Un decreto inaccettabile !
A proposito del DPR approvato dal C.D.M. del 24 agosto 2012 sull’istituzione del sistema nazionale di valutazione
A proposito del DPR approvato dal C.D.M. del 24 agosto 2012 sull’istituzione del sistema nazionale di valutazione
La prima cosa che colpisce è il
comunicato stampa del Ministero del 24 agosto dove si afferma che il decreto
“fornisce una risposta all'impegno preciso richiesto dall'Europa di sostenere,
con un programma di ristrutturazione, le scuole che hanno fatto registrare
risultati insoddisfacenti.”
Si prosegue pertanto sulla linea gelminiana tesa a mettere sotto controllo l’autonomia del sistema scolastico costringendo le scuole ad abbandonare dal proprio obiettivo formativo quello costituzionale della formazione del cittadino ai sensi dell’art. 3. Con il decreto viene sancito definitivamente che sarà il Ministro che definirà le strategie educative e, attraverso l’Invalsi, “gli indicatori di efficienza e di efficacia in base ai quali l’Snv individua le istituzioni scolastiche e formative che necessitano di supporto e da sottoporre prioritariamente a valutazione esterna.”
Si minaccia apertamente la chiusura delle scuole recalcitranti in linea con l’impostazione anglosassone.
Il decreto attribuisce un potere
spropositato all’Invalsi che:” assicura il coordinamento funzionale dell’Snv,
propone i protocolli di valutazione e il piano delle visite degli ispettori
alle scuole, definisce gli indicatori di efficienza e di efficacia, redige un
rapporto sul sistema …” e così via, rispondendo delle sue azioni al solo
ministro.
Per di più “cura la selezione, la formazione dell’elenco degli esperti dei nuclei della valutazione esterna e pure quella degli ispettori “. Il tutto con modalità interne e discrezionali senza alcuna previsione di un concorso pubblico almeno per titoli, confermando pertanto lo stile clientelare con il quale sono stati selezionati i componenti dell’Invalsi fino ad ora.
Per di più “cura la selezione, la formazione dell’elenco degli esperti dei nuclei della valutazione esterna e pure quella degli ispettori “. Il tutto con modalità interne e discrezionali senza alcuna previsione di un concorso pubblico almeno per titoli, confermando pertanto lo stile clientelare con il quale sono stati selezionati i componenti dell’Invalsi fino ad ora.
Per la prima volta in una
disposizione di legge all’art. 2. C 6 si prevede che “le istituzioni
scolastiche sono soggette a periodiche rilevazioni nazionali sugli
apprendimenti e sulle competenze degli studenti, predisposte e organizzate
dall’Invalsi…. Tali rilevazioni sono effettuate su base censuaria nelle
classi seconda e quinta della scuola primaria, prima e terza della secondaria
di primo grado, seconda e ultima della scuola superiore.” Si Introduce l’obbligo per le scuole a essere
sottoposte alle rilevazioni e quello corrispondente per gli studenti,
confermando l’impostazione del
documento richiesto dalla Gelmini ai proff. Cecchi, Ichino, Vittadini, del
dicembre 2008, che proponeva l’anagrafe degli studenti dalla quale chiunque potesse risalire ai risultati
scolastici nei test di ogni alunno, con
il risultato di rendere ininfluente la valutazione da parte dei docenti.
Si abbandona definitivamente l’impostazione della valutazione di sistema a campione che è prevalente in Europa continuando ad utilizzare (posizione già criticata dalla Commissione europea) gli stessi test per la valutazione di sistema, quella delle scuole, quella degli insegnanti e quella degli studenti, e per di più a mescolare l’utilizzo di test per la valutazione finale in terza media e quinta superiore con le tipologie di prova oggi previste. Per approfondire vedi
Si abbandona definitivamente l’impostazione della valutazione di sistema a campione che è prevalente in Europa continuando ad utilizzare (posizione già criticata dalla Commissione europea) gli stessi test per la valutazione di sistema, quella delle scuole, quella degli insegnanti e quella degli studenti, e per di più a mescolare l’utilizzo di test per la valutazione finale in terza media e quinta superiore con le tipologie di prova oggi previste. Per approfondire vedi
Si definisce poi per legge
l’utilizzo del metodo del valore aggiunto sulla cui mancanza di attendibilità
esiste una fiorente letteratura di esperti statistici e che nessun paese
europeo utilizza. Per approfondire vedi l’articolo
di Giorgio Tassinari.
Per finire si prevede la
pubblicazione dei risultati, in contrasto con la posizione di tutti i paesi
europei ad esclusione della Gran Bretagna.
Vedi
sempre
Il richiamo allo strumento dell’autovalutazione da parte delle scuole è
quindi solo fumo sparso per nascondere che “l’analisi e la verifica del proprio
servizio ( da parte delle scuole) si deve basare sulle rilevazioni degli
apprendimenti restituite dall’Invalsi e solo “oltre” da elementi aggiuntivi
decisi dalle scuole.”
Il decreto è quindi il tentativo più avanzato di affossare la scuola
della Repubblica, fondata sulla libertà di insegnamento, per proporre un
sistema finalizzato all’inserimento precoce nel mondo del lavoro precario e
sottopagato, per il quale è sufficiente saper scrivere e far di conto e poco
più.
Il compito di garantire la scuola
di qualità è delegato al privato che continua ad essere sostenuto
economicamente e a non essere toccato dai tagli.
Lo strumento della valutazione
della scuola statale è quindi il cavallo di Troia di questa operazione che
è stata appaltata a Comunione e
liberazione attraverso la figura di Giorgio Vittadini, estensore del documento
che definisce il quadro del sistema di valutazione e presidente della Fondazione
per la sussidiarietà e di Elena Ugolini, preside del Liceo privato Malpighi di
Bologna, commissario straordinario dell’Invalsi e oggi sottosegretaria
all’Istruzione con la delega sulla valutazione.
Bruno Moretto 27/08/12
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