Resa
nota la Direttiva n. 88 del 3/10/2011 sulle prove INVALSI per
l’a.s. 2011/2012
Pubblicato da comitatonogelmini su 18 ottobre 2011
di
Comitato Genitori ed
Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
18
ottobre 2011
In data odierna mediante una nota firmata dalla dr.ssa
Palumbo direttore generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia
Scolastica (MIURA00DGOS
prot. 6830 R.U./U./) è stato reso noto il testo della direttiva
ministeriale n°88 - Obiettivi delle rilevazioni nazionali INVALSI sugli
apprendimenti degli studenti – a.s. 2011/2012.
Ci riserviamo di commentarne dettagliatamente il testo in
un prossimo post, ma alcune cose ci
sembra doveroso segnalarle già dopo una prima lettura.
Per gli alunni delle classi seconde e quinte della scuola
primaria e delle classi prime e terze della scuola secondaria di I grado
costituiranno riferimento, per la definizione delle prove e per la valutazione
dei loro esiti, le Indicazioni nazionali
di cui agli allegati A, B, C e D del d.lgs.19 febbraio 2004, n.59, come aggiornate dalle Indicazioni per il curricolo di
cui al D.M. 31 luglio 2007.
Per gli alunni delle classe seconde della scuola
secondaria di II grado si dovrà tener conto, per la definizione delle prove e per la valutazione dei
loro esiti, del documento tecnico
allegato al D.M. 22 agosto 2007, n 139, regolamento recante norme in materia di
adempimento dell’obbligo di istruzione;
pertanto la rilevazione nazionale degli
apprendimenti dovrà fare riferimento, per quanto riguarda l’italiano, all’asse
culturale dei linguaggi e, per quanto riguarda la matematica, all’asse
culturale matematico così come
definiti dal documento tecnico allegato al regolamento sull’obbligo di
istruzione.
Per gli alunni delle classi quinte della scuola secondaria di
II grado (e questa è la vera novità!), in un quadro di graduale attuazione dell’art. 3, comma
2, della legge 10 dicembre 1997, n.425 come sostituito dall’art. 1 della legge
11 gennaio 2007, n. 1, l’INVALSI
valuterà, limitatamente all’italiano, i livelli di apprendimento degli studenti
a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore, utilizzando un
campione significativo di prove scritte delle diverse tipologie, relativo a
tutti gli ordini e gli indirizzi di studio del secondo ciclo di istruzione. La
rilevazione avrà come riferimento gli obiettivi di apprendimento propri dei
percorsi di studio del vecchio ordinamento e riguarderà alcune provincie del
nord, del centro e del sud del Paese .
L’INVALSI realizzerà inoltre uno studio di fattibilità per
l’introduzione di prove standardizzate nell’ambito dell’esame di Stato
conclusivo della scuola secondaria di secondo grado in collaborazione con la Direzione generale per gli
ordinamenti e l’autonomia scolastica.
Quindi qualcosa si è inceppato nel perfido meccanismo
dell’Invalsi: per le classi conclusive della scuola superiore non si
predisporranno appositi test (come
ventilato solamente pochi giorni fa dal ministro Gelmini) ma ci si limiterà ad “uno studio di fattibilità per l’introduzione di prove
standardizzate nell’ambito dell’esame di Stato”: evidentemente
l’operazione risulta molto meno semplice da realizzare di quanto si pensasse, visto
che, in linea teorica, i test avrebbero dovuto essere già parte
integrante dell’esame di stato da questo anno scolastico.
Per la prova nazionale compresa nell’esame di Stato
conclusivo del primo ciclo di istruzione si provvederà con la circolare di
trasmissione della direttiva n .87 del 03/10/2011 (dovrebbe essere resa nota nei prossimi giorni),
riguardante i criteri di predisposizione dei testi della prova scritta da parte
dell’Istituto.
Viene inoltre ricordato che “per la piena ed
efficace realizzazione della rilevazione è indispensabile la collaborazione sia degli Uffici Scolastici regionali e delle loro
articolazioni sul territorio, sia delle
istituzioni scolastiche, come già
precisato nella nota n. 2792 del 20 aprile 2011, che richiama la necessità del
concorso istituzionale di tali soggetti. A livello di scuola, la collaborazione riguarda la raccolta e
l’inserimento dei dati di contesto necessari per il calcolo del valore
aggiunto, la somministrazione delle prove e la trascrizione dei risultati sui
fogli risposta, secondo le indicazioni
che saranno tempestivamente fornite dall’INVALSI. Nelle scuole campione, quindi, gli
osservatori esterni provvederanno alla correzione delle prove, con la
collaborazione di docenti della scuola titolari degli insegnamenti oggetto
della rilevazione, alla trascrizione
dei risultati sui fogli risposta e all’inserimento a sistema dei dati
Gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni
dovranno trovare adeguato spazio di programmazione nell’ambito del piano
annuale delle attività, predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal
collegio dei docenti ai sensi dell’art
28, comma 4, del vigente C.C.N.L.. Inoltre il riconoscimento economico per tali attività potrà
essere individuato, in sede di contrattazione integrativa di istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente C.C.N.L.
Restano quindi pienamente confermate tutte le osservazioni
già fatte lo scorso anno scolastico: per i docenti non c’è alcun obbligo nè di
somministrazione nè di inserimento dei dati di contesto e dei risultati (“A livello di scuola, la collaborazione riguarda la
raccolta e l’inserimento dei dati….”) tanto è vero che “il riconoscimento economico per tali attività potrà essere
individuato, in sede di contrattazione integrativa di istituto“, cioè come
retribuzione per attività aggiuntive e, in quanto tali, da svolgersi solo su
base volontaria.
Invitiamo tutti, qualora i dirigenti scolastici tentino di “trovare adeguato spazio di programmazione nell’ambito del
piano annuale delle attività..”, a rifiutare che ciò avvenga
con un voto (che è obbligatorio dare, lo ricorda anche la nota) contrario!
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