giovedì 27 marzo 2014

n+1 - Newsletter numero 207, 26 marzo 2014

<1.gif>n+1Rivista sul "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente"
Newsletter numero 207, 26 marzo 2014
Supplemento alla rivista n+1
Direttore responsabile: Diego Gabutti
Registrazione al tribunale di Torino n. 5401 del 14 giugno 2000

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Ah, finalmente il governo del popolo
Forse non è una notizia, ma sembra che molti iscritti al PD, dopo qualche sit-in, nauseati, abbiano abbandonato il partito. Potevano restarsene dov'erano: malgrado la loro animuccia sensibile non erano più vergini da un pezzo. Da quelle parti c'è sempre stata una spiegazione alla infinita profondità dell'abisso politico in cui si può cadere. Avevano incominciato a tradire negli anni '20, quando s'erano schierati con la borghesia democratica contro quella fascista; avevano continuato a precipitare quando si erano offerti di combattere per i paesi imperialisti del blocco anglo-americano-russo contro quelli dell'Asse; avevano collaborato a rinforzare il fascismo economico-sociale (che aveva vinto la guerra) sbandierando la vittoria su quello politico (che invece l'aveva persa); avevano inchiodato il proletariato alla controrivoluzione stalinista che aveva fatto fuori, anche fisicamente, la generazione rivoluzionaria dell'Ottobre rosso; avevano partecipato ad ogni sorta di compromesso con la borghesia integrando nel suo stato corporativo partito e organizzazioni immediate. Che potevano fare di più? Potevano. Infatti si sono prima squagliati miscelandosi all'amalgama sociale interclassista, bigotto, bottegaio, insomma, "popolare"; infine hanno riprodotto le putrefatte mezze classi italiote con meticoloso attivismo emulativo.
2011: Il piccolo golpe d'autunno

Ucraina
In un clima di guerra civile, le partigianerie ucraine si sono ammazzate sulle piazze, schierate con i rispettivi tutori. Sullo sfondo, una esausta popolazione cui non importa niente del colore della "rivoluzione" ma è sull'orlo della miseria come quella di ormai molti paesi, in rivolta da anni. E intanto crescono altri rumori di guerra, con i 30 o 40.000 soldati russi che invadono l'Ucraina sud-orientale, mentre il vice-ministro degli esteri italiano confessa: saremmo già contenti se Putin si accontentasse di aver annesso la Crimea. Per adesso i cannoni non sparano e le truppe vanno e vengono saggiando il terreno. Dal Caucaso al Baltico, dall'Ucraina alla Siberia ci sono troppi contenziosi "nazionali" che incombono e la Russia non può cedere su nessuno.
2005: La grande cerniera "balcanica" e il futuro dell'Unione Europea

Egitto
Il feldmaresciallo Abdel Fatah al-Sisi, capo del governo militare dimissionario, ha anticipato che entro pochi mesi saranno indette elezioni in cui sarà in lista come presidente. "Non posso volgere la schiena alla maggioranza che mi vuole candidato", ha detto. Dunque i militari che hanno rovesciato un governo uscito da elezioni stanno confezionando altre elezioni, sicuri che non daranno l'esito di quelle precedenti. Insensibili ai giochi democratici o meno, i proletari egiziani non hanno mai cessato di scioperare, nonostante lo sciopero sia stato dichiarato illegale e assimilato al terrorismo. L'ultima ondata, a cui si sono uniti vari strati metropolitani, è quella che ha paralizzato il paese e provocato le dimissioni del governo.
2011: Marasma sociale e guerra (Egitto, Libia, Siria)

Sfuggenti Bitcoin
La criptovaluta sembra diventata un terreno fertile non solo per hobbisti (all'inizio), speculatori, hacker, trafficanti di armi e di droga (in tempi più recenti), ma anche per normali operatori che accumulano quote di valuta virtuale acquistandole sul mercato o coalizzando le proprie forze per raggiungere le grandi capacità di calcolo necessarie a "crearle". Non potevano mancare vere e proprie piattaforme ditrading per scambiare criptovaluta; e una di queste, basata su di un server a Tokyo, è fallita dopo aver subito un furto informatico pari a circa mezzo miliardo di dollari al fixing del momento. Se li hanno rubati vuol dire che c'erano. Negli stessi giorni il Senato americano denunciava, in un documento ufficiale, che la banca Credit Suisse forniva da anni consulenza a 22.000 riccastri americani insegnando loro ad evadere il fisco, mentre la Swiss Bank aveva uno sportello apposito all'aeroporto di Zurigo specializzato nello stesso servizio. Che c'entrano i due episodi l'uno con l'altro? C'entrano: gli sportelli di una banca sono controllabili, le valute virtuali no. E criptovaluta vuol dire valuta nascosta.
2007: L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche

