscano www.acquabenecomunetoscana.it/referendum
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12 e 13 GIUGNO 2011 REFERENDUM -Spot Ufficiali-
” 2 SI’ PER L’ACQUA BENE COMUNE”
GLI SPOT VIDEO UFFICIALI DELLA CAMPAGNA
LE EMITTENTI TV e RADIO TOSCANA CHE TRASMETTERANNO GRATUITAMENTE NOSTRI SPOT IN AUDIO E VIDEO (by Corecom Toscana) Clicca e leggi
DA CAPANNORI (LU)
- VIDEO PROMOZIONE SUPER CLICCATO SU YOU-TUBE -
CLICCA E ACCEDI AL VIDEO-SPOT by Capannori (Durata min. 2,11)
LINK DIRETTO A QUESTA NEWS: http://www.acquabenecomunetoscana.it/referendum/2011/05/15/12-e-13-giugno-2011-referendum-gli-spot-video-ufficiali/
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Dom. 22 Maggio 2011, dalle ore 16.00
AREZZO (AR), FESTA POPOLARE
Ricominciamo dall’ABC - Acqua Bene Comune
Con la partecipazione straordinaria di Padre Alex Zanotelli
Dettaglio del ricco programma della Festa
Spazio ad hoc per Bambini e Famiglie
link diretto news: http://www.acquabenecomunetoscana.it/spip.php?article14109
L’ACQUA E’ FESTA – Parco Verde Olmi-Quarrata (PT)
DAL 26 Maggio al 6 Giugno 2011
L’ACQUA E’ FESTA
Parco Verde Olmi-Quarrata (PT)
Festa Regionale Toscana dei Comitati per l’Acqua Bene Comune
TUTTE LE SERE
DIBATTITI – RISTORANTE E PIZZERIA – STAND – BALLO
LINK DIRETTO A QUESTA NEWS: http://www.acquabenecomunetoscana.it/referendum/2011/05/15/lacqua-e-festa-parco-verde-olmi-quarrata-pt/
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DIFFUSIONE STAORDINARIA A TERRA FUTURA (FI)
DA VEN 20 A DOM. 22 MAGGIO 2011
I Comitati in Toscana – Arci Toscana - Per riceverla a casa
GAZEBO / PUNTI INFORMATIVI IN TOSCANA
IL COMITATO TOSCANO REFERENDUM ” 2 SI’ PER L’ACQUA BENE COMUNE”
SARA’ PRESENTE CON PROPRIO STAND/PUNTO INFORMATIVO DIFFUSIONE BANDIERE E GADGET CAMPAGNA
A FIRENZE TERRA FUTURA DA VEN 20 A DOM. 22 MAGGIO 2011 – Clicca x info
LINK DIRETTO A QUESTA NEWS: http://www.acquabenecomunetoscana.it/referendum/2011/04/17/una-bandiera-ad-ogni-balcone/
http://www.youtube.com/user/AcquaBeneComune
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POMIGLIANO NON SI PIEGA
Una lotta operaia raccontata dai lavoratori
Il referendum-ricatto voluto dalla Fiat nello stabiimento
di Pomigliano è stato il punto di partenza di
un processo di lotta e di resistenza che ha favorito
i successivi sviluppi a Mirafi ori, stimolato la convocazione
di manifestazioni e scioperi come il 16
ottobre e il 28 gennaio scorsi.
Due domande alla luce di quel processo ci sembrano
fondamentali:
1- come fu possibile organizzare la resistenza operaia
dentro lo stabilimento di Pomigliano? Quali
elementi nel tempo hanno consentito e permesso
che sotto un simile ricatto una parte signfi cativa
dell’azienda decidesse di votare no al piano Marchionne?
2- A che punto è oggi la lotta nel gruppo Fiat - anche
alla luce della vicenda Bertone - da cui dipendono
in buona parte le sorti dello scontro che si è
aperto nel resto del mondo del lavoro?
Un libro appena uscito ci permette di sviluppare tali ragionamenti. Si tratta del libro “Pomigliano
non si piega”: la storia della vertenza di Pomigliano raccontata dai lavoratori
stessi. Un testo a cura del circolo di fabbrica di Rifondazione Comunista. Ti invitiamo alla
presentazione del libro che si terrà alla presenza di uno degli operai autori del libro.
GIOVEDI 19 maggio, h 21.15
Saletta delle riunioni di via II Giugno ,
Certaldo
con VINCENZO CHIANESE, operaio Rsu Fiom Ex Ergom,
co-autore del libro POMIGLIANO NON SI PIEGA
Cinzia Orsi (Segretaria Rifondazione Comunista Certaldo)
Dario Salvetti (Comitato Politico Nazionale Rifondazione Comunista)
ORGANIZZA: Federazione della Sinistra Certaldo
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Circolo ARCI Isolotto – Commissione Cultura
Via Maccari 104 Firenze
Martedì 17 Maggio ore 21,15
Presentazione del libro
Svastica verde
IL LATO OSCURO DEL VA’ PENSIERO LEGHISTA
di Walter Peruzzi e Gianluca Paciucci
EVERSIONE, XENOFOBIA, RAZZISMO E OMOFOBIA, AFFARISMO E INGORDIGIA DI POTERE
Saranno presenti insieme all'autore Walter Peruzzi
Sheyla Moroni, ricercatrice Facoltà Scienze Politiche (Università di Firenze)
Giuseppe Faso, Centro interculturale Empolese-Valdesa
Giorgia Bulli, ricercatrice Facoltà Scienze Politiche (Università di Firenze)
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COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL
16 maggio 2011
Marcia indietro del governo indiano sull’espulsione dei popoli indigeni dai parchi nazionali
Bambini della tribù Bihor, nello stato di Jharkhand. In India ci sono 84 milioni di indigeni. © Survival |
Il governo indiano ha cancellato la sua controversa politica che prevedeva l’espulsione dei popoli indigeni dalle terre più ricche dal punto di vista naturalistico, da trasformare in parchi nazionali.
Secondo le nuove proposte di legge, i popoli indigeni potranno essere espulsi solo previo il loro libero, informato e preventivo consenso.
Survival International ha scritto al ministro per l’Ambiente e le Foreste chiedono che la legge sia estesa anche alle riserve istituite per la protezione della tigre, le uniche rimaste oggi escluse dai nuovi regolamenti.
A portare alla sospensione della politica precedente sono state aspre critiche, soprattutto in materia di diritti umani. Secondo gli esperti infatti, la legge “avrebbe inevitabilmente portato alla violazione dei diritti dei popoli tribali e a sfratti massicci” (PDF, 82 KB).
Negli ultimi tempi, la tensione fra i difensori dei diritti degli 84 milioni di indigeni che vivono in India e gli ambientalisti miranti a liberare le aree protette dalla presenza dell’uomo, si era fatta molto aspra.
La politica precedente prevedeva l’espulsione dell’uomo dalle “aree naturalistiche critiche”. In India, i “rifugiati della conservazione” sono già almeno 100.000. Queste persone hanno perso la possibilità di accedere alle terre e alle risorse utilizzate per sopravvivere da generazioni, e spesso sono state allontanate anche dai loro luoghi sacri e da quelli di sepoltura, con conseguenze terribili sulla loro salute fisica e psicologica.
La nuova politica abbozzata dal governo riconosce la possibilità che uomini e animali coesistano in alcuni casi (ma non in tutti), e in tali casi, prevede il coinvolgimento dei popoli delle foreste nella gestione dei parchi.
“La maggior parte delle migliori aree naturalistiche del mondo sono abitate dai popoli tribali, e questo non è affatto un caso” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival. “È folle pensare che il modo migliore di preservare la fauna sia quello di sfrattare i popoli che l’hanno protetta così bene e così a lungo. Sembra che il governo indiano stia finalmente cominciando a capirlo.”
Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/7280
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Martedì 24 maggio 2011 :: ore 21.30
Ponte a Egola :: circolo Arci “C. Pannocchia”
Il resto del Cremlino Partito dei Comunisti Italiani Partito della Rifondazione Comunista Lavoro e Solidarietà
associazione culturale
antifascista
sezione Umberto Terracini
San Miniato (PI)
circolo Franco Bertini
Ponte a Egola (PI)
valdarno inferiore
Presentazione del libro
Ricostruire il partito comunista
Appunti per una discussione
di Oliviero Diliberto, Vladimiro Giacché, Fausto Sorini
intervengono:
Stefano Cristiano (segretario regionale Prc)
Nino Frosini (segretario regionale Pdci)
Fosco Giannini (coordinatore nazionale “L'Ernesto”)
Rossano Rossi (segreteria CGIL cdl Firenze)
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I rischi ed i problemi dell'energia nucleare.
Perchè votare Sì ai referendum?
Il 24 maggio alle ore 17:00 in piazza Cavour interverrà il Professor Angelo Baracca
Professore di Fisica all'Università di Firenze, Esperto di Energia Nucleare.
Introdurrà il Prof. Antonio Parenti
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eriodico Lavoro società n. 9 - 2011
16/05/2011, Roma
- Fiat: una vertenza a condizioni impossibili;
- Estendere diritti e tutele, far crescere i salari;
- Contrattazione, il dibattito è aperto;
- Pensioni: una piattaforma sindacale prima che sia troppo tardi;
- Per cambiare il mezzogiorno;
- Atene: il 12° congresso dei sindacati Europei;
- Palestina L'Europa batta un colpo;
- Libia, puntini sulle " i " ;
- IL degrado Italiano da Goethe in poi.
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con preghiera di massima diffusione, grazie
Il Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori
ed il
Comitato per la Corretta Gestione dei Rifiuti in Valdelsa
nell’ambito della settima mostra internazionale di opere
realizzate con materiali di scarto e rifiuti
RiartEco
presentano
I 10 PASSI VERSO RIFIUTI ZERO
Giovedì 19 Maggio 2011 ore 18.00
Biblioteca delle Oblate
via dell’Oriuolo, 26 - Firenze
Discariche, inceneritori, sistema di raccolta porta-a-porta. Serve una maggiore informazione dei cittadini rispetto a tutte queste alternative per la chiusura del ciclo dei rifiuti.
Una maggiore consapevolezza aiuta a scegliere la strada corretta per diminuire la produzione di rifiuti!
