lunedì 30 dicembre 2013

Per Bahar

Il comitato comunista Fosco Dinucci aderisce al comitato ed invita tutti a diffondere e partecipare


Chi
lotta non va MAI abbandonato!
Giovedì
21 novembre lo
scrittore e militante per la pace belga Bahar Kimyongur, di
origine turche,
in base ad una richiesta di arresto ed estradizione da parte del
regime della Turchia è stato fermato e rinchiuso nel carcere di
Bergamo. Il 2 dicembre il Tribunale di Brescia ha deciso la sua
scarcerazione con obbligo di dimora prima a Marina di Massa e
successivamente nel comune di Massa. 

Bahar
Kimyongur è
un militante antimperialista,
da molto tempo attivo nella solidarietà con i prigionieri politici
in Turchia e nell'opposizione alle politiche del regime turco. Per
questa sua attività è già stato incarcerato in Olanda, in Belgio
(dove è stato processato e infine assolto) e quest'estate in Spagna,
dove si trovava in vacanza con la famiglia. 

Bahar
nel 2006 dichiarava presso la Corte Appello del Gand (Belgio): 

“Lo
stato turco è una democrazia! Una democrazia che maltratta i
prigionieri politici con l'isolamento carcerario, con le misure
coercitive e punizioni disciplinari, che rapisce e giustizia i suoi
oppositori, che spara ai bambini in particolare ai kurdi, che
colpisce duramente gli operai, gli impiegati, i disoccupati e i
militanti per i diritti umani, che decora i boia, che impone la
censura, che sequestra gli organi di stampa ed imprigiona i
giornalisti, che vieta i concerti musicali e le manifestazioni, che
sospende le trasmissioni radiofoniche e omologa il pensiero e
criminalizza le idee alternative, che nega l'innegabile genocidio
armeno, che arma le organizzazioni paramilitari... che affama il
popolo svendendo le risorse del paese alle multinazionali, che
organizza il traffico della droga con convogli interni scortati dalla
polizia, che immette la droga in luoghi ove domina la povertà, che
organizza attentati all'estero, in particolare in Belgio..."


Denuncia,
informazione e controinformazione sono sufficienti a porre Bahar
permanentemente
in "libertà provvisoria e vigilata”!
Per
questo la mobilitazione che si è immediatamente sviluppata, per la
sua libertà, deve continuare fino ad impedire l’estradizione in
Turchia. Possiamo
solo immaginare quale sarebbe il destino di Bahar una volta
estradato nella “democratica” Turchia. Paese dove si
applica, tra l’altro, la tortura sistematica sui prigionieri.
L’estradizione
va assolutamente respinta.
Facciamo
appello alla più ampia solidarietà, senza la quale non è possibile
strappare alcun risultato
La
solidarietà è un’arma: esercitiamola
Sabato
4 gennaio
2014 dalle ore 16.00 alle ore 19.00 a Massa
di
fronte al teatro Guglielmi ed al Comune
PRESIDIO
per la liberazione del compagno Bahar
Comitato
per la liberazione di Bahar 

Massa
28 dicembre 2013
70°
anniversario della fucilazione 

dei
7 fratelli Cervi

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