giovedì 13 febbraio 2014

Piano Regionale Mobilità e Infrastrutture. Sgherri:”importante atto di trasparenza¨

CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”

Piano Regionale Mobilità e Infrastrutture. Sgherri:”importante atto di trasparenza. Nel merito una certa delusione per la mancata revisione delle priorità, di fronte alle nuove necessità che la crisi impone e favorire quindi un nuovo modello di sviluppo”

Firenze, 12 febbraio. Piano Regionale Mobilità e Infrastrutture (PRIIM) oggi in aula. “Atto importante, una di testo unico che compie una positiva riunificazione di atti fino ad ora diversi, quindi di trasparenza e di migliore possibilità di accesso agli atti da parte dei cittadini; nel merito però manca una revisione attenta delle, o di alcune di esse, priorità rispetto al mutato quadro economico e sociale (di crisi fortissima, che richiederà almeno un quindicennio per tornare ai livelli precedenti), a quando le opere ritenute strategiche sono state pensate, anni e decenni orsono; che invece vengono riproposte. Da questo punto di vista esprimo quindi una certa delusione. Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale “Adattare le priorità ad una fase (strutturale) di crisi economica e non più in un quadro di crescita sarebbe significato infatti riflettere su quale modello di sviluppo vogliamo e possiamo favorire, nella consapevolezza che molte delle opere erano state pensate in una situazione completamente diversa. Si pensi al Corridoio Tirrenico: sono ancora prevedibili quei flussi di traffico e si può continuare a puntare su una dorsale tirrenica con priorità alla gomma ? O il sotto attraversamento Alta Velocità di Firenze: rispetto ad un opera faraonica, complessa e con impatti ambientali pesantissimi ma che soprattutto assorbe una massa enorme di risorse economiche altro respiro e lungimiranza si sarebbe avuto con un ripensamento, così da favorire soluzioni più veloci ed economiche e dirottando così risorse su un trasporto ferroviario regionale che parlasse di una toscana che investe le risorse sul trasporto su ferro per la stragrande maggioranza dei fruitori. Sul sistema aeroportuale, ribadisco che la holding è una soluzione intelligente, che permette di tornare in serie A e di bypassare i divieti europei in merito alle distanze fra gli aeroporti; ma questo significa mantenere distinte le vocazioni dei due scali e non metterli in concorrenza fra loro; e in tutta questa partita dico ben vengano i privati e si accollino loro gli investimenti; nella convinzione già da me espressa che Adf non ha le condizioni per sostenere l’investimento per la nuova pista e opere collegate, tanto più se si tiene conto che non avrà possibilità di ammortizzazione dell’investimento per almeno per 10/20  anni. Altro respiro avrebbe avuto questo Piano se avesse ribadito certo la scelta di garantire 8 milioni di passeggeri l’anno, ma puntando a raggiungere tale  obbiettivo affidando il ruolo primario a Pisa e complementare (e in prospettiva sempre più ridotto) a Firenze; altro che rincorrere ipotesi di nuova pista a Firenze, concorrente a Pisa, devastante per il Parco della Piana e per le decine di migliaia di cittadini condannati all’inquinamento. In tutto questo, inoltre, non si capisce cosa ci possa entrare il mantenere come “strategico” anche lo scalo senese di Ampugnano: uno scalo, attualmente chiuso, che aveva appena a suo tempo circa 2000 passeggeri l’anno; non ci sono le condizioni per tenerlo in piedi. Insomma un atto importante e un opera meritoria di trasparenza, con nel merito criticità legate a mio avviso ad una mancata revisione delle priorità alla luce di un quadro di crisi che richiede opere che favoriscano un nuovo modello di sviluppo. Questo il senso e la direzione dell’emendamento – prosegue Sgherri – da me presentato contro la soluzione sotterranea dell’Alta Velocità fiorentina; nella consapevolezza che sarebbe stato bocciato ma che stimolava e sollecitava questa necessità di una progettualità diversa: non possiamo permetterci solo di riproporre opere del passato ma indicare quelle innovative per progettare il futuro.
  

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