No Tav: insegnamenti dalla sconfitta di un giorno
Ampliamo il fronte di lotta e di solidarietà
La brutale aggressione poliziesca contro la popolazione della Valsusa che si oppone al progetto capitalistico della Tav, supportato dalla Unione Europea (UE) ha contribuito a chiarire agli occhi delle masse lavoratrici tre importanti questioni politiche.
La prima, che la Lega Nord, il movimento politico del ministro di polizia Maroni, è una forza d’assalto al servizio del grande capitale, che non si fa scrupolo di colpire le stesse popolazioni del settentrione quando difendono i propri interessi. Di qui la necessità di contrapporre la verità dei fatti alla sua sporca demagogia, di smascherarla e combatterla fino in fondo.
La seconda, che il governo Berlusconi, seppur indebolito e delegittimato, non ha alcuna intenzione di dimettersi, ma continua nella sua politica antipopolare, di miseria e di guerra. Di qui la necessità di far cadere questo governo con la forza organizzata della classe operaia e dei suoi alleati, nelle strade e nelle fabbriche.
La terza, che il consenso fornito dal PD all’operazione repressiva, prefigura quale sarà la linea di un eventuale governo di “larghe intese” o di “unità nazionale”: calpestare le esigenze della classe operaia e delle masse popolari per far passare i diktat della Confindustria e di Bruxelles, far pagare alle classi sfruttate e oppresse il debito pubblico accumulato dalle classi dirigenti. Di qui la necessità di opporsi strenuamente all’avvento di un governo borghese del genere.
Lo sgombero delle barricate in Valsusa, condotta con grande spiegamento di forze e di mezzi contro lavoratori, le donne e i loro figli disarmati, è una vittoria effimera delle forze reazionarie perchè i problemi restano sul tappeto e si acutizzeranno.
Nonostante la forzata apertura dei cantieri, la popolazione della Valsusa non si da per vinta e proseguirà la lotta. La lezione ricevuta non sarà dimenticata. L’educazione diretta delle masse ha compiuto più progressi nella sconfitta di un giorno di quanti ne avrebbe potuto compiere in anni di rassegnazione.
Esprimiamo piena solidarietà alla resistenza delle popolazioni e degli attivisti No Tav in difesa del territorio, contro la politica reazionaria del governo italiano e dell’UE, istituzioni all’esclusivo servizio dei monopoli capitalisti. La lotta per la difesa degli interessi e delle conquiste dei lavoratori si intreccerà sempre più con la lotta contro entrambe queste istituzioni.
Difendiamo la libertà della popolazione di manifestare e il diritto di decidere del suo futuro, della sua salute, della sua vita.
Chiediamo l’immediato ritiro delle forze di polizia dalla Valsusa.
Alla lotta contro la Tav deve andare il sostegno della classe operaia, dei lavoratori, dei giovani, delle donne, di tutti gli organismi del movimento operaio, progressista, ambientalista.
La solidarietà dimostrata nei giorni scorsi, a partire dagli scioperi di protesta scoppiati nelle fabbriche, è di grande importanza. Ma per vincere è necessario unire e ampliare il fronte di lotta. E’ necessario che ogni componente del movimento operaio e popolare appoggi e partecipi alle lotte delle altre, è necessaria una mobilitazione generale delle forze del proletariato.
Soprattutto occorre dotarsi dello strumento indispensabile per dirigere le lotte verso una soluzione rivoluzionaria delle contraddizioni del capitalismo, per conquistare una nuova società senza sfruttamento e senza devastazione ambientale: il partito comunista marxista-leninista.
Prepariamoci all’intensificazione della lotta di classe!
29 giugno 2011 Piattaforma Comunista
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giovedì 30 giugno 2011
PRC su emergenza frane in Mugello
Mugello terra di frane dimenticate (dall'Amministrazione Provinciale). Aumentano le strade provinciali a rischio sicurezza, da anni irrisolti e fonte di disagio e criticità per le popolazioni residenti. Inqualificabile il profilo assunto nella gestione delle strade e della viabilità. Rifondazione Comunista chiede la presentazione immediata di un cronoprogramma per la risoluzione definitiva di frane smottamenti e cedimenti sulle strade: SP 302, SP 610, SP 503 Sp 116, SP 117 (interrogazione urgente del gruppo Rifondazione Comunista)
Cobas SLAI sulla MANOVRA CORRETTIVA
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
S.L.A.I. cobas
MANOVRA CORRETTIVA
CAUSE DI LAVORO E PREVIDENZIALI A PAGAMENTO PER DISINCENTIVARE I RICORSI DI LAVORATORI E PENSIONATI E TAGLIARE OGNI NORMATIVA E DIRITTO DEL LAVORO DIPENDENTE
PERFETTA LA SINTONIA CON LO SCIPPO DELLA RAPPRESENTANZA CONTRATTUALE E DELLA PROSPETTATA CONTRORIFORMA DELLA GIUSTIZIA AL SERVIZIO DEI POTERI ECONOMICI E FINANZIARI E DELLE COLLEGATE LOBBIES E CRICCHE TRASVERSALI
Con la manovra correttiva di stabilizzazione finanziaria che sarà approvata oggi dal consiglio dei Ministri e sostenuta da un ampio dall’insieme delle forze politico-parlamentari che in nome delle si apprestano a saccheggiare i salari ed i diritti dei lavoratori e quelli sociali, ecco spuntare il “contributo unificato per le cause individuali di lavoro e quelle previdenziali“ ( Fino ad oggi le cause di lavoro e quelle previdenziali sono gratuite per consentire l’esercizio delle normative a tutela del lavoro dipendente).
Una che bene si armonizza con la controriforma autoritaria della rappresentanza sindacale, della contrattazione e del diritto di sciopero sottoscritta l’altra sera da Confindustria e CGL-CISL-UIL e le politiche anticrisi dettate dal fronte padronale che prevedono una durissima manovra economica di 50 miliardi di euro da sottrarre a salari, pensioni e spese sociali per trasferirli ai profitti.
FIAT: PUBBLICA ASSEMBLEA A POMIGLIANO D’ARCO
Venerdì 1 luglio, h. 10 - Sala Orologio (Biblioteca Comunale) in C.So V. Emanuele
Slai cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate – Pomigliano, 30/6/2011 – cobasslai@libero.it
S.L.A.I. cobas
MANOVRA CORRETTIVA
CAUSE DI LAVORO E PREVIDENZIALI A PAGAMENTO PER DISINCENTIVARE I RICORSI DI LAVORATORI E PENSIONATI E TAGLIARE OGNI NORMATIVA E DIRITTO DEL LAVORO DIPENDENTE
PERFETTA LA SINTONIA CON LO SCIPPO DELLA RAPPRESENTANZA CONTRATTUALE E DELLA PROSPETTATA CONTRORIFORMA DELLA GIUSTIZIA AL SERVIZIO DEI POTERI ECONOMICI E FINANZIARI E DELLE COLLEGATE LOBBIES E CRICCHE TRASVERSALI
Con la manovra correttiva di stabilizzazione finanziaria che sarà approvata oggi dal consiglio dei Ministri e sostenuta da un ampio
Una
FIAT: PUBBLICA ASSEMBLEA A POMIGLIANO D’ARCO
Venerdì 1 luglio, h. 10 - Sala Orologio (Biblioteca Comunale) in C.So V. Emanuele
Slai cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate – Pomigliano, 30/6/2011 – cobasslai@libero.it
Arezzo: A quale film ha assistito il Coordinamento Provinciale del PD?
Rifondazione Comunista-V Po, 37-Arezzo
A quale film ha assistito il Coordinamento Provinciale del PD?
Arezzo, 29.6.2011
Leggendo il comunicato del Coordinamento Provinciale del PD sugli esiti dei 2 Referendum sull’acqua, viene da chiedersi a quale film abbiano assistito il 12/13 giugno gli amici che compongono tale autorevole organo politico. Delle due l’una: o hanno compreso anche troppo bene il senso devastante - per il liberista PD - dei due SI ai quesiti (ragion per cui tentano di stravolgerlo) che sarebbe un male…oppure non lo hanno capito, che sarebbe peggio!
In esso, infatti, c’è scritto che “Il referendum ci dice che esistono beni, come l’acqua, che sono e debbono rimanere pubblici” (questo lo dice persino l’ex Ministro Ronchi, padre delle privatizzazioni selvagge) oppure che il PD ha già presentato una Proposta di Legge dove si mette in primo piano addirittura “la proprietà pubblica dell’acqua e delle reti, la modulazione delle tariffe che vada incontro alle famiglie ed alle fasce deboli della popolazione”. O ancora il colpo di genio di voler chiedere all’ATO “Una revisione del piano d’ambito che tenga conto del nuovo quadro scaturito dal referendum”…
Ci permettiamo – umilmente - di dare qualche dritta agli amici del PD:
1. Gli esiti dei Referendum hanno sentenziato politicamente ed in modo inequivocabile la volontà della grande maggioranza del popolo italiano di voler affidare la gestione (oltre che la proprietà) dei Servizi Pubblici Locali – in primis del Servizio Idrico Integrato – ad enti totalmente pubblici, senza la partecipazione di società private che mirano esclusivamente al profitto.
2. il primo effetto dei Referendum consiste nell’abolizione dell’art. 23bis del D.L. n. 122/2008 e del suo Regolamento attuativo (DPR 168/2010) che dovranno essere sostituiti da normative che evidentemente rispettino il risultato referendario, tendente ad una gestione del tutto pubblica e partecipata del servizio in oggetto.
3. un ulteriore effetto si concretizza con l’abolizione della norma sulla “adeguata remunerazione” del capitale investito, che dovrebbe comportare l’immediata e sostanzialmente automatica revisione al ribasso delle tariffe praticate dal gestore aretino.
4. la nuova legislazione di cui sopra dovrà – al fine di uniformarsi allo spirito dei Referendum – trarre linfa vitale dalla proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Parlamento nel 2007, della quale fu avviata la discussione il 22.1.2009 ma subito accantonata, recante in epigrafe “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, per la quale furono raccolte oltre 400.000 firme (altro che l’inguardabile Proposta di Legge del PD…).
Invece di ragionare sul nulla, quindi, occorrerebbe invece avviare il processo per la fuoriuscita dal sistema fallimentare (soprattutto per le cittadine ed i cittadini utenti) pubblico/privato Nuove Acque, tenuto conto anche dell’ illegittimo ingresso di ACEA nella compagine privata di Nuove Acque SpA, certificato dagli stessi avvocati di ATO4.
Sperando di essere stati utili.
Il Segretario Provinciale PRC Il Segretario del Circolo A. Giusti PRC di Arezzo
Fausto Tenti Gino Caneschi
A quale film ha assistito il Coordinamento Provinciale del PD?
Arezzo, 29.6.2011
Leggendo il comunicato del Coordinamento Provinciale del PD sugli esiti dei 2 Referendum sull’acqua, viene da chiedersi a quale film abbiano assistito il 12/13 giugno gli amici che compongono tale autorevole organo politico. Delle due l’una: o hanno compreso anche troppo bene il senso devastante - per il liberista PD - dei due SI ai quesiti (ragion per cui tentano di stravolgerlo) che sarebbe un male…oppure non lo hanno capito, che sarebbe peggio!
In esso, infatti, c’è scritto che “Il referendum ci dice che esistono beni, come l’acqua, che sono e debbono rimanere pubblici” (questo lo dice persino l’ex Ministro Ronchi, padre delle privatizzazioni selvagge) oppure che il PD ha già presentato una Proposta di Legge dove si mette in primo piano addirittura “la proprietà pubblica dell’acqua e delle reti, la modulazione delle tariffe che vada incontro alle famiglie ed alle fasce deboli della popolazione”. O ancora il colpo di genio di voler chiedere all’ATO “Una revisione del piano d’ambito che tenga conto del nuovo quadro scaturito dal referendum”…
Ci permettiamo – umilmente - di dare qualche dritta agli amici del PD:
1. Gli esiti dei Referendum hanno sentenziato politicamente ed in modo inequivocabile la volontà della grande maggioranza del popolo italiano di voler affidare la gestione (oltre che la proprietà) dei Servizi Pubblici Locali – in primis del Servizio Idrico Integrato – ad enti totalmente pubblici, senza la partecipazione di società private che mirano esclusivamente al profitto.
2. il primo effetto dei Referendum consiste nell’abolizione dell’art. 23bis del D.L. n. 122/2008 e del suo Regolamento attuativo (DPR 168/2010) che dovranno essere sostituiti da normative che evidentemente rispettino il risultato referendario, tendente ad una gestione del tutto pubblica e partecipata del servizio in oggetto.
3. un ulteriore effetto si concretizza con l’abolizione della norma sulla “adeguata remunerazione” del capitale investito, che dovrebbe comportare l’immediata e sostanzialmente automatica revisione al ribasso delle tariffe praticate dal gestore aretino.
4. la nuova legislazione di cui sopra dovrà – al fine di uniformarsi allo spirito dei Referendum – trarre linfa vitale dalla proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Parlamento nel 2007, della quale fu avviata la discussione il 22.1.2009 ma subito accantonata, recante in epigrafe “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, per la quale furono raccolte oltre 400.000 firme (altro che l’inguardabile Proposta di Legge del PD…).
Invece di ragionare sul nulla, quindi, occorrerebbe invece avviare il processo per la fuoriuscita dal sistema fallimentare (soprattutto per le cittadine ed i cittadini utenti) pubblico/privato Nuove Acque, tenuto conto anche dell’ illegittimo ingresso di ACEA nella compagine privata di Nuove Acque SpA, certificato dagli stessi avvocati di ATO4.
Sperando di essere stati utili.
Il Segretario Provinciale PRC Il Segretario del Circolo A. Giusti PRC di Arezzo
Fausto Tenti Gino Caneschi
IL PORCELLUM CGIL. RIBELLARSI È GIUSTO!
IL PORCELLUM CGIL. RIBELLARSI È GIUSTO!
L’accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria è stato giustamente accolto da Tremonti, Sacconi, da tutto il mondo del potere economico e governativo e dalle finte opposizioni come un grande successo. Con esso si afferma la centralità dell’aziendalismo e soprattutto si pongono limiti senza precedenti alla libertà sindacale, ai diritti contrattuali, ai poteri dei lavoratori.
Il principio ispiratore di questo accordo è che nel contratto aziendale la maggioranza dei sindacati decide, la minoranza non si può opporre. E’ un mostruoso centralismo burocratico applicato alle relazioni sindacali.
Ma vediamo in concreto i punti che portano a questo disastro.
1. Nella premessa l’accordo assume totalmente l’ideologia confindustriale. L’obiettivo comune è quello di: “un sistema di relazioni industriali che crei condizioni di competitività e produttività tali da rafforzare il sistema produttivo, l’occupazione e le retribuzioni.” E’ la filosofia di Marchionne: prima la competitività e la produttività e poi l’occupazione e, ancora dopo le retribuzioni e chissà quando i diritti.
Che Marchionne sostenga questo è in fondo parte del suo ruolo ampiamente retribuito. Che lo sostenga anche la Cgil è distruttivo per l’autonomia sindacale.
Ma superate queste enunciazioni filosofiche si arriva alla sostanza, cioè a un’intesa che ha lo scopo di rendere “esigibile” il comportamento delle parti, in particolare rispetto al livello aziendale. Infatti sul contratto nazionale, che a parole rimane, si stabilisce solo il principio che chi ha più del 5% delle deleghe e dei voti nelle Rsu, può andare a trattare. Non interessa all’accordo, invece, come si fanno i contratti nazionali, con quali regole e con quali diritti per i lavoratori. Tutto questo è affidato ad accordi tra le categorie, cioè a niente. E’ la dimostrazione che lo spirito di quest’accordo è quella di rendere sempre più forte l’accordo aziendale e sempre più debole il contratto nazionale.
2. Infatti il sistema diventa rigorosissimo quando si parla degli accordi aziendali. La maggioranza di una Rsu eletta dai lavoratori approva un accordo aziendale e questo è valido per tutti, senza bisogno di voto dei diretti interessati. La minoranza ha l’obbligo di accettare l’accordo, perché sono impegnate a rispettarlo: “tutte le associazioni sindacali firmatarie del presente accordo interconfederale operanti all’interno dell’azienda”. Cioè, le strutture della Cgil, e anche naturalmente la Fiom, non possono più opporsi in Fiat da un accordo sottoscritto dalla maggioranza delle Rsu, come è avvenuto a Mirafiori e Pomigliano, ma devono accettarlo e applicarlo in quanto la casa madre confederale si è preventivamente impegnata per loro. Questo significa anche rinunciare allo sciopero perché le “clausole di tregua sindacale finalizzate a garantire l’esigibilità degli impegni” hanno “effetto vincolante” per tutti i firmatari dell’accordo interconfederale. D’ora in poi se Fim, Uilm e Fismic firmano in Fiat, la Fiom deve solo obbedire e non può scioperare, perché la Cgil si è impegnata per essa.
3. Il sistema dei contratti nazionali è ampiamente derogabile. La parola deroghe non compare nell’accordo, per scelta ipocrita e complice. Ma si scrive che i contratti collettivi aziendali possono definire “specifiche intese modificative delle regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro”. Si aggiunge anche che se i contratti non prevedono clausole di deroga, queste si possono fare lo stesso a livello aziendale, in particolare sulla “prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro”. Non si capisce a questo punto di che cosa dovrebbe lamentarsi la Fiat. La Cgil ha messo la firma tecnica agli accordi del passato e, in ogni caso, si impegna ad accettare quelli futuri.
4. I lavoratori non votano mai, se non quando in azienda operano le Rsa. Qui c’è un’altra novità negativa, perché gli accordi del passato non prevedevano più le Rsa, che come si sa sono nominate dalle organizzazioni sindacali e non elette dai lavoratori. In questo caso invece si riscopre la loro esistenza, forse perché gli accordi separati in Fiat prevedono tutti l’istituzione delle Rsa al posto delle Rsu elettive. Solo in questo caso è ammesso il voto dei lavoratori sugli accordi, quando un’organizzazione o il 30% degli interessati lo richiede. Tutto questo chiarisce ancor di più che in tutte le altre situazioni ai lavoratori è negato il diritto al voto sugli accordi. Non si vota più. Non nel contratto nazionale, dove non è prevista nessuna validazione democratica dell’accordo. Non a livello aziendale, dove decidono le Rsu. Insomma, passa una sorta di porcellum sindacale. Come per l’attuale Parlamento c’è un maggioritario che decide per tutti e che obbliga l’opposizione ad adeguarsi. E’ il sogno di Berlusconi.
5. Questo accordo chiede al governo di ridurre le tasse e i contributi sul salario aziendale legato alla produttività. Mentre si promette la riduzione delle tasse sulle retribuzioni, questo accordo chiarisce che essa va solo al salario flessibile che interessa alle aziende e a una minoranza dei lavoratori. Anche qui la Cgil improvvisamente aderisce all’ideologia di Bombassei, Sacconi, Bonanni e del libro bianco.
In conclusione, questo accordo cambia la natura del sindacato, cambia la natura della Cgil, distrugge la libertà e l’autonomia della contrattazione ai vari livelli mentre stabilisce un sistema burocratico aziendalistico governato dalle imprese e dagli accordi corporativi con le grandi confederazioni. E’ il sistema della complicità sindacale auspicato dal libro bianco di Sacconi. E’ bene inoltre ricordare che resta totalmente in vigore l’accordo separato del 2009, che la Cgil non aveva sottoscritto. Ora quell’accordo viene regolato da questa intesa unitaria.
Con questa intesa si opera una rottura profonda con questo anno di lotte e di movimenti, mentre, come ha giustamente sottolineato Tremonti, si dà un vero aiuto alla politica economica del governo e alle banche europee che chiedono flessibilità, aziendalismo e tagli allo stato e ai diritti sociali. La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, con questa firma è venuta meno allo spirito e alle stesse norme statutarie della confederazione, e come minimo dovrebbe dimettersi. Non lo farà ma sappia che c’è chi glielo chiede e continuerà a chiederglielo. Mobilitiamoci per far ritirare alla Cgil la firma da questa intesa e, in ogni caso, per contrastarla e rovesciarla. E’ una battaglia di democrazia e giustizia sociale contro un modello economico autoritario e aziendalistico che si vuole imporre ai lavoratori perché paghino tutti i costi della crisi. Contro questo accordo bisogna ribellarsi.
Giorgio Cremaschi
L’accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria è stato giustamente accolto da Tremonti, Sacconi, da tutto il mondo del potere economico e governativo e dalle finte opposizioni come un grande successo. Con esso si afferma la centralità dell’aziendalismo e soprattutto si pongono limiti senza precedenti alla libertà sindacale, ai diritti contrattuali, ai poteri dei lavoratori.
Il principio ispiratore di questo accordo è che nel contratto aziendale la maggioranza dei sindacati decide, la minoranza non si può opporre. E’ un mostruoso centralismo burocratico applicato alle relazioni sindacali.
Ma vediamo in concreto i punti che portano a questo disastro.
1. Nella premessa l’accordo assume totalmente l’ideologia confindustriale. L’obiettivo comune è quello di: “un sistema di relazioni industriali che crei condizioni di competitività e produttività tali da rafforzare il sistema produttivo, l’occupazione e le retribuzioni.” E’ la filosofia di Marchionne: prima la competitività e la produttività e poi l’occupazione e, ancora dopo le retribuzioni e chissà quando i diritti.
Che Marchionne sostenga questo è in fondo parte del suo ruolo ampiamente retribuito. Che lo sostenga anche la Cgil è distruttivo per l’autonomia sindacale.
Ma superate queste enunciazioni filosofiche si arriva alla sostanza, cioè a un’intesa che ha lo scopo di rendere “esigibile” il comportamento delle parti, in particolare rispetto al livello aziendale. Infatti sul contratto nazionale, che a parole rimane, si stabilisce solo il principio che chi ha più del 5% delle deleghe e dei voti nelle Rsu, può andare a trattare. Non interessa all’accordo, invece, come si fanno i contratti nazionali, con quali regole e con quali diritti per i lavoratori. Tutto questo è affidato ad accordi tra le categorie, cioè a niente. E’ la dimostrazione che lo spirito di quest’accordo è quella di rendere sempre più forte l’accordo aziendale e sempre più debole il contratto nazionale.
2. Infatti il sistema diventa rigorosissimo quando si parla degli accordi aziendali. La maggioranza di una Rsu eletta dai lavoratori approva un accordo aziendale e questo è valido per tutti, senza bisogno di voto dei diretti interessati. La minoranza ha l’obbligo di accettare l’accordo, perché sono impegnate a rispettarlo: “tutte le associazioni sindacali firmatarie del presente accordo interconfederale operanti all’interno dell’azienda”. Cioè, le strutture della Cgil, e anche naturalmente la Fiom, non possono più opporsi in Fiat da un accordo sottoscritto dalla maggioranza delle Rsu, come è avvenuto a Mirafiori e Pomigliano, ma devono accettarlo e applicarlo in quanto la casa madre confederale si è preventivamente impegnata per loro. Questo significa anche rinunciare allo sciopero perché le “clausole di tregua sindacale finalizzate a garantire l’esigibilità degli impegni” hanno “effetto vincolante” per tutti i firmatari dell’accordo interconfederale. D’ora in poi se Fim, Uilm e Fismic firmano in Fiat, la Fiom deve solo obbedire e non può scioperare, perché la Cgil si è impegnata per essa.
