«La Marina non saprà dove cercare»
Sentinel pronta al rientro, ma all’appello mancano 87 contenitori. Il gran quesito: paga Grimaldi, Comune o Difesa?
Sentinel pronta al rientro, ma all’appello mancano 87 contenitori. Il gran quesito: paga Grimaldi, Comune o Difesa?
Fatti riemergere da 430 metri e portati in banchina i 16 cassoni stagni
Gli esperti: non esiste un’altra zona in cui si possa pensare si trovino i fusti scomparsi
Gli esperti: non esiste un’altra zona in cui si possa pensare si trovino i fusti scomparsi
da Il Tirreno
di Giulio Corsi wLIVORNO Arriva la Marina Militare dunque. E se ne va Castalia. Arriva la nave idrografica Magnaghi e se ne va la nave oceanografica Sentinel. Ma che cosa cambierà sui fondali a largo di Tirrenia e nelle acque del mare livornese e pisano? Poco se non pochissimo, se è vero quello che ha più volte sottolineato Lorenzo Barone, project manager di Castalia, l’uomo che ha studiato e messo in piedi il piano di ricerca e recupero di Grimaldi. Secondo Barone, i 198 fusti dispersi dal cargo Venezia o si trovavano là dove sono stati cercati o difficilmente, molto difficilmente sarà ipotizzabile indicare un’altra zona in cui dargli la caccia. La traduzione del concetto è semplice e la fa lo stesso Barone: «Abbiamo cercato dove gli studi delle correnti, incrociati con la rotta dell’eurocargo Venezia, ci hanno detto che potevamo trovare. E infatti abbiamo individuato i due rimorchi e 127 fusti oltre a 21 sacchetti. Ma quella zona l’abbiamo setacciata palmo a palmo. E adesso non sapremmo proprio dove andare a cercare ciò che manca». Certo, finché c’è vita c’è speranza e sapere che il pubblico interviene laddove il privato non arriva, regala almeno uno spiraglio di luce. Ma l’impressione che si fa largo, parlando con l’uomo che ha condotto tutta l’operazione, è che presto dovremo rinunciare all’idea di trovare i fusti fantasma, perché nel mare tra Livorno, Gorgona e Genova non c’è un posto in cui puntare la bandierina e dire: potrebbero essere lì. «L’intervento della Marina? Non ne so niente e non commento - dice Barone -. Posso dire però che finora nessuno ha mai indicato un’altra zona in cui concentrare le ricerche. Non saprei dove si potrebbe o altri potrebbero cercare ancora». Mancano 87 sacchi. Sulle quantità del materiale mancante continuano ad arrivare numeri che possono trarre in inganno, visto che mettono insieme i bidoni aperti e vuoti, quelli chiusi e i sacchetti ritrovati. E allora è bene fare charezza: ad oggi, come sottolinea dalla capitaneria il tenente di vascello Alessandro Russo, i bersagli recuperati sono stati 148. Ma purtroppo la sottrazione tra i 198 fusti scomparsi e i 148 “pezzi” recuperati non è valida: sono 90 infatti i fusti pieni recuperati, e 21 i sacchetti. Totale 111. Sono stati poi trovati e fatti riemergere anche 37 fusti vuoti, che però non cambiano nulla ai fini del pericolo-inquinamento. Dentro o fuori dai fusti, mancano dunque 87 sacchetti, alcuni sicuramente fuoriusciti, altri forse tuttora conservati. Paga Grimaldi o il Comune? Il compito della nave Ammiraglio Magnaghi che presto arriverà nelle acque toscane, sarà proprio quello di dare la caccia a questi bersagli fantasma. Ci riuscirà e smentirà la posizione degli esperti di Castalia, dimostrando che bastava insistere ancora come tutti si augurano? E come si muoverà: passerà nuovamente al setaccio i fondali già ispezionati dalla Minerva Uno e da Sentinel oppure gli specialisti della forza armata individueranno nuove zone in cui le correnti potrebbero aver trasportato i bidoni? Ma la domanda più importante è quella relativa ai tempi: quanti giorni si darà la Marina Militare per portare a termine la missione o per dire stop? La questione è di attualità perché s’intreccia strettamente a quella dei costi. Se è vero come sostiene il consigliere comunale del Pdl Tamburini, esperto della questione da ex comandante della Marina, che l’impiego della Magnaghi costerà 15mila euro al giorno («ammonterebbe a 30mila ma la Marina abbatterà l’importo del 50%»), chi pagherà l’operazione? Il ministero della Difesa «nella sua infinita bontà», Grimaldi, su ingiunzione della prefettura, o gli enti locali, come sostiene lo stesso Tamburini, «visto che - dice - per adesso non ci sono tracce di danno ambientale e dunque non si possono caricare costi sull’armatore?». Se così fosse per quanti giorni Comune, Provincia e Regione potranno sostenere la spesa permettendo ai livornesi e ai toscani di sperare ancora nel ritrovamento di 87 fusti tossici ancora fantasma? Fine dell’operazione. In attesa di una risposta, la cronaca racconta che l’impiego di Sentinel durerà ancora poche ore e col suo ritorno a Civitavecchia previsto entro la fine della settimana terminerà tutta la fase gestita da Castalia e pagata dal pool di assicurazioni di Grimaldi. Cassoni in banchina. Tra sabato e domenica scorsi, i 16 cassoni stagni depositati in fondo al mare e riempiti di 148 tra bidoni e fusti, sono stati fatti riemergere da 430 metri di profondità, caricati sul ponte della nave e trasportati sulle banchine del porto di Livorno, dove si trovano sotto stretta sorveglianza dei militari della capitaneria. Un diciassettesimo cassone era stato calato in mare ieri, nella speranza di trovare qualche ultimo bidone o sacchetto, cosa che in effetti è successa con un sacco (il ventunesimo). I robot sottomarini hanno anche sollevato e spostato i due rimorchi caduti dall’eurocargo, nella speranza di trovare sotto la loro sagoma altro materiale, ma l’esito è stato negativo. Raccolta di firme. Oggi alle 17.30 i promotori della raccolta di firme “Togliete quei bidoni!” hanno organizzato alla Gaia Scienza un evento in cui l'impegno civile si unirà a musica, letturatura e poesia col mare protagonista.
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