Il futuro dei bidoni è in Lussemburgo
Ma lo smaltimento potrebbe essere gestito dalla Labromare E Filippi porta la questione dei fusti mancanti in Senato
Ma lo smaltimento potrebbe essere gestito dalla Labromare E Filippi porta la questione dei fusti mancanti in Senato
da Il Tirreno
LIVORNO Via verso il Lussemburgo. Manca una data e mancano le modalità, ma una cosa pare certa: i bidoni tossici (almeno quelli recuperati) finiranno lontano da Livorno. Col rientro della Sentinel a Civitavecchia, al quartier generale di Castalia dove la nave oceanografica ha scaricato i robot utilizzati per il recupero di 147 “bersagli” tra fusti e sacchetti agganciati sui fondali del mare di Calambrone, è finita la prima parte dell’operazione nata dall’incidente avvenuto il 17 dicembre 2011 all’eurocargo Venezia. Adesso però inizia la seconda parte. O meglio le seconde parti. Perché l’operazione proseguirà su due fronti: da un lato lo smaltimento dei fusti e dei sacchetti tossici recuperati e attualmente custoditi sulle banchine del porto di Livorno sotto stretta sorveglianza della capitaneria. Dall’altra lo studio del piano B per individuare gli 86 bidoni mancanti all’appello. Che sarà affidato alla nave Magnaghi della Marina Militare. Lo smaltimento. In settimana in capitaneria si sono incontrati Regione, Provincia, Asl, Arpat, Dogane e Autorità Portuale, per decidere la gestione dello smaltimento. E’ stato affrontato il tema della natura del materiale recuperato ed è stato deciso di considerarlo rifiuto, che come tale dunque dovrà essere trattato. Grimaldi ha fatto pervenire due opzioni alternative per lo smaltimento che al momento sono al vaglio delle autorità competenti. Una di queste potrebbe essere gestita dalla livornese Labromare, che ha già predisposto un piano. L’alternativa è invece quella di conferire lo smaltimento dei cassoni alla ditta lussemburghese già incaricata comunque di occuparsi della rigenerazione del prodotto. I fusti mancanti. I tempi annunciati per l’intervento della nave idrografica della forza armata non sono ancora stati definiti ma dovrebbero essere brevi. Una settimana, dieci giorni al massimo. Prima dell’arrivo della Magnaghi è in programma una apposita riunione tecnica per definire la zona di ricerca dei bidoni mancanti, che potrebbe allargarsi rispetto a quella individuata da Castalia. Intanto la questione torna in parlamento tramite il senatore Filippi che ha messo la sua firma alla petizione “Togliamo quei bidoni!”. «Credo sia utile - sottolinea Filippi - far conoscere anche in sede parlamentare il punto di vista delle livornesi e dei livornesi su questa vicenda. Questa nuova interrogazione a cui sto lavorando - aggiunge Filippi - si aggiunge alle altre presentate nei mesi scorsi sull'argomento e vuole sollecitare il Governo affinché le operazioni di ricerca, individuazione e rimozione dei bidoni si completino in tempi brevi». Giulio Corsi
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