3. Il sistema dei contratti nazionali è ampiamente derogabile. La parola deroghe non compare nell’accordo, per scelta ipocrita e complice. Ma si scrive che i contratti collettivi aziendali possono definire “specifiche intese modificative delle regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro”. Si aggiunge anche che se i contratti non prevedono clausole di deroga, queste si possono fare lo stesso a livello aziendale, in particolare sulla “prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro”. Non si capisce a questo punto di che cosa dovrebbe lamentarsi la Fiat. La Cgil ha messo la firma tecnica agli accordi del passato e, in ogni caso, si impegna ad accettare quelli futuri.
4. I lavoratori non votano mai, se non quando in azienda operano le Rsa. Qui c’è un’altra novità negativa, perché gli accordi del passato non prevedevano più le Rsa, che come si sa sono nominate dalle organizzazioni sindacali e non elette dai lavoratori. In questo caso invece si riscopre la loro esistenza, forse perché gli accordi separati in Fiat prevedono tutti l’istituzione delle Rsa al posto delle Rsu elettive. Solo in questo caso è ammesso il voto dei lavoratori sugli accordi, quando un’organizzazione o il 30% degli interessati lo richiede. Tutto questo chiarisce ancor di più che in tutte le altre situazioni ai lavoratori è negato il diritto al voto sugli accordi. Non si vota più. Non nel contratto nazionale, dove non è prevista nessuna validazione democratica dell’accordo. Non a livello aziendale, dove decidono le Rsu. Insomma, passa una sorta di porcellum sindacale. Come per l’attuale Parlamento c’è un maggioritario che decide per tutti e che obbliga l’opposizione ad adeguarsi. E’ il sogno di Berlusconi.
5. Questo accordo chiede al governo di ridurre le tasse e i contributi sul salario aziendale legato alla produttività. Mentre si promette la riduzione delle tasse sulle retribuzioni, questo accordo chiarisce che essa va solo al salario flessibile che interessa alle aziende e a una minoranza dei lavoratori. Anche qui la Cgil improvvisamente aderisce all’ideologia di Bombassei, Sacconi, Bonanni e del libro bianco.
In conclusione, questo accordo cambia la natura del sindacato, cambia la natura della Cgil, distrugge la libertà e l’autonomia della contrattazione ai vari livelli mentre stabilisce un sistema burocratico aziendalistico governato dalle imprese e dagli accordi corporativi con le grandi confederazioni. E’ il sistema della complicità sindacale auspicato dal libro bianco di Sacconi. E’ bene inoltre ricordare che resta totalmente in vigore l’accordo separato del 2009, che la Cgil non aveva sottoscritto. Ora quell’accordo viene regolato da questa intesa unitaria.
Con questa intesa si opera una rottura profonda con questo anno di lotte e di movimenti, mentre, come ha giustamente sottolineato Tremonti, si dà un vero aiuto alla politica economica del governo e alle banche europee che chiedono flessibilità, aziendalismo e tagli allo stato e ai diritti sociali. La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, con questa firma è venuta meno allo spirito e alle stesse norme statutarie della confederazione, e come minimo dovrebbe dimettersi. Non lo farà ma sappia che c’è chi glielo chiede e continuerà a chiederglielo. Mobilitiamoci per far ritirare alla Cgil la firma da questa intesa e, in ogni caso, per contrastarla e rovesciarla. E’ una battaglia di democrazia e giustizia sociale contro un modello economico autoritario e aziendalistico che si vuole imporre ai lavoratori perché paghino tutti i costi della crisi. Contro questo accordo bisogna ribellarsi.
Giorgio Cremaschi
PRC FdS: Firenze, chiude la mensa delle ferrovie
Chiude la mensa delle ferrovie e l’azienda che gestiva il sevizio di ristorazione licenzia senza
appello i lavoratori. Una decisione grave irresponsabile che produce danni occupazionali salariali
contrattuali. Immediata la mobilitazione dei lavoratori delle Ferrovie e dei lavoratori della ristorazione.
Rifondazione Comunista nell’esprimere la solidarietà a tutti i lavoratori chiede che l’istituzioni
contrastino tale irresponsabile decisione. Si restituisca il lavoro tolto e i diritti violati.
appello i lavoratori. Una decisione grave irresponsabile che produce danni occupazionali salariali
contrattuali. Immediata la mobilitazione dei lavoratori delle Ferrovie e dei lavoratori della ristorazione.
Rifondazione Comunista nell’esprimere la solidarietà a tutti i lavoratori chiede che l’istituzioni
contrastino tale irresponsabile decisione. Si restituisca il lavoro tolto e i diritti violati.
Il diritto di lavoratrici e lavoratori di eleggere le proprie rappresentanze e il diritto di votare su piattaforme e accordi, sono questioni che rigu
Roma, martedì 28 giugno 2011
COMUNICATO STAMPA
Fantozzi (Prc): Il diritto di lavoratrici e lavoratori di eleggere le proprie rappresentanze e il diritto di votare su piattaforme e accordi, sono questioni che riguardano la democrazia.
Dichiarazione di Roberta Fantozzi, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista:
"Non è dato conoscere il merito della discussione che si sta svolgendo in queste ore tra Confindustria e organizzazioni sindacali sul cosiddetto “avviso comune” su rappresentanza, democrazia sindacale, efficacia dei contratti. Se fossero vere le indiscrezioni riportate su alcuni giornali, il quadro sarebbe negativo. Ma ancora prima di questo, quello che non va è esattamente la segretezza in cui si sta svolgendo questa discussione perché quello di cui si sta discutendo non è questione sindacale, ma riguarda lo statuto della democrazia nel nostro paese. Di questo si tratta quando è in ballo il diritto di lavoratrici e lavoratori di eleggere le proprie rappresentanze e il diritto di votare su piattaforme e accordi. La democrazia è negata in radice se non vive nei luoghi di lavoro. Ci auguriamo perciò che non si chiuda nessun accordo che non abbia alla base questi principi."
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Ufficio Stampa Prc-Se
COMUNICATO STAMPA
Fantozzi (Prc): Il diritto di lavoratrici e lavoratori di eleggere le proprie rappresentanze e il diritto di votare su piattaforme e accordi, sono questioni che riguardano la democrazia.
Dichiarazione di Roberta Fantozzi, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista:
"Non è dato conoscere il merito della discussione che si sta svolgendo in queste ore tra Confindustria e organizzazioni sindacali sul cosiddetto “avviso comune” su rappresentanza, democrazia sindacale, efficacia dei contratti. Se fossero vere le indiscrezioni riportate su alcuni giornali, il quadro sarebbe negativo. Ma ancora prima di questo, quello che non va è esattamente la segretezza in cui si sta svolgendo questa discussione perché quello di cui si sta discutendo non è questione sindacale, ma riguarda lo statuto della democrazia nel nostro paese. Di questo si tratta quando è in ballo il diritto di lavoratrici e lavoratori di eleggere le proprie rappresentanze e il diritto di votare su piattaforme e accordi. La democrazia è negata in radice se non vive nei luoghi di lavoro. Ci auguriamo perciò che non si chiuda nessun accordo che non abbia alla base questi principi."
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Ufficio Stampa Prc-Se
La lotta della FIOM continua
DALLA RETE 28 APRILE :
IL Direttivo della Cgil si è concluso senza un voto perché la
segretaria generale ha ritenuto di non chiederlo. In ogni caso l’area
programmatica, attraverso una dichiarazione di Gianni Rinaldini, ha
formalizzato la posizione di non concedere alcun mandato a concludere
il negoziato.
Nel corso del dibattito sia gli interventi dell’area programmatica,
sia il segretario generale della Fiom, seppure con diverse
argomentazioni e accenti, hanno espresso contrarietà all’accordo che
si sta delineando.
La situazione paradossale è che tutta la discussione è avvenuta in
assenza di qualsiasi testo, ma solo sulla base di spiegazioni verbali.
Considerando che, in particolare sulle regole, anche le virgole
contano, si è avanzata la richiesta di un metodo più democratico di
confronto e di poter discutere sulla base della carta scritta e non
delle valutazioni e dei giudizi. In ogni caso già dai giudizi espressi
l’accordo possibile si presenta come profondamente negativo.
Appuntamento per l’Area il 13 luglio a Roma.
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29.6.11 - Susanna Camusso deve dimettersi: la firma dalla Cgil va
ritirata dall’accordo
Mercoledì 29 Giugno 2011 09:21
Share inShare.0SocButtons plugindi Giorgio Cremaschi. L’accordo
sottoscritto anche dalla Cgil è un accordo liberticida, che viola le
libertà sindacali e contrattuali dei lavoratori e che apre la via allo
smantellamento del contratto nazionale. L’accordo prevede la più ampia
derogabilità al contratto nazionale, ipocritamente chiamata “intese
modificative”. Inoltre stabilisce un mostruoso principio per cui se la
maggioranza delle Rsu approva un accordo, la minoranza non si può
opporre, naturalmente senza che i lavoratori abbiano mai votato. Lo
stesso naturalmente vale per il contratto nazionale. (...)
Quest’accordo accoglie le richieste della Fiat sulla limitazione del
diritto di sciopero e sull’obbligo di applicare gli accordi
peggiorativi senza contestazioni sindacali. Se fosse stato in vigore
un anno fa la Fiom non avrebbe potuto opporsi agli accordi di
Pomigliano e agli altri accordi Fiat. Giustamente Tremonti e Sacconi
esaltano questo accordo, perché corrisponde totalmente alle loro
scelte e alla loro filosofia economica e sociale. Per la Cgil è un
cedimento gravissimo, che viola lo spirito e le norme dello Statuto.
Per questo ritengo che la segretaria generale della Cgil, Susanna
Camusso, debba dimettersi, per aver mancato ai suoi doveri di
rappresentanza dell’organizzazione. La firma a questo accordo da parte
della Cgil va ritirata e dobbiamo tutti mobilitarci per ottenere
questo risultato.
29 giugno 2011
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Fiom contesta l'intesa sui contratti
"Cgil ha ceduto, votino i lavoratori"Il segretario generale dei
metalmeccanici, Landini, critica l'accordo siglato dai confederali e
da Confindustria: "Non ci piace, non andrebbe firmato e chiediamo che
i lavoratori o almeno gli iscritti si pronuncino". La Camusso: "Ne
discuteremo, ma ci sono interpretazioni false o imprecise"
Maurizio Landini e Susanna Camusso
ROMA - La Fiom non accetta l'intesa sui contratti e la rappresentanza
siglata ieri sera 1 da Confindustria e dai sindacati confederali, Cgil
compresa, e chiede che i lavoratori siano chiamati al voto. "Non siamo
d'accordo e chiediamo che ci sia un pronunciamento dei lavoratori o
almeno degli iscritti. A loro diremo che questo accordo non ci piace e
non andrebbe firmato - ha detto il segretario generale
dell'organizzazione dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini - Lo
consideriamo un accordo in cui la Cgil arretra le sue posizioni e cede
su dei punti non cedibili". L'intesa è la prima sottoscritta anche dal
maggiore sindacato italiano dopo due anni di accordi separati.
"In particolare - ha aggiunto Landini - sul fatto che manca il voto
dei lavoratori per approvare gli accordi e sul fatto che si apre alla
derogabilità del contratto nazionale attraverso accordi aziendali, tra
l'altro decisi non dai lavoratori ma dalla maggioranza delle rsu o
addirittura delle rsa". Il leader dei metalmeccanici della Cgil
considera "pericolosa anche l'apertura sulle tregue sindacali, perché
condiziona e vincola tutti. In tutto questo non è mai previsto il voto
dei lavoratori: questo è un punto negativo dell'accordo".
"Non ho alcuna intenzione, finché sono segretario generale della Fiom,
di non applicare lo statuto della Cgil e della Fiom", ha assicurato
Landini ricordando che "lo statuto della
Cgil prevede che gli accordi siano anche validati dai lavoratori.
Nello statuto della Fiom, approvato dalla Cgil, noi abbiamo l'obbligo
di sottoporre a referendum le piattaforme e gli accordi".
La discussione all'interno del sindacato sarà più ampiamente
affrontata domani, al comitato centrale della Fiom: "Pensiamo che in
quella sede saranno valutate e previste tutte le decisioni
necessarie", ha concluso il segretario generale della Fiom.
Al dissenso della Fiom risponde subito Susanna Camusso: "Nei giudizi
che arrivano dalla Fiom ci sono affermazioni false e alcune
imprecisioni". Il segretario della Cgil porta ad esempio il fatto che
si dica che "Rsu e le Rsa sono la stessa cosa, è falso. Spero che una
lettura accurata - aggiunge - permettono di superarle". Detto ciò
resta "legittimo che ci siano opinioni diverse". A chi le chiede se di
fronte a nuovi strappi della Fiom si possa arrivare al
commissariamento della categoria, Camusso taglia corto: "non esiste in
natura", visto che lo statuto della Cgil ne prevede la possibilità in
presenza di "comportamenti non consoni, non per dissenso politico".
Replicando poi a Giorgio Cremaschi, che ne chiede le dimissioni,
Camusso è dura: "non uso la categoria del tradimento. Abbiamo percorsi
democratici definiti, il suo è il più antidemocratico dei
comportamenti possibili". Più in generale rispetto alle critiche la
leader di Corso d'Italia sottolinea che con l'accordo unitario siglato
ieri "siamo nelle condizioni di poter dire che abbiamo delle regole
per poter esercitare la democrazia tra i lavoratori. Questo smentisce
chi dice che non c'è democrazia, che non c'è rapporto con i
lavoratori. La democrazia c'è, dopo due anni di difficoltà".
(29 giugno 2011
IL Direttivo della Cgil si è concluso senza un voto perché la
segretaria generale ha ritenuto di non chiederlo. In ogni caso l’area
programmatica, attraverso una dichiarazione di Gianni Rinaldini, ha
formalizzato la posizione di non concedere alcun mandato a concludere
il negoziato.
Nel corso del dibattito sia gli interventi dell’area programmatica,
sia il segretario generale della Fiom, seppure con diverse
argomentazioni e accenti, hanno espresso contrarietà all’accordo che
si sta delineando.
La situazione paradossale è che tutta la discussione è avvenuta in
assenza di qualsiasi testo, ma solo sulla base di spiegazioni verbali.
Considerando che, in particolare sulle regole, anche le virgole
contano, si è avanzata la richiesta di un metodo più democratico di
confronto e di poter discutere sulla base della carta scritta e non
delle valutazioni e dei giudizi. In ogni caso già dai giudizi espressi
l’accordo possibile si presenta come profondamente negativo.
Appuntamento per l’Area il 13 luglio a Roma.
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29.6.11 - Susanna Camusso deve dimettersi: la firma dalla Cgil va
ritirata dall’accordo
Mercoledì 29 Giugno 2011 09:21
Share inShare.0SocButtons plugindi Giorgio Cremaschi. L’accordo
sottoscritto anche dalla Cgil è un accordo liberticida, che viola le
libertà sindacali e contrattuali dei lavoratori e che apre la via allo
smantellamento del contratto nazionale. L’accordo prevede la più ampia
derogabilità al contratto nazionale, ipocritamente chiamata “intese
modificative”. Inoltre stabilisce un mostruoso principio per cui se la
maggioranza delle Rsu approva un accordo, la minoranza non si può
opporre, naturalmente senza che i lavoratori abbiano mai votato. Lo
stesso naturalmente vale per il contratto nazionale. (...)
Quest’accordo accoglie le richieste della Fiat sulla limitazione del
diritto di sciopero e sull’obbligo di applicare gli accordi
peggiorativi senza contestazioni sindacali. Se fosse stato in vigore
un anno fa la Fiom non avrebbe potuto opporsi agli accordi di
Pomigliano e agli altri accordi Fiat. Giustamente Tremonti e Sacconi
esaltano questo accordo, perché corrisponde totalmente alle loro
scelte e alla loro filosofia economica e sociale. Per la Cgil è un
cedimento gravissimo, che viola lo spirito e le norme dello Statuto.
Per questo ritengo che la segretaria generale della Cgil, Susanna
Camusso, debba dimettersi, per aver mancato ai suoi doveri di
rappresentanza dell’organizzazione. La firma a questo accordo da parte
della Cgil va ritirata e dobbiamo tutti mobilitarci per ottenere
questo risultato.
29 giugno 2011
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Fiom contesta l'intesa sui contratti
"Cgil ha ceduto, votino i lavoratori"Il segretario generale dei
metalmeccanici, Landini, critica l'accordo siglato dai confederali e
da Confindustria: "Non ci piace, non andrebbe firmato e chiediamo che
i lavoratori o almeno gli iscritti si pronuncino". La Camusso: "Ne
discuteremo, ma ci sono interpretazioni false o imprecise"
Maurizio Landini e Susanna Camusso
ROMA - La Fiom non accetta l'intesa sui contratti e la rappresentanza
siglata ieri sera 1 da Confindustria e dai sindacati confederali, Cgil
compresa, e chiede che i lavoratori siano chiamati al voto. "Non siamo
d'accordo e chiediamo che ci sia un pronunciamento dei lavoratori o
almeno degli iscritti. A loro diremo che questo accordo non ci piace e
non andrebbe firmato - ha detto il segretario generale
dell'organizzazione dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini - Lo
consideriamo un accordo in cui la Cgil arretra le sue posizioni e cede
su dei punti non cedibili". L'intesa è la prima sottoscritta anche dal
maggiore sindacato italiano dopo due anni di accordi separati.
"In particolare - ha aggiunto Landini - sul fatto che manca il voto
dei lavoratori per approvare gli accordi e sul fatto che si apre alla
derogabilità del contratto nazionale attraverso accordi aziendali, tra
l'altro decisi non dai lavoratori ma dalla maggioranza delle rsu o
addirittura delle rsa". Il leader dei metalmeccanici della Cgil
considera "pericolosa anche l'apertura sulle tregue sindacali, perché
condiziona e vincola tutti. In tutto questo non è mai previsto il voto
dei lavoratori: questo è un punto negativo dell'accordo".
"Non ho alcuna intenzione, finché sono segretario generale della Fiom,
di non applicare lo statuto della Cgil e della Fiom", ha assicurato
Landini ricordando che "lo statuto della
Cgil prevede che gli accordi siano anche validati dai lavoratori.
Nello statuto della Fiom, approvato dalla Cgil, noi abbiamo l'obbligo
di sottoporre a referendum le piattaforme e gli accordi".
La discussione all'interno del sindacato sarà più ampiamente
affrontata domani, al comitato centrale della Fiom: "Pensiamo che in
quella sede saranno valutate e previste tutte le decisioni
necessarie", ha concluso il segretario generale della Fiom.
Al dissenso della Fiom risponde subito Susanna Camusso: "Nei giudizi
che arrivano dalla Fiom ci sono affermazioni false e alcune
imprecisioni". Il segretario della Cgil porta ad esempio il fatto che
si dica che "Rsu e le Rsa sono la stessa cosa, è falso. Spero che una
lettura accurata - aggiunge - permettono di superarle". Detto ciò
resta "legittimo che ci siano opinioni diverse". A chi le chiede se di
fronte a nuovi strappi della Fiom si possa arrivare al
commissariamento della categoria, Camusso taglia corto: "non esiste in
natura", visto che lo statuto della Cgil ne prevede la possibilità in
presenza di "comportamenti non consoni, non per dissenso politico".
Replicando poi a Giorgio Cremaschi, che ne chiede le dimissioni,
Camusso è dura: "non uso la categoria del tradimento. Abbiamo percorsi
democratici definiti, il suo è il più antidemocratico dei
comportamenti possibili". Più in generale rispetto alle critiche la
leader di Corso d'Italia sottolinea che con l'accordo unitario siglato
ieri "siamo nelle condizioni di poter dire che abbiamo delle regole
per poter esercitare la democrazia tra i lavoratori. Questo smentisce
chi dice che non c'è democrazia, che non c'è rapporto con i
lavoratori. La democrazia c'è, dopo due anni di difficoltà".
(29 giugno 2011
Notizie Resistenti - 29/06/2011
Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Reggio 14 - 10153 Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:
Storia
- 22 giugno 1941: La Germania nazista aggredisce l’Unione Sovietica
Movimento operaio internazionale
- FSM: Introduzione del Segretario generale G. Mavrikos al Consiglio di Presidenza
Mondo - politica e società
- L'Unione Africana respinge l’assassinio politico di Gheddafi
Cile
- Salvador Allende è più attuale che mai
Grecia
- Appello alla lotta dall'Acropoli
- La Grecia scende in sciopero! 1° Giorno
Honduras
- Manifesto dello spazio refundacional
Iraq
- 1991: Invasione del Kuwait
Israele
- L'ultimo piano di transfer dei palestinesi dai Territori occupati nel '48
Libia
- Intervento umanitario della NATO: il bombardamento dell'Università di Tripoli
- L'obiettivo della Nato è assassinare Gheddafi
Palestina
- Flotilla: Siamo determinati e partiremo
Portorico
- Alle Nazioni Unite rimane fermo il processo di decolonizzazione
Romania
- Dati della catastrofe demografica nella Romania capitalista
Siria
- Jacques Vergès: In Siria occorre difendere lo stato attuale!
Venezuela
- Washington rafforza la pressione sul Venezuela
Italia - politica e società
- Perché plaudono le approssimazioni finali di Draghi?
- Tav: riecco il regime bipartisan
Lavoro
- Maggiore rappresentatività del sindacato e forme di rappresentanza
- Accordo Confindustria - CGIL CISL UIL
Salute e ambiente
- Più di 20000 fiaccole a Susa. Dignità e coraggio NO TAV
www.resistenze.org
Sostieni il nostro lavoro di informazione: iscriviti o fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Per comunicazioni, commenti, collaborazione e contatti scrivere a posta@resistenze.org
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Cile
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Grecia
- Appello alla lotta dall'Acropoli
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Honduras
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Iraq
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Israele
- L'ultimo piano di transfer dei palestinesi dai Territori occupati nel '48
Libia
- Intervento umanitario della NATO: il bombardamento dell'Università di Tripoli
- L'obiettivo della Nato è assassinare Gheddafi
Palestina
- Flotilla: Siamo determinati e partiremo
Portorico
- Alle Nazioni Unite rimane fermo il processo di decolonizzazione
Romania
- Dati della catastrofe demografica nella Romania capitalista
Siria
- Jacques Vergès: In Siria occorre difendere lo stato attuale!
Venezuela
- Washington rafforza la pressione sul Venezuela
Italia - politica e società
- Perché plaudono le approssimazioni finali di Draghi?