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Uno spettacolo Teatrale tirato dal testo, regalato al comitato, di Wu Ming sull'acqua,
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LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA C'E' E CONTA - CESARE SALVI
http://www.federazionedellasinistra.com/federazione/?p=4736
PAOLO FERRERO
http://www.esserecomunisti.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=35316
OLIVIERO DILIBERTO
SOFFIA UN VENTO NUOVO NEL PAESE
http://www.federazionedellasinistra.com/federazione/?p=4724
Roma, martedì 17 maggio 2011
COMUNICATO STAMPA
ELEZIONI – FERRERO (PRC – FEDERAZIONE DELLA SINISTRA): NONOSTANTE LA CENSURA MEDIATICA LA FEDERAZIONE DELLA SINSITRA CRESCE.
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:
“Nonostante la vergognosa censura mediatica di cui siamo stati oggetto, la Federazione della Sinistra cresce nelle elezioni amministrative. In particolare ci tengo a sottolineare tre elementi:
1) Nelle elezioni provinciali, la somma dei voti delle forze che fanno parte della Federazione della Sinistra da luogo ad un risultato del 4,1%. Questo risultato rappresenta una crescita netta sia rispetto alle elezioni europee (era il 3,5% ) che rispetto alle elezioni regionali (era il 3,4%). Nulla di clamoroso, tuttavia rappresenta una crescita reale della Federazione ed è – per rimanere a sinistra - un risultato percentuale identico a quello di SEL (4,1% pure loro) e di poco inferiore a quello dell’IdV (4,8%). Non male visto il completo oscuramento di cui siamo stati oggetto.
2) La candidatura di Pisapia nelle elezioni primarie a Milano era stata sostenuta da SEL e dalla Federazione della Sinistra, che a Milano totalizza un 3,2 %, così come la Candidatura di de Magistris a Napoli è stata sostenuta dall’IdV e della Federazione della Sinistra, che totalizza il 3,6%. Anche qui, nulla di incredibile ma certo la Federazione della Sinistra è stata protagonista dei due fatti politici più rilevanti avvenuti nelle elezioni: la possibilità concreta di sconfiggere le destre ad opera di candidati di sinistra vera.
3) Dalle elezioni esce quindi confermata la validità della nostra proposta politica: la possibilità concreta di battere le destre attraver so una alleanza delle forze di centro sinistra e di sinistra - senza alleanze con il centro - e la necessità di unire le forze della sinistra (Federazione, SEL, IdV) al fine di modificare profondamente il profilo programmatico e politico del centro sinistra.
Mi pare che in questo clima in cui tutti fanno a gara a dichiararsi liberali e democratici, i mezzi di comunicazione dovrebbero dar conto di questi elementi di realtà.”
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Ufficio Stampa Prc-Se
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LA SINISTRA ED I COMUNISTI CI SONO E CI SARANNO
Esprimiamo soddisfazione per il risultato elettorale di Figline Valdarno, dove, vogliamo ricordare che, poco prima delle elezioni il ns. Assessore ed il ns. Consigliere si sono defilati (dopo aver cancellato nella sostanza il circolo del PRC) per aprire la strada a SeL in quel momento assente sul territorio. La nostra affermazione in termini percentuali e in termini di numero di voti (aumentati rispetto alle Regionali scorse nelle quali correvamo insieme ai Verdi) dimostra che la scelta di caratterizzarsi come lista alternativa di sinistra è stata giusta ed anche se non riusciamo ad eleggere alcun consigliere vi sono i presupposti concreti per costruire una presenza di sinistra e dei comunisti nel Valdarno ed in particolare a Figline, dove grazie allo sforzo dei compagni riapriremo il circolo.
Noi abbiamo voluto dare un segno di alternatività anche con la candidatura di Dmitrij Palagi, a cui va il ringraziamento del Partito per l'ottimo lavoro svolto e l'impegno profuso, ed anche nella composizione della lista nella quale erano presenti numerosi volti nuovi dando un chiaro segnale ovvero che l'abbandono di alcuni dirigenti del partito non ha per niente cancellato la ns. presenza sul territorio.
Nonostante la mancata elezione del consigliere ci attrezzeremo per portare avanti le ns. idee e le ns. battaglie sul territorio con una presenza costante a Figline e nel Valdarno.
Per quanto riguarda SeL e IDV rileviamo una forte perdita rispetto alle elezioni regionali, sia in termini percentuali che in numero di voti, ed è chiaro che le loro aspettative erano tutt'altre, ci dispiace inoltre che non abbiano colto la necessità di aderire al ns. appello per costruire una lista unitaria di Sinistra.
Rileviamo inoltre che il loro eletto risulta del tutto ininfluente sugli equilibri politici figlinesi dato che il PD conta comunque sulla maggioranza assoluta del consiglio comunale, ancora una volta si dimostra che la discriminazione dei comunisti non paga e anzi si diminuisce il peso politico di tutto la sinistra.
Così come pare evidente la sciagurata impresa dei verdi di aver voluto per questioni personali disperdere voti su una lista civica di disturbo, voti che sarebbero serviti a far conseguire una rappresentanza istituzionale di opposizione alla sinistra.
Comunque oltre i numeri e le chiacchiere la sinistra ed i comunisti ci sono e ci saranno anche per il futuro a Figline Valdarno.
La Segreteria Provinciale PRC-FdS
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Elezioni amministrative: analisi fuori dagli slogan
L'astensionismo punisce Pdl e Lega. Ma il PD non cresce
Roberto D'Alimonte, il Sole 24 Ore 18/05/2011 (riproduzione riservata)
Adesso il quadro comincia ad essere più chiaro. Con i dati definitivi e soprattutto con i dati in valore assoluto si capisce finalmente cosa è effettivamente successo nelle recenti elezioni amministrative. In realtà la spiegazione più attendibile del successo del centrosinistra e della sconfitta del centrodestra sembra essere più semplice di quanto appariva inizialmente. Si chiama astensionismo. Come in altre occasioni nella storia elettorale della Seconda Repubblica l'esito è dipeso non tanto dallo spostamento di voti da uno schieramento all'altro ma dal fatto che una parte degli elettori del centrodestra hanno deciso di non recarsi alle urne mentre non ci sono state, o sono state poche le defezioni, tra gli elettori del centrosinistra. È questo che viene fuori dall'analisi dei dati delle otto province in cui si è votato sia in questa tornata amministrativa che nelle regionali dell'anno scorso. Sono solo 8 province ma il dato è molto omogeneo.
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Presentazione del libro
Ricostruire il partito comunista.
Appunti per una discussione
di Oliviero Diliberto, Vladimiro Giacché, Fausto Sorini
PONTE A EGOLA Casa del Popolo MARTEDI' 24 MAGGIO ore 21,30
EMPOLI Casa del Popolo delle Cascine ore 21,30
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L'astensionismo punisce Pdl e Lega. Ma il PD non cresce
Roberto D'Alimonte, il Sole 24 Ore 18/05/2011 (riproduzione riservata)
Adesso il quadro comincia ad essere più chiaro. Con i dati definitivi e soprattutto con i dati in valore assoluto si capisce finalmente cosa è effettivamente successo nelle recenti elezioni amministrative. In realtà la spiegazione più attendibile del successo del centrosinistra e della sconfitta del centrodestra sembra essere più semplice di quanto appariva inizialmente. Si chiama astensionismo. Come in altre occasioni nella storia elettorale della Seconda Repubblica l'esito è dipeso non tanto dallo spostamento di voti da uno schieramento all'altro ma dal fatto che una parte degli elettori del centrodestra hanno deciso di non recarsi alle urne mentre non ci sono state, o sono state poche le defezioni, tra gli elettori del centrosinistra. È questo che viene fuori dall'analisi dei dati delle otto province in cui si è votato sia in questa tornata amministrativa che nelle regionali dell'anno scorso. Sono solo 8 province ma il dato è molto omogeneo.
Nell'interpretazione di questi dati va tenuto presente che l'insieme comprende sette province del Centro-Nord e solo una del Sud. Come si vede il risultato più rilevante è l'arretramento del centrodestra. A livello di coalizione la perdita è di circa 11 punti percentuali, dal 54,4% del 2010 al 43,7% di oggi. Nel 2010 avevano votato per i partiti del centrodestra 918.867 elettori. Nel 2011 sono stati 655.796. La differenza è di oltre 250.000 elettori. Dove sono andati? Non a sinistra visto che questo schieramento, pur guadagnando in percentuale, perde circa 13.000 voti. La risposta più plausibile è che una parte siano andati verso l'astensione. Infatti sono circa 200.000 gli elettori che hanno votato per un partito nel 2010 ma non lo hanno fatto nel 2011 mentre un'altra parte siano andati verso la galassia delle liste, anche civiche, che ruotano intorno genericamente al terzo polo e che complessivamente hanno raccolto l'11,6% dei voti.
A livello di singoli partiti il quadro non cambia. Il Pdl ottiene solo il 17,9% contro il 26,6% che aveva nel 2010. Perde circa 180.000 voti. La Lega ne perde 130.000 passando dal 21,5% al 15,4%. Il Pd resta stabile in percentuale intorno al 24% ma perde circa 30.000 voti. L'Idv invece ne perde 40.000. A sinistra guadagnano la Sel che raddoppia i suoi voti da circa 25.000 a più di 57.000 e fa bene anche la Federazione della sinistra che mantiene i suoi consensi.
Quanto al terzo polo è difficile stimare la reale consistenza delle singole liste che ne fanno parte perché solo in pochi casi corrono da sole mentre nella maggior parte dei comuni si presentano insieme o con liste civiche. Va da sè che queste otto province non sono un campione rappresentativo. Ma in attesa di avere dati aggregati per tutti i comuni in cui si è votato, anche questi risultati parziali servono a comprendere quello che è successo. Il centrosinistra non ha allargato la sua base elettorale ma, a differenza di altre occasioni, è riuscito a mobilitare tutti i suoi elettori. Berlusconi invece non è riuscito a fare la stessa cosa. Inoltre occorre aggiungere che i suoi elettori delusi questa volta non hanno scelto la Lega come sbocco delle loro delusioni. Anzi la Lega arretra pesantemente. Avevamo già fatto notare ieri che il Carroccio aveva perso sistematicamente in tutti i comuni capoluogo del Centro Nord. Adesso registriamo anche un calo generalizzato a livello di province.
