Lo sciopero del 6 settembre segni
l’avvio della riscossa operaia e popolare!
La CGIL, sotto la pressione della base operaia, ha proclamato lo sciopero generale di 8 ore per il 6 settembre. Anche molti sindacati di base hanno deciso di convocarlo per lo stesso giorno. Ciò va nella giusta direzione e deve spronare ad una sempre maggiore unità di lotta dal basso. Il 6 settembre costituisce il proseguo delle mobilitazioni operaie e popolari che si sono svolte in Italia in questi ultimi anni, si inserisce nel percorso odierno di grandi lotte di massa a livello internazionale e va collegato con esse in un’unica battaglia contro l’oligarchia finanziaria.
L’attacco alla classe lavoratrice è ormai senza limiti. Mai prima d’ora un governo aveva provato a demolire per legge l’esistenza del Contratto Nazionale, a cancellare lo Statuto dei lavoratori, a spalancare le porte alla libertà di licenziamento. Mai prima d’ora si era tentato di cancellare il 25 aprile e il Primo Maggio. Ed invece, un governo tanto reazionario quanto commissariato dalla BCE non ha avuto remore nell’approvare queste misure antioperaie.
Dobbiamo preparare unitariamente lo sciopero nei posti di lavoro, coinvolgere tutti i lavoratori, e scendere in piazza uniti, non divisi per sigle. Nessuna assenza può essere giustificata. I limiti della politica e delle scelte delle dirigenze sindacali non possono costituire un’impedimento all’unità d’azione della classe sfruttata! Al contrario, l’unità del movimento operaio e popolare, l’azione collettiva, è il requisito della vittoria.
La risposta della classe operaia deve essere all’altezza dell’offensiva capitalista. Gli operai uniti hanno la capacità di rendere questo sciopero una giornata di lotta che blocchi effettivamente il paese, e dare uno schiaffo sonoro a chiunque voglia ridurlo ad uno sciopero sfogatoio, e tornare al teatrino della “coesione sociale”. Col protagonismo di massa dei lavoratori, con la lotta di massa dura, unita e organizzata, possiamo non solo far saltare la manovra e il patto sociale che sta dietro agli accordi antioperai, ma anche far cadere il governo fantoccio di Berlusconi, impedendo l’avvento di altri governi che facciano, magari cambiando qualche virgola, la stessa politica ad esclusivo servizio dei monopoli finanziari. Occorre dare allo sciopero un carattere politico e di lotta intransigente per tracciare una prospettiva di rottura rivoluzionaria con questo sistema marcio e inumano.
Lo sciopero del 6 settembre non deve rimanere un evento isolato. Esso deve essere l’avvio di una vasta e prolungata mobilitazione generale e riorganizzazione della classe operaia volta a riconquistare il terreno perduto in anni di arretramento politico e sindacale. I tempi dell’approvazione della manovra consentono di mettere all’ordine del giorno altre grandi giornate di lotta con manifestazioni nazionali a Roma. Bisogna lavorare affinchè esse siano realizzate, combattive ed unitarie.
Al fronte comune degli sfruttatori dobbiamo contrapporre il fronte unico del proletariato contro l’offensiva capitalista, la reazione politica, i pericoli di guerra, e costruire la più ampia unità di azione degli operai, dei disoccupati, dei lavoratori, dei giovani, delle donne del popolo, dei pensionati, di tutte le forze disponibili.
Altro che le pallide e illusorie misure dei Bersani, organiche alla politica neoliberista dell’UE! Altro che corrispondere gli interessi agli strozzini che detengono i titoli di stato!
I lavoratori non devono pagare nulla! Sono i padroni, i ricchi, i parassiti responsabili
della crisi, del debito e della speculazione che devono pagare!
Abbandoniamo il moderatismo e i rituali riformisti, che ci fanno solo arretrare. Proseguiamo con ancora più forza la mobilitazione dopo lo sciopero, nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole, in modo coordinato e unitario, costruendo Comitati operai e popolari per spingere alla lotta masse più ampie.
La situazione è urgente, ci dicono. Sì, è urgente cambiare politica, cambiare società!
La fase delle lotte pacifiche e delle illusioni parlamentari è finita, inizia un periodo di conflitti di classe aperti, che pone di fronte al proletariato compiti nuovi.
Il rovesciamento rivoluzionario del dominio dei padroni, la costruzione della società dei lavoratori, necessitano di una direzione politica. Di qui la necessità del partito comunista, reparto di avanguardia della classe operaia basato sul marxismo-leninismo. A questo compito, separandosi dagli opportunisti, chiamiamo i migliori elementi del proletariato.
Organizziamoci!
27 agosto 2011 Piattaforma Comunista
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Per contatti e contributi: teoriaeprassi@yahoo.it
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