- Tav: riecco il regime bipartisan
Lavoro
- Maggiore rappresentatività del sindacato e forme di rappresentanza
- Accordo Confindustria - CGIL CISL UIL
Salute e ambiente
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RAPPRESENTANZA SINDACALE: TOMASELLI (USB), IN CORSO OFFENSIVA DI MARCEGAGLIA, SACCONI, BONANNI E ANGELETTI
COMUNICATO STAMPA
RAPPRESENTANZA SINDACALE: TOMASELLI (USB), IN CORSO OFFENSIVA DI MARCEGAGLIA, SACCONI, BONANNI E ANGELETTI
E’ invece indispensabile ridare voce e diritti a tutti i lavoratori e lavoratrici
“Le posizioni espresse in questi giorni da Marcegaglia, Sacconi, Cisl e Uil in materia di rappresentanza sindacale ed esigibilità dei contratti di lavoro stanno creando una grande e voluta confusione”, afferma Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo confederale USB.
“Dare forza ai contratti aziendali – evidenzia Tomaselli - significa infatti annullare quelli nazionali, che coprono la stragrande maggioranza delle aziende private dove non vi è alcuna contrattazione aziendale, e che quindi rimarrebbero prive dell'unico strumento contrattuale di tutela. La volontà di rendere esigibile il contratto aziendale, se approvato dalla ‘maggioranza’ delle RSA o delle RSU, ed estenderlo erga omnes a tutti i lavoratori, equivale ad un colpo di mano che potrebbe rendere possibile l'applicazione di un contratto approvato da una esigua minoranza di lavoratori iscritti al sindacato”.
“Che dire poi della certificazione degli iscritti – prosegue il dirigente USB - per verificare la presunta maggioranza. Se non esiste una legge sulla democrazia e sulla rappresentanza nei posti di lavoro, se non esiste diritto a votare i propri rappresentanti, se non esiste un certificatore terzo istituzionale; se comunque non esiste l'obbligo per i datori di lavoro di riconoscere l'interlocutore sindacale ed effettuare le trattenute sindacali, di che cosa stiamo veramente parlando?”.
Aggiunge Tomaselli: “La disdetta dell'accordo del '93 da parte della Uil di Angeletti dimostra che ci si sta muovendo verso l'obiettivo di un nuovo patto che riduca diritti e democrazia sui posti di lavoro. A nostro avviso si prefigura un’estrema ed ulteriore blindatura del monopolio sindacale di Cgil, Cisl e Uil, l'unico monopolio che le politiche liberistiche della Confindustria e del Governo non vogliono intaccare per preservare il potere di quelli che Sacconi ha definito ‘sindacati complici’ “.
“Noi invece crediamo fortemente che sia indispensabile ridare voce e diritti ai lavoratori – conclude Tomaselli – per questo parteciperemo alla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare denominata CARTA DEI DIRITTI DEMOCRATICI E DI RAPPRESENTANZA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI, che si terrà il 17 giugno a Roma nell’ambito di un Convegno presso la Sala Biblioteca del CNEL, legge per la quale stiamo attivamente sostenendo la campagna di raccolta firme”.
Roma, 14 giugno 2011
Ufficio Stampa USB
Rossella Lamina
Tel. 0659640004 - Fax 0654070448
Cell. 3474212769
web: http://ufficiostampa.usb.it/
e-mail: ufficiostampa@usb.it
Unione Sindacale di Base
00185 Roma, V.le Castro Pretorio 116 – web: http://www.usb.it e-mail: usb@usb.it
RAPPRESENTANZA SINDACALE: TOMASELLI (USB), IN CORSO OFFENSIVA DI MARCEGAGLIA, SACCONI, BONANNI E ANGELETTI
E’ invece indispensabile ridare voce e diritti a tutti i lavoratori e lavoratrici
“Le posizioni espresse in questi giorni da Marcegaglia, Sacconi, Cisl e Uil in materia di rappresentanza sindacale ed esigibilità dei contratti di lavoro stanno creando una grande e voluta confusione”, afferma Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo confederale USB.
“Dare forza ai contratti aziendali – evidenzia Tomaselli - significa infatti annullare quelli nazionali, che coprono la stragrande maggioranza delle aziende private dove non vi è alcuna contrattazione aziendale, e che quindi rimarrebbero prive dell'unico strumento contrattuale di tutela. La volontà di rendere esigibile il contratto aziendale, se approvato dalla ‘maggioranza’ delle RSA o delle RSU, ed estenderlo erga omnes a tutti i lavoratori, equivale ad un colpo di mano che potrebbe rendere possibile l'applicazione di un contratto approvato da una esigua minoranza di lavoratori iscritti al sindacato”.
“Che dire poi della certificazione degli iscritti – prosegue il dirigente USB - per verificare la presunta maggioranza. Se non esiste una legge sulla democrazia e sulla rappresentanza nei posti di lavoro, se non esiste diritto a votare i propri rappresentanti, se non esiste un certificatore terzo istituzionale; se comunque non esiste l'obbligo per i datori di lavoro di riconoscere l'interlocutore sindacale ed effettuare le trattenute sindacali, di che cosa stiamo veramente parlando?”.
Aggiunge Tomaselli: “La disdetta dell'accordo del '93 da parte della Uil di Angeletti dimostra che ci si sta muovendo verso l'obiettivo di un nuovo patto che riduca diritti e democrazia sui posti di lavoro. A nostro avviso si prefigura un’estrema ed ulteriore blindatura del monopolio sindacale di Cgil, Cisl e Uil, l'unico monopolio che le politiche liberistiche della Confindustria e del Governo non vogliono intaccare per preservare il potere di quelli che Sacconi ha definito ‘sindacati complici’ “.
“Noi invece crediamo fortemente che sia indispensabile ridare voce e diritti ai lavoratori – conclude Tomaselli – per questo parteciperemo alla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare denominata CARTA DEI DIRITTI DEMOCRATICI E DI RAPPRESENTANZA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI, che si terrà il 17 giugno a Roma nell’ambito di un Convegno presso la Sala Biblioteca del CNEL, legge per la quale stiamo attivamente sostenendo la campagna di raccolta firme”.
Roma, 14 giugno 2011
Ufficio Stampa USB
Rossella Lamina
Tel. 0659640004 - Fax 0654070448
Cell. 3474212769
web: http://ufficiostampa.usb.it/
e-mail: ufficiostampa@usb.it
Unione Sindacale di Base
00185 Roma, V.le Castro Pretorio 116 – web: http://www.usb.it e-mail: usb@usb.it
mercoledì 29 giugno 2011
UN ACCORDO GRAVISSIMO
UN ACCORDO GRAVISSIMO
(29 Giugno 2011)
L'accordo raggiunto da Susanna Camusso con Confindustria, CISL,UIL è inaccettabile, sindacalmente e politicamente.
Dal punto di vista sindacale, nega il principio elementare del potere decisionale dei lavoratori sulle piattaforme e gli accordi che li riguardano, oltre ad allargare la derogabilità del contratto nazionale e ad accettare limiti al diritto di sciopero. La soddisfazione di Confindustria misura la natura dell'accordo. Il titolo di “Sole 24 Ore” - “Così si completa la svolta del 2009”- registra la pura verità: la Cgil ritorna all'ovile.
Dal punto di vista politico, l'accordo è se possibile persino peggio. Da un lato regala di fatto una sponda a un governo reazionario, delegittimato, e in gravi difficoltà, motivando le congratulazioni di Sacconi. Dall'altro, e soprattutto, investe nel futuro possibile governo di Centrosinistra: prefigurando quel quadro “normalizzato” di relazioni industriali e sociali che è necessario per consentire le politiche annunciate di “lacrime e sangue” dettate da banchieri e Confindustria. E di cui il PD è interprete sperimentato.
Colpisce il silenzio di Nichi Vendola sull'accordo Camusso Marcegaglia. La sua candidatura a premier del centrosinistra già lo subordina alla concertazione.
Di certo la battaglia contro l'accordo annunciata da Fiom e minoranza Cgil, avrà il pieno sostegno del PCL e dei suoi militanti, in ogni sede.
Partito Comunista dei Lavoratori - Empoli
http://www.pclempoli@blogspot.com. indirizzo di posta elettronica: pclempoli@yahoo.it
(29 Giugno 2011)
L'accordo raggiunto da Susanna Camusso con Confindustria, CISL,UIL è inaccettabile, sindacalmente e politicamente.
Dal punto di vista sindacale, nega il principio elementare del potere decisionale dei lavoratori sulle piattaforme e gli accordi che li riguardano, oltre ad allargare la derogabilità del contratto nazionale e ad accettare limiti al diritto di sciopero. La soddisfazione di Confindustria misura la natura dell'accordo. Il titolo di “Sole 24 Ore” - “Così si completa la svolta del 2009”- registra la pura verità: la Cgil ritorna all'ovile.
Dal punto di vista politico, l'accordo è se possibile persino peggio. Da un lato regala di fatto una sponda a un governo reazionario, delegittimato, e in gravi difficoltà, motivando le congratulazioni di Sacconi. Dall'altro, e soprattutto, investe nel futuro possibile governo di Centrosinistra: prefigurando quel quadro “normalizzato” di relazioni industriali e sociali che è necessario per consentire le politiche annunciate di “lacrime e sangue” dettate da banchieri e Confindustria. E di cui il PD è interprete sperimentato.
Colpisce il silenzio di Nichi Vendola sull'accordo Camusso Marcegaglia. La sua candidatura a premier del centrosinistra già lo subordina alla concertazione.
Di certo la battaglia contro l'accordo annunciata da Fiom e minoranza Cgil, avrà il pieno sostegno del PCL e dei suoi militanti, in ogni sede.
Partito Comunista dei Lavoratori - Empoli
http://www.pclempoli@blogspot.com. indirizzo di posta elettronica: pclempoli@yahoo.it
PIANO REGIONALE DI SVILUPPO : DEMOCRAZIA E GIUSTIZIA SOCIALE, LAVORO E GREEN ECONOMY GLI ASSI STRATEGICI
CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
PIANO REGIONALE DI SVILUPPO : DEMOCRAZIA E GIUSTIZIA SOCIALE, LAVORO E GREEN ECONOMY GLI ASSI STRATEGICI PER RISPONDERE AD UNA CRISI CHE PERDURA ED ANCORA MORDE IL TESSUTO SOCIALE E PRODUTTIVO DELLA NOSTRA REGIONE
Sintesi dell’intervento oggi in aula della Capogruppo Monica Sgherri oggi nella seduta di approvazione del PRS
Siamo di fronte ad una crisi che perdura e ancora “morde” il tessuto sociale e produttivo anche della nostra regione, ce lo confermano, fra i tanti, i dati sulla disoccupazione, intorno al 9 %.
Il dato nuovo che oggi emerge infatti è che la “ripresina” in atto – basata principalmente sulle esportazioni - non produce nuova occupazione: un elemento che emerge non accompagnato da una lettura analitica e scientifica di riferimento sul medesimo e che segue alcuni anni nei quali si sono persi migliaia di posti di lavoro, basti ricordare il ricorso alla cassa integrazione (+ 500 % rispetto al 2008), l’aumento della precarietà (il 92 % dei nuovi avvii lavorativi sono a tempo determinato o precari).
Per questo di per sé la ripresa senza occupazione come prospettiva va indagata ed è inaccettabile, perché per noi la ripresa non ha valore in sé ma solo per come e cosa produce. Tutto ciò tenuto anche conto del fatto che il leggero aumento del PIL realizzatosi sarà praticamente neutralizzato dall’aumento del costo del petrolio.
Di conseguenza è necessario focalizzare l’attenzione e gli interventi su questo quadro e questo nuovo dato al fine di individuare adeguate soluzioni. Soluzioni – politiche pubbliche e strumenti di redistribuzione del reddito – che molto dipendono dal livello nazionale, ma la Regione può e vuole compiere la sua parte: per questo, in occasione della discussione sul documento preliminare al DPEF regionale, abbiamo apprezzato la cosiddetta “ossessione del lavoro” espressione con la quale il presidente Rossi ha sintetizzato la priorità su cui puntare.
Un quadro ancora più a tinte fosche se saranno confermati gli indirizzi della prossima manovra economica nazionale e della cosiddetta riforma fiscale che – puntando fra gli altri sulla riduzione del numero delle aliquote Irpef e sull’aumento dell’IVA, nonché sulla reintroduzione dei ticket sanitari e sull’innalzamento dell’età pensionabile (aumento che colpirà la vita soprattutto delle donne, che dovranno rimanere al lavoro più a lungo senza avere servizi aggiuntivi sul lavoro di cura dei familiari non autosufficienti e dei figli, pesi questi che sono oggi sulle loro spalle), ecc. – renderà ancora maggiori le disuguaglianze sociali e sarà depressiva dal punto di vista economico.
Venendo più specificamente al Piano Regionale di Sviluppo che oggi discutiamo individuiamo 3 assi strategici che saranno per noi anche la lente con cui analizzeremo e seguiremo la realizzazione di quanto indicato nel PRS: Democrazia, lavoro, green economy
1) DEMOCRAZIA, in senso estensivo e in stretta correlazione con la giustizia sociale: La crisi e la ripresa ci lasciano un modello che ha in sé un forte rischio di esclusione sociale.
Riteniamo strategica qualsiasi azione sia volta a limitare questi effetti, sia con forme di sostegno a chi perde il lavoro, sia attraverso la tutela di diritti fondamentali: la salute, la casa, l'istruzione, Crediamo che la Regione abbia fatto molto per garantire questi settori, duramente colpiti dai tagli del governo e in questo senso deve impegnarsi ancora, soprattutto in un momento in cui la crisi aumenta i bisogni e fa diminuire le risorse.
Crediamo sia questione di democrazia anche intervenire con ogni mezzo contro l'evasione fiscale e per una redistribuzione delle risorse che vadano a vantaggio di coloro che che hanno meno mezzi propri (in termini di fondi, ma anche di servizi e di qualità di questi).
E' certamente questione di democrazia aver fatto emergere il disagio che i giovani si trovano ad affrontare, in quanto coloro che vivono con maggiore pesantezza la ristrutturazione economica in corso, in un momento della loro vita nel quale dovrebbero rafforzarsi e stabilizzarsi per costruire il loro futuro. Il Fondo giovani sì ha il grande merito di dare luce e dignità a questo problema, che merita però di essere considerato all'interno di ogni politica regionale, e quindi come investimento su forze e risorse di cui la toscana per prima non può fare a meno, piuttosto che come un sostegno ad un disagio.
Ed è certamente questione di democrazia rispettare il risultato referendario sul servizio idrico integrato, che chiede senza esitazioni di ripubblicizzare il medesimo. Ci vorranno soluzioni legislative a livello nazionale ma questo non ci sottrae dal fare quello che possiamo anche a livello regionale. Va in questa direzione ad esempio l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Massa che chiede di sospendere le procedure di ingresso del privato per mantenere tutta pubblica la società di gestione, così come andranno trovate soluzioni che valorizzino un nuovo ruolo dei consigli comunali e della partecipazione diretta dei cittadini, ossia che diano risposta all’ l'impegno dei milioni di cittadini che hanno costruito il risultato referendario negli ultimi anni.
Perché il referendum e l'impegno dei cittadini impongono di riconsiderare l'acritica fiducia nel privato a cui troppo spesso si sono affidati ruoli cruciali senza capacità o volontà di reale controllo. La partecipazione dei cittadini, così come è riuscita a costruire lo straordinario risultato referendario, può essere lo strumento di reale controllo e miglioramento della gestione
2) LAVORO condividiamo, come sopra ricordato, l'ossessione lavoro espressa dal Presidente Rossi e ci impegneremo per tenerla viva in ogni momento. Sappiamo che il mondo del lavoro è variegato e ha esigenze diverse. Dobbiamo impegnarci ad un ripensamento delle politiche di intervento capaci di cogliere e rispondere ai bisogni reali del mondo del lavoro e del non lavoro, magari ponendosi come ponte proprio tra queste due condizioni, oggi frequentemente alternate nella vita degli uomini e ancor di più delle donne. La Regione ha stanziato dei fondi per la copertura di 4 mesi a 640 € per chi perde il lavoro. Crediamo sia un'ottima base per ripensare anche per la Toscana alcuni strumenti di welfare, magari rielaborando e riattualizzando come già avviene in molte piazze d'Europa, il dibattito sul salario minimo, mentre sono da cogliere ed incentivare forme di cooperazione, autoimprenditorialità e tutti gli interventi tesi a scoraggiare la delocalizzazione produttiva
3) GREEN ECONOMY: è tema assolutamente centrale, tanto più se si tiene conto degli effetti recessivi del costante aumento del costo del petrolio e delle fonti fossili; lo sviluppo di politiche per l’economia verde quindi teso non soltanto ad ottenere benefici in termini ambientali ma una riconversione in questa direzione del sistema produttivo che abbia ricadute quindi anche occupazionali ed economiche, è una sfida questa “alta” ma che non può essere che inserita fra le priorità: ce lo dice anche l’Europa al riguardo di settori rilevanti – dal punto di vista dell’impatto energetico e ambientale – quali trasporti ed edilizia in primis.
La Capogruppo Monica Sgherri
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
PIANO REGIONALE DI SVILUPPO : DEMOCRAZIA E GIUSTIZIA SOCIALE, LAVORO E GREEN ECONOMY GLI ASSI STRATEGICI PER RISPONDERE AD UNA CRISI CHE PERDURA ED ANCORA MORDE IL TESSUTO SOCIALE E PRODUTTIVO DELLA NOSTRA REGIONE
Sintesi dell’intervento oggi in aula della Capogruppo Monica Sgherri oggi nella seduta di approvazione del PRS
Siamo di fronte ad una crisi che perdura e ancora “morde” il tessuto sociale e produttivo anche della nostra regione, ce lo confermano, fra i tanti, i dati sulla disoccupazione, intorno al 9 %.
Il dato nuovo che oggi emerge infatti è che la “ripresina” in atto – basata principalmente sulle esportazioni - non produce nuova occupazione: un elemento che emerge non accompagnato da una lettura analitica e scientifica di riferimento sul medesimo e che segue alcuni anni nei quali si sono persi migliaia di posti di lavoro, basti ricordare il ricorso alla cassa integrazione (+ 500 % rispetto al 2008), l’aumento della precarietà (il 92 % dei nuovi avvii lavorativi sono a tempo determinato o precari).
Per questo di per sé la ripresa senza occupazione come prospettiva va indagata ed è inaccettabile, perché per noi la ripresa non ha valore in sé ma solo per come e cosa produce. Tutto ciò tenuto anche conto del fatto che il leggero aumento del PIL realizzatosi sarà praticamente neutralizzato dall’aumento del costo del petrolio.
Di conseguenza è necessario focalizzare l’attenzione e gli interventi su questo quadro e questo nuovo dato al fine di individuare adeguate soluzioni. Soluzioni – politiche pubbliche e strumenti di redistribuzione del reddito – che molto dipendono dal livello nazionale, ma la Regione può e vuole compiere la sua parte: per questo, in occasione della discussione sul documento preliminare al DPEF regionale, abbiamo apprezzato la cosiddetta “ossessione del lavoro” espressione con la quale il presidente Rossi ha sintetizzato la priorità su cui puntare.
Un quadro ancora più a tinte fosche se saranno confermati gli indirizzi della prossima manovra economica nazionale e della cosiddetta riforma fiscale che – puntando fra gli altri sulla riduzione del numero delle aliquote Irpef e sull’aumento dell’IVA, nonché sulla reintroduzione dei ticket sanitari e sull’innalzamento dell’età pensionabile (aumento che colpirà la vita soprattutto delle donne, che dovranno rimanere al lavoro più a lungo senza avere servizi aggiuntivi sul lavoro di cura dei familiari non autosufficienti e dei figli, pesi questi che sono oggi sulle loro spalle), ecc. – renderà ancora maggiori le disuguaglianze sociali e sarà depressiva dal punto di vista economico.
Venendo più specificamente al Piano Regionale di Sviluppo che oggi discutiamo individuiamo 3 assi strategici che saranno per noi anche la lente con cui analizzeremo e seguiremo la realizzazione di quanto indicato nel PRS: Democrazia, lavoro, green economy
1) DEMOCRAZIA, in senso estensivo e in stretta correlazione con la giustizia sociale: La crisi e la ripresa ci lasciano un modello che ha in sé un forte rischio di esclusione sociale.
Riteniamo strategica qualsiasi azione sia volta a limitare questi effetti, sia con forme di sostegno a chi perde il lavoro, sia attraverso la tutela di diritti fondamentali: la salute, la casa, l'istruzione, Crediamo che la Regione abbia fatto molto per garantire questi settori, duramente colpiti dai tagli del governo e in questo senso deve impegnarsi ancora, soprattutto in un momento in cui la crisi aumenta i bisogni e fa diminuire le risorse.
Crediamo sia questione di democrazia anche intervenire con ogni mezzo contro l'evasione fiscale e per una redistribuzione delle risorse che vadano a vantaggio di coloro che che hanno meno mezzi propri (in termini di fondi, ma anche di servizi e di qualità di questi).
E' certamente questione di democrazia aver fatto emergere il disagio che i giovani si trovano ad affrontare, in quanto coloro che vivono con maggiore pesantezza la ristrutturazione economica in corso, in un momento della loro vita nel quale dovrebbero rafforzarsi e stabilizzarsi per costruire il loro futuro. Il Fondo giovani sì ha il grande merito di dare luce e dignità a questo problema, che merita però di essere considerato all'interno di ogni politica regionale, e quindi come investimento su forze e risorse di cui la toscana per prima non può fare a meno, piuttosto che come un sostegno ad un disagio.
Ed è certamente questione di democrazia rispettare il risultato referendario sul servizio idrico integrato, che chiede senza esitazioni di ripubblicizzare il medesimo. Ci vorranno soluzioni legislative a livello nazionale ma questo non ci sottrae dal fare quello che possiamo anche a livello regionale. Va in questa direzione ad esempio l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Massa che chiede di sospendere le procedure di ingresso del privato per mantenere tutta pubblica la società di gestione, così come andranno trovate soluzioni che valorizzino un nuovo ruolo dei consigli comunali e della partecipazione diretta dei cittadini, ossia che diano risposta all’ l'impegno dei milioni di cittadini che hanno costruito il risultato referendario negli ultimi anni.
Perché il referendum e l'impegno dei cittadini impongono di riconsiderare l'acritica fiducia nel privato a cui troppo spesso si sono affidati ruoli cruciali senza capacità o volontà di reale controllo. La partecipazione dei cittadini, così come è riuscita a costruire lo straordinario risultato referendario, può essere lo strumento di reale controllo e miglioramento della gestione
2) LAVORO condividiamo, come sopra ricordato, l'ossessione lavoro espressa dal Presidente Rossi e ci impegneremo per tenerla viva in ogni momento. Sappiamo che il mondo del lavoro è variegato e ha esigenze diverse. Dobbiamo impegnarci ad un ripensamento delle politiche di intervento capaci di cogliere e rispondere ai bisogni reali del mondo del lavoro e del non lavoro, magari ponendosi come ponte proprio tra queste due condizioni, oggi frequentemente alternate nella vita degli uomini e ancor di più delle donne. La Regione ha stanziato dei fondi per la copertura di 4 mesi a 640 € per chi perde il lavoro. Crediamo sia un'ottima base per ripensare anche per la Toscana alcuni strumenti di welfare, magari rielaborando e riattualizzando come già avviene in molte piazze d'Europa, il dibattito sul salario minimo, mentre sono da cogliere ed incentivare forme di cooperazione, autoimprenditorialità e tutti gli interventi tesi a scoraggiare la delocalizzazione produttiva
3) GREEN ECONOMY: è tema assolutamente centrale, tanto più se si tiene conto degli effetti recessivi del costante aumento del costo del petrolio e delle fonti fossili; lo sviluppo di politiche per l’economia verde quindi teso non soltanto ad ottenere benefici in termini ambientali ma una riconversione in questa direzione del sistema produttivo che abbia ricadute quindi anche occupazionali ed economiche, è una sfida questa “alta” ma che non può essere che inserita fra le priorità: ce lo dice anche l’Europa al riguardo di settori rilevanti – dal punto di vista dell’impatto energetico e ambientale – quali trasporti ed edilizia in primis.