La partita però non è finita. In diverse province e in molto comuni ci sarà il ballottaggio. Sarà interessante vedere come si comporteranno gli astenuti del centrodestra. Riuscirà Berlusconi a convincerli a tornare a votare? Oppure la delusione è tale che resteranno comunque a guardare pur sapendo che la loro astensione farà vincere la sinistra? Dalla risposta a queste domande dipende molto di più dell'esito dei ballottaggi.
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Il neocostituito circolo interprovinciale di Pistoia e Prato dell'associazione di amicizia "Italia Cuba" organizza un primo incontro per riflettere sul presente e le prospettive della Rivoluzione e del socialismo cubano, all'indomani della chiusura del VI Congresso del Partito Comunista Cubano.
Intervengono:
Dmitrij Palagi
coordinatore regionale e responsabile esteri Giovani Comunisti Toscana
Andrea Genovali
coordinatore regionale associazione "Italia Cuba"
VLADIMIR PEREZ
consigliere politico dell'ambasciata di Cuba
L'iniziativa si terrà presso la sala iniziative della sede di Rifondazione Comunista, in via XX settembre: dalla stazione 100mt a dritto (di fronte alla yogurteria; per i pistoiesi: prima della Barriera).
Uscendo dal casello autostradale seguire per "stazione" (5min).
Interveniamo numerosi!
In occasione dell'incontro sarà possibile aderire all'associazione nazionale di amicizia "Italia Cuba", per partecipare all'organizzazione delle prossime iniziative!
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LIBERAZIONE DEL 18 MAGGIO 2011
COSA CI INSEGNA QUESTO VOTO
di Gianluigi Pegolo
Possiamo, a ragione, esprimere una soddisfazione per i risultati di queste elezioni amministrative. Il primo dato, in sé rilevantissimo, è che il centro destra subisce un duro colpo a Milano. Non si tratta solo della debacle della Moratti, un candidato sindaco sulla cui spendibilità vi erano parecchi dubbi nello stesso centro destra, quanto del fatto che quelle elezioni erano state rivendicate da Berlusconi come test nazionale, fino a spingerlo a candidarsi come capolista del PDL. Il risultato suona quindi come un’esplicita delegittimazione dello stesso Berlusconi e della coalizione di governo, resa ancora più significativa dall’arretramento dell’alleato di ferro, la Lega Nord. Inevitabilmente questo risultato accentua le tensioni nel centro destra e segna un duro colpo per l’operazione di consolidamento del governo, anche se sarebbe azzardato trarre conclusioni automatiche sul destino della legislatura. Molto dipenderà dai risultati dei ballottaggi.
A questo primo elementi di soddisfazione se ne aggiunge un altro, anche questo non scontato. In alcune grandi città il candidato di sinistra ottiene un risultato di grande valore, al punto da far insorgere la destra contro la minaccia dell’estremismo. A Milano Pisapia sbaraglia il centro destra e pone una seria ipoteca, nel ballottaggio, sulla vittoria della coalizione di centro sinistra. A Napoli il risultato è ancora più clamoroso, perché in questo caso De Magistris, guidando una coalizione alternativa al PD, supera alla grande il candidato dello stesso PD e passa al ballottaggio con il candidato della destra Lettieri. Sono due vicende non identiche ma che ci dicono di uno spostamento a sinistra dell’elettorato, di una domanda di maggiore radicalità.
Questo non significa che assistiamo alla crisi conclamata del PD, che anzi ottiene in generale buoni risultati, ma certamente alla non corrispondenza fra la proposta politica di quel partito e la domanda che viene da parti rilevanti dell’elettorato. Non solo, la vicenda mette in luce l’erroneità della tesi secondo cui nei sistemi di tipo maggioritario per vincere occorre collocarsi al centro. La sconfitta di Morcone a Napoli è, da questo punto di vista, molto significativa, perché quella candidatura era finalizzata ad un’operazione di convergenza con il terzo polo nei ballottaggi. Così come è indicativo che tanto Pisapia quanto, soprattutto, De Magistris, ottengano più voti della coalizione che li sosteneva. Nel contempo, il terzo polo vezzeggiato dal Pd come possibile interlocutore, al punto da sacrificare al rapporto con questo le alleanze con le forze di sinistra, arranca. FLI in primis, ma anche l’UDC, se si esclude il risultato significativo di Napoli. E nelle realtà dove il PD privilegia il rapporto con il terzo polo, le coalizioni alternative di sinistra ottengono in alcuni casi buoni risultati, come nelle province di Macerata e di Vercelli e nel comune di Grosseto, diventando determinanti nei successivi ballottaggi. Il dato generale, insomma, mette in luce una oggettiva difficoltà del Pd a procedere sulla strada delle grandi intese con il terzo polo.
Queste elezioni ci dicono, però, anche qualcosa sulla sinistra. In queste amministrative è cresciuta un’unità a sinistra, anche se in maniera ancora insufficiente, per la indisponibilità soprattutto di SEL. In taluni casi questa unità si è tradotta liste unitarie di sinistra. In altri casi ha assunto la forma di coalizioni autonome dal PD. L’esempio più eclatante è quello di Napoli con l’alleanza fra IdV, FdS, liste civiche. Ma non si tratta del solo esempio. Nelle elezioni provinciali coalizioni alternative al PD sono sorte a Macerata, a Vercelli, a Mantova, a Pavia, a Campobasso. Nei comuni capoluoghi, a Torino, a Rovigo, a Grosseto, a Salerno, a Cosenza. I risultati sono stati diversificati, ma seguendo una logica comune. Laddove la sinistra di alternativa non si riduce ad un micro polo, dove assume una dimensione adeguata ed è in grado di proporsi come alternativa credibile, è possibile rompere la morsa del voto utile, che invece scatta laddove questo profilo non si determina. Il caso negativo più eclatante, quello di Torino, riflette certamente questa tendenza generale, che si manifesta anche laddove le ragioni per una presentazione autonoma erano le più forti, dopo le scelte del candidato del PD a sostegno di Marchionne e le chiusure settarie dello stesso PD.
In queste elezioni PRC e FdS ottengono un risultato globalmente positivo che per molti versi inverte il trend negativo che abbiamo conosciuto negli ultimi mesi. Nei 24 comuni capoluogo in cui la FDS si è presentata il risultato si attesta all’incirca su quello delle precedenti regionali e nelle 11 elezioni provinciali – un test quindi più politico – si migliora il risultato delle europee di circa lo 0, 5% attestandosi, come dato globale, intorno al 4%. E, dato ancora più significativo, riducendo la distanza con le altre formazioni della sinistra, SEL in primis. Spiccano in questi risultati, per l’incremento dei consensi, i casi - fra l’altro - delle province di Gorizia, Lucca, Macerata, Ravenna e nei comuni capoluoghi, oltre che di Napoli, di Milano, di Barletta e di Arezzo. Questo risultato globale naturalmente è costellato di successi e anche di insuccessi. Nei casi dove i risultati sono stati migliori ha molto pesato il radicamento delle forze della FdS sui territori, la qualità delle candidature e soprattutto la capacità di polarizzare l’attenzione dell’elettorato, di segnare con i propri contenuti le stesse alleanze. Dove invece vi sono state difficoltà e anche arretramenti si misura la debolezza delle strutture locali, ma anche – in taluni casi- l’inadeguatezza delle scelte e, elemento non meno rilevante, la presenza di una competizione serrata a sinistra. Il caso di Bologna riflette in modo evidente questa condizione di difficoltà. Il formarsi di una lista civica di sinistra guidata dalla stessa candidata a sindaco che la FdS aveva appoggiato e che ha posto un veto sulla inclusione della stessa FdS, ha certamente inciso. Ma non va trascurato in queste elezioni un altro dato rilevante e cioè la presenza di una formazione (Cinque stelle), di stampo populista, ma sicuramente capace di penetrare nell’elettorato di sinistra, che ha penalizzato in alcune realtà le liste della FDS.
In ogni caso, i risultati ci dicono che una fase nuova si sta aprendo, una fase in cui scricchiola la coalizione di governo e nella quale ricomincia a spirare un vento di sinistra, che la FdS - oggetto di un oscuramento clamoroso da parte dei principali mass media- riesce almeno in parte ad intercettare. Non si tratta che dell’inizio di un processo che ha interessanti potenzialità ma che resta denso di incognite, nel quale elemento decisivo è la possibilità che si affermi un polo della sinistra autonomo dal Pd, ma non settario, capace sia di condizionare le alleanze di centro sinistra nei contenuti programmatici, nelle candidature e nel sistema di alleanze che di proporsi, dove necessario, come alternativa. Un’esigenza per dare alle comunità locali governi credibili, ma anche per aprire una prospettiva politica generale. Le alleanze che in queste elezioni la FdS ha costruito in molte realtà con pezzi di sinistra costituiscono una utile base di partenza. Sta a noi saper far vivere queste esperienze e dar loro un raccordo e una base politica comune.
Gianluigi Pegolo
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Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Reggio 14 - 10153 Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:
Movimento Comunista Internazionale
- Incontro dei Partiti Comunisti europei: Contributo del Partito del Lavoro del Belgio
Imperialismo e globalizzazione
- KKE: Fronte contro le guerre e gli interventi imperialisti
Linguaggio e comunicazione
- La fabbrica del falso e la guerra in Libia
Della guerra
- La NATO continua ad uccidere in Africa e Asia
- Il fondatore di Blackwater crea un esercito di mercenari per gli Emirati Arabi Uniti
Lotta per la pace
- Diecimila in piazza per accompagnare in mare la Freedom Flotilla
Mondo - politica e società
- La contro-rivoluzione in Medio Oriente
Afghanistan
- Repressa nel sangue rivolta anti-Nato
Corea del nord
- Celebrato il 50° anniversario della costituzione del CRPP
- Intervista all'ambasciatore in Italia della R.P.D. di COREA
Cuba
- Fabbricare pretesti
Grecia
- Sciopero generale: risposta di classe contro l'assalto ai lavoratori
Haiti
- A sei mesi dall’epidemia di colera
Honduras
- COPINH denuncia attacchi e persecuzioni
Libia
- Capire la guerra in Libia
Pakistan
- La guerra dei droni
Palestina
- Intervista a Khitam Saafin dell'Unione dei Comitati delle Donne Palestinesi
- A 63 anni dalla Nakba: La Catastrofe palestinese
- Diritto al Ritorno: il dramma di 7,5 milioni di profughi
Stati Uniti
- L'occupazione femminile nella recessione e nella ripresa economica
Ucraina
- Il neofascismo ucraino è una creatura dell'oligarchia
Italia - politica e società
- Elezioni 2011: Elettorato alla ricerca di persone decenti
- Gli F-16 restano ad Aviano
Lavoro
- L'errore suicida della CGIL
Salute e ambiente
- Trent’anni fa l’80% degli italiani disse no all'abrogazione della Legge 194
- I sardi affondano il nucleare
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Sgherri, Marini (Federazione della Sinistra – Verdi) : “Ex Isi, ultime novità. Interrogazione urgente all’assessore Simoncini”.
