domenica 5 giugno 2011

G8, condannato per la Diaz, diventa questore

G8, condannato per la Diaz, diventa questore

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/04/condannato-per-la-diazdiventa-questore/115815/

Promosso l’ex capo della Digos di Genova Se la Cassazione confermerà la condanna dell'appello, Spartaco Mortola non potrà ricoprire nessun ruolo pubblico. Per i giudici ha coperto i sanguinosi pestaggi alla scuola Diaz. Il sindacato: "Non riteniamo opportuna questa nomina"C’è un nuovo dirigente superiore della polizia di Stato, cioè un questore che vigilerà sulla sicurezza dei cittadini italiani. Si chiama Spartaco Mortola, meglio noto come ex capo della Digos di Genova, condannato in appello a 3 anni e 8 mesi per aver coperto i sanguinosi pestaggi alla scuola Diaz durante il G8 e a 1 anno e 2 mesi per induzione alla falsa testimonianza. Secondo la sentenza suggerì a un testimone una versione dei fatti nel processo in cui lui rivestiva la qualità di imputato. Il questore – vale la pena ricordarlo – è colui che deve esercitare tutte le attività proprie della polizia di sicurezza e della polizia amministrativa, come emettere ordinanze, diffide, permessi, licenze, autorizzazioni, e svolgere anche funzioni ispettive.

“Non riteniamo opportuna questa nomina – precisa Roberto Traverso segretario provinciale del sindacato Silp-Cglil – si sarebbe dovuta attendere la sentenza della Cassazione, anche perché, in base all’appello, Mortola è stato condannato all’interdizione ai pubblici uffici”. Se dunque la Cassazione, quando verrà celebrato il processo, confermerà la condanna dell’appello, Mortola non potrà continuare a ricoprire la carica che ha ottenuto dopo aver superato un corso di alta formazione per dirigenti, il 1 giugno. Il fatto che non sia stato ancora destinato a una sede operativa, non consola. Soprattutto perché è stato giudicato colpevole per aver detto il falso circa il ritrovamento delle bottiglie incendiarie presso la Diaz, il dormitorio dei ragazzi del social forum. La “presenza” delle molotov era dirimente per sostenere che in realtà la scuola fosse il covo dei famigerati black bloc , non del social forum, e giustificare così il blitz. In tribunale venne però dimostrato che le molotov furono messe dagli agenti di polizia.

Spartaco Mortola, durante il dibattimento, sostenne che nelle aule della scuola Diaz c’erano “circa 50 persone a piano terra, tranquille e apparentemente non ferite”. Tutti invece ricordano le immagini scioccanti dei giovani con la testa sanguinante, le ossa spezzate, tanto che per alcuni furono necessarie le barelle, come per Sarah Bartesaghi. “Sarah allora aveva 21 anni ed era andata a Genova con due amici – ricorda la madre Enrica , presidente del comitato Verità e Giustizia per Genova – l’irruzione della polizia è avvenuta mentre lei si stava lavando i denti prima di ripartire. Durante il pestaggio subì un forte trauma cranico e varie contusioni. Dopo essere stata un giorno in ospedale fu trasferita nel carcere provvisorio di Bolzaneto, dove i ragazzi furono sottoposti a torture indegne di un paese democratico e quindi trasferita a Vercelli. Ancora oggi mi vengono i brividi quando penso che oltre ai danni fisici mia figlia ha subito un enorme trauma psicologico”. La madre di Sarah si riferisce alla sfiducia della figlia nelle istituzioni italiane, tanto che si è trasferita in Francia. “Mia figlia non solo fu pestata a sangue senza aver commesso alcun reato ma fu anche sequestrata da chi avrebbe dovuto difenderla – prosegue la signora Bartesaghi – e non le fu permesso di comunicare con nessuno. Dal sabato al lunedì non ho avuto notizie di mia figlia. Nessuno ci disse nulla, scoprimmo noi, dopo ripetute telefonate a ospedali e questure che era finita in carcere a Vercelli”. Dopo aver chiamato le questure, certo. Perché il cittadino che non sa dove trovare un figlio scomparso, si rivolge innanzitutto alla questura, la cui carica più alta potrebbe d’ora in poi essere anche ricoperta da un pubblico ufficiale condannato in secondo grado per reati connessi alla propria funzione. Secondo Roberto Traverso “questa nomina non aiuta chi come il Silp per la Cgil si batte ogni giorno per l’immagine e i valori democratici della Polizia di Stato. Lo scorso anno il Viminale sostenne che la nomina non sarebbe stata imminente, invece si è verificato l’opposto”.

Ma anche secondo Massimo Valeri - segretario della provincia di Genova del Sap, il sindacato autonomo di polizia – “sarebbe stato opportuno aspettare la sentenza definitiva prima di procedere alla promozione di Mortola”. Un salto di carriera che suona come “un’assunzione di paternità dell’intera vicenda da parte del governo”, sottolineano Lorenzo Guadagnucci, il cronista del Resto del Carlino che si trovava nella scuola e riportò la rottura dello scafoide e Vittorio Agnoletto, allora portavoce del social forum, che hanno appena pubblicato un libro L’eclisse della democrazia, per non dimenticare il decimo anniversario del G8. Un monito rivolto a tutto il mondo politico, all’opposizione, il cui silenzio di fronte a questa promozione è eloquente. “Secondo la Convezione europea dei diritti dell’uomo – sottolineano gli autori del libro – quando un pubblico ufficiale è inquisito per reati in violazione di diritti fondamentali, deve essere immediatamente sospeso e quando è condannato deve essere rimosso”. Il nome di Mortola è comparso anche nelle carte dell’inchiesta sui legami scomodi tra l’ex questore di Genova, Oscar Fiorolli e Fouzi Hadj, un imprenditore siriano che un Comitato di esperti nominato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, indica come trafficante d’armi. Mortola sarebbe amico del siriano e un suo parente avrebbe trovato un lavoro in Guinea grazie a lui.

di Roberta Zunini

da Il Fatto Quotidiano del 4 giugno 2011

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