La Capogruppo Monica Sgherri
4 Luglio il Consiglio Provinciale di Firenze voterà la Mozione presentata da Rifondazione Comunista per l’annullamento dal nuovo Piano Interprovincial
4 Luglio il Consiglio Provinciale di Firenze voterà la Mozione presentata da Rifondazione Comunista per l’annullamento dal nuovo Piano Interprovinciale dei Rifiuti dell’inceneritore di Testi: Appello alla Partecipazione
Lunedì 4 luglio verrà discusso in Consiglio Provinciale la Mozione presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista in merito all’ annullamento dal nuovo Piano Interprovinciale dei Rifiuti dell’inceneritore di Testi (Greve in Chianti) e l’avvio di nuove pratiche alternative alla combustione di riduzione, differenziazione, recupero/riuso/riciclo rifiuti, sistema ‘porta a porta’.
Si tratta di un’occasione importante e di una discussione attesa e richiesta da più parti anche perché la realizzazione dell’inceneritore di Testi andrebbe ad aggravare un’area già caratterizzata da forti criticità sotto il profilo ambientale e sanitario per la presenza del cementificio Sacci ( che utilizza per la propria attività combustibile fossile e CDR con pesanti ricadute di inquinanti nell’area ) dell’impianto di gassificazione, dell’impianto di betonaggio senza considerare che alle Sibille ( dove fino al 1984 è stato attivo un inceneritore la cui area è ancora del tutto da bonificare ) è presente un impianto per il trattamento di Rifiuti Solidi Urbani.
Questa mozione si fonda sul fatto che il Sindaco del Comune di Greve in Chianti costretto da un ampio schieramento di cittadini e forze politiche ha annunciato la richiesta di moratoria per 5 anni dell’inceneritore a Testi. Un fatto rilevante anche se a tutt’oggi tale affermazione non è supportata da nessun atto deliberativo né della Giunta né del Consiglio Comunale di Greve.
Rifondazione Comunista ha più volte sostenuto la necessità di riscrivere il Piano provinciale dei Rifiuti abbandonando il binomio inceneritori-discariche, annullando la realizzazione della discarica a Le Borra (Figline Valdarno), dell’inceneritore a Testi (Greve in Chianti) e il blocco dell’inceneritore di Selvapiana (Rufina), più quello previsto a Case Passerini.
Le reazioni autoritarie e smodate del Partito Democratico unite alle ambiguità di SEL che detiene la delega di Governo del Piano Provinciale dei rifiuti ci hanno convito della necessità di fare chiarezza e di richiedere nei fatti un complessivo ripensamento della gestione del ciclo dei rifiuti incentrata prevalentemente sulla combustione, la quale rischia di compromettere in modo irreversibile il nostro futuro accentuando la crisi ecologica, climatica e ambientale e la stessa salute dei cittadini.
Invitiamo pertanto comitati associazioni cittadini a partecipare al Consiglio Provinciale del prossimo 4 Luglio dove il centro sinistra avrà l’occasione per ripensare alle proprie scelte .
Firenze lì 29 giugno 2011
Andrea Calò capogruppo Rifondazione Comunista Provincia di Firenze
Lunedì 4 luglio verrà discusso in Consiglio Provinciale la Mozione presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista in merito all’ annullamento dal nuovo Piano Interprovinciale dei Rifiuti dell’inceneritore di Testi (Greve in Chianti) e l’avvio di nuove pratiche alternative alla combustione di riduzione, differenziazione, recupero/riuso/riciclo rifiuti, sistema ‘porta a porta’.
Si tratta di un’occasione importante e di una discussione attesa e richiesta da più parti anche perché la realizzazione dell’inceneritore di Testi andrebbe ad aggravare un’area già caratterizzata da forti criticità sotto il profilo ambientale e sanitario per la presenza del cementificio Sacci ( che utilizza per la propria attività combustibile fossile e CDR con pesanti ricadute di inquinanti nell’area ) dell’impianto di gassificazione, dell’impianto di betonaggio senza considerare che alle Sibille ( dove fino al 1984 è stato attivo un inceneritore la cui area è ancora del tutto da bonificare ) è presente un impianto per il trattamento di Rifiuti Solidi Urbani.
Questa mozione si fonda sul fatto che il Sindaco del Comune di Greve in Chianti costretto da un ampio schieramento di cittadini e forze politiche ha annunciato la richiesta di moratoria per 5 anni dell’inceneritore a Testi. Un fatto rilevante anche se a tutt’oggi tale affermazione non è supportata da nessun atto deliberativo né della Giunta né del Consiglio Comunale di Greve.
Rifondazione Comunista ha più volte sostenuto la necessità di riscrivere il Piano provinciale dei Rifiuti abbandonando il binomio inceneritori-discariche, annullando la realizzazione della discarica a Le Borra (Figline Valdarno), dell’inceneritore a Testi (Greve in Chianti) e il blocco dell’inceneritore di Selvapiana (Rufina), più quello previsto a Case Passerini.
Le reazioni autoritarie e smodate del Partito Democratico unite alle ambiguità di SEL che detiene la delega di Governo del Piano Provinciale dei rifiuti ci hanno convito della necessità di fare chiarezza e di richiedere nei fatti un complessivo ripensamento della gestione del ciclo dei rifiuti incentrata prevalentemente sulla combustione, la quale rischia di compromettere in modo irreversibile il nostro futuro accentuando la crisi ecologica, climatica e ambientale e la stessa salute dei cittadini.
Invitiamo pertanto comitati associazioni cittadini a partecipare al Consiglio Provinciale del prossimo 4 Luglio dove il centro sinistra avrà l’occasione per ripensare alle proprie scelte .
Firenze lì 29 giugno 2011
Andrea Calò capogruppo Rifondazione Comunista Provincia di Firenze
O BELLA CIAO! FESTA DELLA FEDERAZIONE DELLE SINISTRA EMPOLESE VALDELSA
O BELLA CIAO!
FESTA DELLA FEDERAZIONE DELLE SINISTRA
EMPOLESE VALDELSA
PETROIO - VINCI
30 GIU - 10 LUG
P R O G R A M M A
Gio 30 giu
Concerto: il folk degli ARCAMBOLD
Ven 1 lug
Concerto: FABER BAND tributo a Fabrizio De Andrè
Sab 2
ROCKRIBALTA contest di band locali
Dom 3
Il Coro OLTRE IIL CANTO dell'Associazione "L'acqua
in gabbia " presenta: 150 anni. La storia, le donne, la
musica.
Lun 4
Torneo di briscola del Circolo Petroio
Mar 5
Dibattito: Dove va la sinistra dopo le amministrative ed il
referendum
con
Stefano Cristiano FdS segretario reg.Prc,
Marco Manneschi cons. reg. IDV,
Beppe Brogi portavoce toscano SEL,
Rossano Rossi Cgil regionale
Mer 6
0re 18.30. 2° marcia ludico-motoria nel verde delle
colline di Vinci tra vigneti oliveti e campi di grano.
Info 349 5160760
Ore 21.30 si balla il Latino Americano con El Coqui
Gio 7
La compgnia DI SOTTO L''ARCO presenta 2 atti in
vernacolo “Scusi mi presti tua moglie?” di Mario
Marotta
Ven 8
Il concerto dei CECCOeCIPO
Sab 9
Intervista a MASSIMO ROSSI portavoce nazionale
della Federazione della Sinistra
Dom 10
“Musiche e musiche” con d.j El Coqui e Filippo Dr
FESTA DELLA FEDERAZIONE DELLE SINISTRA
EMPOLESE VALDELSA
PETROIO - VINCI
30 GIU - 10 LUG
P R O G R A M M A
Gio 30 giu
Concerto: il folk degli ARCAMBOLD
Ven 1 lug
Concerto: FABER BAND tributo a Fabrizio De Andrè
Sab 2
ROCKRIBALTA contest di band locali
Dom 3
Il Coro OLTRE IIL CANTO dell'Associazione "L'acqua
in gabbia " presenta: 150 anni. La storia, le donne, la
musica.
Lun 4
Torneo di briscola del Circolo Petroio
Mar 5
Dibattito: Dove va la sinistra dopo le amministrative ed il
referendum
con
Stefano Cristiano FdS segretario reg.Prc,
Marco Manneschi cons. reg. IDV,
Beppe Brogi portavoce toscano SEL,
Rossano Rossi Cgil regionale
Mer 6
0re 18.30. 2° marcia ludico-motoria nel verde delle
colline di Vinci tra vigneti oliveti e campi di grano.
Info 349 5160760
Ore 21.30 si balla il Latino Americano con El Coqui
Gio 7
La compgnia DI SOTTO L''ARCO presenta 2 atti in
vernacolo “Scusi mi presti tua moglie?” di Mario
Marotta
Ven 8
Il concerto dei CECCOeCIPO
Sab 9
Intervista a MASSIMO ROSSI portavoce nazionale
della Federazione della Sinistra
Dom 10
“Musiche e musiche” con d.j El Coqui e Filippo Dr
PESSIMO ACCORDO, ESULTANO GOVERNO E CONFINDUSTRIA
PESSIMO ACCORDO, ESULTANO GOVERNO E CONFINDUSTRIA
E’ evidentemente troppo presto per valutare in tutti i suoi aspetti ed in tutte le sue conseguenze l’accordo interconfederale sottoscritto ieri tra Confindustria CGIL CISL UIL Confederali.
Vale però la pena di azzardare una prima valutazione e alcune ipotesi, pur in una fase nella quale la Segreteria nazionale della CGIL allargata ai Segretari generali delle categorie convocata per oggi, ed il direttivo confederale previsto nei prossimi giorni non si sono ancora tenuti ed espressi nel merito dell’accordo.
L’accordo si sottoscrive in una fase particolare per il paese: dopo le elezioni amministrative ed i referendum che indicano se non un cambio di fase almeno l’apertura di una speranza , una rinnovata voglia di partecipazione che non si vedeva da anni, una critica alla gestione regressiva della crisi economica e sociale.
E si sottoscrive alla vigilia della manovra economica del Governo, che pur incerta anch’essa nei contenuti lo è molto meno nei presupposti e negli obiettivi: redistribuzione della ricchezza dal basso verso l’alto, blocco dei contratti pubblici, tagli drastici ai servizi dello stato sociale, innalzamento dell’eta pensionabile, nessun intervento per rompere la spirale perversa della precarietà nel lavoro che si trasforma inevitabilmente nella precarietà di vita . Insomma in una parola, la crisi continuino a pagarla coloro che la hanno pagata sino ad ora.
E’ del tutto evidente che i due modelli, Tremonti-Confindustria si tengono. Meno diritti sociali l’uno , meno diritti sul lavoro l’altro.
Le domanda da farsi, sul piano squisitamente politico a me pare siano due: la prima, l’accordo rafforza la capacità di contrasto al Governo sulle politiche economiche ( manovra ) e su l lavoro (legislazione sul lavoro e precarizzazione ) da parte del sindacalismo non omologato al pensiero unico o la indebolisce?
A me pare che la indebolisca,è evidente a tutti che il rapporto amoroso tra Confindustria e Berlusconi è in crisi, ma tra un cambio di cavallo ed un cambio di strategia c’è una qualche significativa differenza. Per altro l’internità di Confindustria e del Governo alle politiche monetarie europee e a quelle della banca mondiale mi paiono fuori discussione.Ed in quel paradigma chi paga la crisi è sin troppo facile prevederlo.
La seconda:la FIOM ed in parte la CGIL hanno avuto la capacità, in questi due anni di saldare il conflitto sul e dentro il lavoro ed i suoi luoghi, con movimenti più vasti, alcuni transitori ma altri di più ampia durata su temi decisivi della politica e del vivere sociale. Tralascio l’elenco completo ma precari e partite iva, movimenti degli studenti e movimenti a difesa della scuola pubblica e della universalità del diritto all’accesso ai saperi, difesa della Costituzione ,beni comuni,no alla guerra, diritti di cittadinanza per i cittadini migranti, rifiuto del modello maschile del potere ecc. si sono saldati con il sindacato prefigurando un’altra idea di modernità , un’altra idea di società. In un rapporto inedito negli ultimi decenni la cui cifra, anche con le contraddizioni inevitabili,è stata la critica alla concreta forma che il capitalismo ha assunto nel tempo presente ed alle forme concrete che impone alla vita delle persone ed al pianeta.
Nessuna illusione che un’altra fase si sia aperta in maniera chiara ed univoca, nessuna certezza sugli esiti del conflitto, ma pare a me che gli stessi risultati dei referendum e le amministrative indichino che qualcosa si sia mosso. E’ mia opinione che la saldatura tra quei movimenti ed il lavoro (la sua
rappresentanza non omologata ) siano stati determinanti per quei risultati e per la ripresa dei processi partecipativi.
La firma dell’accordo, che oggettivamente cambia la fase politica nel paese, che distingue Confindustria dal Governo manterrà l’unita dei movimenti costruitasi in questi lunghi mesi?.
Pare a me che il rischio di rottura di quello che si è costruito nel vivo delle lotte e nella consapevolezza della unitarietà dell’avversario, Confindustria-Governo sia rilevante.
Sul merito dell’accordo avremmo modo nei prossimi giorni di indagare a fondo, cosi come sulle reazioni all’interno della CGIL e delle sue aree programmatiche.
Vale per ora azzardare tre considerazioni.
La prima: la premessa sembra la riformulazione di un inedito patto tra produttori, che questi abbiano gli stessi interessi, cancellando il “ clima “ di conflitto che si è respirato nel paese in questi due anni tra chi difendeva i diritti del lavoro e la sua condizione materiale e chi voleva chiudere “per sempre “ la partita con il lavoro e la sua rappresentanza. Mi pare improbabile, salvo omologazioni del sindacato, che le condizioni siano cambiate.
La seconda:la tregua sindacale ovvero il divieto di sciopero. Nella storia del movimento operaio la contrattazione, ed i risultati ottenuti in essa, sia nelle fasi difensive che in quelle per cosi dire di avanzamento hanno sempre rappresentato un compromesso instabile, direi naturalmente instabile, utile per acquisire risultati e per riaprire il conflitto appena se ne danno le condizioni.Il fatto che riguardi le organizzazioni firmatarie dell’accordo e non i singoli lavoratori non ne attenua la portata negativa.
La terza: la derogabilità ai contratti nazionali. L’accordo prevede la derogabilità del contratto nazionale, anche sulle materie non delegate alla contrattazione aziendale, in materia di prestazione lavorativa , orari, organizzazione del lavoro .La clausola è transitoria ma come si sa….
In ogni caso sancisce un principio inaccettabile.
Rimane ancora (centrale nell’accordo ) il tema della democrazia e della validazione degli accordi aziendali, che affida in buona sostanza alle ooss firmatarie la titolarità della loro approvazione.
Dopo mesi di tensioni tra la maggioranza della Confederazione e la Fiom e la minoranza interna, pare essere arrivati al raund finale. La delegittimazione della fiom con le controparti ed il tentativo di rompere quella relazione positiva costruita con i propri iscritti e con gran parte dei lavoratori metalmeccanici pare essere, al di la del merito, il tratto distintivo dell’accordo.
Resta da vedere cosa succederà nelle prossime ore, come si organizzerà, o riorganizzerà la dialettica interna alla CGIL (cosa faranno per esempio Lavoro e Società e tante Camere del Lavoro e categorie).
Intanto però vale fare una domanda: la Segreteria della CGIL consentirà alle lavoratrici ed ai lavoratori, in caso di approvazione dell’accordo da parte del direttivo nazionale Confederale di votare su questo tramite referendum?.
Se cosi non fosse il rischio che un pessimo accordo si trasformi in un cambio di pelle e di senso di se del più grande sindacato italiano sarebbe più che probabile.
Luca Ciabatti
E’ evidentemente troppo presto per valutare in tutti i suoi aspetti ed in tutte le sue conseguenze l’accordo interconfederale sottoscritto ieri tra Confindustria CGIL CISL UIL Confederali.
Vale però la pena di azzardare una prima valutazione e alcune ipotesi, pur in una fase nella quale la Segreteria nazionale della CGIL allargata ai Segretari generali delle categorie convocata per oggi, ed il direttivo confederale previsto nei prossimi giorni non si sono ancora tenuti ed espressi nel merito dell’accordo.
L’accordo si sottoscrive in una fase particolare per il paese: dopo le elezioni amministrative ed i referendum che indicano se non un cambio di fase almeno l’apertura di una speranza , una rinnovata voglia di partecipazione che non si vedeva da anni, una critica alla gestione regressiva della crisi economica e sociale.
E si sottoscrive alla vigilia della manovra economica del Governo, che pur incerta anch’essa nei contenuti lo è molto meno nei presupposti e negli obiettivi: redistribuzione della ricchezza dal basso verso l’alto, blocco dei contratti pubblici, tagli drastici ai servizi dello stato sociale, innalzamento dell’eta pensionabile, nessun intervento per rompere la spirale perversa della precarietà nel lavoro che si trasforma inevitabilmente nella precarietà di vita . Insomma in una parola, la crisi continuino a pagarla coloro che la hanno pagata sino ad ora.
E’ del tutto evidente che i due modelli, Tremonti-Confindustria si tengono. Meno diritti sociali l’uno , meno diritti sul lavoro l’altro.
Le domanda da farsi, sul piano squisitamente politico a me pare siano due: la prima, l’accordo rafforza la capacità di contrasto al Governo sulle politiche economiche ( manovra ) e su l lavoro (legislazione sul lavoro e precarizzazione ) da parte del sindacalismo non omologato al pensiero unico o la indebolisce?
A me pare che la indebolisca,è evidente a tutti che il rapporto amoroso tra Confindustria e Berlusconi è in crisi, ma tra un cambio di cavallo ed un cambio di strategia c’è una qualche significativa differenza. Per altro l’internità di Confindustria e del Governo alle politiche monetarie europee e a quelle della banca mondiale mi paiono fuori discussione.Ed in quel paradigma chi paga la crisi è sin troppo facile prevederlo.
La seconda:la FIOM ed in parte la CGIL hanno avuto la capacità, in questi due anni di saldare il conflitto sul e dentro il lavoro ed i suoi luoghi, con movimenti più vasti, alcuni transitori ma altri di più ampia durata su temi decisivi della politica e del vivere sociale. Tralascio l’elenco completo ma precari e partite iva, movimenti degli studenti e movimenti a difesa della scuola pubblica e della universalità del diritto all’accesso ai saperi, difesa della Costituzione ,beni comuni,no alla guerra, diritti di cittadinanza per i cittadini migranti, rifiuto del modello maschile del potere ecc. si sono saldati con il sindacato prefigurando un’altra idea di modernità , un’altra idea di società. In un rapporto inedito negli ultimi decenni la cui cifra, anche con le contraddizioni inevitabili,è stata la critica alla concreta forma che il capitalismo ha assunto nel tempo presente ed alle forme concrete che impone alla vita delle persone ed al pianeta.
Nessuna illusione che un’altra fase si sia aperta in maniera chiara ed univoca, nessuna certezza sugli esiti del conflitto, ma pare a me che gli stessi risultati dei referendum e le amministrative indichino che qualcosa si sia mosso. E’ mia opinione che la saldatura tra quei movimenti ed il lavoro (la sua
rappresentanza non omologata ) siano stati determinanti per quei risultati e per la ripresa dei processi partecipativi.
La firma dell’accordo, che oggettivamente cambia la fase politica nel paese, che distingue Confindustria dal Governo manterrà l’unita dei movimenti costruitasi in questi lunghi mesi?.
Pare a me che il rischio di rottura di quello che si è costruito nel vivo delle lotte e nella consapevolezza della unitarietà dell’avversario, Confindustria-Governo sia rilevante.
Sul merito dell’accordo avremmo modo nei prossimi giorni di indagare a fondo, cosi come sulle reazioni all’interno della CGIL e delle sue aree programmatiche.
Vale per ora azzardare tre considerazioni.
La prima: la premessa sembra la riformulazione di un inedito patto tra produttori, che questi abbiano gli stessi interessi, cancellando il “ clima “ di conflitto che si è respirato nel paese in questi due anni tra chi difendeva i diritti del lavoro e la sua condizione materiale e chi voleva chiudere “per sempre “ la partita con il lavoro e la sua rappresentanza. Mi pare improbabile, salvo omologazioni del sindacato, che le condizioni siano cambiate.
La seconda:la tregua sindacale ovvero il divieto di sciopero. Nella storia del movimento operaio la contrattazione, ed i risultati ottenuti in essa, sia nelle fasi difensive che in quelle per cosi dire di avanzamento hanno sempre rappresentato un compromesso instabile, direi naturalmente instabile, utile per acquisire risultati e per riaprire il conflitto appena se ne danno le condizioni.Il fatto che riguardi le organizzazioni firmatarie dell’accordo e non i singoli lavoratori non ne attenua la portata negativa.
La terza: la derogabilità ai contratti nazionali. L’accordo prevede la derogabilità del contratto nazionale, anche sulle materie non delegate alla contrattazione aziendale, in materia di prestazione lavorativa , orari, organizzazione del lavoro .La clausola è transitoria ma come si sa….
In ogni caso sancisce un principio inaccettabile.
Rimane ancora (centrale nell’accordo ) il tema della democrazia e della validazione degli accordi aziendali, che affida in buona sostanza alle ooss firmatarie la titolarità della loro approvazione.
Dopo mesi di tensioni tra la maggioranza della Confederazione e la Fiom e la minoranza interna, pare essere arrivati al raund finale. La delegittimazione della fiom con le controparti ed il tentativo di rompere quella relazione positiva costruita con i propri iscritti e con gran parte dei lavoratori metalmeccanici pare essere, al di la del merito, il tratto distintivo dell’accordo.
Resta da vedere cosa succederà nelle prossime ore, come si organizzerà, o riorganizzerà la dialettica interna alla CGIL (cosa faranno per esempio Lavoro e Società e tante Camere del Lavoro e categorie).
Intanto però vale fare una domanda: la Segreteria della CGIL consentirà alle lavoratrici ed ai lavoratori, in caso di approvazione dell’accordo da parte del direttivo nazionale Confederale di votare su questo tramite referendum?.
Se cosi non fosse il rischio che un pessimo accordo si trasformi in un cambio di pelle e di senso di se del più grande sindacato italiano sarebbe più che probabile.
Luca Ciabatti
Contratti, via libera all'accordo unitario
Contratti, via libera all'accordo unitario
Sì di Cgil dopo due anni si intese separateSiglato il documento, dalle
nuove regole per la rappresentanza sindacale alle garanzie di
efficacia per gli accordi contrattuali firmati dalla maggioranza dei
rappresentanti dei lavoratori, a una sostanziale possibilità di
deroghe a livello aziendale al quadro dei contratti nazionali.
