CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Documento preliminare sul prossimo Piano Integrato Socio Sanitario Regionale. Sgherri:”piano ambizioso che si inserisce in un contesto assai difficile”.
Firenze, 28 settembre. Il documento preliminare sul piano integrato socio sanitario 2011 – 2015 , comparto che occupa oltre il 70% della spesa regionale, si inserisce in un contesto nazionale pesantissimo caratterizzato da manovre che in successione hanno tagliato drasticamente e mortalmente le risorse. In questo quadro il documento preliminare ci convince profondamente visto che riconferma l’obiettivo di un welfare pubblico, universale, solidale ed equo che si contrappone al modello strisciante del governo di centro destra, che vuole uno stato sociale minimo e caritatevole (basti ricordare la social card); uno stato sociale residuale, solo per i più poveri, lasciando alla sanità integrativa la cura per le persone che potranno permetterselo.
Dunque un piano ambizioso quello regionale che si delinea, perché sviluppa il concetto di “salute” mettendo al centro la persona, i suoi bisogni e proponendo dunque risposte appropriate.
Un piano che per realizzarsi chiede anche una profonda riorganizzazione e la certezza delle risorse.
Due ulteriori tappe fondamentali che ci vedranno impegnati entro pochi mesi.
E’ necessario per questo in primis continuare la battaglia a livello nazionale, e condividiamo quanto portato avanti dal presidente Rossi , ossia la richiesta di esclusione dal patto di stabilità le risorse per le politiche sociali, come sono condivisibili la richiesta di ripristino dei finanziamenti per i fondi sociali e sanitari, l’eliminazione degli odiosi ticket sanitari. E in questo contesto assolutamente prioritaria è la battaglia per il ripristino del fondonazionale per la non autosufficienza – attualmente azzerato – e che deve vedere la Toscana continuare nello sforzo comunque di garantirlo con risorse proprie. Il segno classista fino al limite del “misogino” da parte governo si concretizza nel paradosso che al taglio pesante dei trasferimenti sulle persone anziane, disabili ecc. il cui onere di cura ricadrà prevalentemente sulle donne, questo governo aggiunge la scelta di allungare l’età pensionabile proprio per quei soggetti su cui ricadrà l’onere della cura delle persone, cioè le donne stesse.
Negli indirizzi di Piano Regionale condividiamo e abbiamo fortemente sostenuto la scelta dei LEPS (livelli essenziali delle prestazioni sociali) perché siamo convinti che possano rappresentare un elemento forte di garanzia e sostenibilità del sistema dei servizi territoriali, a fronte di una difficoltà enorme a mantenere l’attuale livello dei servizi e delle prestazioni essenziali. Un “argine” essenziale per la coesione sociale.
Per quanto riguarda tutti gli aspetti della riorganizzazione del sistema regionale riteniamo assolutamente necessario di dare assoluta priorità al potenziamento della sanità sul territorio e il mantenimento dei presidi ospedalieri delle zone di montagna, isole e aree disagiate.
Per le società della salute è invece necessario un cambio di passo capace di superare le criticità attuali e dargli un ruolo reale nell’integrazione sociosanitaria. Così come massimo impegno deve essere posto a migliorare tutta la partita, sempre più drammatica in situazioni di aumento di bisogni e di crisi economica, delle liste d’attesa.
Di fronte a tutto ciò il tema del reperimento delle risorse diverrà sempre più centrale, e i risparmi che ancora si potranno realizzare dalla riorganizzazione del sistema dovranno rimanere nel comparto per garantire una spesa sanitaria e sociale di qualità, così come l’ISEE dovrà rispondere all’obiettivo dell’equità nella compartecipazione alle prestazioni, senza toccare i diritti acquisiti.
Un piano impegnativo ed ambizioso quindi, che ha al centro della sua filosofia l’integrazione del sociale col sanitario come risposta a quello che l’assessore ha chiamato la “tempesta perfetta” scaturita dall’intrecciarsi di invecchiamento della popolazione, diseguaglianza nell’accesso e impoverimento della popolazione dovuta dalla crisi.
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