n+1
Rivista sul "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente"
Newsletter numero 191, 25 ottobre 2012
Supplemento alla rivista n+1
Direttore responsabile: Diego Gabutti
Registrazione al tribunale di Torino n. 5401 del 14 giugno 2000
Parassitismo
Questa volta è il governo francese che si erge a paladino del "diritto alla vita". No all'eutanasia, dunque, sì allo sviluppo delle cosidette cure palliative. Sarà un caso, ma al tempo stesso la Francia firma un Trattato di Amicizia e Cooperazione con l'Afghanistan, il massimo produttore mondiale di papavero. L'oppio è fondamentale per la farmacologia anti-dolore. La morale cristiana è salva, e anche il mercato: non bisogna aver fretta di morire quando si può offrire il proprio corpo al Capitale.
Egitto digitale
La Digital Humanities (Informatica Umanistica) è una disciplina basata su vaste banche dati interattive con le quali si possono ricostruire dinamiche economico-sociali, antiche o moderne, con un dettaglio e una precisione precedentemente sconosciute. La tecnica operativa risale al 1949, ma solo con l'avvento di Internet la massa quantitativa dei dati ha permesso un saltoqualitativo. Quindi non solo biblioteche o musei, ma anche fotografie, diari, carteggi, archivi personali, blog, ecc. diventano materiale per la ricostruzione storica, elaborato gratuitamente dal cervello sociale. E' ovvio che nell'attuale società gli scenari di antichi o futuri contesti saranno viziati dall'ideologia dominante. Un faraone passerà per monarca e il suo visir per segretario di stato, mentre la società futura sarà interpretata come una mera proiezione di quella attuale, proprietaria e classista, magari condita con un po' di fantascienza. Che gigantesco spreco dell'intelligenza collettiva.
Laboratorio Russia
La Russia, autocratica, rivoluzionaria o borghese, si è collocata e si colloca in un contesto geopolitico dato. La sua specificità interna e la sua estensione sono allo stesso tempo fattori di forza e di debolezza. E' difficilmente conquistabile ma facilmente attaccabile su fronti multipli. La sua politica estera risulta particolarmente plasmabile dal rapporto con gli storici avversari. I quali possono agire su tre fronti: quello occidentale europeo, quello meridionale centro-asiatico e quello orientale cino-giapponese. A Occidente, le cosiddette rivolte arancioni o altrimenti colorate vanno di pari passo con l'attivismo delle basi NATO, mentre la penetrazione in Asia da parte delle maggiori potenze non ha come contrappeso una paragonabile capacità russa. Anzi, persistono sull'immenso territorio gravi tensioni disgregatrici. Questa generale vulnerabilità obbliga lo stato russo ad aprire un fronte interno. D'ora in poi, per legge, tutti coloro che hanno relazioni non autorizzate con altri paesi sono considerati nemici. Alcune ONG sono già state catalogate come criminali. Anime belle si schierano pro o contro, partecipando così ai nuovi fronti partigiani in supporto a chi tenterà di controllare il pianeta.
1949: Inflazione dello Stato
Tossicodipendenza
Il Wall Street Journal, riferendosi al raffronto fra il PIL nei vari paesi e le iniezioni di liquidità sui mercati, tende a dimostrare il fallimento delle misure keynesiane dei governi: "Per le economie letargiche la spesa pubblica è stata più un calmante che uno stimolante". Del resto, dal quotidiano che rappresenta il "libero mercato" selvaggio non ci si poteva aspettare altro che una difesa d'ufficio del liberismo. Inutile pretendere che i suoi giornalisti vadano a leggersi la storia del capitalismo, che nacque statale e lo è ancora adesso (tutti i paesi più importanti hanno oggi un'economia statalizzata dal 45 al 55%). Il keynesismo è stato solo una droga "dopante" ma ben presto è sopravvenuta l'assuefazione e infine l'overdose. Le speranze di un ritorno al preteso liberismo sono come quelle riposte nell'acqua benedetta di Lourdes.