Marcegaglia: "La fine della separatezza". Camusso: "Si apre una fase
nuova". La Fiom: "Cedimento gravissimo"
ROMA - Accordo unitario sui contratti e la rappresentanza sindacale.
L'ok all'intesa interconfederale è arrivato da Confindustria, Cgil,
Cisl e Uil, dopo sei ore di trattativa. Con il sì, anche, della Cgil,
dopo gli accordi separati degli ultimi due anni. "Grazie a Raffaele
Bonanni, Luigi Angeletti, Susanna Camusso ed Emma Marcegaglia. Grazie
per quello che hanno fatto oggi nell'interesse del nostro Paese", è
stato il commento del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Al
tavolo anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, con il
vicepresidente con delega alle relazioni industriali Alberto
Bombassei.
Si è lavorato su un documento articolato in 9 punti: dalle nuove
regole per la rappresentanza sindacale, alle garanzie di efficacia per
gli accordi contrattuali firmati dalla maggioranza dei rappresentanti
dei lavoratori, ad una sostanziale possibilità di deroghe a livello
aziendale (termine che comunque non compare esplicitamente nel testo
della bozza), al quadro dei contratti nazionali. L'accordo, ha
spiegato Marcegaglia, "non sostituisce l'altro, quello del 2009", che
non fu firmato dalla Cgil; "questo ragiona su altri temi, come la
rappresentanza e l'efficacia erga omnes dei contratti aziendali".
L'accordo "chiude una stagione di separatezza tra di noi. Sono molto
soddisfatta. La volontà è di riandare avanti tutti insieme", ha detto
Marcegaglia. Di analogo avviso Camusso, secondo la quale "abbiamo
superato una stagione di divisione
conseguente, anche, alla ristrutturazione della contrattazione. Cgil,
Cisl e Uil - ha aggiunto - hanno definito norme di democrazia e di
coinvolgimento dei lavoratori nell'attuazione degli accordi superando
una lunga stagione di incertezze. Abbiamo dato un contributo a
rimettere il valore del lavoro e la centralità della contrattazione
all'attenzione del nostro Paese e dei lavoratori".
Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, "in un Paese dal
pluralismo sindacale accentuato e dalle relazioni industriali intense
è essenziale che le grandi organizzazioni dell'industria abbiano
raggiunto un accordo sul sistema delle regole comuni. E' interesse di
tutti che le parti definiscano tra di loro, senza cercare soluzioni
attraverso la via giudiziaria, le regole in base alle quali gli
accordi possono essere sottoscritti anche a maggioranza e
ciononostante applicarsi a tutti senza conflitti né incertezze. E ciò
è in particolare importante per i contratti aziendali ai quali dovrà
essere sempre più riconosciuta la capacità di regolare tutti gli
aspetti del lavoro e della produzione con il connesso aumento
detassato dei salari".
L'incontro fra i rappresentanti delle imprese e i sindacati aveva
preso il via nel pomeriggio nella Foresteria di Confindustria. Prima
della riunione i segretari generali di Cisl e Uil avevano espresso
ottimismo sulla possibilità di un accordo unitario. "In un momento di
crisi - aveva detto Bonanni - credo sia importante questo accordo, che
avrà anche un valore economico perché si danno certezze alle imprese
sulle intese che si fanno. Spero che il tavolo rappresenti una svolta
per tutti". Angeletti aveva affermato che c'erano "buone aspettative",
mentre il leader della Cgil Camusso si era limitata a chiosare con un
"chi vivrà, vedrà". Il no della Fiom, legato anche all'intreccio tra i
temi sul tavolo e lo scontro con Fiat, non ha modificato la posizione
della Cgil. E dopo l'accordo Giorgio Cremaschi parla di "un accordo
che estende a tutti i lavoratori il modello Fiat, un cedimento
gravissimo della Cgil che contrasteremo in Cgil, nelle fabbriche e nel
Paese".
Dopo la riforma del modello contrattuale del 2009, non firmata dalla
Cgil, e gli accordi separati con Fiat che hanno aperto uno scontro con
la Fiom, si è puntato alla svolta del ritorno a un'intesa unitaria.
Ieri Camusso aveva chiesto al direttivo della Cgil un mandato a
proseguire la trattativa ed eventualmente a chiudere un accordo. Secco
il no della Fiom-Cgil in un acceso dibattito interno al sindacato di
Corso Italia.
"Per la Cgil - ha detto oggi il leader dei metalmeccanici Cgil,
Maurizio Landini - non è possibile firmare un accordo che non preveda
un voto dei lavoratori sui contratti nazionali e sugli accordi
aziendali. E non è neppure accettabile un sistema di deroghe al
contratto nazionale, tantomeno una violazione del diritto di
sciopero". Il no della Fiom è legato anche alla sovrapposizione tra
alcuni punti del possibile accordo sui contratti e quelli al centro
dello scontro con Fiat dopo gli accordi separati per gli stabilimenti
di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco, ed al rischio di interferenze
con il ricorso giudiziario presentato dal sindacato dei metalmeccanici
Cgil contro il Lingotto al Tribunale di Torino. La stessa Fiat ieri
aveva auspicato una intesa al tavolo sui contratti anche per garantire
"piena operativita" ai tre accordi firmati con il no della Fiom.
Sì di Cgil dopo due anni si intese separateSiglato il documento, dalle
nuove regole per la rappresentanza sindacale alle garanzie di
efficacia per gli accordi contrattuali firmati dalla maggioranza dei
rappresentanti dei lavoratori, a una sostanziale possibilità di
deroghe a livello aziendale al quadro dei contratti nazionali.
Marcegaglia: "La fine della separatezza". Camusso: "Si apre una fase
nuova". La Fiom: "Cedimento gravissimo"
ROMA - Accordo unitario sui contratti e la rappresentanza sindacale.
L'ok all'intesa interconfederale è arrivato da Confindustria, Cgil,
Cisl e Uil, dopo sei ore di trattativa. Con il sì, anche, della Cgil,
dopo gli accordi separati degli ultimi due anni. "Grazie a Raffaele
Bonanni, Luigi Angeletti, Susanna Camusso ed Emma Marcegaglia. Grazie
per quello che hanno fatto oggi nell'interesse del nostro Paese", è
stato il commento del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Al
tavolo anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, con il
vicepresidente con delega alle relazioni industriali Alberto
Bombassei.
Si è lavorato su un documento articolato in 9 punti: dalle nuove
regole per la rappresentanza sindacale, alle garanzie di efficacia per
gli accordi contrattuali firmati dalla maggioranza dei rappresentanti
dei lavoratori, ad una sostanziale possibilità di deroghe a livello
aziendale (termine che comunque non compare esplicitamente nel testo
della bozza), al quadro dei contratti nazionali. L'accordo, ha
spiegato Marcegaglia, "non sostituisce l'altro, quello del 2009", che
non fu firmato dalla Cgil; "questo ragiona su altri temi, come la
rappresentanza e l'efficacia erga omnes dei contratti aziendali".
L'accordo "chiude una stagione di separatezza tra di noi. Sono molto
soddisfatta. La volontà è di riandare avanti tutti insieme", ha detto
Marcegaglia. Di analogo avviso Camusso, secondo la quale "abbiamo
superato una stagione di divisione
conseguente, anche, alla ristrutturazione della contrattazione. Cgil,
Cisl e Uil - ha aggiunto - hanno definito norme di democrazia e di
coinvolgimento dei lavoratori nell'attuazione degli accordi superando
una lunga stagione di incertezze. Abbiamo dato un contributo a
rimettere il valore del lavoro e la centralità della contrattazione
all'attenzione del nostro Paese e dei lavoratori".
Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, "in un Paese dal
pluralismo sindacale accentuato e dalle relazioni industriali intense
è essenziale che le grandi organizzazioni dell'industria abbiano
raggiunto un accordo sul sistema delle regole comuni. E' interesse di
tutti che le parti definiscano tra di loro, senza cercare soluzioni
attraverso la via giudiziaria, le regole in base alle quali gli
accordi possono essere sottoscritti anche a maggioranza e
ciononostante applicarsi a tutti senza conflitti né incertezze. E ciò
è in particolare importante per i contratti aziendali ai quali dovrà
essere sempre più riconosciuta la capacità di regolare tutti gli
aspetti del lavoro e della produzione con il connesso aumento
detassato dei salari".
L'incontro fra i rappresentanti delle imprese e i sindacati aveva
preso il via nel pomeriggio nella Foresteria di Confindustria. Prima
della riunione i segretari generali di Cisl e Uil avevano espresso
ottimismo sulla possibilità di un accordo unitario. "In un momento di
crisi - aveva detto Bonanni - credo sia importante questo accordo, che
avrà anche un valore economico perché si danno certezze alle imprese
sulle intese che si fanno. Spero che il tavolo rappresenti una svolta
per tutti". Angeletti aveva affermato che c'erano "buone aspettative",
mentre il leader della Cgil Camusso si era limitata a chiosare con un
"chi vivrà, vedrà". Il no della Fiom, legato anche all'intreccio tra i
temi sul tavolo e lo scontro con Fiat, non ha modificato la posizione
della Cgil. E dopo l'accordo Giorgio Cremaschi parla di "un accordo
che estende a tutti i lavoratori il modello Fiat, un cedimento
gravissimo della Cgil che contrasteremo in Cgil, nelle fabbriche e nel
Paese".
Dopo la riforma del modello contrattuale del 2009, non firmata dalla
Cgil, e gli accordi separati con Fiat che hanno aperto uno scontro con
la Fiom, si è puntato alla svolta del ritorno a un'intesa unitaria.
Ieri Camusso aveva chiesto al direttivo della Cgil un mandato a
proseguire la trattativa ed eventualmente a chiudere un accordo. Secco
il no della Fiom-Cgil in un acceso dibattito interno al sindacato di
Corso Italia.
"Per la Cgil - ha detto oggi il leader dei metalmeccanici Cgil,
Maurizio Landini - non è possibile firmare un accordo che non preveda
un voto dei lavoratori sui contratti nazionali e sugli accordi
aziendali. E non è neppure accettabile un sistema di deroghe al
contratto nazionale, tantomeno una violazione del diritto di
sciopero". Il no della Fiom è legato anche alla sovrapposizione tra
alcuni punti del possibile accordo sui contratti e quelli al centro
dello scontro con Fiat dopo gli accordi separati per gli stabilimenti
di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco, ed al rischio di interferenze
con il ricorso giudiziario presentato dal sindacato dei metalmeccanici
Cgil contro il Lingotto al Tribunale di Torino. La stessa Fiat ieri
aveva auspicato una intesa al tavolo sui contratti anche per garantire
"piena operativita" ai tre accordi firmati con il no della Fiom.
FIRENZE BENE COMUNE
COBAS LAVORO PRIVATO
CONFEDERAZIONE COBAS ATAF
FIRENZE BENE COMUNE
Votando SI al primo quesito del referendum del 12/13 giugno, il 64%
dei fiorentini hanno chiaramente affermato che: i servizi pubblici a
rilevanza economica e sociale (acqua, trasporto e rifiuti) NON
DEVONO essere venduti ai privati.
Ma, in barba alla volontà dei cittadini, della cui volontà dovrebbe essere
garante e servitore, Don Matteo Renzi all’unisono con tutti gli altri
Sindaci del contado, rilanciano: non solo il 40% di Ataf ha da essere
ceduto , bensì l’intero 100%.
L’apice della sconcezza, in tale contesto, lo si ritrova però nella posizione
presa dal Partito Democratico: a Firenze appoggia, vergognosamente
senza il minimo pudore, la privatizzazione del trasporto pubblico; a
Roma invece, alla faccia della coerenza e della linea comune, organizza
una petizione popolare con raccolta di firme tra i cittadini contro la
privatizzazione di Atac proposta da Alemanno...
Contro la vendita di Ataf e contro le politiche di svendita del patrimonio
pubblico e dei servizi sociali voluta da Renzi il liberista:
VENERDI' 1 LUGLIO 2011
ORE 17.30 PIAZZA DEI CIOMPI
CORTEO CITTADINO
DALLE ORE 18, ALLE ORE 24 IN PIAZZA SIGNORIA
MUSICA, INTERVENTI, CENA
Firenze. 28/6/11
RappresentanzaSindacale Unitaria
ATAF
Alla stampa locale
A tutti i lavoratori
VERGOGNATEVI
Apprendiamo come sempre dalla stampa cittadina (visto che l’unica
convocazione ricevuta dalla R.s.u. è stata quella della Procura della
Repubblica, inerente la querela avanzataci dal Presidente), che è
intenzione di tutti i Sindaci proprietari di ATAF, di proseguire con il
progetto di spacchettamento dell'azienda in due e, addirittura di vendere il
100% delle quote di ATAF srl servizi ai privati.
Tutto questo verrà ratificato nella prossima Assemblea dei soci.
Questo è un “ ceffone” dato ai lavoratori di ATAF ed ai cittadini, i quali,
con quasi il 70% di affluenza, non più di 2 settimane fa si sono espressi
con il voto al referendum contro l’ingresso dei privati nella gestione di
beni e servizi pubblici.
Lo stesso Sindaco di Firenze aveva invitato a votare NO, ricevendo in
cambio un sonoro schiaffone.
La volontà e l’espressione democratica del popolo, per i
Padroni delle nostre città, è acqua calda.
Il bello è che tutti loro hanno anche esultato per la vittoria
dell’abrogazione degli articoli, prendendosi addirittura i meriti.
Vogliamo che su tale decisione si esprimano tutti i Consigli Comunali, e a
quel punto saremmo molto curiosi di vedere come i partiti di maggioranza,
PD su tutti, si muoveranno e voteranno sulla vendita di ATAF.
Ricordiamo a tutti che il Partito Democratico a Roma, sta facendo una
raccolta firme per una petizione popolare contro la vendita di Atac
proposta dalla giunta di centro destra; la quale tra l’altro, sembra in piena
sintonia politica con i progetti della giunta Renzi.
RSU ATAF
Firenze, 28/06/2011
CONFEDERAZIONE COBAS ATAF
FIRENZE BENE COMUNE
Votando SI al primo quesito del referendum del 12/13 giugno, il 64%
dei fiorentini hanno chiaramente affermato che: i servizi pubblici a
rilevanza economica e sociale (acqua, trasporto e rifiuti) NON
DEVONO essere venduti ai privati.
Ma, in barba alla volontà dei cittadini, della cui volontà dovrebbe essere
garante e servitore, Don Matteo Renzi all’unisono con tutti gli altri
Sindaci del contado, rilanciano: non solo il 40% di Ataf ha da essere
ceduto , bensì l’intero 100%.
L’apice della sconcezza, in tale contesto, lo si ritrova però nella posizione
presa dal Partito Democratico: a Firenze appoggia, vergognosamente
senza il minimo pudore, la privatizzazione del trasporto pubblico; a
Roma invece, alla faccia della coerenza e della linea comune, organizza
una petizione popolare con raccolta di firme tra i cittadini contro la
privatizzazione di Atac proposta da Alemanno...
Contro la vendita di Ataf e contro le politiche di svendita del patrimonio
pubblico e dei servizi sociali voluta da Renzi il liberista:
VENERDI' 1 LUGLIO 2011
ORE 17.30 PIAZZA DEI CIOMPI
CORTEO CITTADINO
DALLE ORE 18, ALLE ORE 24 IN PIAZZA SIGNORIA
MUSICA, INTERVENTI, CENA
Firenze. 28/6/11
RappresentanzaSindacale Unitaria
ATAF
Alla stampa locale
A tutti i lavoratori
VERGOGNATEVI
Apprendiamo come sempre dalla stampa cittadina (visto che l’unica
convocazione ricevuta dalla R.s.u. è stata quella della Procura della
Repubblica, inerente la querela avanzataci dal Presidente), che è
intenzione di tutti i Sindaci proprietari di ATAF, di proseguire con il
progetto di spacchettamento dell'azienda in due e, addirittura di vendere il
100% delle quote di ATAF srl servizi ai privati.
Tutto questo verrà ratificato nella prossima Assemblea dei soci.
Questo è un “ ceffone” dato ai lavoratori di ATAF ed ai cittadini, i quali,
con quasi il 70% di affluenza, non più di 2 settimane fa si sono espressi
con il voto al referendum contro l’ingresso dei privati nella gestione di
beni e servizi pubblici.
Lo stesso Sindaco di Firenze aveva invitato a votare NO, ricevendo in
cambio un sonoro schiaffone.
La volontà e l’espressione democratica del popolo, per i
Padroni delle nostre città, è acqua calda.
Il bello è che tutti loro hanno anche esultato per la vittoria
dell’abrogazione degli articoli, prendendosi addirittura i meriti.
Vogliamo che su tale decisione si esprimano tutti i Consigli Comunali, e a
quel punto saremmo molto curiosi di vedere come i partiti di maggioranza,
PD su tutti, si muoveranno e voteranno sulla vendita di ATAF.
Ricordiamo a tutti che il Partito Democratico a Roma, sta facendo una
raccolta firme per una petizione popolare contro la vendita di Atac
proposta dalla giunta di centro destra; la quale tra l’altro, sembra in piena
sintonia politica con i progetti della giunta Renzi.
RSU ATAF
Firenze, 28/06/2011
TRASPORTO MERCI: ARRESTATO IMPRENDITORE FERROVIARIO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA
ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
-----------------------------------------------------------------
TRASPORTO MERCI: ARRESTATO IMPRENDITORE FERROVIARIO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA
LIBERTÀ DI MERCATO ?
LIBERA CONCORRENZA ?
LIBERTÀ DI BANCAROTTA !
LA CONCORRENZA SUI BINARI È ANCHE QUESTO:
CONSENTIRE 'SCORRIBANDE FINANZIARIE' CHE INTERESSANO TRENI,
VAGONI, CARRI, LAVORATORI E ANCHE MERCI PERICOLOSE !
SI PUO' GIOCARE CON LE LICENZE PER IL TRASPORTO DELLE MERCI
PERICOLOSE COME SE SI GIOCASSE AL 'MONOPOLI' O CON I TRENINI FINTI
DOPO QUELLO CHE È SUCCESSO A VIAREGGIO QUALSIASI TRUCCO
COMMERCIALE SUL TRASPORTO FERROVIARIO DOVREBBE INVECE
ESSERE PROIBITO E DURAMENTE SANZIONATO DALLA LEGGE
----------------
TRASPORTO MERCI: ARRESTATO IMPRENDITORE FERROVIARIO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA
Roma, 28 giu. - (Adnkronos) - I finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Roma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per bancarotta fraudolenta disposta dal Tribunale capitolino nei confronti di un imprenditore attivo nel settore del trasporto ferroviario di merci.
Come fa sapere la stessa guardia di finanza, l'operazione rappresenta l'esito finale di complesse indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Paolo D'Ovidio ed eseguite dal Nucleo di polizia tributaria della capitale, avviate a seguito del fallimento della società romana Ferronova S.r.l., in precedenza denominata Del Fungo Giera Servizi Ferroviari S.p.A..
Secondo i finanzieri, la Ferronova S.r.l. è stata deliberatamente portata al fallimento dopo aver subito il depauperamento di ogni risorsa economica. I finanzieri ritengono che alla società fallita siano stati accollati ingentissimi debiti, pari a circa 10 milioni di euro, soprattutto verso il fisco e le banche.
Dall'altro lato, riferiscono i finanzieri, il patrimonio aziendale, stimato in oltre 30 milioni di euro e costituito dai mezzi di locomozione, da importanti autorizzazioni e licenze per il trasporto su rotaia di merci pericolose (gas e carburanti) e da contratti stipulati con clienti di primario rilievo nazionale ed internazionale, è stato trasferito ad una nuova società riconducibile allo stesso imprenditore, la quale ha così potuto proseguire l'attività, assumendo la denominazione Del Fungo Giera S.p.A., al riparo dalle pretese dei creditori.
Per impedire l'accertamento delle responsabilità penali, in base a quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, sono stati effettuati continui cambi di denominazione, ripetute trasformazioni societarie, operazioni straordinarie (compresa la cessione di un ramo d'azienda), documentazione contabile carente, intervento di società lussemburghesi e di prestanome, finanziamenti simulati, esposizione di passività fittizie.
L'imprenditore ha invece trasferito la propria residenza a Londra. Quanto realizzato a danno della Ferronova S.r.l., sottolinea la guardia di finanza, è stato successivamente replicato anche con la società che ne aveva proseguito l'attività, la Del Fungo Giera S.p.A., poi ridenominata Impresa Ferroviaria Italiana S.p.A., anch'essa dichiarata fallita dal Tribunale di Roma il 20 maggio 2009. (Rre/Pn/Adnkronos) 28-GIU-11 14:21
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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TRASPORTO MERCI: ARRESTATO IMPRENDITORE FERROVIARIO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA
LIBERTÀ DI MERCATO ?
LIBERA CONCORRENZA ?
LIBERTÀ DI BANCAROTTA !
LA CONCORRENZA SUI BINARI È ANCHE QUESTO:
CONSENTIRE 'SCORRIBANDE FINANZIARIE' CHE INTERESSANO TRENI,
VAGONI, CARRI, LAVORATORI E ANCHE MERCI PERICOLOSE !
SI PUO' GIOCARE CON LE LICENZE PER IL TRASPORTO DELLE MERCI
PERICOLOSE COME SE SI GIOCASSE AL 'MONOPOLI' O CON I TRENINI FINTI
DOPO QUELLO CHE È SUCCESSO A VIAREGGIO QUALSIASI TRUCCO
COMMERCIALE SUL TRASPORTO FERROVIARIO DOVREBBE INVECE
ESSERE PROIBITO E DURAMENTE SANZIONATO DALLA LEGGE
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TRASPORTO MERCI: ARRESTATO IMPRENDITORE FERROVIARIO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA
Roma, 28 giu. - (Adnkronos) - I finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Roma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per bancarotta fraudolenta disposta dal Tribunale capitolino nei confronti di un imprenditore attivo nel settore del trasporto ferroviario di merci.
Come fa sapere la stessa guardia di finanza, l'operazione rappresenta l'esito finale di complesse indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Paolo D'Ovidio ed eseguite dal Nucleo di polizia tributaria della capitale, avviate a seguito del fallimento della società romana Ferronova S.r.l., in precedenza denominata Del Fungo Giera Servizi Ferroviari S.p.A..
Secondo i finanzieri, la Ferronova S.r.l. è stata deliberatamente portata al fallimento dopo aver subito il depauperamento di ogni risorsa economica. I finanzieri ritengono che alla società fallita siano stati accollati ingentissimi debiti, pari a circa 10 milioni di euro, soprattutto verso il fisco e le banche.
Dall'altro lato, riferiscono i finanzieri, il patrimonio aziendale, stimato in oltre 30 milioni di euro e costituito dai mezzi di locomozione, da importanti autorizzazioni e licenze per il trasporto su rotaia di merci pericolose (gas e carburanti) e da contratti stipulati con clienti di primario rilievo nazionale ed internazionale, è stato trasferito ad una nuova società riconducibile allo stesso imprenditore, la quale ha così potuto proseguire l'attività, assumendo la denominazione Del Fungo Giera S.p.A., al riparo dalle pretese dei creditori.