Interrogazione presentata ieri.
Firenze, mercoledì 18 maggio. `Per la Ex Isi, il passaggio del ramo d’azienda alla nuova cordata potrebbe concretizzarsi in poche settimane, secondo le recenti dichiarazioni dell’assessore Simoncini e dell’amministratore delegato della Easy Green, Gattorno - dicono Monica Sgherri, capogruppo, e Paolo Marini, consigliere regionale - La vicenda dello stabilimento di Scandicci ci sta molto a cuore e la stiamo seguendo ormai da tantissimi mesi. In più occasioni, nelle ultime settimane, abbiamo sperato in una soluzione che sembrava a portata di mano, chiediamo all’assessore Simoncini di riferire al più presto all’aula per confermare o meno le ultime notizie e gli sviluppi in corso.
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Effetti dell’elettrodotto presso il quartiere di Barbaricina (Pisa). Interrogazione di Sgherri.
Sgherri “necessario monitorare la situazione e tutelare adeguatamente la salute di residenti e studenti della zona”
Firenze, 19 maggio. Promuovere, per quanto di competenza e di concerto con tutti gli attori coinvolti nella vicenda, azioni tese a monitorare la situazione e agire di conseguenza per tutelare la salute dei cittadini del quartiere Barbaricina di Pisa e degli studenti delle scuole Toti e Toniolo, che – come emerge da studi compiuti nel corso del tempo - sono esposti ai campi magnetici provenienti dall’elettrodotto che insiste nella zona. Questa la ratio dell’interrogazione urgente presentata oggi alla Giunta Regionale da Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi”. A quanto risulta – spiega Sgherri – nel corso del tempo i valori emersi hanno imposto cautelativamente una serie di interventi, quali fra gli altri il trasferimento degli studenti della scuola “Toti” presso la succursale “Toniolo”, nonché altri tesi a mitigare la consistenza dei campi magnetici. E’ però necessario monitorare attentamente la situazione e conseguentemente valutare interventi di natura più strutturale – come l’interramento dell’elettrodotto - a tutela di cittadini e studenti della zona, come per altro stanno chiedendo da anni i residenti. Questo – conclude Sgherri – con un intervento anche della Regione per promuovere un tavolo tecnico con enti e realtà coinvolte e azioni capaci di individuare le migliori soluzioni tecniche, a seguito di opportuni monitoraggi.
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GC Toscana
mail@gctoscana.eu, anche su Facebook
Dal bollettino sono esclusi gli articoli di politica internazionale, raccolti da Sierra Maestra
Ci scusiamo per il lungo silenzio. Impegni personali dei compagni e questioni tecniche hanno bloccato l'invio delle mail e in alcuni casi l'aggiornamento del sito, che comunque ha continuato il suo servizio di informazione. Non riportiamo quanto pubblicato in queste settimane, se non i contenuti degli ultimi giorni. Con oggi riprendiamo la regolarità del bollettino, una/due mail a settimana, anticipando che nei prossimi giorni svilupperemo alcune novità e progetti di cui vi scriveremo.
A pugno chiuso,
1) Materiali
1) Appello - Per riaprire la pagina toscana de il manifesto
2) Articolo - Australia rossa: il racconto di un compagno
4) Articoli - I comunisti e il Giappone
5) Saggio - Andare a lavorare ogni mattina
6) Articolo - Lega Nord e Chiesa: un rapporto malsano in un'Italia malata
2) Iniziative
1) [21/05/2011] Firenze - Corteo contro la repressione
2) [21/05/2011] Pistoia - Incontriamo Cuba
3) [22/05/2011] Firenze - I partigiani jugoslavi nella Resistenza Italiana
4) [25/05/2011] Firenzze - I.R.A - Storia di lotte e indipendenza
5) [27/05/2011] Bottegone - Concerto per la Costituzione
3) Rassegna stampa
a) Politica interna
1) Dal carcere una critica al potere: 20 anni di Antigone
3) Elezioni amministrative: analisi fuori dagli slogan
5) Borghesia stracciona italiana
b) Lavoro e crisi
1) Interinali INPS: restano a casa in 1800?
2) Alte tasse sui bassi salari
3) CGIL: aumentano precari e immigrati
4) Quando Confindustria applaude gli assassini
c) Scuola e università
1) Scuole private, meglio se cattoliche
d) Cultura e memoria
1) CasaPound: già le mani da Bobby Sands
2) Irlanda: la sfida finale di Bobby Sands
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Sierra Maestra n°16
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Raccolte di articoli
2) Vento di cambiamento nel mondo arabo
USA-Osama
1) USA-Obama: la guerra continua, per sempre?
2) Chomsky sull'uccisione di Osama
Palestina
1) Dossier sulle prigioniere palestinesi
2) Palestina: una nuova unità?
America Latina
1) Gianni Minà sul Congresso di Cuba
2) Perù: Varga Llosa si schiera con Humala
Altro
1) Meno acqua, più guerre: l'altro aspetto del Medio Oriente
2) Grecia: il fallimento dell'euro
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PRESIDENTE REGIONE TOSCANA
ACQUA: ROSSI (TOSCANA), A REFERENDUM VOTERO' DUE 'SI' (Adnkronos) 19-MAG-11 15:16
''In Toscana siamo per rendere protagonisti i cittadini nella gestione del servizio dell'acqua. Per questo sono contrario alla privatizzazione e alla remunerazione dei privati nel settore idrico. Al Referendum votero' due Si' perche' sull'acqua non si scherza'. Lo scrive, su Facebook, il presidente della Regione Toscana.
REFERENDUM 2011
domenica 12 e lunedì 13 giugno
VOTA quattro volte SI
· CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ ACQUA PUBBLICA
· CONTRO LE CENTRALI NUCLEARI
· CONTRO IL LEGGITTIMO IMPEDIMENTO
…costruiamo un paese migliore….
Incontro pubblico
Livorno martedì 31 maggio 2011
ore 17,00
Sala della Circoscrizione 4
Via Menasci, 4 (di fronte all’Ospedale)
Coordina
Paolo Gangemi – Circolo Centro
Partecipano
Andrea Romano - Italia dei valori
Mario Lupi - Sinistra ecologia Liberta' con Vendola
Monica Sgherri - Federazione della Sinistra
Franco Lovascio - Comitato referendario per l’acquabenecomune
Lorenzo Cosimi - Federazione della Sinistra Livorno
Sono invitati i comitati referendari.
“L’acqua è di tutti”, quando don Milani parlava dell’importanza di un bene pubblico
Il secondo Instant Book di Chiarelettere, "A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca", raccoglie alcuni scritti del prete ed educatore fiorentino. Tra questi una lettera del 1955 ancora attuale a poche settimane dal referendum che vuole contrastare la privatizzazione della risorsa idrica
Esiste una teologia della liberazione tutta italiana, una chiesa che è purtroppo minoritaria ma ha contribuito alla formazione civile degli italiani. Ha attraversato il Novecento, è stata isolata, spesso condannata. Don Primo Mazzolari, padre Ernesto Balducci, don Milani.
Il libro A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca è la seconda uscita della collana Instant book di Chiarelettere. Dopo Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci viene proposta tra l’altro l’Obbedienza non è più una virtù, orazione civile per la quale don Milani sarà sottoposto a processo, per aver difeso un gruppo di ragazzi, di disobbedienti, arrestati per aver detto no al servizio militare. Dopo l’indignazione, in risposta all’indifferenza, gli scritti di don Milani sono tesi a riscoprire una parola, responsabilità. Il mettersi in gioco sempre, partecipare e rischiare è anche il senso del titolo del libro: “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca” riprende un’espressione di don Milani ricordata da Roberto Saviano lo scorso febbraio al Palasharp, durante la manifestazione di Libertà e giustizia “Dimettiti”.
Questa teologia della liberazione che annovera tra i maestri indimenticabili don Milani arriva fino a oggi: don Andrea Gallo e la sua difesa dei valori della costituzione, padre Alex Zanotelli e la sua instancabile campagna in giro per l’Italia per difendere l’acqua pubblica contro la privatizzazione. Proprio all’acqua che deve restare un bene di tutti è dedicato uno degli scritti di don Milani inclusi nel libro. E’ una lettera del 1955 inviata al direttore del Giornale del Mattino Ettore Bernabei. Il titolo è L’acqua è di tutti, ne proponiamo un estratto, da leggere per prepararsi ai referendum del prossimo giugno.
Caro direttore, a rileggere l’articolo 3 della Costituzione, “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale…” mi vengono i bordoni. Oggi non volevo parlarti dei paria d’Italia, ma d’un’altra cosa. C’è questa legge 991 (legge per la montagna che garantisce finanziamenti e agevolazioni fiscali, ndr) che pare adempia la promessa del secondo paragrafo dell’articolo 3: “… è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini”. A te, cittadino di città, la Repubblica non regala un milione e mezzo, né ti presta i soldi. A noi sì. Basta far domanda… Infatti eravamo già a buon punto perché un proprietario mi aveva promesso di concederci una sua sorgente assolutamente inutilizzata e inutilizzabile per lui, la quale è ricca anche in settembre e sgorga e si perde in un prato poco sopra alla prima casa che vorremmo servire. Due settimane dopo, un piccolo incidente.