Una sola via d'uscita
Senza ulteriori aiuti economici la Grecia andrà in bancarotta a novembre. Il capo del governo demo-conservatore paventa il ritorno del nazismo scorgendo nella disastrosa situazione greca un parallelo con la Repubblica di Weimar. Parallelo che non è del tutto campato in aria: la castrazione politica del proletariato e la furiosa repressione furono condotte dalla socialdemocrazia, la stessa che oggi si schiera contro gli operai in difesa dell'ordine costituito, cioè del capitalismo. La necessità di un salto qualitativo, non solo da parte dei proletari greci, è palpabile. E anche a "sinistra" ci si accorgerà che le fotogeniche esplosioni delle molotov servono a poco quando è in atto lo scontro fra un modo di produzione che affonda e uno che emerge.
1922: Difesa proletaria
Viva la Scienza!
Umberto Veronesi, oncologo di fama, dice che l'aggressività non è iscritta nei nostri geni e che anzi l'essere umano "antropologicamente e biologicamente è predisposto alla fraternità e alla solidarietà". Sono cause esterne, sociali, a rendere l'uomo odierno violento, frustrato dalla mancata soddisfazione dei suoi bisogni. D'accordo. Ma lo scienziato è promotore del movimento Science for Peace, che vorrebbe guidare un processo di miglioramento della società così com'è, ripulendola soltanto dalle cosiddette violenze legittimate (guerre, pena di morte, ergastolo). Al decano della scienza democratica sfugge che il suo indeterminismo politico favorisce la conservazione sociale, e che pertanto il suo programma non potrà mai eliminare la vera causa del malessere e della violenza attuale.
Faglia eurasiatica
Nella guerra civile siriana, gli interessi di Stati Uniti, Russia, Turchia, Iran, Arabia Saudita, Francia, Inghilterra e persino Cina sono i fattori più o meno nascosti che alimentano lo scontro armato fra gruppi locali. Sciiti, Sunniti, Salafiti, Drusi, Circassi, Alawiti, Curdi sono attori assai poco autonomi. Tentano di trovare un'estensione del proprio raggio di azione a spese gli uni degli altri pensando di sfruttare gli appetiti imperialistici delle grandi e piccole potenze; ma, com'è ovvio, sono invece queste ultime ad avere un potere di "compellenza" nei loro confronti. La Turchia, aspirante da tempo al ruolo di potenza egemone nell’area, proiettata verso l'Asia, è più della Siria nell'occhio del ciclone. Ha confini comuni con Siria, Iraq e Iran ed è ultrasensibile al problema del Kurdistan, territorio che attraversa le quattro frontiere e i cui combattenti sono variamente foraggiati, dalla Siria soprattutto e, indirettamente, anche dagli Stati Uniti. Non per niente il premier turco manifesta la propria preoccupazione denunciando il fatto che, in Siria e Kurdistan, Russia e Cina sono più attivi degli Stati Uniti. Le scaramucce armate turco-siriane aggravano la situazione in un'area dove da sempre ci vuole poco per far saltare i delicati equilibri "glocali".
Terremoti ed eruzioni
Si sa, i terremoti sono imprevedibili, anche se nelle zone sismiche avverranno di certo. Ma - è scritto nel capo d'imputazione per i membri della Commissione Grandi Rischi - un conto è non poterli prevedere, un altro è raccontare balle quando sono in corso. L'accusa non verte sul mancato allarme per una mancata previsione del sisma dell'Aquila ma sulla minimizzazione concordata e ufficiale del rischio, decisa a tavolino in un'ora, senza rispettare criteri scientifici. E questo mentre da quasi quattro mesi s'intensificava uno sciame sismico. Il "processo alla scienza", con cui si tira in ballo anche Galileo, non c'entra e in fondo non c'entra neppure il risvolto giuridico della vicenda. Pensiamo al Vesuvio, bomba a orologeria su cui vivono due o tre milioni di abitanti. Ci sono piani di evacuazione, tutto è predisposto, dicono, perché le eruzioni sono più prevedibili dei terremoti. Evacuare tre milioni di persone? Ma per favore. Vuol dire due o tre punti del PIL in meno. E se poi il vulcano non erutta? Meglio una riunione di un'oretta per tranquillizzare il popolo, ignorando reti strumentali e patrimonio statistico.
2009: Terremoto
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