giovedì 12 dicembre 2013

n+1 - Newsletter numero 204, 9 dicembre 2013

<1.gif>n+1Rivista sul "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente"
Newsletter numero 204, 9 dicembre 2013
Supplemento alla rivista n+1
Direttore responsabile: Diego Gabutti
Registrazione al tribunale di Torino n. 5401 del 14 giugno 2000

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L'ora dei forconi
Da domenica notte (8 dicembre) è stato proclamato "l'inizio della fine del mondo". Ovunque si sono radunati gruppi di manifestanti, picchetti, cortei, presidi, ecc. In genere poche persone in ogni raggruppamento, ma nel totale certamente molte. Di fatto il blocco è riuscito, l'Italia bottegaia "s'è desta". Programmi: niente. Parola d'ordine: "mandiamo a casa i politici". Poco altro. Fiancheggiatori: fascisti, ultrà del calcio, centri sociali, studenti, qualche sinistro di passaggio. Insomma, il popolo. Molteplici coordinamenti. In alcuni casi prove riuscite di efficienza organizzativa, in altri il caos. La crisi morde tutte le classi man mano si allunga e si aggrava. La piccola borghesia scoppia di rabbia, ha qualcosa da perdere e diventa radicale. Il proletariato per adesso non conquista la piazza. Da una parte è precario, schiavizzato e tenta lotte disperate. Dall'altra è paralizzato dal terrore di perdere il lavoro. Perciò via libera, per adesso, a coloro che percepiscono come prospettiva terrificante quella di essere espropriati. E imprecano contro i "colpevoli" che "annientano" le loro aspirazioni. Per una curiosa coincidenza l'8 dicembre è anche l'anniversario del tentato "Golpe Borghese", i cui protagonisti confluirono nel sottobosco della P2, ricettacolo di rappresentanti delle mezze classi.
2005: Una vita senza senso

Costantino, 1700 anni di mitografia
L'anniversario del fatidico editto del 313 è stato celebrato un po' dovunque. A dire il vero la celebrazione della "tolleranza" imperiale sarebbe spettata a Galerio il cui editto è di due anni prima. Ma Costantino trionfava nella battaglia di Ponte Milvio innalzando le insegne cristiane, eccetera eccetera. Santo per gli Ortodossi, prudentemente escluso dal catalogo dei santi dalla Chiesa romana, Costantino è forse l'esempio più calzante di costruzione di un mito, ben lubrificato dalla madre Elena, terribile archeologa della Vera Croce, santa con le carte in regola, anche se mandante omicida. Costantino non era cristiano. Sfruttò la dottrina che ormai aveva permeato la società romana e soprattutto l'esercito. Era più che altro un soldato, ma assai poco incline a quelli che sono creduti valori militari: massacrò prigionieri dopo aver promesso di salvarli se si fossero arresi; si divertì a far sbranare nemici catturati; ordinò una strage di cittadini dopo la conquista di Roma; uccise, tra gli altri, sua moglie e suo figlio. Adorava il Sole, ci tenne a rimanere Pontefice Massimo del paganesimo. Dicono i mitografi che si fece battezzare in punto di morte.
2009: Struttura frattale delle rivoluzioni

Die grosse Stagnation
Non è più Germania Felix, se mai lo è stata. The Economist si chiede come mai i tedeschi si sentano più poveri, insicuri e impauriti. La grande coalizione politica potrebbe non funzionare più: il Partito Socialdemocratico ha deciso di non legarsi le mani alla cieca e ha indetto un referendum fra i propri iscritti per il 14 dicembre. Il reddito medio è crollato dopo il "successo" della legge Hartz che permette di impiegare milioni di lavoratori a salari di sopravvivenza. Il salario reale scende spesso a 6 euro all'ora mentre il limite legale è 8,50. Mantenendo alto il tasso di occupazione, la produttività per addetto negli ultimi 10 anni è cresciuta la metà di quella della Spagna. Di conseguenza il sistema è diventato pachidermico: è quello che si è riformato di meno fra tutti i paesi dell'Unione e non ricorre più ad investimenti, crollati del 20% nello stesso periodo. Bloccati molti lavori pubblici, manca la manutenzione delle infrastrutture, tanto che il 14% dei viadotti autostradali è dichiarato "insicuro". Se salta la grande coalizione salta la residua stabilità politica europea. E già serpeggia un antieuropeismo diffuso, in Germania e fuori.
2010: Quo vadis Germania?

