giovedì 19 dicembre 2013

Adozione Piano Rifiuti. Sgherri si astiene.

CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”

Adozione Piano Rifiuti. Sgherri:” Un piano con obbiettivi ambiziosi, ma anche con criticità. Lavorare per un percorso di cambiamento da qui all’approvazione. Oggi astensione”

Firenze, 19 dicembre. Un piano con obbiettivi ambiziosi, ma anche con criticità, e rispetto al quale emerge la necessità di dare gambe al raggiungimento degli obbiettivi medesimi, con adeguati riparametra menti su più punti di vista, impegno questo che deve essere l’obbiettivo da oggi – adozione – al momento dell’approvazione.
La risoluzione approvata oggi aiuta ad andare in questa direzione. Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi in Consiglio Regionale al riguardo dell’adozione, oggi in aula, del Piano Regionale dei Rifiuti.
“Resto basita – esordisce Sgherri – dalle accuse strumentali del centro destra, che riconducono a “ideologia” gli obbiettivi di raccolta differenziata e riduzione della produzione dei rifiuti, un atteggiamento “autistico”,  che ignora quanto avviene in altre Regioni:  ad esempio sulla percentuale di raccolta differenziata abbiamo già oggi ai primi posti – fonte Ispra – realtà amministrate dal centro destra come Veneto (con oltre il 60 %), Trentino, Piemonte Lombardia, così come quelle stesse realtà sono sopra i 400 kg per abitante pro capite per quanto riguarda la produzione dei rifiuti.
La Toscana su questo è penultima con 614 kg/abitante. Nel merito il piano si pone obbiettivi ambizioni sulle buone pratiche, sulle percentuali e qualità della raccolta differenziata, sul superamento della raccolta stradale, con tariffazione puntuale e porta a porta ecc. Vi sono però alcuni punti critici minano la coerenza dell’impianto del Piano e non aiutano a incontrare la fiducia di quelle tante soggettività della società toscana che mettono impegni per una buona politica in tema di rifiuti. Il primo è non aver aggredito a sufficienza appunto la riduzione della produzione dei rifiuti, quando nel piano al 2020 sono confermati quantitativi pro capite di rifiuti insostenibili (un meno 30 kg rispetto ad oggi) quando già oggi ci sono  realtà regionali, come sopra detto, che sono poco sopra i 400 kg pro capite e tenuto conto del trend che vede oggi una riduzione della produzione, e stime che dicono che solo fra venti anni raggiungeremo i livelli pre crisi.
Su questo va affrontato il nodo – già indicato nella scorsa legislatura – della de assimilazione attiva, con una contabilità separata dell’assimilato e la capacità di intercettarlo e riciclarlo. Un altro è il non raggiungimento di un punto che aveva ispirato la legge di riduzione degli ATO: cioè quello di avere Ato con “le spalle più larghe” per una chiusura del ciclo che permettesse di avere una programmazione che potesse ridurre il numero degli impianti di un certo tipo, programmasse altri tipo di impiantistica e le buone pratiche ecc: il risultato ad oggi che abbiamo Piani Inteprovinciali fotocopia dei vecchi piani provinciali e di conseguenza un un numero e dimensionamento impiantistico assolutamente ingiustificato
Strettamente collegato agli obbiettivi di percentuali di raccolta differenziata (nel piano il 70 % solo al 2020) è la necessità di tappe intermedie di verifica degli andamenti per poter prendere le dovute iniziative atte a raggiungerli. Questo aspetto è collegato ad un altro punto da aggredire: il fatto che vada rovesciata una logica “perversa”, che crea un sistema “mostruoso” di unilateralità degli obblighi. Cioè che il pubblico abbia una serie di obblighi verso i gestori ma non il contrario: essi non raggiungono gli obbiettivi ma gli effetti ricadono esclusivamente sui cittadini – vedi l’eco tassa -; una situazione da sanare, con disincentivi e penali da parte del pubblico se il gestore non raggiunge gli obbiettivi, e così anche aiutare a compiere scelte corrette sulle questioni impiantistiche e far rispettare la programmazione pubblica.
Se si punta – come si punta - su generalizzazione della buona raccolta differenziata porta a porta si deve certo puntare ad avere tariffa puntuale, ma questo impone di togliere i cassonetti stradali, mentre ad esempio a Firenze Quadrifoglio ha recentemente rinnovato nella città il sistema dei cassonetti! Aggiungendo quello dell’organico: con neanche un volantino di spiegazione minimale; la cattiva qualità della raccolta differenziata così è scontata. Cassonetti pieni di sacchetti di plastica con un po’ di organico. Se di impegni ed obblighi e obbiettivi non scritti sulla carta si deve parlare questi devono coinvolgere anche i gestori nella responsabilizzazione! La risoluzione oggi approvata permette di aprire un percorso per lavorare sulle criticità, a partire da una puntuale e veritiera quantificazione della produzione dei rifiuti sulla cui base verificare tutte le necessità impiantistiche. Il nostro impegno non mancherà

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