lunedì 27 febbraio 2012

Servizio idrico nell’Ato 3 Medio Valdarno. Dal ministero quindici prescrizioni


CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”

Servizio idrico nell’Ato 3 Medio Valdarno. Dal ministero  quindici prescrizioni sulla revisione del piano d’ambito. Sgherri:”rilievi pesanti. Presentata  oggi un interrogazione in merito”

Firenze, 27 febbraio. Servizio idrico nell’Ato 3 Medio Valdarno. Con decreto del 20 gennaio 2012 il ministero dell’ambiente (la direzione generale per la tutela del territorio e  delle risorse idriche) si è espresso sulla revisione del  Piano d’Ambito 2010 – 2021 dell’Ato stesso.
A quanto si legge il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare il 20 gennaio 2012 decreta che il piano d’ambito dell’AATO 3 Medio Valdarno “è redatto correttamente” aggiungendo però “a condizione che siano osservate le seguenti prescrizioni”. Fra esse vi l’indicazione dell’esclusione di una serie di voci dal computo dei costi operativi, di escludere dal calcolo tariffario la componente di conguaglio relativo all’atto di transazione del 23 marzo 2007, di rideterminare i pagamenti agli enti locali procedendo a escludere la quota di valorizzazione del patrimonio conferito al gestore e rimodulare la quota destinata al rimborso dei mutui in funzione dell’effettivo andamento delle rate  corrisposte dai comuni, e soprattutto – settima prescrizione – escludere dal calcolo tariffario la componente della remunerazione del capitale investito relativa alle immobilizzazioni in corso. Ed inoltre:  rideterminare i pagamenti agli enti locali procedendo ad escludere la quota di valorizzazione del patrimonio conferito al gestore” e “rimodulare la quota destinata al rimborso dei mutui, in funzione dell’effettivo andamento delle rate corrisposte dai Comuni”, nonché  “formulare l’impegno a non riconoscere a piè di lista i costi connessi alle nuove attività.” Ecc.
Il documento ministeriale – corposo e non certo di facile lettura – fa emergere alcuni elementi a mio avviso “lampanti” che vanno oltre una questione di paludata e mera analisi contabile in quanto si toccano aspetti relativi ad un’improprio appesantimento delle spese a carico della tariffa che si traducono di conseguenza in minori investimenti realizzati (se non in maggiori guadagni per il soggetto gestore)  ed infine sulle conseguenze sull’aumento della tariffa pagata dai cittadini: se si è dovuti giungere alla richiesta di esclusione da parte del Ministero di tutti questi costi corrisposti al gestore  significa che essi erano più o meno implicitamente e tacitamente inseriti nel piano! Modalità certo che non può che essere fonte di inquietudine. Un altro aspetto di questo tipo: in merito agli investimenti – per gli anni 2005 – 2009 –, degli oltre duecentoventi milioni di euro previsti nel Piano d’ambito, a carico della tariffa, il gestore ne ha realizzati poco più di cento settanta, ed il resto ?  Si poteva destinarli a nuovi investimenti oppure destinarli a ridurre la tariffa pagata dai cittadini. E nonostante questa situazione emerge che con la revisione del 2007 si è previsto di riconoscere un contributo straordinario di circa 2,5 milioni di euro per mancati ricavi in merito a investimenti collegati agli allacciamenti non coperti dai contributi degli utenti! Di fronte a tutto questo ho presentato oggi un’interrogazione alla Giunta regionale su questa vicenda, per capire quali siano le conseguenze di quanto prescritto dal Ministero: nell’ambito del recupero delle risorse non effettivamente spese – come sopra ricordato – (re immissione  nel piano d’ambito con possibili maggiori investimenti e/o  riduzione della tariffa ?), così come bisogna capire se è possibile quantificare il risparmio derivante dalle voci  escluse dai costi operativi, dai conguagli, dal calcolo della tariffa ecc. Se, dalle prescrizioni imposte non si ravvisi da parte dell’autorità d’Ambito Medio Valdarno una sensibilità maggiore, con scelte allora adottate, a favore del soggetto gestore piuttosto che alla tutela dei cittadini utenti. Certo risposte che potranno – ne siamo consci –  giungere per quanto riguarda le competenze regionali, su una vicenda che – tanto più alla luce della creazione dell’Ato unico regionale delle acque – non può che essere di interesse della Regione, in quanto l’Ato in questione rappresenta un pezzo del medesimo e la vicenda va a toccare quindi l’ambito più generale e le nuove autorità che dalla riforma regionale degli Ato sono scaturite. Senza dimenticare che la prescrizione ministeriale che indica di escludere la remunerazione del capitale investito relativa alle immobilizzazioni è elemento che tocca pienamente quanto stabilito dall’esito referendario dello scorso giugno!    Auspico che – per quanto di competenza – la Regione compia ogni passo per il recepimento delle prescrizioni ministeriali – che paiono tutte favorevoli ai cittadini -, al fine anche di evitare la possibilità di eventuali ricorsi presso la giustizia amministrativa da parte di qualcuno dei soggetti coinvolti nella vicenda.

La  Capogruppo Monica Sgherri

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