martedì 4 settembre 2012

«Pomodori alla diossina, la Lonzi vada via»


«Pomodori alla diossina, la Lonzi vada via» 
Davanti alla Provincia protesta del comitato dei residenti con ortaggi e cartelli: fare analisi sui terreni 


da Il Tirreno

di Valeria Cappelletti LIVORNO Hanno portato cesti di pomodori, cavoli e spinaci, gli hanno disposti davanti alla porta d’ingresso della sede della Provincia e accanto hanno affisso un cartello con scritto: “Pomodori alla diossina, amministrazione dei nostri stivali, volete favorire?”. Sono i prodotti che vengono dai terreni confinanti con la Lonzi Metalli, la ditta che si occupa del trattamento e dello stoccaggio di rifiuti urbani speciali pericolosi e non pericolosi. Ortaggi per i quali un’ordinanza, revocata in questi giorni, aveva vietato la vendita e il consumo, dopo l’incendio sviluppatosi a luglio nell’azienda. A portare i prodotti agricoli alcuni membri del comitato formato dai residenti che abitano vicino alla ditta, riunitisi ieri mattina davanti alla Provincia per dire basta a cattivi odori e polveri provocati dall’azienda. Sono padri, nonni, mariti, sollevano cartelli con scritte frasi come: “Dopo 20 anni di promesse, vogliamo che sia spostata subito” o “Sindaco hai fatto un branco di promesse”. Mostrano le fotografie che ritraggono il cumulo di materiale che supera il muro di divisione tra l’azienda e i terreni vicini. Ieri mattina, i rappresentanti hanno anche chiesto di essere ricevuti da Nicola Nista, assessore alle politiche ambientali della Provincia. «Questa estate abbiamo dovuto tenere le finestre chiuse nonostante il caldo torrido - dice Flavio Lombardi, portavoce del comitato – per non respirare l’odore cattivo che arriva dalla ditta. La Lonzi si trova in un’area agricola, a pochi passi ci sono terreni con coltivazioni e c’è persino una fattoria che si occupa di biologico. Torniamo a chiedere all’amministrazione di intervenire per trasferire l’azienda e, in attesa di un luogo alternativo, che i lavori di stoccaggio vengano fatti al chiuso». Alle dieci e mezzo una piccola delegazione del comitato incontra l’assessore Nista per un colloquio, a porte chiuse, che dura un'ora circa: «Abbiamo chiesto all’assessore le analisi chimiche sul terreno – dice Fabrizio Terreni del comitato – per sapere se ci sono sostanze nocive. Nel 2003 l’Arpat trovò valori di mercurio pari a 0.97 mg/kg e 0.95 mg/kg contro gli 0.5 mg/kg del regolamento della Regione per terreni agricoli. L’assessore ha detto che parlerà con il Comune, l’Usl e l’Arpat per trovare una soluzione». Intanto il comitato ha incaricato un laboratorio toscano di effettuare analisi indipendenti sul terreno: «Vediamo i risultati – continua Terreni – e poi valuteremo cosa fare». Il comitato ha anche chiesto all’assessore di effettuare una bonifica dei terreni vicini: «Non c’è solo la Lonzi che provoca inquinamento – conclude Terreni – quando piove molto il rio Cignola si riempie di gasolio e liquami». Intanto, per questa mattina, è previsto un incontro con Leonardo Gonnelli, responsabile della protezione civile del Comune.

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