ORA SONO ARRIVATI ANCHE I RENZIANI
NELLA SCIA DEL CAPO MATTEO SI FANNO
LARGO ANCHE NELLE PERIFERIE
Nell’era della fantapolitica i demagoghi si rinnovano
in continuazione. Chi non ricorda “Roma ladrona” della Lega e ancora più in
alto e per un ventennio, sempre che sia finito, “il presidente operaio”
Berlusconi, cui tanti italiani, fino al “bunga – bunga”, gli avevano dato
fiducia. Di Pietro e Grillo alternano sprazzi di demagogia in un contesto,
però, di verità e condivisione su quello che dicono.
Il problema di Grillo e in
parte anche di Di Pietro è che oltre loro c’è il voto. specie nelle periferie
si trovano a imbarcare arrivisti di pochi scrupoli pronti a cavalcare
l’opportunità, ma poi quando arrivano a occupare spazi di potere si
rilevano incapaci, quando va di lusso.
Dagli opportunisti si difendono male un po’ tutti i partiti, purtroppo anche
quelli più a sinistra. Per questi ultimi va meglio perché i principi sono
ancora parte importante dei loro programmi e di conseguenza è più difficile
“mascherare”.
Tutto questo accade perché i “valori”, ereditati dalla
rivoluzione francese, sono continuamente sotto attacco. Quindi, onestà,
giustizia sociale, ecc. ecc. non fanno più parte nemmeno dei programmi di certi
partiti con radici di sinistra. E così la fiducia di un tempo nei partiti e nei
leaders della sinistra è venuta meno. Lo “zoccolo duro” costituito da tanti
militanti con le idee chiare faceva da barriera e al tempo stesso da avamposto
nelle lotte per l’emancipazione. Il dramma si è verificato quando anche dalla
sinistra e dai sindacati, il messaggio è arrivato confuso e contraddittorio,
seminando sconcerto e sfiducia. Oggi si parla di “spread” si prendono per buoni
i giochi perversi della finanza e si dice poco, e niente si fa, in difesa dei
diritti, del sociale, della sanità e della scuola pubblica, dei servizi, ecc.
La stessa democrazia è in qualche modo messa in discussione.
In un clima si fatto, tra i demagoghi di turno fa buon
viso anche il “rottamatore” Matteo Renzi. Questo personaggio è ancora più
insidioso perché in un momento in cui la gente è sfiduciata e frastornata, e
questo accade anche nel popolo della sinistra, Renzi porta la “buona novella”. Da buon imbonitore
non scende mai nei dettagli di cosa
vorrebbe fare in concreto. Sta sul “generico” agitando l’ascia del rottamatore,
strizzando gli occhi all’uomo di destra e a quello di sinistra. Quello di
destra in particolare, non ha perso tempo a riconoscerlo come persona che
piace, basta che riesca davvero a portare avanti fino in fondo il processo di
rottamazione del “vecchio”. Già!!! Ma cos'è quel vecchio a cui fa riferimento
Renzi? Quello che c'è da capire bene, appunto, è cosa intende Renzi con il
vecchio da rottamare. E’ quel vecchio-giovane di cui fa parte anche Renzi:
Veltroni, D’Alema, Franceschini, fino a Bersani, rottamatori anch’essi
dell’eredità Berlingueriana? Renzi vuole rottamare gli attuali dirigenti del
PD, rei di aver creato un vuoto a sinistra, per ripristinare principi e diritti
perduti? Fosse così…..?! Ma non credo proprio. Renzi pesca nell’ambiguo e nel
malcontento per finire di rottamare anche quel poco di sinistra che è rimasto.
4 agosto 2012
Emiliano Favilla
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