Quel proprietario ha un carattere volubile. Una mattina s’è svegliato d’umore diverso e m’ha detto che la sorgente non la concede più. Ho insistito. S’è piccato. Ora non lo scoscendi più neanche colle mine. Ma il guaio è che quando ho chiesto a un legale se c’è verso d’ottenere l’esproprio di quella sorgente, mi ha risposto di no. Sicché la bizzettina di quell’omino, fatto insignificante in sé, ha l’atomico potere di buttar all’aria le nostre speranze d’acqua, il nostro consorzio, la famosa 991, il famoso articolo 3, le fatiche dei 556 costituenti, la sovranità dei loro ventotto milioni di elettori, tanti morti della Resistenza (siamo sul monte Giovi! ho nel popolo le famiglie di quattordici fucilati per rappresaglia). Ma qui la sproporzione tra causa ed effetto è troppa! Un grande edificio che crolla perché un ragazzo gli ha tirato coll’archetto! C’è un baco interiore dunque che svuota la grandiosità dell’edificio di ogni intrinseco significato. Il nome di quel baco tu lo conosci. Si chiama: idolatria del diritto di proprietà. A 1995 anni dalla Buona Novella, a sessantaquattro anni dalla Rerum Novarum, dopo tanto sangue sparso, dopo dieci anni di maggioranza dei cattolici e tanto parlare e tanto chiasso, aleggia ancora vigile onnipresente dominatore su tutto il nostro edificio giuridico. Tabù. Son dieci anni che i cattolici hanno in pugno i due poteri: legislativo ed esecutivo. Per l’uso di quale dei due pensi che saranno più severamente giudicati dalla storia e forse anche da Dio?…
Guai se non avremo almeno mostrato cosa vorremmo fare… Peccatori come gli altri, passi. Ma ciechi come gli altri no… Che i legislatori cattolici prendano dunque in mano la Rerum Novarum e la Costituzione e stilino una 991 molto più semplice in cui sia detto che l’acqua è di tutti. Quando avranno fatto questo, poco male se poi non si riuscirà a mandare due carabinieri a piantar la bandiera della Repubblica su quella sorgente. Morranno di sete e di rancore nove famiglie di contadini. Poco male. Manderanno qualche accidente al governo e ai preti che lo difendono. Poco male. Partiranno per il piano ad allungarvi le file dei disoccupati e dei senza tetto. Non sarà ancora il maggior male. Purché sia salva almeno la nostra specifica vocazione di illuminati e di illuminatori. Per adempire quella basta il solo enunciare leggi giuste, indipendente dal razzolar poi bene o male. Chi non crede dirà allora di noi che pretendiamo di saper troppo, avrà orrore dei nostri dogmi e delle nostre certezze, negherà che Dio ci abbia parlato o che il Papa ci possa precisare la parola di Dio. Dicendo così avrà detto solo che siamo un po’ troppo cattolici. Per noi è un onore. Ma sommo disonore è invece se potranno dire di noi che, con tutte le pretese di rivelazione che abbiamo, non sappiamo poi neanche di dove veniamo o dove andiamo, e qual è la gerarchia dei valori, e qual è il bene e quale il male, e a chi appartengono le polle d’acqua che sgorgano nel prato di un ricco, in un paesino di poveri.
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Michael Leonardi
Counterpunch USA
LA TRAPPOLA DEL GOVERNO SUI REFERENDUM
Il 12 e 13 giugno gli italiani
voteranno su nucleare, legittimo
impedimento e privatizzazione
dell’acqua. La maggioranza sta
facendo di tutto per ostacolare le
consultazioni popolari
In Italia la democrazia è sempre più a pezzi. Il governo di Silvio Berlusconi e la sua maggioranza in parlamento stanno cercando di bloccare un refrendum che dovrebbe impedire la costruzione di nuove centrali nucleari sul territorio nazionale. L’Italia non produce energianucleare dal 1990, e i recenti sondaggi indicano che più del 75 per cento degli italiani è contrario alla costruzione di questi impianti.
Il referendum è in programma per il 12 e 13 giugno, ma un emendamento presentato il 19 aprile dal governo prevede la so-spensione di un anno del progetto di rilancio dell’energia nucleare e rischia di far saltare la consultazione popolare. La campagna è stata condotta dal partito d’opposizione Italia dei valori, che ha guidato un vasto movimento di cittadini e associazioni ambientaliste riuscendo a raccogliere le 500mila firme necessarie per proporre il referendum.
L’Italia è l’unico, tra i paesi del G8, a non produrre energia nucleare. Sulla penisola non ci sono centrali attive dal 1990,anche se circa il 10 per cento dell’elettricità consumata viene da energia nucleare prodotta in Francia e Germania. Nel 1987, un anno dopo l’incidente di Cernobyl, i cittadini italiani votarono un referendum che ha sancito la diminuzione graduale e infine la sospensione della produzione di energia nucleare. In quel momento l’Italia aveva due centrali attive, e in tutta la storia del paese ci sono stati quattro reattori in funzione.
Nel 2007, durante la campagna elettorale che l’ha portato al governo per la terza volta, Berlusconi annunciò l’intenzione di voler tornare alla produzione di energia nucleare, nel quadro di una strategia energetica nazionale.
All’epoca Berlusconi non era stato l’unico a sostenere la necessità di un ritorno al nucleare. Anche alcuni importanti esponenti del Partito democratico (Pd), appena fondato, si erano espressi a favore.
Un cablogramma pubblicato da Wikileaks ha rivelato che Pier Luigi Bersani, l’attuale segretario del Partito democratico, che nel 2007 era in carica come ministro dello sviluppo economico nel governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi, aveva aperto uno spiraglio al ritorno del nucleare attraverso un accordo sulla Global nuclear energy partnership (Gnep) con il segretario per l’energia statunitense di allora, Samuel Bodman. Parlando del referendum del 1987, Bersani aveva detto che il risultato della consultazione “non esclude l’Italia dalla generazione di energia nucleare, che è solo sospesa”. Inoltre, il leader del Partito democratico si augurava che l’accordo stipulato tra l’amministrazione Bush e il governo Prodi potesse “cambiare l’atteggiamento degli italiani verso l’energia nucleare”.
Anche Walter Veltroni, l’ex sindaco diRoma che nel 2008 è stato il primo candi-
dato del Pd per la presidenza del consiglio,nel suo programma elettorale si era detto
pronto a discutere l’idea di un ritorno alla produzione di energia atomica di quarta
generazione.
Dopo Fukushima
Dopo l’incidente della centrale di Fukushima, in Giappone, Bersani e il Partito democratico hanno fortemente ridimensionato il loro sostegno al nucleare, schierandosi
contro il progetto del governo di costruire nuovi reattori. I democratici si sono schierati al ianco del partito dei Verdi, dell’Italia dei valori e di migliaia di cittadini italiani che hanno criticato i tentativi di Berlusconi di bloccare il referendum, accusandolo di “intralciare il processo democratico”. Fukushima ha dato nuova forza al movimento antinucleare e ha radunato intorno al no all’energia atomica un’opinione pubblica che nel corso degli anni si era gradualmente spaccata.
Dopo il ritorno di Berlusconi al governo, nel 2008, il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola, prima di essere costretto alle dimissioni a causa di uno scandalo di corruzione, annunciò che il governo intendeva costruire la prima delle nuove centrali nucleari entro il 2013. Il 24 febbraio del 2009 è stato siglato un accordo tra la Francia e l’Italia per permettere agli italiani di usufruire delle conoscenze degli esperti francesi in materia di progetazione delle centrali. Il 9 luglio del 2009 l’Italia ha approvato un disegno di legge sull’energia che prevedeva l’istituzione di un’Agenzia per la sicurezza nucleare e concedeva al governo sei mesi per individuare i siti dove costruire le nuove centrali. Siti che a tutt’oggi non sono ancora stati selezionati. Il 3 agosto del 2009 l’Enel, il gigante italiano dell’energia, ha concluso un accordo con Électricité de France (Edf) per la creazione della joint venture Sviluppo Nucleare Italia. Il compito della società è studiare la possibilità di costruire almeno quattro reattori usando un progetto dell’azienda francese Areva, la più importante del mondo in questo settore. Questi oligarchi dell’energia, con l’alto patronato di Berlusconi, stanno facendo il possibile per proteggere l’investimento multimiliardario in un futuro nucleare.
Suicidio politico
In quest’ottica si spiega la decisione del governo di rinviare di un anno tutte le discussioni sulla ricerca e la selezione dei siti destinati alle nuove centrali in Italia. Una mossa che ha suscitato immediatamente lo scetticismo del movimento antinucleare e dei partiti d’opposizione, ed è stata interpretata da molti come un goffo tentativo di bloccare il referendum di giugno. Il 26 aprile del 2011, nel giorno del venticinquesimo anniversario dell’incidente di Cernobyl, Berlusconi ha tenuto una conferenza stampa a Roma insieme al presidente francese Nicolas Sarkozy. In quell’occasione il presidente del consiglio ha chiarito una volta per tutte le intenzioni del governo: “Siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo”, ha detto. Berlusconi ha mostrato alcuni sondaggi recenti, secondo i quali, allo stato attuale, il referendum per bloccare il ritorno al nucleare potrebbe davvero passare. Il presidente del consiglio ha ammesso poi di aver deciso di sospendere temporaneamente il programma nucleare per ritornare sull’argomento quando i cittadini italiani si saranno “calmati” e avranno compreso che le centrali nucleari sono la via più sicura e praticabile per produrre energia.
Il Cavaliere ha inoltre accusato “la sinistra e gli ecologisti” di aver manipolato le emozioni degli elettori dopo Cernobyl e di aver penalizzato i cittadini italiani, che sono costretti a pagare bollette della luce più care rispetto ai francesi, che dispongono di 58 reattori. Berlusconi si è poi detto convinto che “la situazione in Giappone abbia spaventato gli italiani”, e ha concluso garantendo che “l’inevitabile ritorno dell’Italiaall’energia atomica” non sarà accantonato, e che la collaborazione tra Enel ed Edf andrà avanti. Sostenere il nucleare proprio quando la Germania e il Giappone annunciano la sospensione dei loro programmi e l’abbandono dei progetti di costruzione di nuovi reattori, potrebbe sembrare un suicidio politico. Ma non in Italia, almeno ino a quando Berlusconi sarà al potere. Il Cavaliere controlla ormai tutte le principali reti televisive.
