COMUNICATO STAMPA CIP ASSOCIAZIONE
NAZIONALE
I ministri della Pubblica Istruzione sembrano
ossessionati dalle lente logiche della burocrazia
ministeriale, per uscirne però prendono decisioni che non
sempre tengono contro della realtà. E' il caso del nuovo
concorso per docenti nella scuola pubblica. La risibile
giustificazione addotta è quella di abbassare l’età
media del personale docente e di inserire i
giovani nella scuola, come se i nostri attuali insegnanti
nascessero già vecchi e precari invece di essere
invecchiati nella scuola e per la scuola, consentendole
di funzionare prima di ricevere, come regalo di fine anno
e ogni anno, il licenziamento estivo. Questi docenti
sono diventati precari perché vittime dell’inettitudine
e della miopia di una classe politica responsabile
delle continue revisioni normative che hanno, più volte
negli anni, provocato ribaltoni e sovvertimenti delle
graduatorie, la stessa classe politica che nel frattempo
ha costretto i docenti precari a sottoporsi a ripetute
e diversificate prove concorsuali nelle quali comunque
sono stati riconosciuti i loro meriti e raramente i loro
diritti. A queste prove si è aggiunta l’esperienza pluriennale
accumulata con il servizio prestato, spesso nelle forme e
nelle sedi più disagiate. I CIP ritengono che il dovere
politico e la necessità funzionale della scuola impongono
al governo l’assunzione su tutti i posti disponibili
dei precari dalle graduatorie vigenti fino al loro
esaurimento, solo dopo sarà possibile l’adozione di nuovi
sistemi di reclutamento.
ossessionati dalle lente logiche della burocrazia
ministeriale, per uscirne però prendono decisioni che non
sempre tengono contro della realtà. E' il caso del nuovo
concorso per docenti nella scuola pubblica. La risibile
giustificazione addotta è quella di abbassare l’età
media del personale docente e di inserire i
giovani nella scuola, come se i nostri attuali insegnanti
nascessero già vecchi e precari invece di essere
invecchiati nella scuola e per la scuola, consentendole
di funzionare prima di ricevere, come regalo di fine anno
e ogni anno, il licenziamento estivo. Questi docenti
sono diventati precari perché vittime dell’inettitudine
e della miopia di una classe politica responsabile
delle continue revisioni normative che hanno, più volte
negli anni, provocato ribaltoni e sovvertimenti delle
graduatorie, la stessa classe politica che nel frattempo
ha costretto i docenti precari a sottoporsi a ripetute
e diversificate prove concorsuali nelle quali comunque
sono stati riconosciuti i loro meriti e raramente i loro
diritti. A queste prove si è aggiunta l’esperienza pluriennale
accumulata con il servizio prestato, spesso nelle forme e
nelle sedi più disagiate. I CIP ritengono che il dovere
politico e la necessità funzionale della scuola impongono
al governo l’assunzione su tutti i posti disponibili
dei precari dalle graduatorie vigenti fino al loro
esaurimento, solo dopo sarà possibile l’adozione di nuovi
sistemi di reclutamento.
Elena La Gioia Presidente nazionale
Comitato Insegnanti Precari
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