No Tav: insegnamenti dalla sconfitta di un giorno
Ampliamo il fronte di lotta e di solidarietà
La brutale aggressione poliziesca contro la popolazione della Valsusa che si oppone al progetto capitalistico della Tav, supportato dalla Unione Europea (UE) ha contribuito a chiarire agli occhi delle masse lavoratrici tre importanti questioni politiche.
La prima, che la Lega Nord, il movimento politico del ministro di polizia Maroni, è una forza d’assalto al servizio del grande capitale, che non si fa scrupolo di colpire le stesse popolazioni del settentrione quando difendono i propri interessi. Di qui la necessità di contrapporre la verità dei fatti alla sua sporca demagogia, di smascherarla e combatterla fino in fondo.
La seconda, che il governo Berlusconi, seppur indebolito e delegittimato, non ha alcuna intenzione di dimettersi, ma continua nella sua politica antipopolare, di miseria e di guerra. Di qui la necessità di far cadere questo governo con la forza organizzata della classe operaia e dei suoi alleati, nelle strade e nelle fabbriche.
La terza, che il consenso fornito dal PD all’operazione repressiva, prefigura quale sarà la linea di un eventuale governo di “larghe intese” o di “unità nazionale”: calpestare le esigenze della classe operaia e delle masse popolari per far passare i diktat della Confindustria e di Bruxelles, far pagare alle classi sfruttate e oppresse il debito pubblico accumulato dalle classi dirigenti. Di qui la necessità di opporsi strenuamente all’avvento di un governo borghese del genere.
Lo sgombero delle barricate in Valsusa, condotta con grande spiegamento di forze e di mezzi contro lavoratori, le donne e i loro figli disarmati, è una vittoria effimera delle forze reazionarie perchè i problemi restano sul tappeto e si acutizzeranno.
Nonostante la forzata apertura dei cantieri, la popolazione della Valsusa non si da per vinta e proseguirà la lotta. La lezione ricevuta non sarà dimenticata. L’educazione diretta delle masse ha compiuto più progressi nella sconfitta di un giorno di quanti ne avrebbe potuto compiere in anni di rassegnazione.
Esprimiamo piena solidarietà alla resistenza delle popolazioni e degli attivisti No Tav in difesa del territorio, contro la politica reazionaria del governo italiano e dell’UE, istituzioni all’esclusivo servizio dei monopoli capitalisti. La lotta per la difesa degli interessi e delle conquiste dei lavoratori si intreccerà sempre più con la lotta contro entrambe queste istituzioni.
Difendiamo la libertà della popolazione di manifestare e il diritto di decidere del suo futuro, della sua salute, della sua vita.
Chiediamo l’immediato ritiro delle forze di polizia dalla Valsusa.
Alla lotta contro la Tav deve andare il sostegno della classe operaia, dei lavoratori, dei giovani, delle donne, di tutti gli organismi del movimento operaio, progressista, ambientalista.
La solidarietà dimostrata nei giorni scorsi, a partire dagli scioperi di protesta scoppiati nelle fabbriche, è di grande importanza. Ma per vincere è necessario unire e ampliare il fronte di lotta. E’ necessario che ogni componente del movimento operaio e popolare appoggi e partecipi alle lotte delle altre, è necessaria una mobilitazione generale delle forze del proletariato.
Soprattutto occorre dotarsi dello strumento indispensabile per dirigere le lotte verso una soluzione rivoluzionaria delle contraddizioni del capitalismo, per conquistare una nuova società senza sfruttamento e senza devastazione ambientale: il partito comunista marxista-leninista.
Prepariamoci all’intensificazione della lotta di classe!
29 giugno 2011 Piattaforma Comunista
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