FORTEZZA NUOVA: serve un progetto per l’uso pubblico contro ogni privatizzazione.
Ringrazio Paolo Virzì che affacciandosi dalle finestre veneziane della sua nuova casa, ha rivisto la bellezza della Fortezza Nuova e denunciato il suo abbandono, riportandola all’attenzione della città.
A fine anni 60 dopo l’abbattimento delle baracche e l’assegnazione con un apposito bando di una casa popolare alle famiglie della Fortezza, il Comune decise di recuperare la struttura per uso pubblico, in collaborazione con la Scuola Edile: rese agibili tre sale per mostre e convegni, un magnifico spazio giochi sul belvedere, servizi igienici, e messo in sicurezza camminamenti, coperture, mura e torrette restaurate, consegnando alla città un’area verde in città magnifica e preziosa.
La presenza di personale comunale, e la struttura operativa dei giardinieri che aveva sede in Fortezza, assicuravano una sorveglianza discreta ed attenta, e conteneva le “bande” di ragazzini che scorrazzavano in quello spazio immenso, unico per i bambini che vivono in centro storico.
Dal 1973 le forze politiche e sociali vi trasferirono le loro attività cittadine, iniziarono le feste popolari: Fgci, Democrazia Proletaria, Psi, Coppa Barontini ne organizzarono diverse, tute assai frequentate.
Queste manifestazioni consentivano la pulizia e la cura di ogni angolo del parco, e un monitoraggio capace di mantenere un minimo decoro. Le Feste continuarono interrottamente, fino a quando nel 1989 durante un concerto con Nada a causa di un forte temporale, il Prefetto rimase intrappolato tra la folla. Ne seguì un decreto di inagibilità per inadeguate uscire di emergenza. Restarono aperti al pubblico il parco e la sala degli Archi, ma furono vietate le manifestazioni popolari. Iniziò del primo abbandono, si insediò il gattile, i nuovi abitanti a quattro zampe popolarono lo storico monumento.
10 anni di iniziative, petizioni, mozioni produssero il risveglio del Comune investì nuovamente in Fortezza: due ponti girevoli, nuovo impianto elettrico, restauri vari. Nel 1998 la Fortezza rivisse come spazio pubblico, con il concorso a vignette del Palamito e la prima festa di Liberazione.
Molti forse se ne ricorderanno ancora: pontili galleggianti di legno illuminati che crearono un percorso da Piazza della Repubblica agli Scali del Teatro.
Il parco restava visitabile fino alle 24, vengono aperte al pubblico nuove gallerie; dall’Anfiteatro delle Barche fino al ponte girevole, che si affaccia sullo storico Teatro S. Marco, traversata resa più emozionante dalla presenza dei Gozzi del Palio. I Gozzi, curati dal maestro d’ascia Nicoletti, con i colori delle cantine, le sinfonie di sottofondo di Beethoven richiamarono un pubblico più numeroso in questo percorso inedito e magicamente restituito per 12 giorni alla città.
Fu un’apertura subita e mal digerita fino in fondo dall’Amministrazione Lamberti, subita perché da quell’anno continuarono le feste di Liberazione nonostante le difficoltà di permessi concessi con iter burocratico sul filo del rasoio, mal digerita perché le idee della giunta andavano già nella direzione delle esternalizzazioni e privatizzazione, come è poi avvenuto per la Fortezza Vecchia.
Nonostante ciò la Fortezza rientrò per un anno all’interno di un’edizione dell’Effetto Venezia, e la Sala degli Archi fu usata per breve tempo per celebrare matrimoni (dopo la realizzare dei nuovi servizi igienici, quindi altri soldi) ma la scelta della privatizzazione rimase la via maestra per il Comune: soppressione del personale comunale alla custodia esternalizzazione della gestione giardini ne furono il preludio.
Ogni anno aumentavano gli ostacoli per organizzare feste, nessuno più conteneva e riparava i danni delle “bande” di ragazzini.
Nel 2004 il nuovo Sindaco Cosimi chiuse, di fatto, la Fortezza aprendo la stagione dei lavori infiniti e mai finiti, oggi resta la manifestazione della Coppa Barontini (ogni anno a rischio), e qualche concerto (non sempre consentito) sulla falsa braca che guarda al Pontino fuori dalle mura.
Ogni anno per l’1 maggio per fortuna i giovani precari aprono il parco è riaccendono il dibattito.
Sono convinto che nel futuro della Fortezza Nuova debba essere garantito l’uso pubblico, aperto alla città e alle numerose associazioni. Occorrere costruire spazi stabili per permettere a tutti coloro che producono cultura e occasioni di socialità un accesso economicamente realistico dentro una struttura sorvegliata e curata, con programmi annuali partecipati e spazio per tutti progetti creativi, costruendo momenti di confronto culturale, superando le solite scelte clientelari.
Spendere altri soldi senza questa scelta di fondo non serve.
Paolo Gangemi
Livorno 25 agosto 2011
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