mercoledì 29 agosto 2012

Chiusura poste italiane: il NO dei comunisti



 
Chiusura poste italiane: il NO dei comunisti

Nei giorni scorsi Poste Italiane ha annunciato la chiusura di circa 120 uffici postali in Toscana, di cui circa 20 nella sola provincia di Pistoia; in merito a questa scelta di chiusura di uffici che per la loro natura svolgono anche una funzione sociale, non possiamo stare zitti e vogliamo contestarla. La  scelta di poste Italiane rischia di contribuire alla desertificazione dei territori montani e di alta collina che sono i due terzi della nostra provincia e alla maggiore inefficienza dei servizi tradizionali. E’ inoltre da sottolineare che nei luoghi dove verrà abolito il servizio sono anche assenti le nuove tecnologie e le linee Adsl, dunque rischiamo di andare incontro all'emarginazione e all'esclusione sociale di grandi fasce della popolazione.
Gli anziani, le persone con scarsa mobilità e le categorie disagiate soffriranno un'incapacità  concreta di rimanere collegati alla realtà dovuta ad un incolmabile gap tecnologico e alla scomparsa di quei servizi che precedentemente erano ritenuti essenziali. Inoltre, se uniamo questi tagli a quelli già previsti e altrettanto gravi per i cittadini in età avanzata come quelli del Trasporto Pubblico locale, possiamo ben dire di essere di fronte ad una dichiarazione di “morte civile” per migliaia di persone. Nella migliore delle ipotesi, probabilmente, andremo incontro ad una migrazione di pensionati in uffici cittadini già affollatissimi e oberati dal lavoro oppure ad un deciso abbandono di territori rurali da parte di chi li ha curati fino ad ora evitando dissesti del territorio maggiori di quelli già registrati; tutto questo senza che l'azienda interessata abbia tentato trattative con le istituzioni locali coinvolte. Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra ritiene che si debba – fin da ora! – bloccare questa politica insensata (e anche poco redditizia in termini economici) di tagli.
Questi sono i risultati della tanto decantata privatizzazione dei servizi pubblici: chiusura di uffici nei centri minori, abbandono del territorio, spostamento degli sprechi in altre aree, disagi per i soliti. Noi pensiamo che le forze politiche e quelle sociali debbano assolvere al loro compito di individuare quelle soluzioni in grado di conciliare il benessere di una parte, in questo caso di un'azienda, con quello di tutta la collettività. Denunciamo l’incapacità di managers superpagati di trovare soluzioni positive per numerosi piccoli centri e proponiamo di aprire una mobilitazione sociale e istituzionale per il mantenimento dei piccoli uffici postali sul territorio anche attraverso l’istituzione di servizi utili alla comunità, mantenendo il presidio sul territorio e conservando posti di lavoro.


Partito della RIFONDAZIONE COMUNISTA per la Federazione della Sinistra
Federazione Provinciale di Pistoia

Pistoia, lì 29.08.2012

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