California, California!
Si sapeva che questo grande stato era prossimo al fallimento per debiti. Si sapeva che le sue infrastrutture erano fatiscenti, specie la rete elettrica privata. Si sapeva che vi erano due Californie, quella palese, ricca, dorata, simboleggiata da Hollywood e dalla Silicon Valley, e quella nascosta, miserabile, però talmente minoritaria da non sconvolgere la statistica sulla distribuzione del reddito. Era un'immagine falsa. La soglia di povertà è stata rivista dal Census Bureau e s'è scoperto che in uno degli stati più ricchi d'America 8 milioni di persone non riescono ad acquistare cibo sufficiente, e un bambino su quattro vive in una famiglia povera (uno su tre fra i Latinos). I californiani sotto il livello di povertà sono il 22% del totale (a livello federale sono il 14,5%). Si sono "impoveriti" anche i ricchi della fascia bassa mentre quelli della fascia alta si sono arricchiti. Come ovunque.
2006: La legge della miseria crescente

Terra vergine, capitale satiro
È bastato che gas e petrolio salissero di prezzo oltre la soglia del terreno peggiore (quello che stabilisce se convenga sfruttare un giacimento o chiuderlo) ed ecco il miracolo: la produzione degli Stati Uniti è passata da 15 milioni di barili al giorno nel 2006, a 22 milioni oggi. Tutta la differenza è dovuta alla costosa tecnologiafracking applicata a vecchi e nuovi giacimenti. L'amplesso orgiastico del Capitale con Scienza, Tecnologia e Terra ha partorito l'indipendenza energetica per il gigante imperialistico un po' acciaccato. Indipendenza? Il prezzo non lo stabiliscono gli Stati Uniti ma l'Arabia Saudita, il maggiore esportatore, e la Cina, il maggiore importatore. Se scende, chiudono i pozzi a tecnologia fracking; se sale, aumenta la bolletta energetica. A proposito: estrarre gas e petrolio con ilfracking richiede moltissima energia e il bilancio è tutto da verificare. E c'è un altro fattore: l'instabilità sociale che monta nel mondo, in Medio Oriente in particolare. Sarà un caso, ma la Quinta Flotta è stata allertata. Tutto si concatena.
2012: La grande dissipazione energetica come transizione di fase

Moneta "matematicamente elegante"
Così The Economist ha definito il Bitcoin, la moneta virtuale. Essa è effettivamente basata sulla matematica, bisognerà capire a che cosa serve. Ogni valuta (Dollaro, Euro, Yen ecc.) è già virtuale e da tempo e si confronta con altre valute in forma di bit. Il Bitcoin è, né più né meno, la stessa cosa, solo che invece di essere emesso da uno stato è "creato" dal nulla con un software peer to peer, da pari a pari. Non ha nazione, non è depositato in banca, chi vuole se lo crea da sé gratuitamente, partecipando alla gestione di un sistema controllato da chiavi criptate. Non avendo uno stato alle spalle, il suo utilizzo si basa esclusivamente sulla fiducia nelle altre persone che partecipano al gioco. Una volta avviato, il sistema richiede risorse di calcolo crescenti, dato che esse aumentano con l'aumentare dei partecipanti e delle loro transazioni. Mentre scriviamo la rete di computer che genera Bitcoin ha raggiunto una potenza pari a quella dei 500 maggiori supercomputer del mondo combinati (50.000 petaflop). Transazioni anonime illegali sono state scoperte e tutte le polizie e i servizi segreti del mondo stanno cercando di capire quel che succede. Il Bitcoin era scambiato a 230 dollari in aprile, a 70 dollari in luglio, e a 600 in novembre. Fluttua, quindi è. Ma è che cosa? Forse la risposta è più facile di quanto si creda: il Capitale sta cercando il modo per autonomizzarsi completamente, definitivamente.
2002: L'Europa disunita e la moneta dei suoi Stati

La Roccia Nera
Dicono che siamo in crisi economica. Ma la parola "crisi" descrive un fatto acuto mentre questa situazione dura da sei anni. Eppure tutti si ostinano a dire che si tratta della solita alternanza fra boom e depressione, cioè un fenomeno ciclico. Non pretendiamo che abbiano letto Marx, ma la semplice esperienza empirica dovrebbe insegnare qualcosa: ogni crisi moderna è teoricamente superabile, ma a patto che si cancelli il capitale in eccesso in modo che si possa ritornare alle condizioni di partenza e ricominciare il ciclo (tralasciamo per un attimo la lotta di classe). Il problema si potrebbe risolvere (forse) tenendo sotto controllo il Capitale, ma come si fa? Prendiamo ad esempio la BlackRock, una società americana di asset management, gestione di valori (a qualsiasi titolo), che ha cura di patrimoni equivalenti a 4.100 miliardi di dollari. La sua centrale operativa si basa sulla potenza di calcolo di un cluster formato da 6.000 computer che controllano il comportamento di 170 tra banche, fondi pensione, fondi di dotazione, assicurazioni, ecc. Il programma che governa questo sistema si chiamaAladino e connette alla gestione interna 17.000 operatori finanziari esterni, ognuno con il proprio computer, ognuno con gli occhi al mercato attraverso il filtro della matematica installata sul sistema. Il quale, in modo praticamente autonomo, gestisce capitali per altri 11.000 miliardi di dollari oltre ai 4.100 gestiti direttamente. E il sistema incamera 1.000 miliardi di dollari in più ogni anno. Ha inglobato parte della Merrill Lynch e l'intero asset management della Barclay's con la compiacenza dello Stato. 15.000 miliardi di dollari sono l'equivalente dell'intero PIL americano, ma Aladino, nonostante le cifre mostruose, tiene d'occhio solo il 7% degli asset finanziari esistenti nel mondo. Altri programmi simili controllano il resto. Ebbene: chi controlla che cosa?
2000: Patologie dell'investimento

