mercoledì 28 settembre 2011

Lo «tsunami» Sud: nei prossimi anni spariranno 2,5 milioni di persone

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Lo «tsunami» Sud: nei prossimi anni spariranno 2,5 milioni di persone

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di IL MANIFESTO del 28 SETTEMBRE 2011
RAPPORTO SVIMEZ: Effetto dell'emigrazione massiccia verso il Centro-Nord 
Nel Meridione rimarranno anziani e disoccupati. Già oggi lavora soltanto un giovane su tre 

Il Sud rischia un vero e proprio «tsunami demografico». «Si trasformerà nel corso del prossimo quarantennio in un'area spopolata, anziana, ed economicamente sempre più dipendente dal resto del Paese». L'annuncio, catastrofico ma abbastanza realistico, viene dall'ultimo rapporto dello Svimez, presentato ieri a Roma. 

Nel dettaglio, secondo lo Svimez, nei prossimi venti anni il Mezzogiorno perderà quasi un giovane su quattro, mentre nel Centro-Nord oltre un giovane su cinque sarà straniero. Nel 2050 gli under 30 al Sud passeranno dagli attuali 7 milioni a meno di 5milioni, mentre nel Centro-Nord saranno sopra gli 11 milioni. A quella data, inoltre, ci sarà il sorpasso: la quota di over 75 sulla popolazione complessiva passerà al Sud dall'attuale 8,3% al 18,4% nel 2050, superando il Centro-Nord, dove raggiungerà il 16,5%. 
Il Mezzogiorno «è in recessione - spiega ancora l'isituto - e cresce meno del Centro-Nord. Nel Sud lavora ufficialmente meno di un giovane su tre e il tasso di disoccupazione reale si aggirerebbe intorno al 25%». In dieci anni, dal 2000 al 2009, «circa 600 mila lavoratori hanno lasciato il Meridione» per cercare occupazione. 
Più precisamente, sono stati 583 mila gli emigranti dal Sud a Nord in 10 anni: a livello locale, le perdite più forti si sono registrate a Napoli (-108 mila), Palermo (-29 mila), Bari e Caserta (-15 mila), Catania e Foggia (-10 mila). Colpiti anche Torre del Greco (-19 mila), Nola e Aversa (-11 mila), Taranto (-13 mila). Ad attrarre manodopera, Roma (+66 mila), Milano (+50 mila), Bologna (+31 mila), Reggio Emilia, Parma e Modena (+13 mila), Bergamo e Torino (+11 mila), Firenze e Verona (+10 mila). 
Interessante la parte del rapporto in cui vengono «smentiti» i dati ufficiali dell'Istat su occupati e disoccupati, dato che non tengono conto dell'area «grigia», ovvero tutto il mondo del lavoro irregolare e tutte quelle persone che hanno smesso di cercare un posto: nel 2010, dice lo Svimez, il tasso di disoccupazione registrato ufficialmente è stato del 13,4% al Sud e del 6,4% al Centro-Nord; ma il tasso «corretto» schizza al doppio, cioè al 10% al Centro-Nord e al 25,3% al Sud. 
La vera emergenza è tra i giovani. Nel Sud il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) è giunto nel 2010 ad appena il 31,7% (nel 2009 era del 33,3%): praticamente lavora meno di un giovane su tre. Situazione drammatica per le giovani donne, ferme nel 2010 al 23,3% (ben 25 punti in meno rispetto al Nord, dove il dato è 56,5%). 
Dal brain drain, cioè dalla «fuga dei cervelli», siamo ormai passati al brain waste, cioè lo «spreco di cervellì», una «sottoutilizzazione di dimensioni abnormi di persone che si sono preparate e hanno studiato, ma non trovano neppure più una valvola di sfogo nelle migrazioni». In crescita anche gli «inattivi», che tra il 2003 e il 2010 sono cresciuti di oltre 750 mila unità. 
Lo Svimez evidenzia infine la natura più leghista delle ultime manovre del governo: «L'effetto cumulato delle manovre 2010 e 2011 dovrebbe pesare in termini di quota sul pil 6,4 punti al Sud e 4,8 punti sul Nord. Per quanto riguarda gli incrementi delle entrate, il 76% si realizzerebbe al Centro-Nord e solo il 24% al Sud. Per invertire il trend e tornare a crescere, secondo l'istituto servirebbero investimenti: almeno 60,7 miliardi di euro, di cui 18 miliardi già disponibili e 42,3 da reperire, da dedicare al potenziamento della Salerno-Reggio e della statale «Jonica»; si dovrebbero anche realizzare nuove tratte interne alla Sicilia; estendere l'alta capacità (se non l'alta velocità) nel tratto ferroviario Salerno-Reggio-Palermo-Catania; il nuovo asse ferroviario Napoli- Bari; infine, il ponte sullo Stretto.

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