Il regalo ai padroni di CGIL CISL UIL in fatto di deroga ai contratti nazionali di lavoro ( 28 Giugno 2011) stanno producendo i primi effetti. I padroni della multinazionale svedese Electrolux pretendono l'abbattimento verticale dei salari e delle condizioni del lavoro nei suoi quattro stabilimenti come “condizione” per rimanere in Italia. La Confindustria di Pordenone coglie la palla al balzo per proporre una generalizzazione di questa ipotesi di accordo, con contratti d'impresa che abbattano del 20% il costo del lavoro. Si sta aprendo il varco per un possibile salto drammatico dell'offensiva padronale contro il proletariato italiano. Se i padroni passano all' Electrolux, rischia di determinarsi un effetto domino su scala nazionale.
L'attacco dell' Electrolux non deve passare. La sua “piattaforma” è irricevibile, e non può essere oggetto di negoziazione. Ma non basta il rifiuto e la denuncia della provocazione padronale. Occorre un'azione di forza capace di sconfiggerla. E' necessario che le organizzazioni sindacali promuovano immediatamente l'occupazione degli stabilimenti Electrolux, e che attorno a questa lotta si sviluppi una mobilitazione di sostegno dell'intero movimento operaio e sindacale, con la costituzione di una cassa nazionale di resistenza. Se i sindacati non promuoveranno l'occupazione, è necessario che l'azione di lotta si sviluppi dal basso per iniziativa diretta dei lavoratori, con la formazione di un comitato unitario di lotta eletto dall'assemblea operaia. Solo una lotta radicale e di massa può piegare il padrone e chiudere il varco che si è aperto. La rinuncia a questa azione di lotta può avere conseguenze disastrose per tutti i lavoratori italiani.
La rivendicazione dell'esproprio di Electrolux, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, va posta apertamente, con una determinazione uguale e contraria a quella del padrone. E' la forza che decide non le chiacchiere.
Il PCL si impegnerà attivamente in ogni sede su questa proposta di azione.
L'attacco dell' Electrolux non deve passare. La sua “piattaforma” è irricevibile, e non può essere oggetto di negoziazione. Ma non basta il rifiuto e la denuncia della provocazione padronale. Occorre un'azione di forza capace di sconfiggerla. E' necessario che le organizzazioni sindacali promuovano immediatamente l'occupazione degli stabilimenti Electrolux, e che attorno a questa lotta si sviluppi una mobilitazione di sostegno dell'intero movimento operaio e sindacale, con la costituzione di una cassa nazionale di resistenza. Se i sindacati non promuoveranno l'occupazione, è necessario che l'azione di lotta si sviluppi dal basso per iniziativa diretta dei lavoratori, con la formazione di un comitato unitario di lotta eletto dall'assemblea operaia. Solo una lotta radicale e di massa può piegare il padrone e chiudere il varco che si è aperto. La rinuncia a questa azione di lotta può avere conseguenze disastrose per tutti i lavoratori italiani.
La rivendicazione dell'esproprio di Electrolux, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, va posta apertamente, con una determinazione uguale e contraria a quella del padrone. E' la forza che decide non le chiacchiere.
Il PCL si impegnerà attivamente in ogni sede su questa proposta di azione.
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