lunedì 27 giugno 2011

La costanza di Abdon Mori

La costanza di Abdon Mori

Il compagno Abdon Mori arriva con la moglie Loretta all'appuntamento
tutto contento: negli utlimi giorni ha fatto tredici abbonamenti a
"Rinascita" e si ripromette di farne ancora nelle prossime settimane.
Intanto ogni settimana diffonde 40 copie del settimanale.

Mori racconta la sua vita di militante comunista. Comincia quando
entra a dieci anni, nel 1939, in una piccola falegnameria di Empoli,
una decina di dipendenti, in maggioranza anarchici e comunisti.

Lì fa il suo apprendistato politico, che poi si concretizza in impegno
quando, agli inizi degli anni Quaranta, ritorna dalla Francia Virgilio
Corti, detto Togo.

Togo è una sorta di corriere del Pci, con il compito di organizzare il
"soccorso rosso" per i tanti compagni che già affollano le patrie
galere. Abdon viene fatto girare per Empoli. Va a trovare artigiani,
barbieri, contadini. Ritira i soldi per il "soccorso". Non desta
sospetti nei fascisti: è così giovane.

"Una volta - racconta Abdon - mi dettero un compito più delicato e
importante. Mi mandarano alla stazione di Empoli, dove dopo un po'
arrivo una compagna di San Romano, della quale non conoscevo e non
conosco il nome.

Mi consegnò una cassettina che conteneva copie dell'Unità clandestina
e altri pezzi di propaganda. Il mio compito era di portarla a un
meccanico di biciclette nel centro di Empoli. Nel 1943, fui incaricato
di spostare armi da Empoli ad Avane, dove si stavano organizzando i
primi nuclei della Resistenza. Le armi erano nascoste su un carretto
che io spingevo e carico di mobili. Dopo il bombardamento di Empoli, i
partigiani mi mandarano a prendere uno di loro. Era ferito. Armato, lo
avevano messo dentro a un baule. Lo caricai sul barroccio e così
passai le linee tedesche. Io, insomma, ero un po' il facchino del
partito e poi dei partigiani".

Il 26 luglio 1943, Abdon partecipa al corteo organizzato dagli
antifascisti Roberto Giuntini, Ferrero Sabatini, detto Pio, Giuliano
Marmugi, detto Fischietto. Mussolini è caduto. Si trovano al Bar "Le
Tre Effe" con bandiere tricolori con lo stemma sabaudo. In via Roma,
sono un centinaio. Cantano. Esultano. Il commissiario prefettizio
reagisce chiamando i soldati, accampati alla pineta e ordina la
carica. Ci sono tafferugli fino a quando non intervengono i
carabinieri a difesa dei manifestanti.

Il 13 febbraio 1945 da Empoli partono 528 volontari per il Corpo della
Libertà. C'è anche Abdon. Li portano a Cesano di Roma, per un periodo
di addestramento.

Abdon viene poi aggregato alla Brigata Friuli che opera a Riolo Terme
in Romagna. E in questa località, per questo motivo, oggi Abdon ha la
cittadinanza onoraria insieme agli altri volontari.

Abdon Mori con la Brigata Friuli si è poi spostato fino al nord
dell'Italia e oltre a Riolo Terme ha la cittadinanza onoraria anche a
Castel San Pietro Terme in Emilia e ad Udine.

Formalmente, Mori si iscrive al Pci nel 1945, alla cellula della
vetreria Taddei, dove lavora. La fabbrica ha mille operai. È il
responsabile della diffusione dell'. Ogni giorno porta in fabbrica e
diffonde 140 copie del giornale.La notizia dell'attentato a Togliatti,
nel 1948, coglie gli operai in fabbrica, mentre lavorano.Escono, viene
improvvisato un primo comizio e poi alcuni (compreso Abdon) vanno a
occupare la stazione, che bloccano per un giorno intero.Nel settembre
1949, parte militare. Destinazione Bari. Dice: "Mi metto subito in
contatto con la Federazione del Pci. So che ci sono Remo Scappini e
sua moglie Rina Chiarini, empolesi, amici di famiglia. Mi metto subito
a disposizione del partito. C'è la guerra in Corea. C'è bisogno di
propaganda. Sicché, con alcuni comopagni emiliani, prendiamo centinaia
di manifestini che mettiamo nelle caserme".Abdon viene avvicinato da
un maresciallo, uno che aveva combattuto nella Divisione Friuli. Gli
dice che al Commissariato di Empoli sono arrivate informazioni che lo
descrivono come un sovversivo, un individuo pricoloso. Il "marchio" lo
porta sotto processo due volte. Ma tutte e due le volte vien assolto
grazie alle testimonianze di due amici: uno di Palermo e uno di
Saronno. Remo Scappini, diventato senatore del Pci, fa due
interpellanze al ministro Pacciardi rivelando che numerose reclute,
tra cui Abdon, sono controllate dalla polizia segreta.

Siamo agli anni Cinquanta, gli anni della repressione. Abdon viene
licenziato dalla Taddei nel 1952, cioé nel pieno dei governi
Scelba.Abdon racconta la sua storia con accanto la moglie Loretta. La
guarda con tenerezza. È un grabde amore, il loro, iniziato nell'estate
del 1947. In quell'anno, Loretta, che è di Pontassieve, lavora alla
mnsa del Pignone a Firenze. In quell'estate, c'è un raduno nazionale
del Fronte della gioventù (quello originale che era "rosso", ndr) e
numerosi giovani partecipanti vanno a mangiare alla mensa del Pignone,
aperta per loro."Così - dice Abdon - conobbi Loretta e da allora non
ci siamo più lasciati. Ci siamo sposati nel 1954. Abbiamo un figlio.
Abbiamo vissuto insieme tutte le esperienze di lotta politica. Anche
lei è stata una brava compagna. Mi ha aiutato tanto nel fare quel poco
che ho fatto per il Pci e dopo".

Commenta: "Sono tempi duri, ma penso che valga la pena di continuare a
battersi. Certo, quando penso alla fine che ha fatto l'Unità, mi si
stringe il cuore. Se penso a tutte le diffusioni che ho fatto insieme
a migliaia e migliaia di compagni, mi si stringe il cuore. Ma bisogna
andare avanti e fare di tutto per battere, il prossimo anno,
Berlusconi."

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