giovedì 6 febbraio 2014

La proposta di due progetti di nuova pista per l’aeroporto di Firenze ricorda il gioco delle tre carte!

La proposta di due progetti di nuova pista per l’aeroporto di Firenze ricorda il gioco delle tre carte!

Intervento della Capogruppo Sgherri sulla questione aeroportuale.

La proposta di due progetti di nuova pista per l’aeroporto di Firenze ricorda il gioco delle tre carte! In questione non c’è il ricordare i motivi della nostra contrarietà alla nuova pista: l’insostenibilità ambientale che si avrebbe in una delle aree più inquinate e malate della Toscana, l’inconciliabilità con il parco della piana, l’effettiva concorrenza con l’aeroporto di Pisa alla faccia dell’integrazione tra i due scali. Il punto è che gli sviluppi della vicenda danno ragione a quanto abbiamo – sono stata in prima fila su questo - voluto fortemente che venisse sancito dal Consiglio Regionale al momento dell’adozione dell’integrazione al PIT e ne fanno emergere tutta la centralità : che i costi di tutte le opere – dirette e indirette – siano a carico del soggetto privato proponente, senza quindi finanziamenti pubblici. Ciò nella sostanza è recepito sia nella deliberazione che nella risoluzione d’accompagnamento; così come tassativamente la pista di 2000 metri. Questioni dirimenti dalle quali non si può prescindere. Centrali perché, come indicano le nuove direttive europee in via di approvazione, gli aeroporti con traffico inferiore a 5 milioni di passeggeri (come Firenze) non hanno le condizioni economiche per sostenere i costi di manutenzione straordinaria, e a mala pena l’ordinaria. Tanto più perché la realizzazione di una nuova pista comporterebbe un investimento enorme (240 milioni di euro?) senza possibilità di ammortizzazione almeno per 10 anni, ossia non prima della sua entrata in esercizio. Adf non ha le condizioni per sostenere l’investimento e gli anni di ammortamento rischierebbero di raddoppiarsi se la pista fosse solo di 2000 metri: per motivi di sicurezza, gli aeromobili potrebbero atterrare e decollare solo a metà carico di passeggeri, dimezzando l’eventuale guadagno. E’ evidente che aver presentato anche il progetto di pista “lunga” 2400 metri assume il valore di esautorare Regione Toscana del potere pianificatorio per consegnare la scelta a Enac a Roma. Fatto gravissimo. E è ancora più grave che la scelta di presentare due progetti sia stata sostenuta dal Presidente di Adf e dal rappresentante della Regione Toscana in essa, entrambi di nomina pubblica e locale che si scordano gli interessi pubblici e sposano di fatto quelli privati. Chiaro a tutti deve essere che il potenziale aumento di passeggeri in transito è relativo alla Toscana e non a un singolo scalo, pertanto spostare passeggeri da uno all’altro dà saldo zero e non può interessarci. Per questo è urgente la forte integrazione societaria tra i due scali, senza avvallare mosse per aumentare nominalmente il valore di un aeroporto rispetto all’altro: questo potrebbe scoraggiare chi si è dichiarato interessato al sistema aeroporto toscano. Per questo non si devono cambiare le carte in tavola sulla lunghezza pista e nel contempo deve essere accertata l’effettiva praticabilità della soluzione “pista più corta”. Proprio perché siamo sostenitori dell’integrazione fra gli scali pisano e fiorentino si devono mantenere le diverse tipologie aeroportuali fra i due scali e non creare una situazione di mera concorrenza fra i medesimi. Una situazione del genere – oltre a rendere pienamente comprensibili i forti timori e perplessità in primis da parte pisana – farebbe decadere ogni interesse pubblico. Queste le questioni dirimenti, sulle quali non si può transigere; queste le precondizioni al di là delle perplessità continuo ad avere e ribadire sull’operazione nuova pista in sé. Monica Sgherri Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale 

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