Questo fa sì che informare i cittadini sul voto del 12 e 13 giugno sia molto complicato, anche perché la longa manus della censura si sta facendo sentire. Al concerto del primo maggio, organizzato ogni anno a Roma dalle principali organizzazioni sindacali e trasmesso dalla Rai, agli artisti è stato chiesto di irmare una liberatoria con cui, tra le altre cose, accettavano di non parlare dei referendum, pena una multa di migliaia di euro.
Per ora il referendum per bloccare l’energia nucleare è ancora in programma.
Solo la corte di cassazione, con una sentenza dell’ultimo minuto, potrebbe decidere di cancellarlo. È quello che spera il governo, conidando nell’efetto della cosiddetta moratoria nucleare. Oltre a quello sull’energia, il 12 e 13 giugno si terranno altri tre referendum: due per annullare il tentativo del governo Berlusconi di privatizzare le risorse idriche, l’altro per abrogare il cosiddetto legittimo impedimento, una norma
approvata dalla maggioranza per proteggere Berlusconi dai processi a suo carico.
Per ognuno dei quesiti i promotori hanno dovuto raccogliere 500mila irme, e i referendum saranno validi solo se andrà a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Negli ultimi dieci anni nessun referendum ha raggiunto il quorum.
La battaglia dell’acqua
Secondo alcuni il governo Berlusconi avrebbe intenzione di bloccare anche la consultazione sull’acqua pubblica. Si spiegherebbe in quest’ottica la decisione di creare una nuova authority per l’acqua. Per chi è impegnato e politicamente attivo sembra evidente che il governo Berlusconi sta tentando in ogni modo di bloccare il processo democratico. Ma la maggior parte dei cittadini riceve informazioni solo attraverso l’impero di reti televisive pubbliche e private sotto il controllo del Cavaliere, e rimane all’oscuro di tutto.
Le notizie sui referendum vengono trasmesse quasi solo a notte fonda o all’alba. Per pubblicizzare i referendum molti cittadini sono scesi in strada distribuendo volantini, ricorrendo ai social network e ad azioni creative e dirette per difondere le notizie e portare le persone alle urne. Il 9 maggio alcuni attivisti di Greenpeace hanno srotolato un grosso striscione dal balcone che Benito Mussolini usava per i suoi discorsi, a Palazzo Venezia a Roma. Sullo striscione c’è una caricatura di Berlusconi accompagnata dalla frase “Italiani, il vostro futuro lo decido io”, e da un invito ai cittadini ad andare a votare il referendum sul nucleare.
Angelo Bonelli, presidente della Federazione dei Verdi, ha riassunto così la situazione: “I referendum si faranno anche se i ladri di democrazia sono tornati in azione. Il governo non riuscirà a rubare il diritto degli italiani di esprimersi democraticamente contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua”.
Il 12 e 13 giugno il popolo italiano avrà l’opportunità di cambiare il corso del proprio futuro votando sì per dire no all’energia nucleare e alla privatizzazione dell’acqua.
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AMMINISTRATIVE 2011
Ora possiamo |
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Paolo Ferrero su Liberazione del 19 maggio 2011 Grazie, grazie, grazie. Ogni ragionamento sull'andamento delle elezioni deve partire da un ringraziamento per la generosità e l'impegno con cui migliaia di voi, compagni e compagne di Rifondazione comunista, avete affrontato le elezioni. Se oggi respiriamo un'aria un po' migliore di una settimana fa è merito vostro. Dopo tanti sondaggi utilizzati come clave dai grandi potentati per plasmare la realtà a loro piacimento, le elezioni amministrative hanno determinato un positivo bagno di realtà. Questo ha assunto le caratteristiche di un positivo terremoto politico. Innanzitutto Berlusconi ha preso un colpo molto forte, in particolare a Milano, ma non solo. Inoltre, la perdita di consensi del Pdl non si è travasata sulla Lega che ha perso consensi a sua volta. Quindi il voto non rappresenta solo una perdita di voti della destra, ma incrina pesantemente l'asse di governo con la Lega che è il vero cemento della maggioranza. In secondo luogo, il centrosinistra dimostra di poter vincere con candidati radicali e senza il centro. La crisi di Berlusconi non avviene su un piano centrista, ma propone una domanda di sinistra potenzialmente maggioritaria nel paese. Se ottimo è il risultato di Pisapia a Milano, addirittura clamoroso è quello di De Magistris a Napoli. Un voto che premia un profilo non solo di sinistra, ma in discontinuità con la fallimentare gestione di un centrosinistra consociativo. Per quanto riguarda il risultato della Federazione della Sinistra - nel quadro di una censura mediatica totale - ritengo sia da considerare positivamente. Nelle elezioni provinciali andiamo avanti, sia rispetto alla regionali che rispetto alle europee, anche se in modo disomogeneo. Più articolata la situazione delle comunali, dove hanno pesato moltissimo due fattori: il radicamento sociale del partito e la sua capacità di relazione con il territorio da un lato, la collocazione relativa agli schieramenti, dall'altro. La collocazione a noi più favorevole è indubbiamente quella di coalizioni di sinistra in cui il profilo della coalizione era coerente con la nostra impostazione politica. Napoli, Macerata, ma anche Milano, per non fare che tre esempi. Mediamente, un po' più difficoltoso il nostro schieramento dentro il centrosinistra largo. Decisamente più difficile - salvo situazioni con forte radicamento territoriale - dove siamo andati da soli o con schieramenti molto ristretti. |
Per rimanere a sinistra, nonostante l'enorme esposizione mediatica, Sel non raggiunge i risultati previsti dai sondaggi e l'Idv segnala un calo. Le forze politiche alla nostra sinistra non registrano risultati significativi, indipendentemente dalla nostra collocazione. In generale, si può dire che la sinistra tende a crescere, ma che il tema dell'unità della sinistra non viene risolto dalle urne e rimane completamente aperto come problema politico.
Un discorso a parte, che va approfondito, merita il consenso raggiunto dalle liste Grillo, in particolare in Emilia Romagna ed in generale nel nord. Ci segnala un diffuso voto di protesta che viene raccolto da una proposta politica sbagliata. E' quindi necessario operare per rispondere positivamente alle domande politiche che sono alla base del consenso delle liste Grillo, sulla base di una proposta politica orientata a sinistra.
In questa situazione possiamo dire che il responso delle urne ci consegna una situazione positivamente dinamicizzata, in cui Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra hanno la forza e gli spazi per produrre l'iniziativa politica. A mio parere i terreni principali su cui operare sono a questi:
massimo impegno nei ballottaggi, a partire da Napoli e Milano, per dar vita a governi qualificati sul piano programmatico e con l'obiettivo complessivo di sconfiggere le destre; massimo impegno nella campagna referendaria che deve decollare subito. Il tentativo del governo è quello di oscurare i referendum producendo l'impressione che il governo sia riuscito con qualche leggina ad evitarli. Così non è e noi dobbiamo renderlo evidente, con l'obiettivo di raggiungere il quorum referendario e la vittoria del "sì" nei referendum; lancio effettivo della campagna di mobilitazione sulle cinque emergenze sociali. Si tratta, ovviamente, di puntare oggi su ballottaggi e referendum, ma di cominciare a lavorarci;
occorre, contemporaneamente, operare per il rilancio della Federazione della Sinistra, che rappresenta per noi un punto fondamentale del nostro progetto politico. Si tratta, da un lato, di superare la situazione di impasse che si è venuta a creare a livello centrale, con la definizione degli organismi della Federazione; dall'altro, è necessario raccogliere sui territori le positive relazioni costruite con realtà esterne in occasione delle elezioni amministrative, al fine di allargare la Federazione, generando un vero e proprio processo costituente dal basso. Per noi la costruzione della Federazione deve intrecciarsi con un più ampio processo di unità delle forze della sinistra di alternativa.
Per questo ritengo necessario proporre a Sel, all'Idv, alle forze politiche alla nostra sinistra, di dar vita ad un percorso unitario al fine di costruire un polo politico della sinistra di alternativa. Tale percorso unitario è importante sia per offrire un punto di riferimento unitario ad una sinistra plurale, sia per poter pesare fortemente nel confronto programmatico con il Partito democratico.
Al fine di dare uno sbocco politico alla crisi del governo Berlusconi dobbiamo riproporre con forza la costruzione di un fronte democratico tra la forze di sinistra e di centrosinistra. Il nostro obiettivo non è la partecipazione al governo, ma dar vita ad una legislazione di salvaguardia democratica, che abbia al suo centro l'adozione di misure atte a contrastare i negativi effetti sociali della crisi economica e il superamento del bipolarismo.
