giovedì 20 settembre 2012

Newsletter PRC n. 127


Newsletter PRC n. 127

Perché sosteniamo i referendum

di Nicola Nicolosi
I prossimi giorni saranno difficili e non possiamo escludere polemiche in merito alla nostra presenza nel comitato promotore dei due referendum sul lavoro.
La nostra posizione su questi temi è radicata da sempre nella storia rivendicativa della Cgil e nella conquista del diritto del lavoro nel secolo scorso. La nozione di civiltà giuridica - scritta con lo Statuto dei lavoratori nel 1970 e dopo trent'anni di dibattiti - che non si può licenziare un lavoratore senza giusta causa e giustificato motivo, è stata cancellata con la cosiddetta riforma del mercato del lavoro.
Le fratture nel diritto lavorativo determinate dal governo di centrodestra di Berlusconi prima, e dal governo Monti poi, non hanno mai avuto il consenso mio e di Lavoro Società.
Coerentemente, lavoreremo nei prossimi tre mesi per raccogliere firme sui due quesiti, per l'abrogaizone dell'art. 8 della manovra di agosto 2011 e delle modifiche all'art. 18 Statuto dei lavoratori apportate con la controriforma Fornero. Leggi tutto

La «decrescita» è in atto. Si chiama povertà

di Gabriele Pastrello - Joseph Halevi
C'è una genia che prospera su tutto lo spettro politico, italiano e mondiale: i lungoperiodisti. L'atteggiamento di chi posa a pensatore del futuro, disdegnando le misure raffazzonate o gli interventi di breve periodo. I lungoperiodisti di destra aborriscono l'inflazione e vogliono una crescita finanziariamente sana; quelli di sinistra sono preoccupati per gli sconvolgimenti causati dalla crescita incontrollata passata. I secondi hanno ragioni migliori dei primi, ma entrambi paiono ignorare che siamo in un periodo di crisi economica che sta già creando recessione e miseria, come sanno bene gli ammalati gravi greci che non possono più curarsi. I primi però non lo ignorano affatto, anzi. Hanno deciso che la crisi economica è un'occasione d'oro per una terapia di immiserimento di ampi strati di popolazione come la cura migliore. Per questo sono acerrimi nemici di Keynes. Leggi tutto

Il catastrofico day after per gli italiani

di Vladimiro Giacchè
Caso Ilva e caso Alcoa. Due storie molto diverse tra loro, che hanno però anche qualcosa in comune. In entrambi i casi, si tratta di ex imprese pubbliche che sono state privatizzate.
È un buon esempio di quanto pesino tuttora sulla nostra economia gli esiti delle privatizzazioni degli anni Novanta. Già questo sarebbe un ottimo motivo per occuparsene. Ma non è il solo. Oggi si torna a parlare della vendita di proprietà pubbliche per ridurre il debito. Sarebbe una buona idea? Capire cosa è successo venti anni fa può aiutarci a rispondere a questa domanda.
1) Dal 1992 al 2000 la gran parte dell’i n dustria di Stato e delle banche pubbliche è stata posta sul mercato. Si tratta del più ampio processo di privatizzazione mai realizzato in Occidente. La tecnostruttura guidata da Mario Draghi, all’epoca direttore generale del Tesoro (che mantenne la carica sotto 6 diversi ministri), privatizzò imprese statali per un valore di 220.000 miliardi di lire, oltre 110 miliardi di euro. Leggi tutto

 «Basta con l'Europa dei diktat e dei banchieri»

Intervista Luciano Canfora
di Paolo Valentini
Ce lo chiede l'Europa. Quante volte abbiamo sentito questa frase rintronare le nostre orecchie? Quante volte i media ci hanno riportato alla cruda realtà immobile dei tempi moderni, al diktat incontrovertibile che da Bruxelles, scivolando astioso verso le Alpi e infrangendosi violento e impietoso su Roma e il suo palazzo, è entrato nelle case di tutti gli italiani. Ce lo chiede l'Europa e tutto smette di essere complesso. Tutto diventa unilaterale. Sul tema, purtroppo, la sinistra esprime posizioni subalterne.
Luciano Canfora ha un'idea precisa su questo. Ha da poco pubblicato un libro per Laterza (È l’Europa che ce lo chiede. Falso!) in cui analizza la condizione attuale, smascherando senza pietà le trappole e i luoghi comuni che buona parte della classe politica, anche quella di sinistra, continua a ripetere fino allo sfinimento. Leggi tutto

