mercoledì 24 agosto 2011

APPELLO sulla condizione carceraria in ITALIA.


APPELLO   sulla condizione carceraria in  ITALIA.
AL MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA/ AL PRESIDENTE NAPOLITANO.

Crediamo sia giunto il momento in cui i cittadini e le associazioni  tutte  esprimano un grido di allarme e di dolore e la ferma sentita indignazione per le condizioni del sistema carcerario in Italia.206 carceri con 44.000 posti-branda e 68.000 detenuti. Ogni giorno almeno 20 tentati suicidi, dall’inizio dell’anno32;  23 inchieste giudiziarie ; nel 2011 in 183 giorni hanno perso la vita almeno 100 detenuti;  nel 2010 i tentati suicidi sono stati 4137 e gli  atti di autolesionismo 5703;  dal 2000 ad oggi si calcola intorno a 1800 il numero dei morti tra i detenuti, anche 88 guardie ed un direttore hanno tentato di uccidersi. Il 40% dei reclusi è in attesa di giudizio.  Gli stranieri sono il 35% della popolazione carceraria; i reati per il consumo di stupefacenti ne vedono coinvolti il 38%.L’Associazione Antigone  ha  condotto dal 21 giugno al 2 luglio visite  in molte  carceri italiane verificandone l’illegalità per le condizioni igieniche sanitarie, abitative etc. Ricordiamo la situazione insostenibile degli OPG, delle carceri-manicomio. Ricordiamo il caso clamoroso del decesso di Stefano Cucchi e di Giuseppe Uva, detenuto per una semplice  contravvenzione.E’ in corso uno sciopero della fame e numerose sono le posizioni di enti , associazioni. Quali potrebbero essere le soluzioni ragionevoli e le iniziative?Oltre che garantire dignità e condizioni più umane  a chi soffre in carcere  notiamo che  anche le Associazioni di Avvocati e  Magistrati si sono espressi per una  depenalizzazione ragionata. E ci domandiamo infatti se il carcere non stia diventando una forma occulta e mascherata di  genocidio o morte lenta se non si  perviene  a  soluzioni alternative   alla detenzione   per i reati  minori, specie  quelli legati al semplice consumo di droga o alla condizione di clandestinità degli stranieri.   Vorremo anche ricordare che una società civile degna di questo nome  dovrebbe offrire    un reale recupero e reinserimento  sociale e lavorativo di chi ha  già scontato lunghe pene ed intrapreso un percorso di rieducazione  e ricordiamo le proposte  di indulto ed amnistia ; ricordiamo le proposte di legge  dell’on. Gozzini  rimaste lettera morta. Ricordiamo l’importanza delle scuole carcerarie  e di tutte le iniziative culturali volte a mettere in luce i talenti, le intelligenze, le abilità artistiche e creative,  le potenzialità umane  e la ricchezza interiore della popolazione carceraria. 

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