Per realizzare il complesso di questa iniziativa politica è necessario rafforzare il partito, il suo insediamento, il suo lavoro sociale. Mai come in queste elezioni si è vista una corrispondenza tra radicamento sociale e consenso elettorale. E' questa la strada giusta su cui proseguire, sviluppando l'intuizione del partito sociale. Occorre quindi una grande cura del partito. Lo chiedo a tutti i compagni e alle compagne, a partire dal gruppo dirigente: abbiamo la possibilità di rilanciare il nostro progetto politico, facciamolo al meglio, dispiegando l'iniziativa politica e portando avanti le nostre proposte. Con questo spirito dovremo aprire la fase congressuale, per puntare ad un congresso unitario, sulla base di una proposta politica chiara, puntando al superamento delle attuali componenti interne. Centinaia di migliaia di persone ci hanno dato la loro fiducia, utilizziamola responsabilmente per rilanciare le ragioni di un'alternativa di sistema
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Non c’è tempo da perdere
Il commento di un risultato elettorale da parte di chi fa politica può essere condizionato dall’esigenza di difendere valutazioni o prospettive precostituite: è un errore questo che come dirigenti della Federazione della Sinistra non dobbiamo commettere. È necessaria una riflessione collettiva, libera da condizionamenti derivanti dall’appartenenza ai diversi soggetti o componenti la nostra Federazione: ciò per trarre dal voto delle indicazioni utili per il nostro lavoro politico. Con questa premessa, vogliamo riflettere sulle risposte fornite dai consensi espressi nelle urne alle domande e alle strategie politiche che animavano il dibattito prima del voto. La destra di Berlusconi e Bossi avrebbe mantenuto i propri consensi elettorali? E il PD avrebbe subito una flessione significativa? Ed ancora, Sinistra Ecologia e Libertà avrebbe ottenuto i consensi che i sondaggi gli accreditavano? Il cosiddetto terzo polo avrebbe avuto un’affermazione tale da mettere in crisi il bipolarismo? E la Federazione della Sinistra avrebbe subito quel colpo che sempre gli stessi sondaggi pronosticavano? Si trattava di domande dense di significato politico e il voto ha fornito delle risposte anche nette. Innanzitutto gli elettori hanno dimostrato che la società italiana, a partire dalle grandi città del Nord ma anche a Napoli ed in tante realtà del Paese è viva ed ha volontà di reagire al cosiddetto “berlusconismo”. E lo fa "da sinistra", con più convinzione dove incrocia una proposta politica effettivamente alternativa a quella della destra ed un impegno politico coerente. Riprendono con forza diritto di cittadinanza, valori come la solidarietà, il rispetto dei diritti delle persone, la tolleranza. E un’idea di democrazia partecipata ed inclusiva. Nel voto a Pisapia e a De Magistris si esprime anche una scelta netta per un’idea di città dallo sviluppo ordinato, contraria alle speculazioni del cemento, attentissima ai temi ecologici e del lavoro, ai servizi sociali, con la cultura e la ricerca al centro di un nuovo modello di economia. Insomma attraverso questo voto si esprime una domanda di cambiamento radicale basato su programmi concreti. Il PD, smentendo le previsioni, esce rafforzato, e, se si esclude Napoli, si conferma come la forza di gran lunga maggiore tra i partiti di opposizione. Non solo non si sfalda ma coglie alcuni significativi risultati a Milano e a Torino. Ogni ipotesi di scomposizione e ricomposizione di questo partito è battuta dai risultati che smentiscono la stessa strategia di Vendola (la cosiddetta “opa”sul PD). I consensi elettorali di Sinistra Ecologia e Libertà sono distanti dalle aspettative alimentate dai sondaggi e bocciano come
insufficiente a sconfiggere la destra un’alternativa a Berlusconi basata sull'internità al centrosinistra e su un asse privilegiato tra PD e Vendola. Emergono tre forze pressoché equivalenti a sinistra del PD: la Federazione della Sinistra, Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà. Ognuna di queste forze è indispensabile per sconfiggere la destra riproponendo la necessità di dar vita ad un percorso unitario a sinistra e la costruzione di un fronte democratico tra sinistra e centrosinistra. Il risultato deludente del costituendo terzo polo, rafforza ancora di più questa necessità. Il voto alla Federazione della Sinistra smentisce le previsioni catastrofiche di tanti sondaggisti, che davano la nostra formazione politica sotto il 2% e Vendola sopra l’8%. Il voto, senza alcun trionfalismo fuori luogo, testimonia di una forza politica, ancora diffusa e radicata sul territorio, spesso determinante per sconfiggere la destra e, in molte realtà, capace di una grande vitalità. Con una campagna elettorale oscurata dall’informazione televisiva e dai grandi giornali: priva di mezzi economici, le compagne e i compagni dei territori, delle province e dei comuni dove si votava, hanno dato una grande dimostrazione di impegno militante e di intelligenza politica. Conquistando significativi risultati raggiungendo un consenso
complessivo intorno al 4% superiore a quello ottenuto alle elezioni Europee. Naturalmente, come in ogni elezione amministrativa, vi sono dati non entusiasmanti o molto deludenti (tra cui Torino e a Bologna)su cui occorrerà riflettere per capire dove abbiamo sbagliato e come agire. In generale dove ci siamo presentati con proposte programmatiche concrete, coalizioni credibili, spirito unitario e coerente impegno, i consensi sono arrivati in numero significativo. Nel complesso questo voto è per noi incoraggiante e ci offre opportunità che dobbiamo saper cogliere, per corrispondere alla
fiducia nuovamente accordataci da tanti elettori e per non vanificare la generosità dei nostri militanti e dirigenti nei territori. Pensiamo che per incontrare la domanda di cambiamento, destinata a crescere intorno ai quesiti referendari, è necessario introdurre rapidi cambiamenti ed innovazioni nel nostro agire politico. Cambiamento, innovazione ed apertura ai nuovi apporti delle forze manifestatesi nei territori in occasione di queste elezioni: queste le coordinate del necessario rilancio della Federazione. Di quel soggetto cioè che può offrirsi come punto di riferimento unitario ad una sinistra plurale. Una forza che dialoga e propone percorsi unitari anche ai partiti a sinistra del PD in primis a Sinistra Ecologia e Libertà e all’IDV, per costruire la sinistra di alternativa. La Federazione è l'innovazione che abbiamo messo in campo ed occorre dotarla nazionalmente e nei territori delle sedi di discussione e di decisione e degli strumenti, democratici e partecipati, per sviluppare azione ed iniziative politiche. La sua capacità attrattiva dipende anche da noi, dal gruppo dirigente nazionale. Per questo ci pare necessaria ora convocare una riunione in tempi ristretti del Consiglio Politico della Federazione che discuta in maniera aperta e che dia le indicazioni politiche necessarie. Non c’è tempo da perdere, i ballottaggi (Milano e Napoli anzitutto), la campagna referendaria e i sommovimenti del quadro politico nazionale ci devono vedere protagonisti.
Gianni Vigilante e Marco Gelmini del Cpn Federazione della Sinistra
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I lavoratori del Maggio Fiorentino rischiano di pagare il piano di pareggio di bilancio con il loro posto di lavoro. Dopo le audizioni nelle commissioni provinciali, sui temi del Maggio Musicale Fiorentino nessun accenno a è stato fatto alla possibilità di riduzione degli organici o di tagli agli stipendi. Un comportamento irrispettoso nei confronti delle Istituzioni , in particolare nell’udienza dello scorso 5 maggio, dove la Soprintendente ha fatto un quadro evidentemente diverso dal reale. Rifondazione Comunista contesta l’ equità della manovra di rientro del debito e chiede la revoca dei provvedimenti, il rispetto dei diritti contrattuali e il mantenimento dell’occupazione.
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Firenze, 20 maggio 2011
Comunicato stampa
Le commissione lavoro e sviluppo economico a sostegno della vertenza dei lavoratori della Brunelleschi
Le commissione lavoro e sviluppo economico della Provincia di Firenze hanno incontrato in data odierna il Sindaco del Comune di Pontassieve, Marco Mairaghi, la FILCTEM e la RSU della Brunelleschi, storica fabbrica di ceramica di qualità situata alle Sieci nel Comune di Pontassieve.
Le Commissioni evidenziano che i 34 lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria in deroga, con una insolvenza aziendale su una parte degli stipendi e che i medesimi hanno denunciato all’INPS il mancato pagamento di una parte dei contributi previdenziali.
La cassa integrazione è scaduta il 30 aprile 2011 e prorogata fino al 30 agosto 2011.
Le Commissioni, nell’esprimere solidarietà ai lavoratori, apprezzano il comportamento tenuto dall’amministrazione comunale di Pontassieve che ha, in tempi non sospetti, vincolato l’area produttiva da possibili speculazioni.
Preso atto che siamo di fronte ad una vicenda complessa e articolata, nella quale la partita è ancora aperta grazie al comportamento responsabile assunto dai lavoratori, dal sindacato e dall’intera filiera istituzionale (Comune di Pontassieve, Provincia di Firenze, Regione Toscana.)
Dirimente è l’incontro richiesto dai sindacati al Prefetto di Firenze per quanto riguarda l’attivazione di un tavolo di trattava con tutti i soggetti interessati a partire dalle banche e dall’agenzia delle entrate per salvare l’azienda.
Il 26 maggio p.v. è previsto un pronunciamento ufficiale da parte del pool di banche in merito al consolidamento del debito del gruppo Margheri.
Le Commissioni auspicano che vi sia un assenso ad attivare il finanziamento scongiurando la sciagurata ipotesi della chiusura fallimentare.
Le Commissioni raccolgono l’invito del Sindaco di Pontassieve e delle O.O. S.S. a rinnovare il proprio impegno e la massima attenzione, dichiarando fin da ora il loro supporto alla vertenza con tutto il necessario peso istituzionale annunciando una nuova convocazione di entrambe le commissioni successivamente al pronunciamento degli istituti bancari
In tal senso, si auspica che prevalga il massimo della responsabilità sociale tra impresa e banche, in modo da rideterminare la ripartenza dell’attività di uno stabilimento che sul mercato continua a rappresentare, a tutt’oggi, un prodotto di qualità.
Il Vice Presidente della 2^ Commissione Il Presidente della 6^ Commissione
(Lorenzo Verdi) (Andrea Calò)
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NELLE PIAZZE, COME IN SPAGNA
(20 Maggio 2011)
Il vento del nord Africa si affaccia in Europa. Mentre le sinistre italiane chiedono un patto di governo al PD, amico dei banchieri, decine di migliaia di giovani spagnoli occupano le piazze contro il governo Zapatero, contro le banche, contro tutti i partiti dominanti,rivendicando apertamente l'esempio tunisino ed egiziano. La campagna che abbiamo promosso per “Fare in Italia come in Tunisia e in Egitto” trova un clamoroso riscontro. Per questo partecipiamo questa sera a tutte le iniziative di mobilitazione promosse in solidarietà coi giovani di Spagna: a Roma, Torino,Milano, Napoli, Bologna,Padova, Palermo. Ovunque il PCL rilancerà le parole d'ordine della rivolta sociale contro la dittatura del profitto. Cacciare Berlusconi è il primo comandamento, anche attraverso i ballottaggi e il referendum. Ma la vera alternativa a Berlusconi passa per le piazze non per le urne.
MARCO FERRANDO
per saperne di più sulle mobilitazioni dei giovani spagnoli e sull'occupazione ad oltranza di molte piazze iberiche clicca qui:
http://pclempoli.blogspot.com/2011/05/fare-come-in-tunisia-ed-in-egitto-in.html
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http://www.ciaccimagazine.org/?p=5662
IL BUON GOVERNO DI CAPANNORI CONQUISTA REPORT
Il sindaco Del Ghingaro e i suoi assessori presi a modello per le loro scelte politiche Domenica, ore 21.30, su Rai 3 Il buon governo di Capannori conquista Report, la famosa trasmissione di Rai 3 condotta da Milena Gabanelli.
