martedì 28 gennaio 2014

ELECTROLUX - Il piano: stipendi quasi dimezzati

ELECTROLUX

Il piano: stipendi quasi dimezzati
L'azienda replica, operai in sciopero

La proposta del colosso: abbassare il costo del lavoro ai livelli polacchi. E i lavoratori si preparano ad assemblee e scioperi

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Il piano: stipendi quasi dimezzati
L'azienda replica, operai in sciopero
La proposta del colosso: abbassare il costo del lavoro ai livelli polacchi. E i lavoratori si preparano ad assemblee e scioperi
MESTRE - L'Electrolux ha presentato, per i quattro stabilimenti italiani, secondo fonti sindacali, una proposta con un drastico taglio dei salari che porterebbe gli stipendi, oggi calcolati in 1.400 euro al mese, a circa 700-800 euro. La proposta prevede un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità.
Per far sopravvivere gli stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, secondo quanto si apprende dai sindacati impegnati nella riunione a Mestre, il gruppo svedese ha lavorato a una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l'ora. Stando sempre a fonti sindacali, se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo avrebbe intenzione di fare in Italia. Per discutere la proposta sono state già convocate per domani assemblee dei lavoratori, ma contestualmente si profilerebbe anche uno sciopero delle maestranze.
Per lo stabilimento Electrolux di Porcia (Pordenone) non c'è piano industriale: a dirlo sono fonti sindacali, a margine dell'incontro tra delegati e rappresentanti del gruppo per l'Italia che hanno presentato la loro proposta sui quattro stabilimenti italiani. Di fatto, il costo di produzione delle lavatrici sommato al costo orario del lavoro complessivo, riferiscono, sarebbero tali da non permettere per Porcia una progettazione. Electrolux, nel piano presentato, prevede, sempre secondo fonti sindacali, a fronte degli attuali 24 euro l'ora per lavoratore, di tagliare 3,20 euro a Solaro, 3 euro a Forlì e 5,20 euro a Susegana. Per Porcia il taglio sarebbe stimato in 7,50 euro l'ora ma il costo del prodotto finito, la lavatrice, graverebbe di 30 euro a pezzo mandando fuori mercato la produzione. Secondo le fonti sindacali, Electrolux sarebbe costretta a tagliare, oltre Porcia, anche lo stabilimento in Polonia, vittime entrambi della concorrenza asiatica di Samsung e Lg. Per gli altri siti produttivi italiani, qualora il piano fosse comunque approvato dai sindacati, si prevedono investimenti per 28 milioni di euro a Forlì, 40 milioni a Solaro e 22 a Susegana.
I sindacati intanto hanno annunciato che ora andranno a parlare dell'Electrolux «con il premier Enrico Letta, perché la nostra è una vicenda paradigmatica dell'intero Paese». «Abbiamo atteso invano un confronto con il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato che non c'è mai stato - hanno detto i delegati e le Rsu - ora andiamo direttamente da Letta perché Electrolux per sbarcare in Italia ha usato soldi degli italiani e ora per guardare a Est utilizza fondi Ue che in parte sono sempre nostri». Il clima dell'incontro è stato teso ma accettabile finché si è parlato di Solaro, Forlì e Susegana (dove si fanno frigoriferi e piani cottura) dove si prospetta il taglio del costo del lavoro. Poi si è parlato della friulana Porcia (lavatrici), per la quale Electrolux ha prospettato l'impossibilità di produrre per un costo eccessivo di 30 euro a pezzo. A quel punto, i sindacati hanno prospettato lo spettro dell'impossibilità «di far sopravvivere lo stabilimento», senza però mai usare il termine chiusura. Pronta la replica di Zanonato: «Il problema è che i prodotti italiani in tutto il campo dell'elettrodomestico sono di notevole qualità ma risentono di costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti. Sentiamo che proposta emerge da Elctrolux, siamo pronti a dare una mano a un comparto strategico per la nostra industria».
Pronta anche la governatrice del Friuli-Venezia Giulia, nella cui regione ha sede lo stabilimento di Porcia, al momento il più colpito dal piano di Electrolux: «Letta e Zanonato - ha detto la Serracchiani del Pd - ci convochino immediatamente per valutare assieme le proposte da rilanciare alla multinazionale: il Governo non faccia il notaio della volontà svedese. « inaccettabile che il Governo assista inerte mentre accade quello che si temeva e che abbiamo denunciato. Per il Friuli-Venezia Giulia la chiusura di Porcia è una prospettiva che non prendiamo in considerazione».

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