Human And Nature Dynamics (HANDY)
Nel 1926, il grande matematico Vito Volterra pubblicò uno studio in cui veniva formalizzata la dinamica di una popolazione costituita da due sole specie: predatori e prede. Siccome i predatori si riproducono in ragione del cibo che trovano e le prede in ragione del fatto che ci siano pochi predatori a mangiarle, le relative curve di popolazione assumono un aspetto sinusoidale, quella dei predatori in ritardo rispetto a quella delle prede. Oggi un gruppo di ricercatori universitari americani, sponsorizzati dalla NASA, l'ente spaziale americano, riprende lo schema di Volterra e, aggiungendo l'effetto sull'ambiente, ne ricava un modello dinamico (HANDY) generalizzabile alle varie civiltà - compresa la nostra - al fine di studiarne le ragioni del collasso. Sembra un po' la scoperta dell'acqua calda. Per noi è evidente che la marxiana legge della miseria crescente non permette la reiterazione delle curve, cioè la salvezza periodica del sistema. Anche i ricercatori americani si rendono conto che siamo vicini al collasso, ma sperano che questa volta, con le conoscenze che abbiamo, si possano prendereprovvedimenti. Un "esperto", interrogato su quali potrebbero essere, risponde sicuro: bisogna investire sul capitale umano, sulla cultura. Forse l'impero romano non sarebbe collassato se la plebe si fosse iscritta a corsi di formazione insieme con Unni, Goti, Vandali, Burgundi, ecc.
2006: Legge della miseria crescente

Indigestione di dati
Quando si scoprì che l'agenzia delle Agenzie di spionaggio americane, la NSA, spiava tutti, amici e nemici, si sollevò un po' di polvere per via del fatto che almeno gli amici avrebbero dovuto essere controllati con un po' di discrezione, senza arrivare, ad esempio, alla vita privata di presidenti o capi di governo. Comunque l'indignazione durò poco: la guerra è guerra, e le spie sono solo soldati che imbracciano armi diverse dal solito. Ma quando il Comitato senatoriale per lo spionaggio si accorse che la CIA stava frugando nei computer governativi utilizzati per un programma di interrogazioni parlamentari, dichiarò che si stava passando ogni limite costituzionale e denunciò gli spioni al Ministero della Giustizia. Il quale, naturalmente, sarà stato spiato da un'altra delle 16 agenzie di spionaggio statale, le quali saranno state a loro volta spiate da contractors di agenzie private in outsourcing per conto di… e così via.
2010: L'outsourcing globale, ovvero la legge di Say in salsa keynesiana

Micidiali nuove strutture produttive
Si prevede che entro pochi anni, con l'aumento della produttività dovuto alle nuove tecnologie, ci sarà uno spostamento decisivo di attività umane verso la Rete. La General Electric, molto coinvolta nel processo, calcola che entro un decennio circa la metà dell'economia mondiale sarà influenzata in un modo o nell'altro dalle attività in rete con un enorme aumento della produttività. Il guaio è che un tale aumento rende la merce finale, sia fatta di bit o di atomi, quasi gratuita, con relativa espulsione di forza-lavoro da ogni tipo di ciclo produttivo. Nello stesso tempo si moltiplicano le attività istituzionalmente "senza scopo di lucro", che comunque hanno dei dipendenti, fatturano, incassano e reinvestono ad un ritmo di crescita del 41% contro il 16,4% del PIL mondiale (dati depurati dall'inflazione). Jeremy Rifkin chiama questo processo "l'avanzata dell'anticapitalismo". Diciamo che è il suo substrato materiale: l'anticapitalismo vero e proprio ha bisogno di un soggetto umano organizzato.
2002: Che fine ha fatto il progresso?

Grande nullezza da Oscar
Possiamo concedere che qualche scena di un film venga destinata a quello che si chiama "omaggio" a un altro autore, ma qui la presenza di Fellini è qualcosa di più ingombrante, quasi fastidioso, dato che non amiamo gran che il regista riminese. La pretesa demolizione di certi luoghi comuni "culturali" è finta e si vede. All'artista vacua e nevrotica, alla borghese di sinistra, allo stesso protagonista che pencola sullo sfondo di una Roma ben fotografata ma glaciale, andrebbe aggiunto l'autore. Ha detto la critica che è un film sulla Roma che vogliono gli spettatori americani, ma su quel piano Woody Allen era riuscito a far di meglio, in uno dei suoi film peggiori. Piuttosto, questo è  un film sulla Roma che vogliono gli intellettuali italiani, italianissimi.
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