Il Presidente Rossi non ci rappresenta!
Il Presidente Rossi in visita in Val di Cecina ha ricevuto l’accoglienza che si merita insieme alla sua Giunta e alla loro politica antipopolare contro la salute, il territorio, i beni comuni e a favore di ristrutturazioni e privatizzazioni in tema di sanità e trasporti, opere inutili e dannose, multinazionali che hanno poco a che fare con gli interessi collettivi. Ha visitato la Solvay, il porto e l’ospedale di Cecina ed è anche intervenuto in un’assemblea pubblica organizzata dal suo partito … ad averlo saputo avremmo di certo partecipato non per guastare anche quella festa o per avere risposte rassicuranti su “misfatti” che viviamo quotidianamente sulla nostra pelle, ma perché siamo cittadini che hanno senso civico e non ci stanno a stare a guardare alla finestra mentre vengono compiuti danni anche irreparabili contro il benessere di tutti e per il profitto di pochi.
Il Presidente Rossi ha dimostrato tutta l’arroganza del potere accartocciando un volantino e gettandolo in viso al manifestante che gliel’aveva consegnato, tutta la sua pochezza nell’urlare a muso duro che diciamo solo “puttanate”; un potere comunque debole nel cercare di ribaltare i fatti accusando i contestatori di fascismo per aver scritto e detto “Fuori Rossi dalla Toscana”: pur essendo chiaro che lo slogan era riferito alla sua carica istituzionale è stato l’unico appiglio che è riuscito ad escogitare nel tentativo di cascare in piedi, oltre a parlare di strumentalità e insensata contestazione che ha ricondotto alla riapertura della ferrovia pur sapendo che non di questo si trattava, ma bensì della riapertura di una ferrovia in un territorio letteralmente al collasso, di una ferrovia che non avrà alcun futuro se Solvay continuerà a sfruttare in maniera selvaggia l’acqua e il sale di quella terra.
Una contestazione che ha riguardato anche l’attacco alla sanità che Rossi addebita unicamente al governo centrale, dimenticandosi della delibera regionale n. 1235 varata un anno fa (che prevede riduzione dei posti letto, dei servizi territoriali e delle prestazioni, tagli al personale sanitario e ai servizi di pulizia e sanificazione, aumento dei ticket) e delle politiche immobiliari toscane che prevedono lo smantellamento dei piccoli ospedali col meccanismo del project financing (vedi i nuovi ospedali di Lucca, Pistoia, Prato e quello ancora in progettazione di Livorno).
Ma non solo, abbiamo contestato anche le opere inutili e dannose come il porto di Cecina e l’autostrada: in entrambi i casi è sufficiente un’opera di riqualificazione anziché l’urbanizzazione selvaggia del territorio a fini speculativi e finanziari!
A disturbare il Presidente non è stata semplicemente la contestazione, ma il non avere fatti e argomenti su cui reggere la sua politica di attacco ai diritti e priva di soluzioni ai problemi concreti della gente, la cui ribellione aumenta investendo settori sempre più ampi e sempre più uniti nel voler cacciare chi non rappresenta gli interessi collettivi.
Comitato Beni Comuni Val di Cecina, Comitato per la Difesa della Val di Cecona, Medicina Democratica, Partito dei CARC
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