Royal Mail annuncia 1.600 tagli dopo la privatizzazione
Le poste britanniche ridurranno i dipendenti con l'obiettivo di risparmiare 60 milioni di euro l'anno. La società assicura: "Non licenzieremo". Nel mirino quadri e servizi amministrativi, salvi i postini. Dal 2003 già 50mila persone hanno lasciato il gruppo che impiega la società che 150mila collaboratori
I tagli colpiranno in misura più pesante i quadri e, a cascata, i servizi amministativi: non saranno toccati, invece, i postini.
Il gruppo postale ha, però, assicurato di voler ridurre i dipendenti "dove possibile" senza ricorrere ai licenziamenti, ma piuttosto non rimpiazzando le uscite volontarie e no e gli spostamenti interni.
La riduzione degli effettivi dovrebbe garantire a Royal Mail risparmi medi da 60 milioni di euro l'anno a fronte di costi di ristrutturazione per circa 250 milioni in carico all'esercizio 2013/2014. "Miglioreremo continuamente la nostra efficacia, mantenendo alta la qualità del servizio. Dobbiamo farlo per essere competitivi sul mercato: è il miglior modo per garantire servizi universali e buoni salari ai nostri dipendenti" ha detto la direttrice generale del gruppo Moya Greene.
Royal Mail è entrata in Borsa a metà ottobre per decisione del governo di David Cameron, nel più grande piano di privatizzazioni dall'epoca Thatcher e Major, una privatizzazione che aveva suscitato l'ira dei sindacati: dal debutto in Borsa il titolo ha guadagnato il 75%.
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