giovedì 30 gennaio 2014

Legge elettorale Appello dei costituzionalisti

Legge elettorale Appello dei costituzionalisti
  La proposta di riforma elettorale depositatat alla Camera a seguito dell’accordo tra il segretario del partito democratico Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi cosiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una riformulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto “Porcellum”- e presenta,perciò,vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiarazione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte Costituzionale n.1 del 2014.

  Questi vizi,afferma la sentenza, erano essenzialmente due. Il primo consisteva inella lesione dell’uguaglianza del voto e della rappresentanza politica determinata,in contrasto con gli articoli 1,3,48 e 67 della Costituzione, dall’enorme premio di maggioranza – il 55% dei seggi della Camera – assegnato,pur in assenza di una soglia minima di suffragi, alla lista che avesse raggiunto la maggioranza relativa. La proposta di riforma introduce una soglia minima, ma stabilendola nella misura del 35 % dei votanti e attribuendoalla lista che la raggiunge il premio del 53 % dei seggi rende insopportabilmente vistosa la lesione dell’uguaglianza dei voti e del principio di rappresentanza lamentatat dalla Corte: il voto del 35 % degli elttori, traducendosi del 53 % dei seggi, verrebbe, infatti a valere più del doppio del voto del restante 65% degli elttori determinando, secondo le parole della Corte, “una alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente” e compromettendo la funzione rappresentativa dell’Assemblea”.  Senza contare che,in presenza di tre schieramenti politici ciascuno dei quali può raggiungere la soglia del 35%, le elezioni si trasformerebbero in una roulette.
  Il secondo profilo di illegittimità della vecchia legge consisteva nella mancata previsione delle preferenze, la quale, afferma la sentenza, rendeva il voto “sostanzialmente indiretto”e privava i cittadini del diritto di “incidere sull’elezione dei propri rappresentanti”.
  Questo medesimo vizio è presente anche nell’attuale proposta di riforma, nella quale parimenti sono escluse le preferenze,pur prevedendosi liste assai più corte.La designazione dei rappresentanti è perciò riconsegnata alle segreterie dei partiti. Viene così ripristinato lo scandalo del “Parlamento dei nominati”; e poiché le nomine, ove non avvengano attraverso le consultazioni primarie imposte a utti e tassativamente regolate dalla legge, saranno decise dai vertici dei partiti, le  elezioni rischieranno di trasformarsi in una competizione tra capi e infine nell’investitura popolare del capo vincente.
  C’è poi un altro fattore che aggrava i due vizi suddetti,comromettendo ulteriormente l’uguaglianza del voto e la rappreentanza del sistema politico, ben più di quanto non faccia la stessa legge appena dichiarata incostituzionale. La propostadi riforma prevede un innalzamento a più del doppio delle soglie di sbarramento: mentre la vecchia legge, per questa parte tuttora in vigore, richiede per l’accesso alla rappresentanza parlamentare almeno il2% alle liste coalizzate e almeno il 4% a quelle non coalizzate, l’attualeproposta richiede il 5% alle liste coalizzate,l’8% alle liste non coalizzate e il 12 % alle coalizioni.
  Tutto questo comporterà la probabile scomparsa dal parlamento di tutte le forze minori, di centro, di sinistra e di destra e la rappresentanza delle sole tre forze maggiori affidata agruppi parlamentari composti interamente da persone fedeli ai loro capi.
  Insomma questa proposta di riforma consiste in una riedizione del Porcellum, che da essa è sotto alcuni aspetti – la fissazione di una quota minima per il  premio di maggioranza e le liste corte – migliorato, ma sottolatri - le soglie di sbarramento enormemente più alte – peggiorato. L’abilità del segretario del partito democratico è consistita ,in breve,nell’essere riuscito a far accettare alla destra più o meno la vecchia legge elettorale da essa stessa varata nel 2005 e oggi dichiarata incostituzionale.
  Di fronte all’incredibile pervicacia con cui il sistema politico sta tentando di riprodurre con poche varianti lo stesso sistema elettorale che la Corte ha appena annullato perché in contrasto con tutti i principi della democrazia rappresentativa, i sottoscritti esprimono il loro sconcerto e la loro protesta. Contro la pretesa che l’accordo da cui è nata la proposta non sia emendabile in parlamento, ricordano il divieto del mandato imperativo stabilito dall art.67 della Costituzione e la responsabilità politica che, su una questione decisiva per il futuro della democrazia, ciascuna parlamentare si assumerà con il voto. E segnalano la concreta possibilità – nella speranza che una simile prospettiva possa ricondurre alla ragione le maggiori forze politiche – che una simile riedizione palesemente illegittima della vecchia legge possa provocare in tempi più o meno lunghi una nuova pronuncia di illegittimità della Corte Costituzionale e,ancor prima, un rinvio della legge alle Camere da parte del Presidente della Repubblica onde solelcitare,in base art.74 della Costituzione una nuova deliberazione, con un messaggio motivato dai medesimi vizi contestati al Porcellum dalla Corte costituzionale. Con conseguente, ulteriore discredito del nostro già screditato ceto politico.
*** Gaetano Azzariti, Mauro Barberis, Michelangelo Bovero, Ernesto Bettinelli, Francesco Bilancia, Lorenza Carlassare, Paolo Caretti, Giovanni Cocco, Claudio De Flores, Mario Dogliani, Gianni Ferrara,Luigi Ferrajoli, Angela Musumeci, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Luigi Ventura, massimo Villone, Ermanno Vitale, Pietro Adami, Anna Falcone, Giovanni Incorvati, Raniero La Valle, Roberto la Macchia, Domenico Gallo, Fabio Marcelli, Valentina Pazè, Carlo Smuraglia, Paolo Solimeno.
Per aderire inviare una mail a: perlademocraziacostituzionale@gmail.com
Appello pubblicato sul Manifesto del 26 Gennaio 2014
funzione rappresentativa dell’Assemblea”

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