Se cinque anni vi sembrano troppi: la sperimentazione del liceo breve
di Marina Boscaino
da Micromega
29 gennaio 2013
Lo stato della ricerca e della sperimentazione nel nostro Paese è talmente avanzato che le ipotesi di fattibilità non hanno nemmeno bisogno di tempi congrui e dei tradizionali protocolli di indagine scientifica: lepistemologia del Pensiero Unico le considera positive e produttive anche prima della verifica empirica e dello studio dei relativi dati.La cialtroneria neoliberista di bassa lega che, per derubricare definitivamente spesa per istruzione ed emancipazione mediante il pensiero critico, venderebbe a poco prezzo anche la propria madre,avendo poi cura di evitare la rendicontazione degli autentici risultati e delle conseguenze effettive delle affermazioni di inizio percorso ha aggiunto qualche giorno fa un nuovo paradosso alla serie infinita cui ci ha abituati in questi anni dolenti. La Maria Montessori del Gruppo Per lItalia, membro della commissione Cultura alla Camera, la deputata Milena Santerini (il cui curriculum specialistico Laurea in lettere e filosofia, Corso di perfezionamento in Storia medievale e moderna, Dottorato di ricerca in pedagogia; Professore ordinario di discipline pedagogiche avrebbe fatto auspicare ben altri esisti) ha organizzato un seminario alla Camera Diplomarsi a 18 anni con successo, cui ha partecipato anche il ministro Carrozza, con lo scopo di spiegare ai colleghi come e perché sia cosa buona e giusta la sperimentazione del liceo breve. Vale a dire: dalle politiche economiche a quelle sullistruzione, ciò che conta sono le ipotesi predigerite dallesecutivo, alle quali allinearsi senza riflessione autonoma e senza spazio di dibattito democratico. Lipotesi di commissariamento dei parlamentari si consolida giorno dopo giorno, materia dopo materiaDopo liniziale cooptazione esclusivamente di scuole paritarie (una delle prime ma non lunica, delle anomalie che ha fatto registrare questa strana vicenda), il Miur come è noto ha deciso di estendere il reclutamento di istituti che sperimentano il liceo breve anche ad alcune statali: inseriti nel decreto sulla sperimentazione, a decorrere dallanno scolastico 2014-2015, lIIS Carlo Anti di Verona, lITI Ettore Majorana di Brindisi e lITC Enrico Tosi di Busto Arsizio scuole pubbliche con un sofisticato pedigree di rapporti privilegiati con Viale Trastevere, diventate istituti internazionali in grado di attivare in rete un progetto di innovazione metodologico-didattica che prevede labbreviazione del percorso di studi da cinque a quattro annualità, come recita il decreto stesso.Lon. Santerini ha palesemente anteposto valutazioni di carattere strettamente politico a considerazioni scientifiche, affermando: «Le grandi riforme di sistema sono complicate, ma dobbiamo trovare dei modi per produrre cambiamento e innovazione». La riflessione si articola attorno ad alcuni nodi centrali: «Avvicinare scuola superiore e mondo del lavoro, qualificare la scuola, contrastare la dispersione scolastica». Rimane misterioso il rapporto tra lotta alla dispersione, valorizzazione della scuola e taglio di un anno di frequenza. Non altrettanto il risparmio che le casse statali ricaverebbero dalloperazione.
«Non è qualcosa di negativo perché effettivamente siamo uno dei Paesi in cui i giovani entrano più tardi sul mercato del lavoro, lesigenza è giusta. Agire sui primi anni, anticipando la scuola, non è corretto per ragioni pedagogiche; infatti le scuole dei paesi migliori cominciano a 7 anni». Tutto da verificare. In ogni caso, il rigurgito pedagogico di Santerini è prontamente represso: «Non bisogna guardare a quellanno in meno come un taglio, come un meno, né si possono fare riforme della scuola partendo dal principio del risparmio e della riduzione di un anno. Il tema è come qualificare i quattro anni di scuola superiore, come migliorare gli apprendimenti dei nostri giovani». E a cosa bisogna guardare, allora? Non al principio di equità questo sconosciuto cui ormai la politica nostrana, di qualsiasi matrice essa sia, non ha interesse; tanto e vero che la sperimentazione è riservata a istituti di prestigio, di selezione sociale, di visibilità mediatica, di risorse incamerate con anni di tête à tête con il Miur.
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