ACQUA: TOSCANA, COOP PER SERVIZIO 'COOPERAZIONE DI UTENZA'
(ANSA) - FIRENZE, 30 MAG - Dare vita a un nuovo modello di gestione del servizio idrico basato sulla 'cooperazione di utenza' che sia aperto alla partecipazione dei cittadini come nel caso delle cooperative di consumo. E' la proposta avanzata oggi dal mondo cooperativo toscano nel corso di un incontro nella sede della Regione, in cui e' stato presentato un apposito studio. Questo modello, e' stato spiegato, supererebbe gli attuali sistemi di gestione, rendendo partecipi i 'cittadini-utenti' che potrebbero riunirsi e dare vita a una cooperativa insieme e enti pubblici e soggetti privati per la gestione del servizio idrico e il finanziamento degli investimentI. ''Oggi - ha detto il vicepresidente di Legacoop toscana Roberto Negrini - presentiamo alla Regione, e le chiediamo di farsene promotore, una nuova formula di gestione del servizio. Questo modello permetterebbe di superare alcuni nodi che in questi non sono stati risolti come quello della tariffa, quello della partecipazione dei cittadini alla gestione del bene, e allo stesso tempo permettendo di effettuare investimenti per la rete idrica, perche' oggi la finanza pubblica non ha piu' risorse''. Per il presidente regionale di Confcooperative Claudia Fiaschi ''questa riflessione ha un forte respiro toscano ma a livello nazionale ci sono dei limiti normativi perche' oggi questa formula cooperativa non e' prevista in Italia. Ci sono pero' degli spazi praticabili che in futuro potrebbero permettere di creare una partecipazione finnanziaria dei cittadini-utenti agli investimenti e alla gestione del bene, portando a dei minori costi per tutti''. Presenti all'iniziativa anche l'assessore regionale alla cooperazione Gianfranco Simoncini e all'ambiente Anna Rita Bramerini che ha sottolineato come ''dopo l'esito del referendum sull'acqua e poiche' la competenza in materia di affidamento e concorrenza e' esclusivamente dello Stato, le Regioni hanno le armi spuntate su questi temi. Uno studio come questo ci aiuta pero' nel confronto che abbiamo avviato con la riforma degli Ato dell'acqua. In quest'ottica - ha aggiunto - tra le possibili forme che avevamo individuato, tra le piu' prossime a interpretare lo spirito referendario, c'e' quella di prevedere vie dirette di partecipazione dei cittadini alla gestione del bene e agli investimenti, attraverso l'azionariato diffuso o forme di cooperazione di cittadini-utenti''.(ANSA).
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