Per impedire l'accertamento delle responsabilità penali, in base a quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, sono stati effettuati continui cambi di denominazione, ripetute trasformazioni societarie, operazioni straordinarie (compresa la cessione di un ramo d'azienda), documentazione contabile carente, intervento di società lussemburghesi e di prestanome, finanziamenti simulati, esposizione di passività fittizie.
L'imprenditore ha invece trasferito la propria residenza a Londra. Quanto realizzato a danno della Ferronova S.r.l., sottolinea la guardia di finanza, è stato successivamente replicato anche con la società che ne aveva proseguito l'attività, la Del Fungo Giera S.p.A., poi ridenominata Impresa Ferroviaria Italiana S.p.A., anch'essa dichiarata fallita dal Tribunale di Roma il 20 maggio 2009. (Rre/Pn/Adnkronos) 28-GIU-11 14:21
CONTRATTI: CREMASCHI (FIOM), ACCORDO E' CEDIMENTO GRAVISSIMO, ESTENDE MODELLO FIAT A TUTTI I LAVORATORI
CONTRATTI: CREMASCHI (FIOM), ACCORDO E' CEDIMENTO GRAVISSIMO, ESTENDE MODELLO FIAT A TUTTI I LAVORATORI
http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=15816&catid=36&Itemid=68&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+controlacrisi+%28ControLaCrisi.org%29
«È un accordo che estende a tutti i lavoratori il modello Fiat, è un cedimento gravissimo della Cgil che contrasteremo in Cgil, nelle fabbriche e nel Paese». Così Giorgio Cremaschi della Fiom commenta l'accordo interconfederale raggiunto stasera sui contratti e la rappresentanza.
L'HANNO FATTO PER DAVVERO, LA CGIL FIRMA CON CISL E UIL IL PATTO SOCIALE CON I PADRONI
http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=15815&catid=36&Itemid=68&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+controlacrisi+%28ControLaCrisi.org%29
Alla fine Camusso disse si. E' stato approvato l'accordo unitario sui contratti e la rappresentanza sindacale. L'ok all'intesa interconfederale è arrivato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, dopo 6 ore di trattativa.
http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=15816&catid=36&Itemid=68&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+controlacrisi+%28ControLaCrisi.org%29
«È un accordo che estende a tutti i lavoratori il modello Fiat, è un cedimento gravissimo della Cgil che contrasteremo in Cgil, nelle fabbriche e nel Paese». Così Giorgio Cremaschi della Fiom commenta l'accordo interconfederale raggiunto stasera sui contratti e la rappresentanza.
L'HANNO FATTO PER DAVVERO, LA CGIL FIRMA CON CISL E UIL IL PATTO SOCIALE CON I PADRONI
http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=15815&catid=36&Itemid=68&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+controlacrisi+%28ControLaCrisi.org%29
Alla fine Camusso disse si. E' stato approvato l'accordo unitario sui contratti e la rappresentanza sindacale. L'ok all'intesa interconfederale è arrivato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, dopo 6 ore di trattativa.
martedì 28 giugno 2011
TAV: LIVORNO ANNULLA CHIAMPARINO
TAV: LIVORNO ANNULLA CHIAMPARINO
28/06/2011 20:58 | POLITICA - ITALIA
Non si è tenuto stasera a Livorno il dibattito al quale avrebbe dovuto partecipare l'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino. L'incontro è stato annullato dopo che erano state annunciate contestazioni all'esponente del Partito Democratico (da sempre favorevole alla Tav) da gruppi della sinistra e del popolo dei beni comuni. Ieri pomeriggio i movimenti erano scesi in piazza in città organizzando un corteo spontaneo per le strade della città in solidarietà ai NO TAV. Durante il corteo la protesta si è rivolta contro alcuni circoli del Partito Democratico: i manifestanti avevano 'chiusò simbolicamente' le sedi con un nastro rosso e bianco. Il confronto si era svolto anche con alcuni brevi momenti di tensione e grida tra i partecipanti al corteo da una parte e i simpatizzanti dei circoli dall'altra. Per evitare altre tensioni e contestazioni il PD ha deciso di non far intervenire Chiamparino.
http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=15813&catid=39&Itemid=68&utm_source=feedburner&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+controlacrisi+%28ControLaCrisi.org%29
28/06/2011 20:58 | POLITICA - ITALIA
Non si è tenuto stasera a Livorno il dibattito al quale avrebbe dovuto partecipare l'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino. L'incontro è stato annullato dopo che erano state annunciate contestazioni all'esponente del Partito Democratico (da sempre favorevole alla Tav) da gruppi della sinistra e del popolo dei beni comuni. Ieri pomeriggio i movimenti erano scesi in piazza in città organizzando un corteo spontaneo per le strade della città in solidarietà ai NO TAV. Durante il corteo la protesta si è rivolta contro alcuni circoli del Partito Democratico: i manifestanti avevano 'chiusò simbolicamente' le sedi con un nastro rosso e bianco. Il confronto si era svolto anche con alcuni brevi momenti di tensione e grida tra i partecipanti al corteo da una parte e i simpatizzanti dei circoli dall'altra. Per evitare altre tensioni e contestazioni il PD ha deciso di non far intervenire Chiamparino.
http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=15813&catid=39&Itemid=68&utm_source=feedburner&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+controlacrisi+%28ControLaCrisi.org%29
ACQUA: TERZO POLO, DDL BERSANI COME EMENDAMENTO A COMUNITARIA
ACQUA: TERZO POLO, DDL BERSANI COME EMENDAMENTO A COMUNITARIA
(AGI) - Roma, 27 giu. - Il Terzo Polo ha ripresentato oggi - in forma di emendamento alla Legge Comunitaria in discussione questa settimana alla Camera - il ddl Bersani sui servizi
idrici, depositato dal PD nel novembre 2010. L'emendamento porta le firme di Della Vedova, Lanzillotta, Galletti, Lo Monte e La Malfa.Lo si legge in una nota che spiega: "Come aveva sottolineato lo stesso Pierluigi Bersani, stante l'abrogazione per via referendaria delle norme sui servizi idrici, la proposta del PD puo' essere un'utile base di discussione per
una disciplina del settore che tenga conto della normativa comunitaria, delle esigenze del settore e dei risultati del referendum. La proposta prevede l'istituzione di un'autorita'
indipendente che regoli il servizio idrico, fissi i criteri per la remunerazione in tariffa degli investimenti e sanzioni eventuali irregolarita' da parte dei gestori"
"L'affidamento del servizio da parte delle assemblee di ambito territoriale ottimale avviene - si legge nella relazione introduttiva del ddl Bersani - secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicita' a soggetti privati, pubblici o misti, prevedendo obblighi stringenti in capo ai soggetti affidatari e precise disposizioni per la revoca dell'affidamento". Infine, la proposta istituisce un Fondo nazionale per il riequilibrio territoriale delle dotazioni e delle infrastrutture idriche e per la preservazione della risorsa acqua, a garanzia dell'accesso universale a un servizio di massima qualita'.(AGI)
(AGI) - Roma, 27 giu. - Il Terzo Polo ha ripresentato oggi - in forma di emendamento alla Legge Comunitaria in discussione questa settimana alla Camera - il ddl Bersani sui servizi
idrici, depositato dal PD nel novembre 2010. L'emendamento porta le firme di Della Vedova, Lanzillotta, Galletti, Lo Monte e La Malfa.Lo si legge in una nota che spiega: "Come aveva sottolineato lo stesso Pierluigi Bersani, stante l'abrogazione per via referendaria delle norme sui servizi idrici, la proposta del PD puo' essere un'utile base di discussione per
una disciplina del settore che tenga conto della normativa comunitaria, delle esigenze del settore e dei risultati del referendum. La proposta prevede l'istituzione di un'autorita'
indipendente che regoli il servizio idrico, fissi i criteri per la remunerazione in tariffa degli investimenti e sanzioni eventuali irregolarita' da parte dei gestori"
"L'affidamento del servizio da parte delle assemblee di ambito territoriale ottimale avviene - si legge nella relazione introduttiva del ddl Bersani - secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicita' a soggetti privati, pubblici o misti, prevedendo obblighi stringenti in capo ai soggetti affidatari e precise disposizioni per la revoca dell'affidamento". Infine, la proposta istituisce un Fondo nazionale per il riequilibrio territoriale delle dotazioni e delle infrastrutture idriche e per la preservazione della risorsa acqua, a garanzia dell'accesso universale a un servizio di massima qualita'.(AGI)
Firenze: non viene riferito al Consiglio Provinciale della riduzione del 20% dei lavoratori Easy Green
Il Consiglio Provinciale di ieri 27 giugno l’Assessore competente riferisce ad una Domanda di Attualità di Rifondazione Comunista sulla Easy Green, nella risposta non viene comunicato al Consiglio stesso la riduzione di posti di lavoro proposti dal nuovo piano industriale. Rifondazione Comunista Protesta nei confronti dell’assessore competente: Non riteniamo possibile che a distanza di poche ore dal Consiglio Provinciale, l’Assessore non sapesse del tentativo di ridurre i posti di lavoro e della presentazione di un piano industriale che non prevedesse il pieno reimpiego di tutti i lavoratori. Si riferisca nel prossimo consiglio sui motivi di tale vicenda e su quanto comparso sulla stampa di oggi.
AMBIENTEFUTURO NEWS GIUGNO 2011: 40 I COMUNI CHE ADERISCONO A RIFIUTI ZERO AMBIENTEFUTURO NEWS GIUGNO 2011: 40 I COMUNI CHE ADERISCONO A RIFIUTI ZER
AMBIENTEFUTURO NEWS GIUGNO 2011: 40 I COMUNI CHE ADERISCONO A RIFIUTI ZERO
PRIMO: SOLIDARIETA’ ALLE COMUNITA’ DELLA VAL DI SUSA IN LOTTA PER DIFENDERE I LORO TERRITORI.
L’identità dei territori non può essere stravolta dagli affaristi e dalle logiche della “globalizzazione”.
L’Alta Velocità non può essere considerata una priorità nei trasporti quando il vero problema in Italia è semmai il trasporti merci su rotaia. Ma al di là di queste considerazioni di merito non è accettabile che una comunità che difende in modo compatto il proprio territorio venga trattata ricorrendo alla militarizzazione. E’ già sciaguratamente successo a Napoli sul problema rifiuti non risolvendo alcunché, succede di nuovo in Piemonte dove cade la maschera dello “stato democratico”.
LA RETE ITALIANA RIFIUTI ZERO STA DALLA PARTE DELLA “DEMOCRAZIA DEI CORPI” cioè della “democrazia reale” rappresentata dalle popolazioni compattamente organizzate per resistere alla prepotenze delle cariche della polizia.
AUMENTA DI GIORNO IN GIORNO L’ELENCO DEI COMUNI ADERENTI A RIFIUTI ZERO
Alla faccia di chi (anche tra falsi amici) sosteneva che parlare di rifiuti zero non era realistico, in appena 3 mesi del 2011 sono ben 15 i comuni che hanno adottato la delibera rifiuti zero sul modello Capannori, portando ad un totale di 630.000 la popolazione “governata” da un esplicito impegno ad arrivare a rifiuti zero entro il 2020 e dicendo un chiaro NO a tutte le forme di trattamento termico dei rifiuti. Ma non basta: altri comuni stanno per fare analogo passo dimostrando, è possibile il raggiungimento di almeno 50 comuni entro quest’anno. La drammatica situazione di Napoli dove con specifica delibera la GIUNTA DE MAGISTRIS (con vicesindaco Tommaso Sodano e nuovo presidente ASIA Raphael Rossi) sta facendo registrare i primi passi concreti nella giusta direzione mentre dall’area vesuviana provengono le adesioni di importanti comuni alla strategia rifiuti zero.
Intanto in questo quadro l’8-9 ottobre a Capannori si svolgerà la RIUNIONE COSTITUENTE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ADERENTI A RIFIUTI ZERO che prevederà però anche il coinvolgimento della società civile che attraverso la Rete Italiana Rifiuti Zero già dal 2004 preconizzò questo movimento istituzionale dal basso.
Per consultare l’elenco vedi www.rifiutizerocapannori.it e www.ambientefuturo.org
DAL 29 LUGLIO AL 3 AGOSTO A SAN DIEGO IN CALIFORNIA INCONTRO INTERNAZIONALE DELLA CRRA, LA PIU’ IMPORTANTE ASSOCIAZIONE PER IL RECUPERO ED IL RICICLO USA.
A questo appuntamento giunto alla sua trentacinquesima edizione è stato invitato a partecipare anche Rossano Ercolini della Rete Italiana Rifiuti Zero e della Zero Waste Italia. L’incontro, di cui si può scaricare il programma provvisorio da www.ambientefuturo.org, prevede anche un “DIALOGO INTERNAZIONALE” in cui verrà fatto il punto sul movimento rifiuti zero a livello mondiale. Per l’Italia ci sarà una presentazione specificamente riferita all’esperienza dell’adesione dei comuni a RZ ed, in particolar modo, alle attività del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori.
ENTRO L’AUTUNNO PARTIRANNO LE CAUSE PILOTA CONTRO LA TRUFFA CIP6
A Torino ed ad Acerra l’associazione DIRITTO AL FUTURO porterà alla sbarra i responsabili della truffa dei sussidi all’incenerimento e all’industria sporca.
Il pool di avvocati incaricato ha infatti terminata la messa a punto dell’atto di citazione su cui chieder conto dei soldi prelevati, in contrasto con le normative EU, dalle tasche dei cittadini per finanziare gli inceneritori.
DIRITTO AL FUTURO un’associazione di parola!
Rossano Ercolini, Fabio Lucchesi, Pier Felice Ferri
PRIMO: SOLIDARIETA’ ALLE COMUNITA’ DELLA VAL DI SUSA IN LOTTA PER DIFENDERE I LORO TERRITORI.
L’identità dei territori non può essere stravolta dagli affaristi e dalle logiche della “globalizzazione”.
L’Alta Velocità non può essere considerata una priorità nei trasporti quando il vero problema in Italia è semmai il trasporti merci su rotaia. Ma al di là di queste considerazioni di merito non è accettabile che una comunità che difende in modo compatto il proprio territorio venga trattata ricorrendo alla militarizzazione. E’ già sciaguratamente successo a Napoli sul problema rifiuti non risolvendo alcunché, succede di nuovo in Piemonte dove cade la maschera dello “stato democratico”.
LA RETE ITALIANA RIFIUTI ZERO STA DALLA PARTE DELLA “DEMOCRAZIA DEI CORPI” cioè della “democrazia reale” rappresentata dalle popolazioni compattamente organizzate per resistere alla prepotenze delle cariche della polizia.
AUMENTA DI GIORNO IN GIORNO L’ELENCO DEI COMUNI ADERENTI A RIFIUTI ZERO
Alla faccia di chi (anche tra falsi amici) sosteneva che parlare di rifiuti zero non era realistico, in appena 3 mesi del 2011 sono ben 15 i comuni che hanno adottato la delibera rifiuti zero sul modello Capannori, portando ad un totale di 630.000 la popolazione “governata” da un esplicito impegno ad arrivare a rifiuti zero entro il 2020 e dicendo un chiaro NO a tutte le forme di trattamento termico dei rifiuti. Ma non basta: altri comuni stanno per fare analogo passo dimostrando, è possibile il raggiungimento di almeno 50 comuni entro quest’anno. La drammatica situazione di Napoli dove con specifica delibera la GIUNTA DE MAGISTRIS (con vicesindaco Tommaso Sodano e nuovo presidente ASIA Raphael Rossi) sta facendo registrare i primi passi concreti nella giusta direzione mentre dall’area vesuviana provengono le adesioni di importanti comuni alla strategia rifiuti zero.
Intanto in questo quadro l’8-9 ottobre a Capannori si svolgerà la RIUNIONE COSTITUENTE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ADERENTI A RIFIUTI ZERO che prevederà però anche il coinvolgimento della società civile che attraverso la Rete Italiana Rifiuti Zero già dal 2004 preconizzò questo movimento istituzionale dal basso.
Per consultare l’elenco vedi www.rifiutizerocapannori.it e www.ambientefuturo.org
DAL 29 LUGLIO AL 3 AGOSTO A SAN DIEGO IN CALIFORNIA INCONTRO INTERNAZIONALE DELLA CRRA, LA PIU’ IMPORTANTE ASSOCIAZIONE PER IL RECUPERO ED IL RICICLO USA.
A questo appuntamento giunto alla sua trentacinquesima edizione è stato invitato a partecipare anche Rossano Ercolini della Rete Italiana Rifiuti Zero e della Zero Waste Italia. L’incontro, di cui si può scaricare il programma provvisorio da www.ambientefuturo.org, prevede anche un “DIALOGO INTERNAZIONALE” in cui verrà fatto il punto sul movimento rifiuti zero a livello mondiale. Per l’Italia ci sarà una presentazione specificamente riferita all’esperienza dell’adesione dei comuni a RZ ed, in particolar modo, alle attività del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del comune di Capannori.
ENTRO L’AUTUNNO PARTIRANNO LE CAUSE PILOTA CONTRO LA TRUFFA CIP6
A Torino ed ad Acerra l’associazione DIRITTO AL FUTURO porterà alla sbarra i responsabili della truffa dei sussidi all’incenerimento e all’industria sporca.
Il pool di avvocati incaricato ha infatti terminata la messa a punto dell’atto di citazione su cui chieder conto dei soldi prelevati, in contrasto con le normative EU, dalle tasche dei cittadini per finanziare gli inceneritori.
DIRITTO AL FUTURO un’associazione di parola!
Rossano Ercolini, Fabio Lucchesi, Pier Felice Ferri
23/06 : Borgo S. Lorenzo : LA SCUOLA PUBBLICA È DI TUTTI/E E DI CIASCUNO/A: È UN BENE COMUNE E CI TENGO.
SABATO 23 LUGLIO
AREA DIBATTITI ore 21.15
In collaborazione con il Tavolo Regionale Scuola Pubblica
LA SCUOLA PUBBLICA È DI TUTTI/E E DI CIASCUNO/A: È UN BENE COMUNE E CI TENGO.
Investimenti e proposte per una scuola pubblica di qualità.
Interverranno:
Vito Meloni (Responsabile Nazionale Scuola Prc)
Alessandro Rapezzi (Segretario FLC/CGIL Firenze)
Paola Serasini (Esecutivo Provinciale CoBas)
Andrea Bagni (Vicedirettore rivista “École”-Tavolo Regionale Scuola Pubblica)
Matteo Giardiello (Collettivo Studentesco Liceo Giotto Ulivi)
Nicolò Di Bernardo (Rappresentante di Istituto Liceo Giotto Ulivi)
Sofia Grossi (Istituto Tecnico Ginori Conti)
Introduce e coordina: Alberto Giorgi (Referente Regionale Scuola PRC Toscana)
AREA DIBATTITI ore 21.15
In collaborazione con il Tavolo Regionale Scuola Pubblica
LA SCUOLA PUBBLICA È DI TUTTI/E E DI CIASCUNO/A: È UN BENE COMUNE E CI TENGO.
Investimenti e proposte per una scuola pubblica di qualità.
Interverranno:
Vito Meloni (Responsabile Nazionale Scuola Prc)
Alessandro Rapezzi (Segretario FLC/CGIL Firenze)
Paola Serasini (Esecutivo Provinciale CoBas)
Andrea Bagni (Vicedirettore rivista “École”-Tavolo Regionale Scuola Pubblica)
Matteo Giardiello (Collettivo Studentesco Liceo Giotto Ulivi)
Nicolò Di Bernardo (Rappresentante di Istituto Liceo Giotto Ulivi)
Sofia Grossi (Istituto Tecnico Ginori Conti)
Introduce e coordina: Alberto Giorgi (Referente Regionale Scuola PRC Toscana)
News GC - Toscana 28/06/2011
www.gctoscana.eu -
Giovani Comuniti Toscana
1) Secondo libro bianco sulla Fini-Giovanardi - Possibilità di scaricare il PDF
http://www.gctoscana.eu/secondo-libro-bianco-sula-legge-fini-giovanardi/
2) No Tav - Se questa è democrazia (Comunicato GC Torino)
http://www.gctoscana.eu/no-tav-se-questa-e-democrazia/
Iniziative
1) Alternativa Ribelle in festa ad Empoli (30 giugno - 2 luglio)
http://www.gctoscana.eu/alternativa-ribelle-in-festa-a-empoli/
Rassegna stampa
1) Alta velocità in Cina
http://www.gctoscana.eu/alta-velocita-in-cina/
2) Hacker militanti contro il razzismo
http://www.gctoscana.eu/hacker-militanti-contro-il-razzismo/
3) Investigatori privati per i propri dipendenti, ora si può
http://www.gctoscana.eu/investigatori-privati-per-i-propri-dipendenti-ora-si-puo/
4) Flottilla 2, tentativi di isolamento
http://www.gctoscana.eu/flottilla-2-tentativi-di-isolamento/
5) Decrescita di cosa?
http://www.gctoscana.eu/decrescita-di-cosa/
6) In Medio Oriente l'ipocrisia dell'Occidente
http://www.gctoscana.eu/in-medio-oriente-lipocrisia-delloccidente/
7) Sindacati di tutto il mondo unitevi
http://www.gctoscana.eu/sindacati-di-tutto-il-mondo-unitevi/
8) Carcere e sciopero della sete, nel silenzio generale
http://www.gctoscana.eu/carceri-e-sciopero-della-sete-nel-silenzio-generale/
Giovani Comuniti Toscana
1) Secondo libro bianco sulla Fini-Giovanardi - Possibilità di scaricare il PDF
http://www.gctoscana.eu/secondo-libro-bianco-sula-legge-fini-giovanardi/
2) No Tav - Se questa è democrazia (Comunicato GC Torino)
http://www.gctoscana.eu/no-tav-se-questa-e-democrazia/
Iniziative
1) Alternativa Ribelle in festa ad Empoli (30 giugno - 2 luglio)
http://www.gctoscana.eu/alternativa-ribelle-in-festa-a-empoli/
Rassegna stampa
1) Alta velocità in Cina
http://www.gctoscana.eu/alta-velocita-in-cina/
2) Hacker militanti contro il razzismo
http://www.gctoscana.eu/hacker-militanti-contro-il-razzismo/
3) Investigatori privati per i propri dipendenti, ora si può
http://www.gctoscana.eu/investigatori-privati-per-i-propri-dipendenti-ora-si-puo/
4) Flottilla 2, tentativi di isolamento
http://www.gctoscana.eu/flottilla-2-tentativi-di-isolamento/
5) Decrescita di cosa?
http://www.gctoscana.eu/decrescita-di-cosa/
6) In Medio Oriente l'ipocrisia dell'Occidente
http://www.gctoscana.eu/in-medio-oriente-lipocrisia-delloccidente/
7) Sindacati di tutto il mondo unitevi
http://www.gctoscana.eu/sindacati-di-tutto-il-mondo-unitevi/
8) Carcere e sciopero della sete, nel silenzio generale
http://www.gctoscana.eu/carceri-e-sciopero-della-sete-nel-silenzio-generale/
Tav: riecco il regime bipartisan di Giorgio Cremaschi
Tav: riecco il regime bipartisan
di Giorgio Cremaschi
Eccole di nuovo, puntuali come sempre, ecco che su la Tav si scatenano
l’informazione e la propaganda di regime. Quelle stesse che abbiamo
visto all’epoca dei referendum-ricatto di Marchionne a Pomigliano e
Mirafiori. Oggi come allora c’è il partito unico del progresso e degli
affari, che va dal Pd fino alla Lega, e il sistema unico
dell’informazione, che va da Repubblica fino al Giornale, dalla Rai
fino a La7, tutto passando naturalmente per il Pdl e Berlusconi. Tutti
costoro sostengono la stessa unica tesi: da un lato ci sono il
progresso, lo sviluppo, ci sono i giusti affari, dall’altro c’è la
resistenza conservatrice di piccole minoranze, a volte anche violente
perché urlano troppo.
