L'Irisbus non si tocca! |
Movimento operaio |
Scritto da FalceMartello |
Mercoledì 26 Ottobre 2011 11:18 http://www.marxismo.net/corrispondenze-operaie/lirisbus-non-si-tocca |
La lotta che viene portata avanti ormai da diversi mesi dai lavoratori dell’Irisbus di Flumeri (AV), testimonia, ancora una volta, come si stia facendo strada un nuovo protagonismo operaio, capace di produrre mobilitazioni combattive e radicali.
Ne parliamo con Silvia Curcio, un’operaia dell’Irisbus, tra le più attive nella lotta dello stabilimento campano.
Qual è lo stato della vostra vertenza?
Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un’accelerazione da parte dell’azienda. La settimana scorsa gli operai dell’Irisbus hanno ricevuto una lettera di messa in mobilità, in altre parole sono state consegnate le lettere di licenziamento. Da quel momento il tempo entro il quale la risposta dell’azienda si farà definitiva è di poco più di due mesi. Ma stupisce l’atteggiamento estremamente aggressivo dell’azienda stessa che, se fosse necessaria ulteriore conferma, dichiara nettamente di non voler tornare indietro. All’imposizione della Fiat di voler dismettere l’unico stabilimento in Italia produttore di autobus, si aggiunge tra l’altro la svendita al miglior offerente. Infatti alla possibilità di acquisizione da parte di Di Risio senza responsabilità, né vincoli per il futuro dello stabilimento, si aggiunge anche la possibilità di un acquisto da parte della Dfm (Dongfeng Motor Corporation), un’industria cinese, della quale ad oggi ancora poco si conosce.
Quanto ha contato in questi mesi la determinazione dei lavoratori? E com’è oggi il clima che si respira fuori i cancelli della fabbrica, dopo aver ricevuto le lettere di messa in mobilità?
Direi che la determinazione dei lavoratori, dei miei compagni di lotta, è stata decisiva. Sin dal primo momento abbiamo fatto del presidio fuori dai cancelli della fabbrica, il luogo decisionale della nostra iniziativa. Tutt’oggi, nonostante il ricatto dell’azienda, i lavoratori non cedono e continuiamo a portare avanti le nostre parole d’ordine per salvaguardare il nostro futuro. La vertenza dell’Irisbus tuttora viene portata avanti in maniera unitaria e anche questo è un punto di forza per noi. Non abbiamo paura dell’azienda e dei vari Marchionne di turno. Se la messa in mobilità verrà confermata, dopo i 75 giorni di procedura, non abbiamo il timore di affermare che diventa concreta la possibilità di occupare il nostro stabilimento.
Quali sono le vostre proposte?
Ci stiamo muovendo su diversi fronti. Pochi giorni fa abbiamo, ad esempio, chiesto un incontro ai parlamentari campani, dei quali su un totale di 42 se ne sono presentati solo 6(!), chiedendo loro di proporre in Parlamento, entro il 15 ottobre, un emendamento che presenti un piano per il rinnovo del parco autobus in Italia. I soldi ci sono, che si prendano dai fondi Fas e dai fondi europei, che dal 2006 al 2010 non sono stati utilizzati. Stiamo discutendo anche, come già dicevo prima, di altre forme di lotta. Se la chiusura da parte dell’azienda sarà confermata, come dicevo non escludiamo, anzi, la possibilità di occupare la nostra fabbrica per rivendicare i nostri diritti.
Quali sono le prossime iniziative che metterete in campo?
Tra le prossime scadenze sicuramente c’è quella della mobilitazione internazionale del 15 ottobre. Già in altri contesti abbiamo praticato l’unità delle vertenze con altri settori della nostra società. Il 7 ottobre, ad esempio, siamo scesi in piazza insieme agli studenti di Grottaminarda (AV) decidendo insieme di fare un blocco stradale. In una realtà come la nostra si fanno evidenti le problematiche anche sotto il punto di vista della tutela del diritto allo studio e dunque diventa imprescindibile unire le lotte oggi in campo. Quali sono oggi le prospettive per i nostri giovani? E a maggior ragione quali potrebbero essere le conseguenze su di loro con la chiusura del nostro stabilimento, che con tutto l’indott
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