URBANISTICA: Il gioco delle tre carte non fa bene alla città.
Leggiamo con sorpresa che si torna a costruire in via Goito. Ci sembrava che quell'indice fosse già stato utilizzato, ma non ne siamo certi, con tutto quell'andare e venire di indici e senza tabelle che riassumano gli spostamenti avvenuti nel tempo.
Abbiamo più volte segnalato che lo spostamento degli indici da una zona di trasformazione all'altra, assomiglia al gioco delle tre carte: alla fine nessuno è in grado di tenere il conto, tranne l'assessore Picchi che ci informa come con abitare sociale Coteto si è esaurita la quantità massima di abitazioni prevista dal piano. Ma come abbia fatto i conti non si sa. Negli uffici comunali i dati non esistono. Certo si potrebbero ricostruire attraverso gli atti depositati all'ufficio di edilizia privata. Ma nessuno ha mai richiesto questo consuntivo, anche dopo la decisione di adottare un nuovo prg, e anche dopo le assicurazioni in merito date dall’Assessore Grassi all’OTU in occasione dell’incontro al dibattito sull’urbanistica partecipata.
Qualche cosa la sappiamo di certo: nelle trasformazioni operate è sempre stato utilizzato il massimo consentito (aumentato del 20%). Dopo di che si è vista grande attività edificatoria (nuova edilizia abitativa) anche dove il piano non lo permetteva, come a porta a Mare e in Via Goito nell’area in cui era prevista una struttura commerciale, e dal momento che con modifiche e varianti le aree a servizio si sono trasformate in residenziali, l'altra cosa certa è che lo squilibrio in città è aumentato.
Il piano cosiddetto Insolera (che peraltro non lo ha mai firmato, indignato per lo stravolgimento delle sue proposte) e anche il piano Cagnardi sono miseramente falliti, traditi dalla giunta municipale che li avevano approvati. Ancora una volta chiediamo una relazione tecnica per sapere: come dove e in quali anni sono stati utilizzati gli indici di costruzione, quanti mq di superficie sono stati realizzati nelle diverse destinazioni ad uso abitativo commerciale e terziario e infine quanti nuovi mq di servizi pubblici sono stati costruiti. Con queste informazioni si può procedere con cognizione di causa a una discussione sullo stato dell'arte, e scrivere, i lineamenti per il nuovo piano.
Quanto allo scorporo degli oneri di urbanizzazione, sarebbe il caso di chiudere con questa pratica perversa, dove a conti fatti a rimetterci (e non poco) e solo la parte pubblica cioè i cittadini. Specie in tempo di crisi.
Daria Faggi per
Osservatorio Trasformazioni Urbane
Livorno 28 giugno 2012
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