mercoledì 28 settembre 2011

Iniziative sui 100 anni dalla prima occupazione italiana della Libia


CI ARRIVA NOTIZIA DELLE PRIME INIZIATIVE CHE SI SVOLGERANNO PER RICORDARE I 100 ANNI CHE CI SEPARANO DALLA PRIMA OCCUPAZIONE  ITALIANA DELLA LIBIA.

SUL SITO www.disarmiamoli.org potrete trovare le attività che si svolgeranno a Pisa e Bari.
Sollecitiamo tutti i comitati, le forze sindacali e politiche a promuovere iniziative contro il colonialismo di ieri e di oggi, segnalandoci eventuali (e auspicabili) mobilitazioni locali, per ricordare ma anche per denunciare il massacro della NATO a Sirte, Bani Walid e nelle altre città libiche dove si combatte contro la nuova occupazione militare occidentale.
La Rete nazionale Disarmiamoli!

5 ottobre 1911 / 2011: l’avventura coloniale italiana in Libia continua.

A cento anni di distanza il movimento contro la guerra ricorda e denuncia i bombardamenti di ieri e di oggi.

5 ottobre 1911 – Inizia l’avventura coloniale italiana in Libia, con lo sbarco delle truppe regie inviate dal governo Giolitti a Tripoli. Un’occupazione che finirà trentuno anni dopo, con la fuga delle truppe nazi/fasciste sotto la pressione dell’esercito inglese.
Il popolo libico non dimenticherà mai la ferocia dell’occupazione italiana, caratterizzata dai campi di concentramento, dalle impiccagioni e dai bombardamenti chimici all'iprite ordinati da Rodolfo Graziani, generale fascista inviato per sconfiggere la resistenza guidata da Omar al-Mukhtàr.
A cento anni di distanza gli aerei italiani volano di nuovo nei cieli della Libia, scaricando sulle popolazioni tonnellate di ordigni micidiali, per consolidare la nuova occupazione del paese arabo. 
I comandi delle forze aeree e terrestri della NATO sono il braccio operativo del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per far rispettare la risoluzione 1973, varata allo scopo di “tutelare e proteggere” l’incolumità delle popolazioni libiche.
I civili caduti in questi mesi sotto le bombe dell’Alleanza smentiscono in maniera clamorosa l’ennesima operazione mediatica, tesa a mascherare una classica aggressione coloniale.
La rete di basi italiane coinvolte è molto ampia, alzando le quotazioni delle nostre aziende petrolifere nella spartizione del bottino di guerra, com’è emerso il primo settembre scorso durante il vergognoso summit parigino voluto da Sarkozy sulla “nuova” Libia. Le percentuali di petrolio e gas saranno proporzionali alla quantità di bombe scagliate su Tripoli. I francesi lottano per il 35%. Inglesi e statunitensi sono in pole position. Le quotazioni italiane sono in ribasso a causa dell’iniziale titubanza berlusconiana nell’invio dei bombardieri sulla testa dell’amico Gheddafi.
Il Presidente Giorgio Napolitano si è speso (ed ha fatto spendere milioni di euro pubblici) perché il 150° anniversario dell’Unità d’Italia divenisse un momento centrale della vita politica e culturale del paese. Stesso impeto “patriottico” ha messo nel perorare la causa interventista contro la Libia, dando così un contributo decisivo per la realizzazione della nuova proiezione bellica italiana verso le sponde sud del Mediterraneo. Il personaggio, degno della migliore tradizione trasformistica italiota, non darà certo il medesimo contributo per ricordare i 100 anni che ci separano dalla prima occupazione militare italiana della Libia.
In un paese (e in una sinistra) disorientati dalla propaganda bellicista bipartisan, tesa a legittimare l’attuale aggressione militare della NATO, solo il movimento contro la guerra può spendersi per ricordare questa data.
Sollecitiamo i coordinamenti nowar, i comitati pacifisti, le forze politiche, sociali e sindacali indipendenti a trasformare il 5 ottobre in una giornata di denuncia della nuova guerra imperialista, che vede governo e “opposizione” italiani contendersi con i partner/concorrenti europei i brandelli di un paese devastato dalle bombe e dalle truppe al soldo della NATO
La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org  info@disarmiamoli.org  3384014989 - 3381028120

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