Solo poche settimane fa la vittoria ai referendum ci aveva fatto
pensare e sperare che la priorità data ai beni comuni, all’ambiente,
alle esigenze dei cittadini e delle persone rispetto al mercato e agli
affari, fosse diventato un patrimonio di tutto il paese. Abbiamo
capito che non è così. Ancora una volta sulla Tav non c’è argomento di
merito, non c’è tentativo di capire le ragioni di chi si oppone. C’è
solo, come per la Fiat, una subalterna, incondizionata acritica
adesione alle tesi di chi sostiene, senza dimostrarlo, che così si fa
il bene di tutti. Così la devastazione del territorio passa in secondo
piano, viene trattata come la richiesta dei lavoratori Fiat di avere
tempi di lavoro più umani e di essere rispettati come persone, anche
dentro la fabbrica. Cosa c’entra tutto questo con le esigenze della
globalizzazione e dell’Europa? Siamo sempre qui. Pensavamo di esserci
liberati, pensavamo di aver cominciato un processo di liberazione del
paese da tutti i regimi, con questo anno di lotte e con le votazioni
che lo hanno rappresentato. Invece siamo solo ancora all’inizio,
saremo davvero liberi quando avremo sconfitto non solo Berlusconi ma
anche quel regime a pensiero unico che unisce il 90% dello
schieramento politico e dell’informazione in vuote formulette e che
coprono operazioni autoritarie. E saremo liberi anche perché con il
popolo della Valle Susa, così come con i lavoratori della Fiat che
dicono no a Marchionne, non stanno piccole minoranze, ma milioni di
persone che vogliono davvero cambiare il paese e che sono arcistufe di
farsi rappresentare ancora da questo partito unico del progresso e
degli affari.
28 giugno 2011
di Giorgio Cremaschi
Eccole di nuovo, puntuali come sempre, ecco che su la Tav si scatenano
l’informazione e la propaganda di regime. Quelle stesse che abbiamo
visto all’epoca dei referendum-ricatto di Marchionne a Pomigliano e
Mirafiori. Oggi come allora c’è il partito unico del progresso e degli
affari, che va dal Pd fino alla Lega, e il sistema unico
dell’informazione, che va da Repubblica fino al Giornale, dalla Rai
fino a La7, tutto passando naturalmente per il Pdl e Berlusconi. Tutti
costoro sostengono la stessa unica tesi: da un lato ci sono il
progresso, lo sviluppo, ci sono i giusti affari, dall’altro c’è la
resistenza conservatrice di piccole minoranze, a volte anche violente
perché urlano troppo.
Solo poche settimane fa la vittoria ai referendum ci aveva fatto
pensare e sperare che la priorità data ai beni comuni, all’ambiente,
alle esigenze dei cittadini e delle persone rispetto al mercato e agli
affari, fosse diventato un patrimonio di tutto il paese. Abbiamo
capito che non è così. Ancora una volta sulla Tav non c’è argomento di
merito, non c’è tentativo di capire le ragioni di chi si oppone. C’è
solo, come per la Fiat, una subalterna, incondizionata acritica
adesione alle tesi di chi sostiene, senza dimostrarlo, che così si fa
il bene di tutti. Così la devastazione del territorio passa in secondo
piano, viene trattata come la richiesta dei lavoratori Fiat di avere
tempi di lavoro più umani e di essere rispettati come persone, anche
dentro la fabbrica. Cosa c’entra tutto questo con le esigenze della
globalizzazione e dell’Europa? Siamo sempre qui. Pensavamo di esserci
liberati, pensavamo di aver cominciato un processo di liberazione del
paese da tutti i regimi, con questo anno di lotte e con le votazioni
che lo hanno rappresentato. Invece siamo solo ancora all’inizio,
saremo davvero liberi quando avremo sconfitto non solo Berlusconi ma
anche quel regime a pensiero unico che unisce il 90% dello
schieramento politico e dell’informazione in vuote formulette e che
coprono operazioni autoritarie. E saremo liberi anche perché con il
popolo della Valle Susa, così come con i lavoratori della Fiat che
dicono no a Marchionne, non stanno piccole minoranze, ma milioni di
persone che vogliono davvero cambiare il paese e che sono arcistufe di
farsi rappresentare ancora da questo partito unico del progresso e
degli affari.
28 giugno 2011
GIOVEDì 30 GIUGNO dalle ore 10 “INCHIESTA OPERAIA”
GIOVEDì 30 GIUGNO dalle ore 10
“INCHIESTA OPERAIA”
La parola dei lavoratori del polo siderurgico di Piombino per mettere in crisi la crisi
Presso il Centro Giovani F. De Andrè
Viale della Resistenza
Piombino
Organizzazione del “Collettivo Inchiesta Operaia Piombino”
in collaborazione con Gruppo Consiliare “Federazione Sinistra – Verdi” della Regione Toscana, Dipartimento nazionale Inchiesta PRC e Gruppo Consiliare PRC Comune di Piombino
Presiedono:
Monica Sgherri capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi in Regione Toscana
Vittorio Mantelli Resp. Dip. Nazionale Inchiesta PRC
Saluto di Enrico ROSSI (Presidente Regione Toscana)
introduzione: Alessandro Favilli - PRC
L'INCHIESTA:
Relazione di Vittorio Reiser - IRES CGIL
Dario Fontana - Università di Torino
LA VOCE DEGLI OPERAI
Proiezione delle interviste audio/video ai lavoratori
INTERVENTI:
Gianni Anselmi - Sindaco di Piombino
Maria Grazia Meriggi - Università di Bergamo
Ivano Tognarini - Università di Siena
Luciano Guerrieri - Presidente Autorità Portuale di Piombino
ORE 13:30 BUFFET
ORE 15:00 - Ripresa dei lavori
INTERVENTI:
Valeria Parrini - Presidente "Associazione Toffolutti"
Stefano Casini Benvenuti - IRPET
Vittorio Bardi - FIOM, Resp. Nazionale Industria
Francesco Piccioni - il Manifesto, resp. economia
On. M.Grazia Gatti - PD Resp. Nazionale Industria
Gianfranco Simoncini - Assessore al Lavoro - Regione Toscana
CONCLUDE
PAOLO FERRERO - Segretario Nazionale PRC
“INCHIESTA OPERAIA”
La parola dei lavoratori del polo siderurgico di Piombino per mettere in crisi la crisi
Presso il Centro Giovani F. De Andrè
Viale della Resistenza
Piombino
Organizzazione del “Collettivo Inchiesta Operaia Piombino”
in collaborazione con Gruppo Consiliare “Federazione Sinistra – Verdi” della Regione Toscana, Dipartimento nazionale Inchiesta PRC e Gruppo Consiliare PRC Comune di Piombino
Presiedono:
Monica Sgherri capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi in Regione Toscana
Vittorio Mantelli Resp. Dip. Nazionale Inchiesta PRC
Saluto di Enrico ROSSI (Presidente Regione Toscana)
introduzione: Alessandro Favilli - PRC
L'INCHIESTA:
Relazione di Vittorio Reiser - IRES CGIL
Dario Fontana - Università di Torino
LA VOCE DEGLI OPERAI
Proiezione delle interviste audio/video ai lavoratori
INTERVENTI:
Gianni Anselmi - Sindaco di Piombino
Maria Grazia Meriggi - Università di Bergamo
Ivano Tognarini - Università di Siena
Luciano Guerrieri - Presidente Autorità Portuale di Piombino
ORE 13:30 BUFFET
ORE 15:00 - Ripresa dei lavori
INTERVENTI:
Valeria Parrini - Presidente "Associazione Toffolutti"
Stefano Casini Benvenuti - IRPET
Vittorio Bardi - FIOM, Resp. Nazionale Industria
Francesco Piccioni - il Manifesto, resp. economia
On. M.Grazia Gatti - PD Resp. Nazionale Industria
Gianfranco Simoncini - Assessore al Lavoro - Regione Toscana
CONCLUDE
PAOLO FERRERO - Segretario Nazionale PRC
La capogruppo Sgherri oggi al presidio a Firenze in solidarietà con la popolazione della Val di Susa.
CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA - VERDI
La capogruppo Sgherri oggi al presidio a Firenze in solidarietà con la popolazione della Val di Susa. Sgherri:”hanno subito un’azione militare pesantissima e grave. Necessario essere attivamente vicini alla loro mobilitazione”
Sarò convintamente oggi pomeriggio alle 18 al presidio organizzato a Firenze dal Comitato contro il sottoattraversamento TAV in solidarietà alla popolazione e al movimento no TAV della val di Susa che ha subito ieri una vera e propria azione militare di polizia, con migliaia di agenti, al fine di sgomberare il presidio a Chiomonte, nella valle piemontese. Un azione inqualificabile attuata contro la volontà di una popolazione, per poter realizzare un opera inutile – l’attuale ferrovia è utilizzata al trenta percento – costosissima – circa venti miliardi – e con impatti ambientali devastanti. Appare rimanere quindi come unica ragione quella di realizzare profitti per la sua realizzazione! E’ quindi necessario far giungere la vicinanza attiva alle popolazioni colpite da questa inaccettabile e gravissima prova di forza di ieri e proseguire nell’impegno a sostenere la loro lotta per continuare ad avere un futuro degno di questo nome.
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA - VERDI
La capogruppo Sgherri oggi al presidio a Firenze in solidarietà con la popolazione della Val di Susa. Sgherri:”hanno subito un’azione militare pesantissima e grave. Necessario essere attivamente vicini alla loro mobilitazione”
Sarò convintamente oggi pomeriggio alle 18 al presidio organizzato a Firenze dal Comitato contro il sottoattraversamento TAV in solidarietà alla popolazione e al movimento no TAV della val di Susa che ha subito ieri una vera e propria azione militare di polizia, con migliaia di agenti, al fine di sgomberare il presidio a Chiomonte, nella valle piemontese. Un azione inqualificabile attuata contro la volontà di una popolazione, per poter realizzare un opera inutile – l’attuale ferrovia è utilizzata al trenta percento – costosissima – circa venti miliardi – e con impatti ambientali devastanti. Appare rimanere quindi come unica ragione quella di realizzare profitti per la sua realizzazione! E’ quindi necessario far giungere la vicinanza attiva alle popolazioni colpite da questa inaccettabile e gravissima prova di forza di ieri e proseguire nell’impegno a sostenere la loro lotta per continuare ad avere un futuro degno di questo nome.
“I DUE VOLTI DELL’INGIUSTIZIA”
La federazione fiorentina del PRC/FdS sui fatti della Val di Susa.
“I DUE VOLTI DELL’INGIUSTIZIA”
Mentre per i rifiuti a Napoli l’agonizzante governo Berlusconi tentenna nel prendere le sue (doverose) decisioni e rinvia gli atti necessari a risolvere l’emergenza, condizionato com’è dal ricatto della Lega, nel caso della TAV in Val di Susa mostra il suo volto più decisionista e poliziottesco.
Il ministro leghista Maroni invia migliaia di uomini a smantellare i presidi, che le popolazioni di quelle zone hanno messo su per impedire la realizzazione di un opera inutile, quanto costosa (20 miliardi circa, ovvero la metà della manovra lacrime e sangue che il governo si accinge a varare), ricevendo per questo un sostegno anche da parte della sedicente opposizione parlamentare. Evidentemente in questo caso, per il ministro leghista e gli altri fedeli del dio Po, i valsusini non possono essere “padroni a casa propria”, come amano continuamente ripeterci.
Inoltre, l’accanimento del governo per la realizzazione della TAV avviene proprio quando le indagini degli inquirenti portano alla luce l’ennesimi intreccio fra politica e affari intorno agli appalti di grandi opere pubbliche, scoprendo malandrini in entrambi gli schieramenti.
Il movimento della Val di Susa contro la realizzazione della TAV è un movimento popolare che coinvolge la maggioranza della popolazione, si oppone alla devastazione del territorio e a danni incalcolabili per la salute e per l’ambiente, ampiamente documentati da tecnici indipendenti e dall’esperienza.
La federazione fiorentina del PRC/FdS pertanto esprime piena e incondizionata solidarietà alle popolazioni della Val di Susa e al movimento NO TAV e rivolge un appello a tutta la sinistra per mettere in piedi iniziative di sostegno alla lotta dei cittadini della Val di Susa e riprendere l’azione contro il sottoattraversamento TAV di Firenze.
Oggi alle ore 18 saremo presenti al presidio di solidarietà per il popolo della Val Susa davanti alla prefettura di Firenze in Via Cavour.
Firenze, 28 giugno 2011
Andrea Malpezzi
(Segretario PRC-FdS Provincia di Firenze)
“I DUE VOLTI DELL’INGIUSTIZIA”
Mentre per i rifiuti a Napoli l’agonizzante governo Berlusconi tentenna nel prendere le sue (doverose) decisioni e rinvia gli atti necessari a risolvere l’emergenza, condizionato com’è dal ricatto della Lega, nel caso della TAV in Val di Susa mostra il suo volto più decisionista e poliziottesco.
Il ministro leghista Maroni invia migliaia di uomini a smantellare i presidi, che le popolazioni di quelle zone hanno messo su per impedire la realizzazione di un opera inutile, quanto costosa (20 miliardi circa, ovvero la metà della manovra lacrime e sangue che il governo si accinge a varare), ricevendo per questo un sostegno anche da parte della sedicente opposizione parlamentare. Evidentemente in questo caso, per il ministro leghista e gli altri fedeli del dio Po, i valsusini non possono essere “padroni a casa propria”, come amano continuamente ripeterci.
Inoltre, l’accanimento del governo per la realizzazione della TAV avviene proprio quando le indagini degli inquirenti portano alla luce l’ennesimi intreccio fra politica e affari intorno agli appalti di grandi opere pubbliche, scoprendo malandrini in entrambi gli schieramenti.
Il movimento della Val di Susa contro la realizzazione della TAV è un movimento popolare che coinvolge la maggioranza della popolazione, si oppone alla devastazione del territorio e a danni incalcolabili per la salute e per l’ambiente, ampiamente documentati da tecnici indipendenti e dall’esperienza.
La federazione fiorentina del PRC/FdS pertanto esprime piena e incondizionata solidarietà alle popolazioni della Val di Susa e al movimento NO TAV e rivolge un appello a tutta la sinistra per mettere in piedi iniziative di sostegno alla lotta dei cittadini della Val di Susa e riprendere l’azione contro il sottoattraversamento TAV di Firenze.
Oggi alle ore 18 saremo presenti al presidio di solidarietà per il popolo della Val Susa davanti alla prefettura di Firenze in Via Cavour.
Firenze, 28 giugno 2011
Andrea Malpezzi
(Segretario PRC-FdS Provincia di Firenze)
La vittoria dei referendum: Gaia SpA rimane pubblica
http://www.ciaccimagazine.org/?p=6147
La vittoria dei referendum: Gaia SpA rimane pubblica
GAIA SPA comunica che la procedura di cessione del 49% del capitale sociale è sospesa fino a nuova decisione del Consiglio di Amministrazione.
(22/06/2011)
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE COMUNALE PIER PAOLO MARCHI
“MORATORIA INGRESSO SOCIO PRIVATO IN GAIA S.P.A
E DIFESA DEL SERVIZIO PUBBLICO.
Il Consiglio Comunale di Massa,
Visti e considerati in tutto il loro enorme valore di storica manifestazione di democrazia gli esiti e la partecipazione al voto nell’ultima tornata referendaria del 12 e 13 giugno scorsi,
preso atto della straordinaria vittoria dei Si’ ai 2 referendum sull’acqua, raggiunta attraverso l’espressione della volontà di 26 milioni di cittadine e cittadini italiani, dei quali circa 34.000, su un totale di circa 57.000 iscritti nelle liste elettorali, nel Comune di Massa,
considerata tale espressione di voto come affermazione chiara e netta della volontà di una larga maggioranza di elettrici ed elettori italiane contraria sia alla presenza di soggetti privati nella gestione del Servizio Idrico Integrato, sia a che tali soggetti possano realizzare profitti attraverso questa attività,
considerato che l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno ha determinato l’abrogazione sia dell’art. 23Bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n. 133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma 1 dell’art. 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e che, pertanto, sussistono le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei Servizi Idrici e per il mantenimento nell’ambito della gestione dei Servizi Pubblici Locali, compreso il Servizio Idrico Integrato, del modello di società a partecipazione interamente pubblica, cosiddetto “in house”,
ricordato l’Atto di Consiglio n.10 dell’11 febbraio 2010,
preso atto della sospensione delle procedure di gara internazionale a rilevanza pubblica per la selezione del socio privato a cui cedere il 49% delle quote della società GAIA S.p.A. – ad oggi totalmente pubblica, unico caso in Toscana fra le società impiegate nella gestione del S.I.I. -, negli scorsi mesi avviate,
atteso che, a fronte del nuovo scenario, la Politica è chiamata a svolgere il proprio compito nel rispetto della volontà popolare, per la concretizzazione dei concetti di “acqua pubblica” ed “acqua bene comune” trovando operativamente, anche in Italia, dopo Grenoble, Parigi e Berlino, le soluzioni per ripubblicizzare il servizio idrico, dalla sfera decisionale e della programmazione alle forme di gestione,
Impegna il Sindaco e l’Amministrazione
a rappresentare nella società GAIA S.p.A., nell’Assemblea dell’ATO 1 Acque Nord Toscana e presso la Regione Toscana la contrarietà del Consiglio Comunale di Massa verso qualunque atto non coerente con l’esito referendario e la conseguente volontà che siano annullate le procedure di gara internazionale a rilevanza pubblica per la selezione del socio privato.
La vittoria dei referendum: Gaia SpA rimane pubblica
GAIA SPA comunica che la procedura di cessione del 49% del capitale sociale è sospesa fino a nuova decisione del Consiglio di Amministrazione.
(22/06/2011)
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE COMUNALE PIER PAOLO MARCHI
“MORATORIA INGRESSO SOCIO PRIVATO IN GAIA S.P.A
E DIFESA DEL SERVIZIO PUBBLICO.
Il Consiglio Comunale di Massa,
Visti e considerati in tutto il loro enorme valore di storica manifestazione di democrazia gli esiti e la partecipazione al voto nell’ultima tornata referendaria del 12 e 13 giugno scorsi,
preso atto della straordinaria vittoria dei Si’ ai 2 referendum sull’acqua, raggiunta attraverso l’espressione della volontà di 26 milioni di cittadine e cittadini italiani, dei quali circa 34.000, su un totale di circa 57.000 iscritti nelle liste elettorali, nel Comune di Massa,
considerata tale espressione di voto come affermazione chiara e netta della volontà di una larga maggioranza di elettrici ed elettori italiane contraria sia alla presenza di soggetti privati nella gestione del Servizio Idrico Integrato, sia a che tali soggetti possano realizzare profitti attraverso questa attività,
considerato che l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno ha determinato l’abrogazione sia dell’art. 23Bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n. 133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma 1 dell’art. 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e che, pertanto, sussistono le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei Servizi Idrici e per il mantenimento nell’ambito della gestione dei Servizi Pubblici Locali, compreso il Servizio Idrico Integrato, del modello di società a partecipazione interamente pubblica, cosiddetto “in house”,
ricordato l’Atto di Consiglio n.10 dell’11 febbraio 2010,
preso atto della sospensione delle procedure di gara internazionale a rilevanza pubblica per la selezione del socio privato a cui cedere il 49% delle quote della società GAIA S.p.A. – ad oggi totalmente pubblica, unico caso in Toscana fra le società impiegate nella gestione del S.I.I. -, negli scorsi mesi avviate,
atteso che, a fronte del nuovo scenario, la Politica è chiamata a svolgere il proprio compito nel rispetto della volontà popolare, per la concretizzazione dei concetti di “acqua pubblica” ed “acqua bene comune” trovando operativamente, anche in Italia, dopo Grenoble, Parigi e Berlino, le soluzioni per ripubblicizzare il servizio idrico, dalla sfera decisionale e della programmazione alle forme di gestione,
Impegna il Sindaco e l’Amministrazione
a rappresentare nella società GAIA S.p.A., nell’Assemblea dell’ATO 1 Acque Nord Toscana e presso la Regione Toscana la contrarietà del Consiglio Comunale di Massa verso qualunque atto non coerente con l’esito referendario e la conseguente volontà che siano annullate le procedure di gara internazionale a rilevanza pubblica per la selezione del socio privato.
