SOLO UNA REPUBBLICA DEI LAVORATORI PUO' ESTIRPARE CORRUZIONE E MALAFFARE
(26 Settembre 2012)
Gli stessi partiti di governo ( PDL, PD, UDC) che tutelano gli interessi privati dei propri mandanti ( grandi industrie e banche ) incassando i loro profumati finanziamenti, si nutrono a loro volta di corruzione , malaffare, scandalosi privilegi, attraverso il saccheggio delle risorse pubbliche. Corruzione e privilegi istituzionali sono il prezzo che le stesse classi dominanti pagano ai propri partiti, in cambio dei loro servizi: sono un costo del proprio dominio. I Fiorito non sono un incidente di percorso, né la prova di una naturale “corruzione” dei “politici” in quanto tali: sono la carta d'identità di un 'organizzazione dello Stato e del potere che ha un bisogno fisiologico di faccendieri e capiclan come collettori di consenso al servizio dei capitalisti e delle loro politiche di massacro sociale. Sul piano nazionale come a livello locale.
La seconda Repubblica annunciata 20 anni fa nel nome della “moralizzazione” della vita pubblica è dunque fallita proprio sul terreno che aveva evocato. Il Dio mercato che avrebbe dovuto ripulire “la politica” da clientelismi e ruberie, ha moltiplicato clientelismi e ruberie proprio attraverso i canali del mercato: privatizzazioni, esternalizzazioni, edilizia contrattata.. a livello centrale e periferico. Il sistema elettorale maggioritario, la crisi dei vecchi partiti,l' americanizzazione della politica borghese, hanno fatto il resto. La truffa ideologica “federalista” attorno al primato delle Regioni e dei governatorati ha dato a sua volta copertura alla moltiplicazione periferica dei peggiori mercimoni.
Ma c'è di più. Oggi, come 20 anni fa, il discredito pubblico della politica borghese, viene cavalcato da forze confindustriali e/o populiste in funzione dell'ennesima operazione trasformista: che nel nome della “moralità della politica” e della “fine dei privilegi” chiede in realtà il monopolio del finanziamento privato dei partiti ( già operante da parte di industriali e banchieri) per liberare nuove risorse pubbliche... a favore dei capitalisti( incentivi ai profitti delle aziende, riduzioni fiscali alle imprese, sostegno alle esportazioni come nel caso della Fiat, pagamento del debito pubblico alle banche..). Mentre ai lavoratori e alla popolazione povera si riserva la mannaia del fiscal compact contro pensioni, sanità, scuola, prestazioni sociali. Nel nome del “rigore” e del “risparmio”.
La verità è che la “Terza Repubblica” che da più parti viene invocata è la riproposizione aggravata della seconda: una democrazia censitaria al servizio del capitale finanziario.
Solo una Repubblica dei lavoratori può restituire moralità alla politica: liberandola dalla subordinazione a industrie e banche, e dunque dai comitati d'affari al loro servizio; dando il potere a chi lavora: e dunque erigendo uno Stato a buon mercato, in cui non esistano privilegi e vitalizi per gli eletti, ma in cui ogni eletto abbia uno stipendio non superiore a quello di un impiegato e sia permanentemente revocabile dai propri elettori.
Solo questa prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria può estirpare corruzione e malaffare.
E' la prospettiva per cui si batte il PCL: contro i partiti dominanti e contro ogni (ennesima) truffa populista.
La seconda Repubblica annunciata 20 anni fa nel nome della “moralizzazione” della vita pubblica è dunque fallita proprio sul terreno che aveva evocato. Il Dio mercato che avrebbe dovuto ripulire “la politica” da clientelismi e ruberie, ha moltiplicato clientelismi e ruberie proprio attraverso i canali del mercato: privatizzazioni, esternalizzazioni, edilizia contrattata.. a livello centrale e periferico. Il sistema elettorale maggioritario, la crisi dei vecchi partiti,l' americanizzazione della politica borghese, hanno fatto il resto. La truffa ideologica “federalista” attorno al primato delle Regioni e dei governatorati ha dato a sua volta copertura alla moltiplicazione periferica dei peggiori mercimoni.
Ma c'è di più. Oggi, come 20 anni fa, il discredito pubblico della politica borghese, viene cavalcato da forze confindustriali e/o populiste in funzione dell'ennesima operazione trasformista: che nel nome della “moralità della politica” e della “fine dei privilegi” chiede in realtà il monopolio del finanziamento privato dei partiti ( già operante da parte di industriali e banchieri) per liberare nuove risorse pubbliche... a favore dei capitalisti( incentivi ai profitti delle aziende, riduzioni fiscali alle imprese, sostegno alle esportazioni come nel caso della Fiat, pagamento del debito pubblico alle banche..). Mentre ai lavoratori e alla popolazione povera si riserva la mannaia del fiscal compact contro pensioni, sanità, scuola, prestazioni sociali. Nel nome del “rigore” e del “risparmio”.
La verità è che la “Terza Repubblica” che da più parti viene invocata è la riproposizione aggravata della seconda: una democrazia censitaria al servizio del capitale finanziario.
Solo una Repubblica dei lavoratori può restituire moralità alla politica: liberandola dalla subordinazione a industrie e banche, e dunque dai comitati d'affari al loro servizio; dando il potere a chi lavora: e dunque erigendo uno Stato a buon mercato, in cui non esistano privilegi e vitalizi per gli eletti, ma in cui ogni eletto abbia uno stipendio non superiore a quello di un impiegato e sia permanentemente revocabile dai propri elettori.
Solo questa prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria può estirpare corruzione e malaffare.
E' la prospettiva per cui si batte il PCL: contro i partiti dominanti e contro ogni (ennesima) truffa populista.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Partito Comunista dei Lavoratori - Empoli
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