Domenica 22 maggio, alle ore 21.30, l’amministrazione guidata dal sindaco Giorgio Del Ghingaro sarà protagonista della puntata, come esempio di un modo di far politica capace di guardare lontano e creare futuro per cittadini e territorio. All’interno dell’inchiesta, infatti, il primo cittadino e i suoi giovani assessori saranno presentati come amministratori che si contraddistinguono per aver avuto il coraggio di investire su una politica ambientale, sociale e di sostegno al reddito dei lavoratori e delle imprese in grado di creare un sistema diffuso di buone pratiche divenuto un vero e proprio “modello” sul piano amministrativo. Dopo le interviste a Geo e Geo, Annozero e Presa Diretta, Capannori dimostra sempre più i risultati di una politica che guarda alla sostenibilità e alla partecipazione.
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ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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UNO SCIOPERO NECESSARIO
CONTRO IL "MODELLO MIRAFIORI" FERROVIARIO
SCIOPERO NAZIONALE MACCHINISTI E CAPITRENO
DALLE 21,00 DI STASERA SABATO 21,
ALLE 21,00 DI DOMANI DOMENICA 22 MAGGIO 2011
AL TRASPORTO REGIONALE NON CI SONO TRENI DA GARANTIRE
(NENCHE ROMA - FIUMICINO AEREOPORTO)
PER LA DIVISIONE PASSEGGERI SONO DA EFFETTURE SOLO I TRENI (PREVISTI COME GARANTITI
DALL'ORARIO GENERALE) CHE VENGONO COMANDATI PER ISCRITTO
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PROPRIO IERI CON UN'ALTRA FIRMA SU 'IVU' (*) HANNO REGALATO ALL'AZIENDA
ANCORA UN PEZZO DELLA NOSTRA VITA E DELLA NOSTRA LIBERTA'
STANNO PREPARANDO UNA CONTRORIFORMA REAZIONARIA DELL'ORARIO DI LAVORO
CHE STRAVOLGERA' LA NOSTRA ESISTENZA E QUELLA DELLE NOSTRE FAMIGLIE
UN CONTRATTTO "MODELLO MIRAFIORI" APPLICATO ALLE FERROVIE
OLTRE AD AUMENTARE LA PRODUTTIVITA' SOPRA LE 10 ORE, L'ORARIO E
I CARICHI DI LAVORO, SI RIDUCONO RIPOSI, PAUSE, FERIE E PERMESSI
QUESTI SINDACATI - CONFERDERALI E AFFINI - INADEGUATI, INCAPACI E NON
RAPPRESENTATIVI, CONTINUANO A CEDERE DIRITTI, DIGNITA' E TUTELE: FERMIAMOLI !
(*) Turni individuali, a discrezione aziendale, in luogo dei turni collettivi a rotazione, uguali per tutti.
LO SCIOPERO E' INDETTO DA OrSA E CUB-T
Questo e molto altro sul nuovo sito di Ancora In MARCIA!
il sito di tutti i macchinisti e ferrovieri italiani... a qualunque impresa appartengano
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I NUMERI DELLA SINISTRA. I DIRIGENTI NON HANNO CAPITO GLI ELETTORI
L'ex consigliere comunale del Prc commenta l'esito delle elezioni
Riceviamo e pubblichiamo dall'ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Francesco Andreini
SIENA. "Alle precedenti elezioni amministrative del 2006, il Partito della Rifondazione Comunista ottenne 1951 voti pari al 6,04%, i Verdi 577 voti, pari all'1,79% e il PdCI 377 voti, pari all'1,17%. In queste elezioni, dopo la scomposizione e ricomposizione dei vari partiti della sinistra, che hanno visto candidati divisi tra le diverse liste, la Federazione della Sinistra, che ha l'aspirazione di raccoglierne le varie anime (aveva candidati degli ex DS, Verdi, PdCI e PRC), ha ottenuto solo 663 voti, pari al 2,17%. Se si tiene conto del fatto che c'erano due liste (Movimento 5 stelle e Sinistra per Siena, non presenti alle elezioni del 2006) che hanno raccolto insieme più di 2000 voti, possiamo affermare che la strategia della Federazione della Sinistra a Siena non ha saputo interpretare il sentimento degli elettori, e soprattutto, che non è riuscita a raccogliere neppure i voti dei suoi ex elettori, che hanno preferito premiare SEL. Infatti la somma dei voti di PRC, PdCI e Verdi del 2006 ammontava a 2905 voti ai quali andrebbero aggiunti una quota (difficile da valutare) di voti che erano andati ai Democratici di Sinistra (DS) e che oggi hanno abbandonato il PD per seguire la scelta di Laura Vigni. Oggi abbiamo che Movimento 5 Stelle + Sinistra per Siena + SEL + FDS totalizzano 4180 voti che costituiscono più del 13%. La sinistra "diffusa" fuori dai DS aveva nel 2006 un consenso pari a circa il 9%, e oggi avrebbe circa il 13%, e sembrerebbe quindi cresciuta, ma non è questo il punto. Nel 2006 Non c'era nessuna lista "di sinistra" a sinistra del candidato Cenni, mentre oggi dei circa 4000 voti della sinistra diffusa ben più della metà sono per una collocazione a sinistra della coalizione Ceccuzzi. Mi domando quindi quale interpretazione danno i "dirigenti" cittadini della FDS di queste cifre. Di più: la cosiddetta Federazione ha speso la maggior parte della propria campagna nel tentativo di escludere dalla "coalizione Ceccuzzi" gli amici di "Per Siena", che oggi hanno la loro rappresentante eletta in consiglio nella lista dei Riformisti (siamo contenti tra l'altro che la presenza femminile sia cresciuta, anche se di una sola unità, tra gli eletti). Io mi aspetterei una riflessione che non sia la solita: "gli elettori non ci hanno capito"... non sarà che anche questa volta sono i dirigenti che non hanno capito gli elettori?"
Francesco Andreini
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IL RUOLO DEL PCL NEL SOSTEGNO ALLA RIBELLIONE GIOVANILE IN SPAGNA: L'INTERVENTO DI FERRANDO NELLA MANIFESTAZIONE DI ROMA
(21 Maggio 2011)
In questi giorni il PCL è impegnato in tutta Italia nel sostegno alla ribellione giovanile spagnola. Il movimento di solidarietà è promosso da studenti spagnoli residenti in Italia, e ha visto ieri manifestazioni pubbliche in diverse città. Il gruppo promotore dell'iniziativa nazionale è costituito da un settore di giovani spagnoli legati ad “Erasmus” e residenti a Firenze. Tra questi compagni c'è, con un ruolo attivo, un compagno spagnolo militante del PCL e della sua sezione fiorentina (David). Anche per questa via il nostro partito ha guadagnato un ruolo di fatto nel coordinamento nazionale della mobilitazione. Naturalmente nel pieno rispetto dell'autonomia decisionale dei giovani spagnoli e fuori da ogni logica di sovrapposizione.
In questo quadro, il portavoce nazionale del nostro partito, Marco Ferrando, è stato invitato a intervenire nella principale manifestazione dei giovani spagnoli tenutasi a Roma, davanti all'ambasciata di Spagna ( circa 400 giovani, molto combattivi). L'intervento- il più applaudito della manifestazione- non si è limitato ad un atto di solidarietà, ma ha riproposto interamente l'asse della nostra campagna per “Fare come in Tunisia e in Egitto”; per cacciare sì Berlusconi, ma non nel nome di una soluzione Zapatero, bensì nel nome di un'alternativa vera che spazzi via le classi dirigenti degli industriali e dei banchieri: le stesse classi che in Italia come in Spagna, si reggono sull'oppressione della gioventù. Da qui l'augurio di una continuità e allargamento del movimento in Spagna, nella prospettiva di un suo allargamento in Europa. L'appello conclusivo “Che se vayan todos!” corrispondeva profondamente al sentire diffuso dei giovani presenti, che per tutta la sera si sono confrontati in piazza sui temi della “vera democrazia” e della critica del capitalismo. Alla fine della manifestazione la delegazione presente del PCL è stata intrattenuta da studenti spagnoli che volevano approfondire con noi i temi affrontati. Alcuni militanti della sezione di Roma saranno oggi presenti nella delegazione spagnola che si recherà in questura per comunicare la continuità delle manifestazioni nella Capitale.
Il Corriere della Sera odierno riconosce la realtà: Il PCL è stato l'unico partito della sinistra presente nella mobilitazione di Roma, in coerenza con la sua campagna nazionale. Non è un caso: siamo l'unico partito della sinistra italiana che si batte davvero per la rivoluzione. E che quindi lavora e interviene in ogni movimento in funzione di questa prospettiva. Tanto più in rapporto a un movimento che oggi si richiama esplicitamente all'esempio arabo e alla “rivoluzione”: indipendentemente dai limiti della sua coscienza soggettiva e da inevitabili contraddizioni.
Ora dobbiamo proseguire ed ampliare, con i mezzi possibili, questo fiancheggiamento del movimento dei giovani spagnoli in Italia, lavorando al suo possibile contagio della dinamica italiana: che naturalmente dipenderà, innanzitutto, dallo sviluppo o meno del movimento in Spagna.
Di certo il nostro intervento verso il movimento spagnolo è esattamente opposto a quello oggi tentato da Beppe Grillo. Grillo è sbarcato a Barcellona per proporre un gemellaggio col movimento 5 stelle in Italia: al fine di ridurre il movimento spagnolo ad un soggetto elettorale, su generiche basi “antipartito” ed ecologiste. Al contrario, il PCL lavorerà per sviluppare ed estendere il movimento di massa della gioventù, in Spagna e in Italia, in direzione dell'incontro con la classe operaia, e della rottura rivoluzionaria e anticapitalista. Di certo, la lotta contro il qualunquismo grillino investe il futuro del movimento spagnolo. E non solo. Ed è una lotta che può fare un partito rivoluzionario, non una sinistra subalterna al PD e ansiosa di assessorati e di ministri.
Partito Comunista dei Lavoratori - Empoli
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