La stupida macchina
Da sei anni i computer usati dagli economisti non ne azzeccano una. I fondi d'investimento che li usano massicciamente stanno facendo perdere miliardi di dollari ai loro clienti. Il primo guaio è che delle macchine non se ne può fare a meno, perché nessun essere umano è più in grado di analizzare i mercati finanziari per fare previsioni. Il secondo guaio è che le macchine possono solo lavorare su dati quantitativi e al massimo sfruttarli per simulazioni di scenari qualitativi e per fare previsioni hanno bisogno di scovare regolarità nel passato per proiettarle nel futuro probabile. Non ce la fanno a "capire" cosa diavolo significhi, razionalmente, il comportamento di governanti che hanno perso il controllo della situazione e sparano teorie a caso sulle quali imbastiscono provvedimenti. Immaginate un povero computer alle prese con la politica economica dei governi italiani…
2006: La legge della miseria crescente

Toh, maschi e femmine pensano in modo diverso
Era ora: adesso è scientificamente dimostrato che uomini e donne non pensano allo stesso modo. La donna ha una memoria più robusta, è socialmente più adattabile, ha una migliore capacità di dedicarsi a più cose in una volta. L'uomo ha maggiori capacità di controllo dello spazio, maggiore capacità di concentrazione sugli obiettivi, migliore coordinamento collettivo. La differenza è stata quantificata scansionando 950 cervelli dal vivo nei reparti di neurologia dell'università di Pennsylvania. Accidenti, bel colpo. Ma a che serve? Sapevamo già che l'evoluzione si collega con le condizioni materiali, che i paleomaschi non allattavano marmocchi e le paleofemmine non andavano a caccia di bufali guardandosi dai leoni. E che tutto questo ha contribuito a "fare" il cervello, non viceversa.
2000: Il cervello sociale

Che fine hanno fatto i BRICS?
Dovevano essere i cinque paesi in grado di rivitalizzare il capitalismo, ma... Nel 2003 il Brasile iniziava un'ascesa che lo portava al 7° posto nell'economia mondiale, prima di Inghilterra, Francia e Italia. Nel 2010 la sua economia cresceva ancora del 7,5%, ma nel 2011 il tasso di crescita scendeva al 2,7 e nel 2012 all'1,3, mentre ora è in recessione. La Russia, dopo un decennio di risalita dal 1998 al 2008 con un tasso medio di crescita del 7%, ha avuto un crollo al -7,5% nel 2008 fermandosi al +4% medio negli anni successivi. Anche l'India ha avuto una crescita media del 7% dal 1997 al 2007, ma ha rallentato al 6% negli anni successivi. Nello stesso decennio in cina il tasso di crescita raggiungeva l'11%, per scendere poi sino al 7,8% nel 2012. Il Sudafrica è cresciuto nel decennio del 5% medio ed è sceso dal 2007 al 2,3%. Quelle relative a Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (BRICS) sono cifre che farebbero gola ai maggiori paesi capitalistici sviluppati, precipitati in una crisi molto più nera. Tuttavia non è la cifra assoluta che preoccupa, ma l'andamento nel tempo. Infatti le cinque economie sono sincronizzate intorno agli stessi problemi: crescita del debito, mancata risposta della sfera produttiva agli stimoli monetari, ingigantirsi della sfera finanziaria, per definizione incontrollabile, crescita dell'inflazione. E soprattutto, i cinque paesi hanno forti tensioni sociali interne.
2012: Lo Stato nell'era della globalizzazione

Regalo di Natale: kit per barolo fai-da-te
Andate su Internet e immettete tre parole chiave come "wine", "barolo" e "kit". Compariranno diverse idee per un bel regalo che santifichi adeguatamente il Santo Natale. Si tratta di confezioni che contengono più o meno le stesse cose: uno sciroppo, una bustina di enzimi, una di bentonite e qualche recipiente o altro aggeggio tanto per riempire la scatola. Prendete una damigianetta, versatevi lo sciroppo, dell'acqua e gli enzimi. Mescolate per bene e tenete il tutto a una temperatura fra i 20 e i 25 gradi centigradi. Dopo una settimana mescolate, filtrate e imbottigliate. Entro un mesetto il "vino" è pronto da bere. Qui non si potrebbe chiamare vino e tantomeno barolo, ma è made in USA, e "vuolsi così colà dove si puote".
2001: L'uomo e il lavoro del Sole
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