mercoledì 25 maggio 2011

LA LOTTA ESEMPLARE DEGLI OPERAI FINCANTIERI

Lotte operaie, adesso tocca all’Italia
LA LOTTA ESEMPLARE
DEGLI OPERAI FINCANTIERI

Genova, gli operai assaltano la prefettura

Sull'onda delle rivoluzioni arabe e della nuova fiammata di lotta di classe in Europa (Grecia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, ecc.) le lotte operaie cominciano a farsi sentire anche nel nostro Paese. I dispensatori di illusioni – dai ministri ai burocrati sindacali – che invitano gli operai ad “aspettare” tempi migliori e li convincono ad accettare accordi che prevedono licenziamenti di massa (magari camuffati dietro la facciata della “mobilità” o della “cassa integrazione straordinaria”), in queste ore hanno trovato la giusta risposta alle loro manovre truffaldine. Mentre Fincantieri ha presentato un piano che prevede più di 2500 licenziamenti e la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente (Genova) e Castellammare di Stabia (Napoli), cui si aggiunge un drastico ridimensionamento dello stabilimento di Riva Trigoso (Genova), la rabbia operaia non si è fatta attendere.
Castellammare: gli operai occupano il Municipio e bloccano la Statale
Già nella tarda serata di lunedì 23 maggio gli operai del cantiere di Castellammare, a centinaia, hanno assediato la sede del Comune. Nonostante il dispiegamento di poliziotti pronti ad usare i manganelli contro chi rivendica il diritto a un posto di lavoro, decine di operai sono riusciti ad entrare nel municipio e a occupare per diverse ore l’edificio. Gli operai hanno dimostrato di capire perfettamente da che parte stanno i rappresentanti delle istituzioni locali: significativamente, hanno costretto sindaco, capitano dei carabinieri e vicesindaco a restare asserragliati nei loro uffici. Dopo mesi di vuoti proclami e inviti alla calma da parte dei rappresentanti delle istituzioni, oggi gli operai chiedono, giustamente, il conto: è l’espressione di una giusta rabbia contro chi, per mesi, ha dispensato menzogne (e continua a dispensarne: il sindaco ha avuto il coraggio di liquidare la protesta operaia come frutto di "infiltrazioni della camorra”!). La protesta operaia si è poi riversata sulla dtatale sorrentina, dove il traffico è stato bloccato da centinaia di manifestanti per diverse ore.
Genova: prefettura sotto assedio!
La giusta rabbia operaia è esplosa anche a Genova dove, martedì mattina, centinaia di operai della Fincantieri hanno rotto le file di un corteo sindacale “istituzionale” – guidato dal sindaco di Genova e da altri rappresentanti delle istituzioni – e hanno cercato di assaltare il palazzo della prefettura, che, per l’occasione, era presidiato dai poliziotti in assetto antisommossa. Un operaio, di fronte ai manganelli della polizia, ha commentato ironicamente: “Ecco l’attenzione dello Stato che abbiamo ricevuto”. Ma gli operai non si sono lasciati intimorire: hanno prima gridato la loro rabbia contro l’amministratore delegato dell’azienda, Giuseppe Bono, e contro il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani. Subito dopo hanno tentato di sfondare il cordone della polizia, rivendicando il loro diritto a un posto di lavoro. La reazione da parte dei poliziotti è stata violenta: alcuni operai sono rimasti feriti. Ma i lavoratori in lotta hanno dimostrato di essere in grado di organizzare l’autodifesa e non si sono lasciati intimorire.
Occupazione dell’azienda e controllo operaio: l’unica risposta alla crisi
Alternativa Comunista esprime pieno appoggio alla lotta degli operai del gruppo Fincantieri: una lotta che deve diventare d’esempio per tutti gli operai che oggi rischiano il posto di lavoro. Le promesse da parte di ministri e amministratori, gli accordi al ribasso siglati dai burocrati sindacali e dai loro portaborse (accordi che prevedono ammortizzatori sociali e mobilità), gli inviti alla “calma” e “all’attesa di tempi migliori” ora, anche agli occhi degli operai, si presentano per quello che sono: dei veri e propri imbrogli, utili solo a frammentare e placare le lotte, negli interessi dei profitti dei padroni. Gli operai della Fincantieri oggi dimostrano a tutta la classe lavoratrice come si risponde ai licenziamenti e alla chiusura degli stabilimenti: con la resistenza operaia, con la lotta dura, con la legittima difesa organizzata contro la violenza dei padroni e del loro Stato.
Le direzioni sindacali (della Uilm e della Fim, ma anche quelle della Fiom), dopo aver alimentato illusioni tra i lavoratori e dopo aver prorogato la lotta, oggi annunciano... sole 8 ore di sciopero! Nel momento in cui sarebbe necessario proclamare uno sciopero prolungato in tutti gli stabilimenti del gruppo, con occupazione delle fabbriche, l’annuncio di 8 ore di sciopero appare tragicamente ridicolo. Il 6 giugno è previsto un nuovo incontro tra azienda e sindacati: gli operai hanno in queste ore dimostrato che sono disposti a lottare fino a quel momento. E’ necessario alzare il livello dello scontro: gli scioperi simbolici di poche ore o di una sola giornata, come l’esperienza insegna, possono portare solo a una vittoria per il padrone, con l’imposizione dei licenziamenti.
Il Partito di Alternativa Comunista, al fianco degli operai del gruppo Fincantieri, rivendica:
- occupazione degli stabilimenti e sciopero prolungato fino al ritiro di tutti i licenziamenti!
- organizzazione dell’autodifesa operaia: i lavoratori hanno tutto il diritto di difendere la loro lotta e il loro posto di lavoro!
- apertura dei libri contabili della Fincantieri: gli operai hanno il diritto di conoscere i conti reali!
- controllo operaio dell'azienda!
Sviluppiamo e uniamo le lotte contro l'attacco di governo e padronato! Coordiniamo le lotte a livello europeo e internazionale!

www.partitodialternativacomunista.org


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