NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE
DELLE LOTTE E DELLA PROTESTA SOCIALE!
Il 22 febbraio si svolgeranno in diverse città iniziative di lotta contro la
criminalizzazione del movimento No TAV, in solidarietà agli attivisti
arrestati e inquisiti. Sarà un’occasione per rilanciare la lotta alla
repressione antipopolare, che sta avanzando con un’inquietante escalation, e
unire le varie lotte locali.
Nelle ultime settimane vi sono state aggressioni poliziesche agli operai della
Granarolo, 17 arresti a Roma fra gli attivisti del movimento di lotta per la
casa, 10 arresti e 15 obblighi di dimora a Napoli fra i disoccupati in lotta
per il lavoro.
Si tratta di chiari segnali politici che si aggiungono a quelli già lanciati
nei mesi scorsi e preludono ad una ulteriore stretta per far passare il rullo
compressore neoliberista di Renzi.
L’involuzione autoritaria, la crescente trasformazione reazionaria che procede
a livello politico-istituzionale, la regressione sociale - imposte dal
capitale monopolistico finanziario – producono diminuzione del consenso
popolare e aumento della repressione e del controllo statale.
Si incarcera, si perseguita, si rafforza l’armamentario giuridico e poliziesco
per perseguire i proletari e i giovani che rifiutano le misure di austerità e
saccheggio antipopolare, per disorganizzare e dividere il movimento di lotta,
eliminare le organizzazioni operaie e popolari che resistono e non si piegano.
Un dato comune delle ultime operazioni repressive è il salto di qualità nella
contestazione dei reati: “devastazione e saccheggio” per le lotte di piazza
contro i devastatori e i saccheggiatori dell’alta finanza, “rapina” per chi si
batte contro le rapine antipopolari, l’insostenibile accusa di “terrorismo” ai
militanti No TAV mentre la Val Susa è terrorizzata e devastata dallo Stato
borghese, l’“associazione a delinquere” per stroncare l’organizzazione della
lotta per il diritto al lavoro.
La criminalizzazione della protesta e della lotta operaia e popolare è giocata
su più fronti: politico, poliziesco, giudiziario, mediatico, etc., e rivela la
volontà della classe dominante di intimidire e dividere la resistenza popolare
alle politiche del capitale finanziario e dei sui governi, come quello in
formazione di Renzi, che per attuare il suo programma antioperaio accentuerà
la demonizzazione del conflitto di classe e sociale.
Perciò è necessario rafforzare la denuncia a tutto campo della repressione
poliziesca e della giustizia asservita alla prepotenza padronale e ai disegni
governativi, allargando il fronte della denuncia e della battaglia politica.
La lotta di massa contro l’offensiva capitalista e la reazione politica,
quella contro la repressione e la criminalizzazione, si devono saldare e unire
in un solo torrente usando l’arma della solidarietà e dell’organizzazione di
classe.
Rilanciamo con il fronte unico proletario e il fronte popolare la difesa dei
nostri diritti economici e politici, delle libertà e dei diritti conquistate
dalla classe operaia.
Continuiamo a denunciare e a manifestare contro la repressione e per la difesa
del diritto ad opporsi ai diktat del governo e della UE imperialista, per la
libertà dei militanti No TAV e di tutti i compagni arrestati.
Rivendichiamo l’abrogazione del Codice fascista Rocco e della legislazione
“antiterrorismo” usata per colpire il movimento di lotta e restringere le
agibilità politiche.
Diciamo NO alle intese fra industriali e vertici sindacali collaborazionisti
che servono a isolare e colpire i settori operai più combattivi.
Diamo forza il 14 e il 15 marzo al convegno e alla dimostrazione nazionale a
Roma sul tema della repressione delle lotte sociali.
La repressione antipopolare è intrinseca al carattere di classe dello Stato
borghese e sarà abolita assieme a tutti i suoi strumenti solo quando verrà
eliminata la causa della sua esistenza, lo sfruttamento capitalistico.
Di qui la necessità dell’unità dei comunisti e degli elementi migliori del
proletariato per la formazione di un solo, forte Partito comunista basato sul
marxismo-leninismo, guida della lotta rivoluzionaria per la sola alternativa
possibile, necessaria e urgente: la società socialista.
20 febbraio 2014 Piattaforma Comunista
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