Andrea Malpezzi, Segretario provinciale PRC -
La federazione fiorentina del Partito della Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà e vicinanza alla lotta dei lavoratori del Nuovo corriere di Firenze; che estendiamo a tutti i lavoratori della categoria che rischiano di perdere il posto di lavoro o purtroppo l’hanno già perso.
Quando si parla di giornali che chiudono o rischiano di chiudere, non possiamo non pensare e non citare il nostro giornale: “Liberazione” e alle difficoltà che vive il Manifesto, certo qui altre problematiche rispetto a quelle del Nuovo Corriere, ma questo ci permette di introdurre una riflessione su un tema forse poco popolare, ma sul quale dobbiamo fare una grande battaglia culturale e un po’ di chiarezza, ovvero i finanziamenti pubblici all’editoria. Finanziamenti che quando sono attribuiti a soggetti aventi realmente i requisiti previsti dalla legge, assicurano il pluralismo delle voci e delle idee nell’informazione, perché l’alternativa sarebbe il monopolio dell’informazione lasciato a quelle testate che possono contare sul retroterra delle risorse dei grandi gruppi finanziari o industriali.
L’informazione è parte integrante della cultura di una città, a Firenze sono nate e si sono sviluppate importanti esperienze editoriali, che ne hanno segnato la vita culturale, esercitando anche un’influenza nazionale. Per questo la chiusura di un giornale è un colpo oltre che al pluralismo dell’informazione, alla vita culturale della nostra città.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a chiusure di importanti luoghi culturali come la libreria Condotta 29, Le Monnier, la Libreria d’arte, la Libreria Martelli, la Libreria del Porcellino (ora solo on line e quindi non più un luogo d’incontro), ultimo la libreria Edison che rischia la chiusura. Potremmo poi parlare della situazione in cui versa il Maggio Musicale e via e via non basterebbe il tempo nel segnalare le difficoltà che la nostra città vive sotto il profilo culturale.
Firenze sarebbe davvero una città desolante se tutti i luoghi dove si produce cultura: dalle redazioni dei giornali – com’è il caso del Nuovo Corriere di Firenze – alle librerie, dalle Case del Popolo, i Teatri, i Cinema ai centri sociali; se questi luoghi venissero sostituiti dai soliti negozi del lusso in franchising. Buoni per “spennare” i turisti, ma non per dare vivacità culturale a questa città.
Ecco perché sarebbe necessario aprire, unificando le varie lotte in atto, una vertenza generale per la cultura e l’occupazione.
La cultura inoltre non può essere ridotta a sola questione economica, era e rimane ridicola l’affermazione di un ministro: “con la cultura non si mangia”.
Concludiamo ribadendo la nostra piena solidarietà, il Partito della Rifondazione Comunista sostiene le vertenza dei lavoratori della cultura e dell’informazione e mettendo a disposizione le proprie strutture ed i propri rappresentanti istituzionali.
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