STRAGE VIAREGGIO: 29 GIUGNO, DA TUTTI I TRENI LUNGHI FISCHI IN STAZIONE PER RICORDARE VITTIME
ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
-----------------------------------------------------------------
STRAGE VIAREGGIO: 29 GIUGNO, DA TUTTI I TRENI LUNGHI FISCHI IN STAZIONE PER RICORDARE VITTIME
INVITIAMO I MACCHINISTI DI TUTTI I TRENI IN ARRIVO, IN PARTENZA E IN
TRANSITO NELLA STAZIONE DI VIAREGGIO, AD EMETTERE LUNGHI E
RIPETUTI FISCHI DURANTE TUTTA LA GIORNATA DEL 29 GIUGNO 2011
DALLA MEZZANOTTE DEL 28, ALLA MEZZANOTTE DEL 29 GIUGNO IL FISCHIO DEI NOSTRI
TRENI SEGNERA' L'INTERA GIORNATA, CHE SARA' DI RIFLESSIONE E DI MOBILITAZIONE
QUESTO SEMPLICE GESTO E' IL CONTRIBUTO DEI FERROVIERI ALLA MEMORIA
DELLE VITTIME NEL GIORNO DEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA STRAGE
MA E' ANCHE IL MODO PER "FAR SENTIRE" E RICORDARE A TUTTI CHE
SU VIAREGGIO VOGLIAMO CONOSCERE LA VERITA' E - ASSIEME AI SOPRAVVISSUTI,
AI FAMILIARI ED ALLA CITTA' - SIAMO IN ATTESA DI GIUSTIZIA
I FERROVIERI PARTECIPANO ALLE MANIFESTAZIONI CON UNO STRISCIONE:
APPUNTAMENTO ALLE 17,00 AL PALAZZETTO DELLO SPORT, IN DARSENA
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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STRAGE VIAREGGIO: 29 GIUGNO, DA TUTTI I TRENI LUNGHI FISCHI IN STAZIONE PER RICORDARE VITTIME
INVITIAMO I MACCHINISTI DI TUTTI I TRENI IN ARRIVO, IN PARTENZA E IN
TRANSITO NELLA STAZIONE DI VIAREGGIO, AD EMETTERE LUNGHI E
RIPETUTI FISCHI DURANTE TUTTA LA GIORNATA DEL 29 GIUGNO 2011
DALLA MEZZANOTTE DEL 28, ALLA MEZZANOTTE DEL 29 GIUGNO IL FISCHIO DEI NOSTRI
TRENI SEGNERA' L'INTERA GIORNATA, CHE SARA' DI RIFLESSIONE E DI MOBILITAZIONE
QUESTO SEMPLICE GESTO E' IL CONTRIBUTO DEI FERROVIERI ALLA MEMORIA
DELLE VITTIME NEL GIORNO DEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA STRAGE
MA E' ANCHE IL MODO PER "FAR SENTIRE" E RICORDARE A TUTTI CHE
SU VIAREGGIO VOGLIAMO CONOSCERE LA VERITA' E - ASSIEME AI SOPRAVVISSUTI,
AI FAMILIARI ED ALLA CITTA' - SIAMO IN ATTESA DI GIUSTIZIA
I FERROVIERI PARTECIPANO ALLE MANIFESTAZIONI CON UNO STRISCIONE:
APPUNTAMENTO ALLE 17,00 AL PALAZZETTO DELLO SPORT, IN DARSENA
RIBALTAPETROIO PRIMA FESTA DEI GIOVANI COMUNISTI E DELLA FGCI DELL'EMPOLESE VALDELSA
RIBALTAPETROIO
PRIMA FESTA DEI GIOVANI COMUNISTI E DELLA FGCI
DELL'EMPOLESE VALDELSA
Dalle ore 21,30
presso il Circolo arci di Petroio-Vinci (zona sportiva)
GIOVEDI' 30 GIUGNO : ARCAMBOLD (folk Irlandese)
VENERDI' 1 LUGLIO: concerto della FABER BAND (Cover Band De Andrè)
SABATO 2 LUGLIO: CONTEST MUSICALE
TUTTE LE SERE RISTORANTE, BIRRA ALLA SPINA E DJ SET.
http://www.facebook.com/event.php?eid=119861184767542
PRIMA FESTA DEI GIOVANI COMUNISTI E DELLA FGCI
DELL'EMPOLESE VALDELSA
Dalle ore 21,30
presso il Circolo arci di Petroio-Vinci (zona sportiva)
GIOVEDI' 30 GIUGNO : ARCAMBOLD (folk Irlandese)
VENERDI' 1 LUGLIO: concerto della FABER BAND (Cover Band De Andrè)
SABATO 2 LUGLIO: CONTEST MUSICALE
TUTTE LE SERE RISTORANTE, BIRRA ALLA SPINA E DJ SET.
http://www.facebook.com/event.php?eid=119861184767542
lunedì 27 giugno 2011
INCONTRO NAZIONALE delle comuniste e dei comunisti ovunque collocate/i
INCONTRO NAZIONALE
delle comuniste e dei comunisti ovunque collocate/i
SABATO 2 LUGLIO 2011 ore 9. 30
c/o circolo ARCI “Centofiori”, via Goito 35/b ROMA (Stazione Termini)
L’incontro durerà tutta la giornata e alternerà due sedute plenarie e tre tavoli tematici per affrontare meglio risoluzioni comuni e delle proposte concrete:
1) la questione politica: percorsi per la ricostruzione del Partito Comunista; alleanze, sinistra anticapitalista ed elezioni; congressi PRC e PdCI e relazioni tra le aree comuniste;
2) la questione sindacale e la relazione coi movimenti: sindacato di classe e linea dei comunisti nei sindacati; fronte di resistenza alla crisi e blocco sociale; movimento referendario e lotte sociali; antifascismo e movimento contro le basi e la guerra;
3) la questione teorica e culturale: coordinamento degli strumenti di comunicazione; formazione quadri e pubblicazioni; iniziative editoriali e divulgative.
DIVULGATE QUESTO INVITO A CHI POTREBBE ESSERE INTERESSATO E COMUNICATECI LA VOSTRA PARTECIPAZIONE COSI’ CHE POSSIAMO ORGANIZZARE AL MEGLIO I LAVORI DELLA GIORNATA.
Per adesioni e informazioni: comunistinsieme@inventati.org
delle comuniste e dei comunisti ovunque collocate/i
SABATO 2 LUGLIO 2011 ore 9. 30
c/o circolo ARCI “Centofiori”, via Goito 35/b ROMA (Stazione Termini)
L’incontro durerà tutta la giornata e alternerà due sedute plenarie e tre tavoli tematici per affrontare meglio risoluzioni comuni e delle proposte concrete:
1) la questione politica: percorsi per la ricostruzione del Partito Comunista; alleanze, sinistra anticapitalista ed elezioni; congressi PRC e PdCI e relazioni tra le aree comuniste;
2) la questione sindacale e la relazione coi movimenti: sindacato di classe e linea dei comunisti nei sindacati; fronte di resistenza alla crisi e blocco sociale; movimento referendario e lotte sociali; antifascismo e movimento contro le basi e la guerra;
3) la questione teorica e culturale: coordinamento degli strumenti di comunicazione; formazione quadri e pubblicazioni; iniziative editoriali e divulgative.
DIVULGATE QUESTO INVITO A CHI POTREBBE ESSERE INTERESSATO E COMUNICATECI LA VOSTRA PARTECIPAZIONE COSI’ CHE POSSIAMO ORGANIZZARE AL MEGLIO I LAVORI DELLA GIORNATA.
Per adesioni e informazioni: comunistinsieme@inventati.org
INIZIA LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO L'ESPULSIONE DA USB DI FABIANA STEFANONI
INIZIA LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE
CONTRO L'ESPULSIONE DA USB
DI FABIANA STEFANONI
Potete leggere qui sotto l'appello per il reintegro di Fabiana Stefanoni nel suo sindacato Usb, con l'elenco dei primi firmatari.
Chiediamo a tutti i lavoratori, gli attivisti sindacali (ovunque collocati), i precari, gli studenti di mandare la loro adesione all'appello all'indirizzo unirelelotte@sindacatodiclasse.org, indicando nome, cognome, città, lavoro, eventuale sindacato di appartenenza.
Chiediamo a tutti di far girare questo appello, di pubblicarlo su siti, blog, pagine facebook.
Sul sito www.sindacatodiclasse.org è possibile scaricare i moduli per raccogliere le firme. L'elenco aggiornato delle firme sarà pubblicato periodicamente sul nostro sito.
Stiamo già ricevendo comunicati di solidarietà di strutture sindacali, organizzazioni, collettivi, comitati di lotta (a breve li pubblicheremo sul sito). L'indirizzo a cui mandarli è lo stesso: unirelelotte@sindacatodiclasse.org.
Sono già centinaia le mail di solidarietà a Fabiana Stefanoni che sono arrivate. Per questo non siamo ancora riusciti a rispondere a tutti ma lo faremo nei prossimi giorni. Tra le prime firme arrivate anche diverse dall'estero: dirigenti dei sindacati di base spagnoli, operai in lotta da Madrid a Barcellona, sindacalisti britannici, dirigenti delle lotte dei minatori peruviani, ecc.
Un ringraziamento a tutti per il sostegno.
Il Coordinamento nazionale di Unire le lotte - Area Classista Usb
CONTRO L'ESPULSIONE DA USB
DI FABIANA STEFANONI
Potete leggere qui sotto l'appello per il reintegro di Fabiana Stefanoni nel suo sindacato Usb, con l'elenco dei primi firmatari.
Chiediamo a tutti i lavoratori, gli attivisti sindacali (ovunque collocati), i precari, gli studenti di mandare la loro adesione all'appello all'indirizzo unirelelotte@sindacatodiclasse.org, indicando nome, cognome, città, lavoro, eventuale sindacato di appartenenza.
Chiediamo a tutti di far girare questo appello, di pubblicarlo su siti, blog, pagine facebook.
Sul sito www.sindacatodiclasse.org è possibile scaricare i moduli per raccogliere le firme. L'elenco aggiornato delle firme sarà pubblicato periodicamente sul nostro sito.
Stiamo già ricevendo comunicati di solidarietà di strutture sindacali, organizzazioni, collettivi, comitati di lotta (a breve li pubblicheremo sul sito). L'indirizzo a cui mandarli è lo stesso: unirelelotte@sindacatodiclasse.org.
Sono già centinaia le mail di solidarietà a Fabiana Stefanoni che sono arrivate. Per questo non siamo ancora riusciti a rispondere a tutti ma lo faremo nei prossimi giorni. Tra le prime firme arrivate anche diverse dall'estero: dirigenti dei sindacati di base spagnoli, operai in lotta da Madrid a Barcellona, sindacalisti britannici, dirigenti delle lotte dei minatori peruviani, ecc.
Un ringraziamento a tutti per il sostegno.
Il Coordinamento nazionale di Unire le lotte - Area Classista Usb
INIZIA LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO L'ESPULSIONE DA USB DI FABIANA STEFANONI
INIZIA LA CAMPAGNA INTERNAZIONALE
CONTRO L'ESPULSIONE DA USB
DI FABIANA STEFANONI
Potete leggere qui sotto l'appello per il reintegro di Fabiana Stefanoni nel suo sindacato Usb, con l'elenco dei primi firmatari.
Chiediamo a tutti i lavoratori, gli attivisti sindacali (ovunque collocati), i precari, gli studenti di mandare la loro adesione all'appello all'indirizzo unirelelotte@sindacatodiclasse.org, indicando nome, cognome, città, lavoro, eventuale sindacato di appartenenza.
Chiediamo a tutti di far girare questo appello, di pubblicarlo su siti, blog, pagine facebook.
Sul sito www.sindacatodiclasse.org è possibile scaricare i moduli per raccogliere le firme. L'elenco aggiornato delle firme sarà pubblicato periodicamente sul nostro sito.
Stiamo già ricevendo comunicati di solidarietà di strutture sindacali, organizzazioni, collettivi, comitati di lotta (a breve li pubblicheremo sul sito). L'indirizzo a cui mandarli è lo stesso: unirelelotte@sindacatodiclasse.org.
Sono già centinaia le mail di solidarietà a Fabiana Stefanoni che sono arrivate. Per questo non siamo ancora riusciti a rispondere a tutti ma lo faremo nei prossimi giorni. Tra le prime firme arrivate anche diverse dall'estero: dirigenti dei sindacati di base spagnoli, operai in lotta da Madrid a Barcellona, sindacalisti britannici, dirigenti delle lotte dei minatori peruviani, ecc.
Un ringraziamento a tutti per il sostegno.
Il Coordinamento nazionale di Unire le lotte - Area Classista Usb
CONTRO L'ESPULSIONE DA USB
DI FABIANA STEFANONI
Potete leggere qui sotto l'appello per il reintegro di Fabiana Stefanoni nel suo sindacato Usb, con l'elenco dei primi firmatari.
Chiediamo a tutti i lavoratori, gli attivisti sindacali (ovunque collocati), i precari, gli studenti di mandare la loro adesione all'appello all'indirizzo unirelelotte@sindacatodiclasse.org, indicando nome, cognome, città, lavoro, eventuale sindacato di appartenenza.
Chiediamo a tutti di far girare questo appello, di pubblicarlo su siti, blog, pagine facebook.
Sul sito www.sindacatodiclasse.org è possibile scaricare i moduli per raccogliere le firme. L'elenco aggiornato delle firme sarà pubblicato periodicamente sul nostro sito.
Stiamo già ricevendo comunicati di solidarietà di strutture sindacali, organizzazioni, collettivi, comitati di lotta (a breve li pubblicheremo sul sito). L'indirizzo a cui mandarli è lo stesso: unirelelotte@sindacatodiclasse.org.
Sono già centinaia le mail di solidarietà a Fabiana Stefanoni che sono arrivate. Per questo non siamo ancora riusciti a rispondere a tutti ma lo faremo nei prossimi giorni. Tra le prime firme arrivate anche diverse dall'estero: dirigenti dei sindacati di base spagnoli, operai in lotta da Madrid a Barcellona, sindacalisti britannici, dirigenti delle lotte dei minatori peruviani, ecc.
Un ringraziamento a tutti per il sostegno.
Il Coordinamento nazionale di Unire le lotte - Area Classista Usb
Bologna: finanziamenti a scuola privata
Repubblica Bologna ha lanciato un sondaggio sul finanziamento alle scuole private in seguito alla notizia che il Giudice del Tribunale ha ordinato ai garanti di decidere entro lunedì sul referendum comunale.
Questi cosiddetti garanti, nominati dai partiti stanno cercando da tre mesi di impedire che si svolga questo referendum.
Mentre la scuola pubblica subisce continui tagli il Comune di Bologna continua a versare un milione e 55.000 euro all’anno alle scuole materne private, fra cui la Kinder house che fa pagare 878 euro al mese di retta e la Cerreta gestita dall’Opus dei che fa classi solo femminili.
E’ ora di dire basta !!!
Chiediamo il sostegno di tutti per sommergere di voti NO il sito di Repubblica al link
http://temi.repubblica.it/repubblicabologna-sondaggio/?pollId=2674"
Bruno Moretto
Questi cosiddetti garanti, nominati dai partiti stanno cercando da tre mesi di impedire che si svolga questo referendum.
Mentre la scuola pubblica subisce continui tagli il Comune di Bologna continua a versare un milione e 55.000 euro all’anno alle scuole materne private, fra cui la Kinder house che fa pagare 878 euro al mese di retta e la Cerreta gestita dall’Opus dei che fa classi solo femminili.
E’ ora di dire basta !!!
Chiediamo il sostegno di tutti per sommergere di voti NO il sito di Repubblica al link
http://temi.repubblica.it/repubblicabologna-sondaggio/?pollId=2674"
Bruno Moretto
Riqualificazione della linea ferroviaria Faentina. Interrogazione di Sgherri. Sgherri:”fare chiarezza sulle priorità e sul rispetto degli accordi sot
CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Riqualificazione della linea ferroviaria Faentina. Interrogazione di Sgherri. Sgherri:”fare chiarezza sulle priorità e sul rispetto degli accordi sottoscritti”
Firenze, 27 giugno. Fare chiarezza sul cosa, quando e come rispetto all’obbiettivo di riqualificazione della linea ferroviaria Faentina. Questa la ratio dell’interrogazione alla Giunta Regionale presentata nei giorni scorsi dalla Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale Monica Sgherri. La questione è annosa: negli anni – spiega Sgherri – sono stati sottoscritti una serie di accordi, che hanno visto coinvolti Regione e Ministero, per riqualificare questa tratta, che ad oggi non hanno però trovato applicazione ed abbiamo anzi assistito ad un “balletto di cifre”: ultimo in ordine temporale, rispetto alla recente Intesa Generale fra Governo e Regione, il punto di domanda è se fra le priorità individuate vi sia il solo milione di euro per lo studio di fattibilità sulla riqualificazione (ed in più per “quale” fra quelle proposte) o se vi siano e dove i circa trenta milioni per riqualificare concretamente la linea in questione. Una situazione di farraginosità che riguarda gli stanziamenti e i tempi di intervento, ma anche se si intenda intervenire su tutta la tratta o a solo ad una parte, se l’intenzione - come dovrebbe essere – sia di intervenire sul traffico passeggeri o su quello merci. Insomma, vista la pessima condizione del trasporto sulla linea così come denunciato sulla stampa sempre più spesso dai cittadini e dal Comitato dei pendolari, vi deve essere un punto di chiarezza e far emergere quali azioni la Regione abbia intenzione di mettere in atto; perché sul tema c’è estremo bisogno di intervenire e farlo con celerità. Sono giunte infatti nel tempo le rassicurazioni dell’assessore competente, oggi però – vista la situazione che d’incertezza che pare perdurare - è necessario capire definitivamente come stanno le cose ed agire di conseguenza.
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Riqualificazione della linea ferroviaria Faentina. Interrogazione di Sgherri. Sgherri:”fare chiarezza sulle priorità e sul rispetto degli accordi sottoscritti”
Firenze, 27 giugno. Fare chiarezza sul cosa, quando e come rispetto all’obbiettivo di riqualificazione della linea ferroviaria Faentina. Questa la ratio dell’interrogazione alla Giunta Regionale presentata nei giorni scorsi dalla Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale Monica Sgherri. La questione è annosa: negli anni – spiega Sgherri – sono stati sottoscritti una serie di accordi, che hanno visto coinvolti Regione e Ministero, per riqualificare questa tratta, che ad oggi non hanno però trovato applicazione ed abbiamo anzi assistito ad un “balletto di cifre”: ultimo in ordine temporale, rispetto alla recente Intesa Generale fra Governo e Regione, il punto di domanda è se fra le priorità individuate vi sia il solo milione di euro per lo studio di fattibilità sulla riqualificazione (ed in più per “quale” fra quelle proposte) o se vi siano e dove i circa trenta milioni per riqualificare concretamente la linea in questione. Una situazione di farraginosità che riguarda gli stanziamenti e i tempi di intervento, ma anche se si intenda intervenire su tutta la tratta o a solo ad una parte, se l’intenzione - come dovrebbe essere – sia di intervenire sul traffico passeggeri o su quello merci. Insomma, vista la pessima condizione del trasporto sulla linea così come denunciato sulla stampa sempre più spesso dai cittadini e dal Comitato dei pendolari, vi deve essere un punto di chiarezza e far emergere quali azioni la Regione abbia intenzione di mettere in atto; perché sul tema c’è estremo bisogno di intervenire e farlo con celerità. Sono giunte infatti nel tempo le rassicurazioni dell’assessore competente, oggi però – vista la situazione che d’incertezza che pare perdurare - è necessario capire definitivamente come stanno le cose ed agire di conseguenza.
VAL DI SUSA: NON FINISCE QUI!
Partito di Alternativa Comunista
VAL DI SUSA:
NON FINISCE QUI!
di Stefano Bonomi
(di ritorno dal presidio No Tav)
Ora e sempre resistenza. E’ questa l’aria che si respira nei comitati No Tav della Val di Susa. Da domenica la lotta contro l’avvio dei lavori della Tav si è fatta dura, anzi durissima. I lavoratori e i giovani della Val di Susa, con il prezioso supporto di simpatizzanti solidali giunti da tutta Italia, non hanno intenzione di arrendersi: il pesante dispiegamento di forze repressive (polizia ed esercito) da parte del governo non ha intimorito i manifestanti, nonostante le pesanti cariche e il lancio di lacrimogeni.
Le giornate di sabato e domenica sono state giornate di mobilitazione generale, in vista dell’annunciato avvio dei lavori. Domenica sera una bella manifestazione, partita dalla stazione di Chiomonte, ha fatto sentire la determinazione a resistere dei comitati No Tav. Come previsto, la mattina di lunedì è stata una mattina di duri scontri con la polizia, che è riuscita, ma non facilmente, a sgomberare il presidio del cantiere della Maddalena a suon di manganellate e lancio di lacrimogeni. I manifestanti hanno organizzato una dura resistenza, che ha saputo reggere lo scontro con migliaia di poliziotti in assetto antisommossa: è la dimostrazione che, con la lotta, i giovani e i lavoratori imparano l’arte dell’autodifesa proletaria.
La protesta si è estesa anche nelle fabbriche del territorio, dove la Cub ha proclamato lo sciopero generale del privato. In molte fabbriche le Rsu si sono unite, spontaneamente, allo sciopero, esprimendo solidarietà ai manifestanti brutalmente sgomberati dal presidio. Alcuni manifestanti hanno bloccato le strade provinciali vicino al cantiere, dando vita a manifestazioni spontanee sostenute dalla popolazione locale.
Mentre scriviamo, i manifestanti si sono radunati a Bussoleno, per organizzare le prossime tappe della mobilitazione. Gli scontri di questi giorni non sono una sconfitta: i lavoratori e i giovani No Tav della Val di Susa hanno imparato, una volta di più, a opporre alla violenza organizzata dello Stato borghese (forte di migliaia di agenti in assetto di guerra) l’organizzazione e la lotta ad oltranza. Dietro l’affare della Tav si celano gli interessi di un pugno di investitori che non esitano a distruggere l’ambiente per i propri guadagni miliardari, sostenuti ieri dal governo di centrosinistra (dove sedeva comodamente anche Ferrero, che ora esprime solidarietà con questa lotta), oggi dal governo delle destre. Ma, per questi signori, sarà düra! La lotta, in Val di Susa e non solo, continua.
VAL DI SUSA:
NON FINISCE QUI!
di Stefano Bonomi
(di ritorno dal presidio No Tav)
Ora e sempre resistenza. E’ questa l’aria che si respira nei comitati No Tav della Val di Susa. Da domenica la lotta contro l’avvio dei lavori della Tav si è fatta dura, anzi durissima. I lavoratori e i giovani della Val di Susa, con il prezioso supporto di simpatizzanti solidali giunti da tutta Italia, non hanno intenzione di arrendersi: il pesante dispiegamento di forze repressive (polizia ed esercito) da parte del governo non ha intimorito i manifestanti, nonostante le pesanti cariche e il lancio di lacrimogeni.
Le giornate di sabato e domenica sono state giornate di mobilitazione generale, in vista dell’annunciato avvio dei lavori. Domenica sera una bella manifestazione, partita dalla stazione di Chiomonte, ha fatto sentire la determinazione a resistere dei comitati No Tav. Come previsto, la mattina di lunedì è stata una mattina di duri scontri con la polizia, che è riuscita, ma non facilmente, a sgomberare il presidio del cantiere della Maddalena a suon di manganellate e lancio di lacrimogeni. I manifestanti hanno organizzato una dura resistenza, che ha saputo reggere lo scontro con migliaia di poliziotti in assetto antisommossa: è la dimostrazione che, con la lotta, i giovani e i lavoratori imparano l’arte dell’autodifesa proletaria.
La protesta si è estesa anche nelle fabbriche del territorio, dove la Cub ha proclamato lo sciopero generale del privato. In molte fabbriche le Rsu si sono unite, spontaneamente, allo sciopero, esprimendo solidarietà ai manifestanti brutalmente sgomberati dal presidio. Alcuni manifestanti hanno bloccato le strade provinciali vicino al cantiere, dando vita a manifestazioni spontanee sostenute dalla popolazione locale.
Mentre scriviamo, i manifestanti si sono radunati a Bussoleno, per organizzare le prossime tappe della mobilitazione. Gli scontri di questi giorni non sono una sconfitta: i lavoratori e i giovani No Tav della Val di Susa hanno imparato, una volta di più, a opporre alla violenza organizzata dello Stato borghese (forte di migliaia di agenti in assetto di guerra) l’organizzazione e la lotta ad oltranza. Dietro l’affare della Tav si celano gli interessi di un pugno di investitori che non esitano a distruggere l’ambiente per i propri guadagni miliardari, sostenuti ieri dal governo di centrosinistra (dove sedeva comodamente anche Ferrero, che ora esprime solidarietà con questa lotta), oggi dal governo delle destre. Ma, per questi signori, sarà düra! La lotta, in Val di Susa e non solo, continua.
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