REFERENDUM
SI
SCRIVE LAVORO SI LEGGE DEMOCRAZIA
L'attacco al contratto nazionale e all'articolo 18
dello statuto dei lavoratori va inserito all'interno di un processo ormai
trentennale volto alla completa destrutturazione dei diritti e delle tutele dei
lavoratori. Con le modifiche alla legislazione sul lavoro varate dai Governi
Berlusconi- Monti, tra l'altro senza nessun accordo con le parti sociali, si
sono andate a smontare le principali difese sia individuali che collettive per
chi lavora, alterando irrimediabilmente i rapporti di forza all'interno dei
luoghi di lavoro. Tale processo è stato definito giustamente una lotta di
classe al contrario. Tutto questo sta avvenendo a tappe forzate sotto la
direzione e supervisione di tutto l'establishment economico e finanziario
europeo.
Chi guida
questa restaurazione sociale usa politicamente la crisi con il solo obiettivo
di salvaguardare i profitti agendo su diritti e salari dei lavoratori e ponendo
quindi le basi per una nuova fase di accumulazione del capitale. All'interno
del nuovo ordine ai rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori viene
assegnato un ruolo marginale e subalterno.
Le
"non-trattative" sulla riforma del sistema contrattuale, sulla
riforma delle pensioni e sul mercato del lavoro sono a testimoniarci la svolta
verso una nuova pratica autoritaria nelle relazioni sociali.
Per questo i
quesiti depositati l'11 di Settembre in Cassazione da vari soggetti sociali e
politici, inerenti l'abrogazione dell'articolo 8 dell'ultima manovra del
Governo Berlusconi e la reitroduzione dell'articolo 18 nella forma originaria
possono rappresentare un punto di rottura di tutto quel sistema fatto di
equilibrismi politico-sindacali raggiunti, però, senza i lavoratori.
Certamente il
referendum non è lo strumento più consono ed efficace nella regolamentazione
delle relazioni e dei rapporti sociali, ma oggi lo diventa in quanto il lavoro,
oltre a non trovare alcuna rappresentanza politica, non è più considerato un
soggetto portatore di interessi autonomi all'interno della mediazione sociale.
Siamo altresì
consapevoli che la difesa del contratto nazionale e dell'articolo 18 non
parlano alla generalità del disperso mondo del lavoro, non parlano ai giovani
disoccupati, ai precari, ma questi, essendo
tra i più importanti capisaldi della civiltà del lavoro, rappresentano
tuttavia la chiave di volta verso la riunificazione del mondo del lavoro,
attraverso la conquista di nuovi diritti e per una più sostenibile
organizzazione del lavoro.
Per questo Noi
lavoratrici e lavoratori, delegate e delegati, pensionate e pensionati della
CGIL, che già avevamo promosso l'assemblea del 26 Giugno in CdL sulla
controriforma del mercato del lavoro, auspichiamo che anche nel territorio
fiorentino prenda forma un comitato referendario unitario e ampio, che partendo
dai soggetti depositari dei quesiti coinvolga il maggior numero di realtà
politiche, sociali e lavorative. Ci rendiamo fin da ora a completa disposizione
del nascente comitato referendario, portando la nostra passione e la nostra
voglia di essere protagonisti in una battaglia che sentiamo comune, con
l'auspicio altresì che la Camera del Lavoro, con la sua storia ultracentenaria
fatta di lotte sempre al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori fiorentini,
possa diventare anch'essa attrice protagonista di questa difficile, ma
necessaria campagna.
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