«Non ci sarà uscita dalla crisi senza una rivoluzione fiscale»

di Etienne Balibar
Jürgen Habermas ha parlato alto e chiaro sulla situazione europea e le decisioni che essa esige nell'articolo scritto assieme all'economista Peter Bofinger - membro del Consiglio tedesco dei saggi - e all'ex ministro bavarese Julian Nida-Ruemielin, uscito sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung il 3 agosto scorso (in italiano su Repubblica del 4 agosto) con il titolo «Rifiutiamo una democrazia di facciata», nel quale prende di mira le allusioni di alcuni membri del governo sulla elezione a suffragio universale di un presidente dell'Europa per legittimare il patto di bilancio europeo.
Nell'essenziale la tesi di Habermas è che la crisi non ha nulla a che vedere con le «colpe» degli Stati spendaccioni che gli stati «economi» stenterebbero a risanare (in tedesco «Schuld» significa sia «debito» sia «colpa»). Leggi tutto

Alla Lagor si applica la riforma Fornero

di Nicolò Ollino
Alla Lagor di Cerro Tanaro, provincia di Asti, si applica la Riforma Fornero del lavoro. Deteniamo infatti il triste primato della prima città che licenzia, dopo lo scassinamento dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, per motivazioni economiche quindi oggettive ed incontrollabili quindi molto spesso false e discriminatorie. Come è successo per esempio nel caso di Vittorio Gaffodio, 45 anni, Rsu FIOM/CGIL (come un altro licenziato, il terzo ad ogni modo è un ex FIOM, insomma: dei rompicoglioni da far fuori). A Vittorio il medico prescrisse l’impossibilità di svolgere il turno di notte in azienda per problemi di salute ma Vittorio da quando lavorava li alla Lagor afferma di aver fatto al massimo una settimana complessiva nel giro di vari anni di turno di notte. Leggi tutto

Musica e parole dove venne ucciso Federico

di Marco Zavagli
Un concerto, il primo di un appuntamento che avrà cadenza annuale, per ricordare Federico Aldrovandi. Si terrà oltre un cartello diventato tristemente famoso. Quello che campeggia in via Ippodromo a Ferrara. “Zona del silenzio”. Sotto quella scritta sette anni fa giaceva sull’asfalto il corpo del ragazzo. Diciotto anni, morto senza una ragione sotto i manganelli di quattro poliziotti oggi condannati per omicidio colposo in via definitiva.
“Zona del silenzio” era diventato anche il titolo di un graphic novel scritto a quattro mani da Checchino Antonini e Alessio Spataro. La scelta ricadde su quel cartello perché ricordava la faticosa, spesso impossibile, ricerca di testimoni tra i residenti di via Ippodromo.  Leggi tutto

Il linguaggio dell’odio

di Elisa Finocchiaro
Seduta sul bus, guardo le scie delle luci nel buio, fuori. Il vetro del finestrino riflette anche l’interno, così mi accorgo che la voce che sento, si sta rivolgendo proprio a me. Mimmo, così si fa chiamare Mohammed. Un berretto ed una tuta blu con una scritta sul petto che pubblicizza sanitari. Alcune parole le dice ad alta voce, come per sottolineare di conoscere espressioni che solo un romano doc potrebbe utilizzare. Mi chiede il permesso di appoggiare il suo zaino sullo spazio vuoto che ho affianco. Rispondo “Certo” e lui rimane stupito, e mi chiede “Come sai cosa c’è dentro? Potrei essere un terrorista”. E poi subito “Non preoccuparti, io sono idraulico, io lavoro con italiani”, come per rassicurarmi. Gli accenti sottolineano fortemente “idraulico” e “italiani”. Ride. “Io domani, lavoro, presto. Devo svegliarmi presto.”   Leggi tutto

Rete No War sostiene il presidio a Milano

E' inammissibile e gravissimo che il mondo, soprattutto quello del pacifismo e di gran parte della sinistra, tentenni, fino all’immobilismo, di fronte ad una vera e propria invasione in atto in Siria - Paese sovrano -  ad opera di forze straniere per nulla interessate alle sorti del popolo siriano, alla sua autodeterminazione, o alle sue richieste di maggiore democraticità.
Ci sono tanti modi per insanguinare un Paese. La guerra in Siria c’è già: l’ingerenza esterna da parte delle potenze occidentali e petromonarchiche hanno alimentato una devastante guerra per procura, con la fornitura di finanziamenti, armi, combattenti, consiglieri e appoggio diplomatico. Leggi tutto

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