A Ponte a Egola una azienda privata sta cercando di costruire un megaimpianto di trattamento e stoccaggio di rifiuti liquidi pericolosi. Tratterà quantitativi esorbitanti di liquami. Si parla di quasi centomila metri cubi annui, praticamente centomila tonnellate di liquami pericolosi e non, provenienti anche da fuori, da lavorazioni esterne al nostro territorio. Impossibile non avere perplessità, specialmente sullo stoccaggio delle numerose sostanze di cui la ditta chiede l’autorizzazione, sui fanghi di resulta e sulle inevitabili maleodoranze che opprimeranno la zona. E sul carico di traffico pesante che interesserà l’area: a pieno regime probabilmente fino a ottanta passaggi al giorno di camion da e per l’impianto. Questo in un territorio stracarico di criticità ambientali, dove oltretutto si sta svuotando di efficacia il ruolo dell’Arpat locale, ovvero il controllore pubblico dell’inquinamento ambientale, il cui futuro appare legato a una trattativa istituzionale che incredibilmente avviene in un silenzio assordante.
Tra pochi giorni la Conferenza dei Servizi dovrà prendere una prima decisione sull’autorizzazione a questa azienda. Che intenzioni ha l’Amministrazione Comunale di San Miniato, che della Conferenza fa parte? Come intende informare la popolazione dei rischi, e tutelarne la salute? Quello che sconcerta è che il processo di autorizzazione di questa ditta venga fatto in silenzio, senza informare dei rischi la popolazione che dovrà subirne le conseguenze, quasi si trattasse di una qualsiasi attività. Il Comune è chiamato a dare un parere, ma deve anche informare la gente che vicino alle loro case verrà costruito un impianto potenzialmente molto pericoloso, e deve recepirne le istanze e le preoccupazioni. Si avvii quindi subito un processo di discussione e partecipazione dal basso. A costo zero e interpellando la popolazione. In barba alla tanto sbandierata trasparenza ci troviamo ancora di fronte alla stessa modalità adottata col Tubone: le decisioni vengono prese senza informare e ascoltare i cittadini, su cui ricadono tutti i rischi. E intanto il Comprensorio si avvia a diventare il punto di concentramento dei rifiuti del Centro Italia e oltre. Una mega discarica dove gli abitanti rischiano e i privati fanno grossi profitti.
Comunisti Uniti San Miniato
Fabio Corsi
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