lunedì 17 febbraio 2014

Biomasse a Castelfiorentino, le vuote proposte del Falorni

COMUNICATO SU IMPIANTO BIOMASSE

Ancora una volta i media utilizzano in modo acritico un comunicato della squadra del Falorni, candidato alle primarie del PD.
Adesso finalmente, diranno alcuni, si parla di un progetto concreto: un impianto a biomasse per scaldare la zona sportiva e le scuole limitrofe. L’idea sarebbe anche interessante se… fosse un’idea. Infatti Falorni e colleghi non parlano della potenza installata prevista per l’impianto, né spiegano come nella pratica dalla biomassa si ottenga energia.
Sembrano cose banali o puntigliose, ma sono molto importanti. Vi spieghiamo perché.

Come funziona l’impianto?
Affermare che le biomasse vengono trasformate in energia senza produrre fumi e in modo “naturale” ci pare poco serio. Un’Amministrazione Comunale deve mettere dei paletti seri al project financing per dare il buon esempio e fungere da volano per uno sviluppo reale, in tutti i sensi: tecnologico, ambientale e occupazionale.
Per trasformare biomasse in energia esistono in generale solo due modi: bruciarla o farla fermentare. Nel primo caso, i fumi possono non essere nocivi ma serve un ottimo impianto di filtrazione del particolato. Inoltre la combustione produrrà sempre anidride carbonica, per forza di cose! Un ottimo progetto, semmai, deve prevedere la minimizzazione della produzione di vapor acqueo (quello che si porta dietro più odori) e monossido di carbonio.
Il secondo caso é quello che riteniamo più adeguato, dal punto di vista tecnologico ed anche ambientale. Le biomasse possono essere lasciate a fermentare in un ambiente con poco ossigeno; per un processo naturale verrà prodotto un miscuglio di gas, principalmente idrogeno e metano. La combustione di questi gas genera energia in modo più efficiente e pulito rispetto alla combustione diretta della biomassa. Inoltre il residuo secco può essere utilizzato nel processo di produzione del compost e come combustibile stesso, ancora una volta aumentando l’efficienza dell’impianto stesso.
Potete notare che, anche a voler essere puliti, i fumi ci saranno eccome... bisogna capire quali e con quali rischi!

Con quale potenza?
Un progetto del genere deve, secondo il nostro parere, prevedere un tetto minimo ed uno massimo per la potenza dell’impianto, ed in ogni caso commisurato alle necessità reali di cui si farà carico.
Questo perché un investitore (quindi non il pubblico, che invece non dovrebbe avere fini di lucro!) che installi un grosso impianto (a combustione) vorrà sempre ricavarne un profitto. Nel momento in cui sul territorio non si troveranno abbastanza sfalci agricoli (va ricordato che si tratta di pratiche stagionali e non continue), l’investitore avrà bisogno di comprarle da altri territori, aumentando il traffico su gomma (e quindi l’inquinamento, alla faccia del progetto sostenibile). Inoltre potrà scegliere di bruciare (se di combustore si tratterà) altri prodotti considerati “ammissibili”, come legno, CDR (combustibile da RIFIUTI), eccetera. Altrimenti é facile capire che andrà in perdita rispetto all’investimento iniziale.
Inoltre, sempre nel caso del combustore (ipotesi negativa), l’impianto ha bisogno di una temperatura abbastanza alta per bruciare i rifiuti senza produrre particolato. Quindi, nel caso fosse troppo piccolo, serviranno sostanze con alto potere calorifico (plastica? materiale pregiato che potrebbe passare da riuso o riciclo prima di essere bruciato?). Bisogna stare ben attenti che una buona idea non venga trasformata in una speculazione, come piú volte é accaduto con la trasformazione de facto di questi impianti in inceneritori.
Nel nostro regolamento urbanistico, un impianto a biomasse è già previsto in località Cambiano; solo grazie all’intervento del consigliere Federica Zunino sono stati posti dei limiti circa il divieto di utilizzare altre sostanze combustibili (come i rifiuti) che la normativa nazionale invece consentirebbe di bruciare.

Riteniamo dunque che:
- Prima di aprire un Project Financing o gara di appalto, il Comune debba sondare l’opportunità di utilizzare enti pubblici già esistenti sul territorio e professionalità ad essi interne. Preferiamo che la gestione dell’impianto sia in mano pubblica e senza fini di lucro, onde evitare che si tenda a bruciare più del dovuto solo per trarne profitto.
- L’idea dell’impianto a Biomasse per scaldare quella zona sia ottima, fermo restando che due strutture (scuola Enriquez e piscina) non sono di proprietà comunale
- Il Project Financing debba, secondo noi, prevedere un impianto a fermentazione di biomasse con combustione dei gas prodotti.
- La potenza installata debba essere esattamente commisurata alle necessità.
- Dovranno essere favorite le ditte i cui occupati siano soggetti a contratti di lavoro migliori, e la voce dei contratti/occupazione debba essere esclusa da ogni gara al ribasso.


Ci auguriamo che si possa discutere in modo costruttivo su questi argomenti.
Alle prossime elezioni amministrative, sostieni CASTELLO A  SINISTRA e votaFEDERICA ZUNINO come Sindaco.


                                                                           CASTELLO A SINISTRA

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